Quando il falso è un momento del vero

Sabato 22 Febbraio 2014

Il terzo governo non eletto dall’inizio della crisi (Monti 2011 – Letta 2013 e ora Renzi 2014) conferma la tendenza, in atto da lungo tempo, allo scollamento sempre più marcato tra politica istituzionale e paese reale. La telefonata del finto Vendola a Barca, nel mondo rovesciato della politica-spettacolo, si rivela più vera delle quotidiane dichiarazioni dell’ex-sindaco di Firenze al media mainstream. Invertendo la famosa sentenza di Guy Debord qui è il falso ad essere un momento del vero.

I ‘trighi’ di De Benedetti e la superficialità con cui un certo ceto politico e dirigente si prepara a traghettarci verso un futuro dai contorni foschi si gioca su un livello di totale pressapochismo e leggerezza. Le candide risposte di Barca ci avvertono che “gli avventuristi” sono loro… non qualche soggettività politica estremista.

La domanda se Renzi “ci è o ci fa” andrebbe allora posta altrimenti. Il bamboccione della Ruota della Fortuna, abituato a parlare tanto per non dire niente, si rivela l’ennesima personificazione spettacolare di una politica già decisa altrove. Non importa cosa Renzi ha in mente di fare, sarà in ogni caso contro di noi! Di certo sappiamo che nel suo mostrarsi continuamente in azione – per il quale è più importante essere ripreso mentre corre e batte il cinque alle comparse di turno di un eterno spot che spiegare effettivamente cosa intende fare – si rappresenta un modo d’essere che è già tutto un programma (di riforme) e un’obbedienza (robotica) alle necessità del Capitale.

Il parterre di ministri che ha messo in campo conferma del resto la natura iper-liberista e molto vicino ai poteri della finanza del nascente governo: a partire dalla nomina di uno dei posti chiavi, come il ministero dell’Economia, riservato a un ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell’Ocse. Nel nome della sempre fondamentale continuità vengono confermati Alfano, Lupi, Lorenzin, Orlando. Il resto è un parterre di giovani (con molte donne) che servono a confermare la fisionomia nuova, giovane, differente del nuovo governo (composto secondo la più bieca lunga tradizione dei rimpasti all’italiana).

Che questi giovani ministr* non siano solo comparse e figurine di contorno ce lo dirà il futuro immediato. Siamo del resto disposti a prenderli sul serio, dal momento che hanno già fatto capire che tra la prime cose su cui intendono misurarsi c’è il mercato del lavoro, e cioè il Job Act, un qualcosa di ancora evanescente e poco chiaro ma certamente indirizzato a una ristrutturazione pesante e (se possibile) ulteriormente peggiorativa delle vigenti condizioni di assunzione e messa al lavoro, dietro la concessione di qualche briciola (reddito minimo di miseria).

Quel che è certo è che siamo alle porte di una fase nuova, dove per sopravvivere nel nuovo contesto del dopo-crisi e dopo-austerità (tante volte annunciate ma ancora lontane dall’orizzonte) dovremmo essere sempre più disponibili a vivere e muoverci come capitale umano necessitante di una costante valorizzazione: disponibilità, fretta, flessibilità, esecuzione, obbedienza, intraprendenza… insomma pensarsi come impresa anche quando si va al cesso.

Se questo è lo scenario che si delinea all’orizzonte, dovremmo forse iniziare a prefigurare altre visioni e mettere in campo altri programmi. Del resto, le condizioni generali, ad ogni latitudine (e pur sotto sembianze non sempre piacevoli), testimoniano di una crescente difficoltà sistemica ad armonizzare i passaggi funzionali alla governabilità…

L’umano continua ad essere una variabile, siamo certi che lo sarà anche per il governo Renzi!

Red. InfoAut

http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/10758-quando-il-falso-%C3%A8-un-momento-del-vero

Siria,approvata risoluzione ONU-Damasco collabora

si inviano articoli in difesa dei popoli sotto aggressione militare, ma si è considerati razzisti se si vuol rendere noti i delitti e stupri che avvengono a vittime italiane. Eguaglianza 2.0 che implica tanta discriminazione mirata.

Il 22 febbraio è stata approvata dal Consiglio di Sicurezza ONU la risoluzione n. 2139 (2014) sulla Siria-Il tema è l’ accesso per gli aiuti umanitari e la presenza di al Qaeda nel paese. Damasco ha dichiarato di voler collaborare con le Nazioni Unite. La risoluzione prevede tra trenta giorni una verifica sull’ attuazione della risoluzione.

http://www.un.org/News/fr-press/docs//2014/CS11292.doc.htm

Meyssan – Gli USA possono rovesciare 3 governi alla volta?

speriamo non sia tacciato di essere razzista nei confronti degli americani. Ci sono dei popoli che a parità di delitto si possono criticare ed altri no. Come vuole l’eguaglianza 2.0. In questo articolo Meyssan critia due donne, ovviamente per le azioni e parole delle stesse. Di solito un atto del genere, vale l’accusa a prescindere di essere misogino. A meno che le donne non siano vittime di stranieri, allora si deve tacere per “educazione” e le donne subire.

