Aula bunker, udienza 24 febbraio. Quel che si dice un processo di merda…

Lettera aperta ai giornalisti che sembrano ignorare la farsa in atto in aula bunker (di Simonetta Zandiri)

Udienza 24 febbraio 2014

Udienza 24 febbraio 2014, autovettura con pastore tedesco in gabbia, targa CC-CX-571

Oggi si è svolta l’ennesima farsa in aula bunker eppure sono certa che domani non scriverete una sola parola. Fate un atto eroico.
Fatemi cambiare idea.
Perché quello che scriverò tra poco, oltre al resoconto che ho già fatto della giornata di oggi, sarà una somma di dettagli che fanno la differenza tra un paese democratico ed un regime. Non c’è una sola parola che abbia un senso nel discorso del neo premier Renzi, non una che sia rappresentazione della realtà. Ma in quell’aula bunker, oggi, c’era tutta: e si chiama REGIME.
Per sua sfortuna, però, c’era anche la controparte. Sostenitori dei 53+1 sotto processo, molti. E lo sapete,perché ci identificate tutti. Persone che hanno deciso di alzare la testa. Di non accontentarsi che qualcuno garantisse loro i diritti sulla carta, persone che hanno scelto di realizzarli, di conquistarseli quei diritti, a qualsiasi costo e di non lasciare che i pochi privilegiati che ne usufruiscono possano comprare per pochi spiccioli quelli che ne saranno complici alle urne, o incantarli con false promesse e nuovi liberatori, continuando a ricattare, minacciare e reprimere chi dissente e si oppone. E anche questa, che è la più grande bellezza di ogni essere umano, non è emersa in alcuna delle parole snocciolate dal governo secondo Matteo.
Paradossalmente, quindi, la mia giornata in aula bunker è stata la più bella esperienza per comprendere la realtà e poi apprezzarne la parte migliore.
Mentre assistere, anche in TV, al discorso dei teatranti è stata, per il pubblico, la più vuota e retorica rappresentazione, dopo di che tornerete alla realtà, subendone la parte peggiore.

Questa mattina si è svolta una delle udienze del maxi processo che coinvolge 54 NO TAV per gli episodi del 27 giugno e del 3 luglio 2011. Un processo ad alta velocità, per restare in tema, con due udienze settimanali. E come faccio ormai ad ogni udienza, arrivo in aula bunker prima dell’inizio, per poter sistemare l’attrezzatura che mi permette di fare il resoconto testuale in diretta, su questo blog.

Perché è l’unico modo per far sapere che cosa succede in quell’aula, da mesi. Visto che voi, che avreste il dovere di informare, siete il più delle volte assenti, da quell’aula, e di conseguenza carenti nell’informazione. Oltre alla solita presenza di un certo numero di forze dell’ordine, noto l’unità dei Carabinieri Cinofili. Nell’auto uno splendido pastore tedesco, chiuso in una gabbia. Qualcuno si avvicina alla macchina e fa notare che in quella gabbia il cane non è proprio tenuto bene. “Se libero si stressa, legato si rilassa. E’ un cane da lavoro, non da appartamento” (spiega il Carabiniere dell’unità cinofila). Decisamente la frase più rappresentativa, della giornata, e del metodo che il sistema applica agli umani.

Entro, fermandomi per tirare fuori ogni oggetto e ogni monetina dimenticata in tasca, perché c’è un controllo estremamente meticoloso, chissà se applicano lo stesso rigore nei processi di altro genere, ho il dubbio che non sia proprio così… Preparo l’attrezzatura e poi entro nella stanzetta dove ci sono i distributori di bevande. Una puzza disgustosa, un misto di piscio e vomito, che assale immediatamente la gola causando un istintivo rigetto… guardo il pavimento ed è pieno… si, confermo, è davvero un misto di piscio e vomito!  Alzo la Kefiah sopra il naso, premettendo che non è travisamento ma sopravvivenza, inserisco 50 centesimi sperando che quel dannato caffé esca prima di svenire o vomitare, giuro non è mai stato così lungo il tempo di preparazion di quel caffé, sembrava uscisse una goccia ogni 5 secondi.  Finalmente ho il bicchiere in mano, esco di corsa dall’aula, espiro. Poi inspiro, ed espiro. Bevo il caffè, ma il cucchiaino non c’era. Al diavolo. Fa veramente schifo.
Ma veramente schifo.