La potenza di un Stato si misura dalla sua capacità di difendersi e da quella di attaccare su uno o più fronti. In questa ottica, Washington per la prima volta tenta di dimostrare di poter rovesciare simultaneamente tre governi, in Siria, in Ucraina e in Venezuela. Se vi riuscisse nessun governo sarebbe più in grado di resistergli.

Da quando in qua le rivoluzioni sono sostenute dall’imperialismo? (qui: piazza Maidan, Kiev)

Washington, che nel 2011 non è riuscita a bombardare contemporaneamente, la Libia e la Siria, sta ora cercando una nuova dimostrazione della sua forza: organizzare dei cambi di regime in tre Stati contemporaneamente, in diverse regioni del mondo: Siria (CentCom), Ucraina (EuCom) e Venezuela (SouthCom).

Per fare questo, il presidente Obama ha mobilitato quasi tutta la sua squadra del Consiglio di Sicurezza Nazionale.
In Primis la Consigliera Susan Rice e l’ambasciatore alle Nazioni Unite, Samantha Power. Queste due donne sono campionesse nell’usare la parola “democratico”. Si sono specializzate da diversi anni, interferendo negli affari interni di altri paesi con il pretesto di prevenire genocidi. Ma dietro questi generosi discorsi, prendono in giro la vita dei non statunitensi come ha dimostrato Samatha Power in occasione crisi delle armi chimiche della Ghouta. L’ambasciatrice, che sapeva perfettamente dell’innocenza delle autorità siriane, era andata con il marito in Europa per un festival dedicato a Charlie Chaplin, mentre il suo governo parlava di crimini contro l’umanità dei quali era responsabile il presidente Assad.