Foto del 10 gennaio 2014. Mi spiegate come si concia così un WC per DONNE?

Foto del 10 gennaio 2014. Mi spiegate come si concia così un WC per DONNE?

Mi riprendo e mi pongo una domanda. Non mi risulta che a parte il nostro processo, ce ne siano altri in aula bunker. Magari mi sbaglio, ma se così fosse, considerando che i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene sono loro… possibile che non si siano accorti di una tale schifezza? In un’aula bunker con telecamere OVUNQUE, POSSIBILE  che non siano in grado di identificare chi ha lasciato i locali in quello stato?

E non mi riferisco necessariamente a chi ha l’appalto per le pulizie, considerando che la scorsa udienza lo stato dei bagni era quello che vedete in questa foto, direi che probabilmente, visti i tagli, si è pensato di ridurre le pulizie ad un minimo indispensabile, o anche peggio.

Ma si, è colpa della crisi. Non può esserci altra spiegazione, altrimenti dovrei pensare che volutamente, poiché da settimane ormai utilizzavamo quella saletta per un breve ristoro nei 20 minuti di pausa pranzo ( gentilmente concessi dal Giudice Quinto Bosio) che non permettono di alimentarsi in alcun modo non essendoci bar nelle vicinanze ed essendoci SISTEMATICAMENTE il VUOTO nei distributori.

Dovrei pensare che poiché nelle ultime udienze quell’aula l’avevamo praticamente occupata noi, qualcuno avrebbe potuto non apprezzare questa abitudine, magari anche infastidito dalle nostre risate, e abbia volutamente reso uno SCHIFO il nostro unico momento di ristoro?
No, sicuramente mi sbaglio. Ci dev’essere un’altra spiegazione e vi giuro che sarei curiosa di sentirla. Anzi, per favore, aiutatemi a cercarla un’altra spiegazione. Perché se fosse questa l’unica possibile, allora dovreste rendervi conto di cosa sta davvero accadendo in questo paese. Più ancora che leggendo le assurde dichiarazione degli agenti feriti il 3 luglio, con prognosi magari di 7 giorni che diventano anche di 6 mesi..

Nella foto qui a sinistra trovate un’altra stranezza. E’ la foto che ho scattato all’udiena del 10 gennaio 2014 nel WC (in aula bunker) segnalato all’esterno come quello destinato alle “DONNE”. Ora, per cortesia, mi fate conoscere le donne dedite a pisciare in piedi e poi lasciare il WC in questa condizione? Perché io, fino ad ora, non ne ho mai conosciute.
Sono curiosa.

Perché la somma di questi segnali, l’eccessiva sicurezza all’esterno e all’interno dell’aula inclusa la presenza dell’unità cinofila, il ritmo con il quale si svolgono le udienze e la modalità che non permette un’adeguata difesa, come segnalato dagli stessi avvocati, la breve pausa concessa, i locali in uno stato di sporco oltre ogni limite immaginabile, ecco la DESCRIZIONE DI questo “CONTENITORE” nel quale svolgete quello che voi chiamate processo e che dovrebbe in realtà essere il luogo dove io cittadino ottengo giustizia e non VOI, AUTORITA’, PERPETRATE L’ENNESIMO ABUSO, mi fa capire, più ancora dello svolgimento stesso all’interno dell’aula, che voi state trattando noi come l’unità cinofila tratta quello splendido animale.

Pastore tedesco in gabbia

Se ci lasciate liberi, vi stressiamo. Legati, ci rilassiamo. Ci volete cani da lavoro

Siete proprio sicuri che i cani da lavoro siamo noi?

Simonetta.

Liberamente.
Utopicamente.

Aula bunker, udienza 24 febbraio. Quel che si dice un processo di merda…ultima modifica: 2014-02-25T08:24:04+01:00da davi-luciano
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