E ancora, i tre responsabili regionali: Philip Gordon (Medio Oriente e Nord Africa), Karen Donfried (Europa ed Eurasia) e Ricardo Zuñiga (America Latina).
. Phil Gordon (amico personale e traduttore di Nicolas Sarkozy), ha organizzato il sabotaggio della Conferenza di pace di Ginevra 2, e per questo la questione palestinese non sarà più risolta alla maniera USA. Durante la seconda sessione del convegno, mentre John Kerry parlava di pace, riuniva a Washington i capi dei servizi segreti giordani, qatarioti, sauditi e turchi per preparare l’ennesimo attacco. I congiurati hanno riunito un esercito di 13mila uomini, dei quali solo 1.000 hanno ricevuto un breve addestramento militare per guidare carri armati e prendere Damasco. Il problema è che la colonna rischia di essere distrutta dall’esercito siriano prima di arrivare nella capitale. Ma non riescono ad accordarsi su come difenderla senza distribuire armi antiaeree che poi potrebbero servire contro Israele.
. Karen Donfried è l’ex ufficiale dell’intelligence nazionale per l’Europa. Ha per lungo tempo condotto il German Marshall Fund a Berlino. Oggi, manipola l’Unione europea per nascondere l’interventismo di Washington in Ucraina. Nonostante una conversazione telefonica trapelata dell’Ambasciatrice Victoria Nuland , è riuscita a convincere gli europei che l’opposizione a Kiev voleva unirsi a loro e che lottava per la democrazia. Eppure, più della metà dei ribelli di piazza Maidan sono membri del partito nazista e innalzano immagini di ritratti del collaborazionista Stepan Bandera.
. Infine Ricardo Zuñiga figlio del Presidente omonimo del Partito Nazionale dell’Honduras che ha organizzato il golpe del 1963 e il 1972 a favore del generale López Arellano. Dirigeva la stazione della CIA all’Avana, dove reclutava e finanziava agenti per creare l’opposizione a Fidel Castro. Ha mobilitato la sinistra estrema trotskista venezuelana per rovesciare il presidente Nicolás Maduro, accusato di essere uno stalinista.
Tutte le operazioni sono mediatizzate agli ordini di Dan Rhodes. Questo specialista della propaganda ha già scritto la versione ufficiale dell’11 settembre 2001, redigendo il rapporto della Commissione presidenziale d’inchiesta. È riuscito a far sparire tutte le tracce del colpo di stato militare (il potere fu tolto dalle mani di George W. Bush intorno alle ore 10 del mattino e gli fu restituito solo alla sera; tutti i membri del suo gabinetto e quelli del Congresso furono collocati nei bunker di sicurezza “per garantire la loro sicurezza”) in modo da farci ricordare solo gli attentati.
In tutti e tre i casi, la narrazione USA si poggia sugli stessi principi: accusare i governi di uccidere i propri cittadini, qualificare gli oppositori come “democratici”, adottare delle misure contro gli “assassini” e in definitiva operare dei colpi di Stato.
Ogni volta, il movimento inizia con una manifestazione durante la quale gli oppositori pacifici vengono uccisi, e dove entrambe le parti si accusano di violenza. In realtà delle forze speciali Usa o Nato collocate sui tetti, sparano sia sulla folla sia sulla polizia. Questo è stato il caso di Daraa (Siria) nel 2011, Kiev (Ucraina) e a Caracas (Venezuela) questa settimana. Per loro sfortuna, le autopsie praticate in Venezuela mostrano che due vittime, un oppositore e un filo-governativo, sono state uccise dalla stessa arma.
Qualificare gli oppositori come democratici è un semplice esercizio di retorica. In Siria, ci sono i takfiristi supportati dalla peggiore dittatura del mondo, l’Arabia Saudita, in Ucraina qualche sincero pro-europeista è circondato da molti nazisti; in Venezuela giovani trotskisti di buona famiglia sono circondati da milizie padronali. Ovunque il falso oppositore USA, John McCain, viene a portare il suo sostegno ai veri e falsi oppositori locali.
Il sostegno agli oppositori spetta al National Endowment for Democracy (NED). Questa agenzia del governo statunitense si presenta mendacemente come un ONG finanziata dal Congresso. Ma fu creata dal presidente Ronald Reagan, in associazione col Canada, il Regno Unito e l’Australia. È diretta dal neoconservatore Carl Gershman e dalla figlia del generale Alexander Haig (ex comandante della NATO, poi segretario di stato) Barbara Haig. È il NED, (in realtà il Dipartimento di Stato) che si serve del senatore di “opposizione” John McCain.
A questo dispositivo, occorre aggiungere l’Albert Einstein Institute, una “ONG”, finanziata dalla NATO. Creata da Gene Sharp, per di più ha formato degli agitatori professionisti presso due basi, Serbia (Canvas) e Qatar (Academy of change).
In tutti i casi, Susan Rice e Samantha Power fanno la faccia scandalizzata prima di comminare sanzioni – ben presto replicate dall’Unione Europea – mentre in realtà sono le mandanti delle violenze.
I colpi di stato devono però ancora riuscire. E non l’hanno spuntata ancora.
Washington cerca così di mostrare al mondo di essere ancora il padrone. Per essere più sicuro di sé, ha lanciato le operazioni in Ucraina e in Venezuela durante i Giochi Olimpici di Soci. Era cosa certa che la Russia non si sarebbe mossa per paura di vedere la sua festa perturbata da attentati islamisti. Ma Soci si è conclusa questo fine settimana. Ormai la mossa tocca a Mosca.

Thierry Meyssan
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=98184&typeb=0&Gli-USA-possono-rovesciare-3-governi-alla-volta
23.02.2024 

Alto Adige (o più correttamente Süd Tirol), paese assediato da orsi. Il sindaco: “Minaccia da eliminare”

eliminiamo il sindaco. Sperando di non essere tacciato di specista

lunedì, 24, febbraio, 2014
Termeno, paese dell’Alto Adige in provincia di Bolzano, è diviso più che mai sulla questione orsi. Nei suoi boschi vivono molti plantigradi e il sindaco, Werner Dissertori, è pronto a dar loro la caccia. Anche letteralmente. “Sono diventati una minaccia. Vanno deportati altrimenti spariamo“, assicura il primo cittadino che ha già avviato una raccolta di firme “anti-orso”. Molti però li difendono: “Non attaccano l’uomo, sono una risorsa per il territorio”.
“Si avvicinano troppo alle case e un esemplare è stato visto attaccare e uccidere delle pecore”, racconta il sindaco. “Sono stati devastati alveari – aggiunge a La Repubblica – ma soprattutto c’è la paura di incontrare questi animali all’improvviso e di essere aggrediti”. Tanti cittadini sono al suo fianco, ma altri stanno dalla parte degli animali: “Una foresta senza orsi non è una vera foresta”.

SOLDATI ISRAELIANI SCATTANO FOTO MENTRE ABUSANO DI UN BAMBINO PALESTINESE FERITO

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=FzOVD4vDGAU

Le forze israeliane di stanza nella parte orientale occupata di Gerusalemme al-Eizariya appaiono in un video in posa mentre sottomettono un bambino palestinese ferito.
Questo video inquietante registrato da Rami Alarya e pubblicato dalla Independent Media Center (IMC) è accompagnato da questa descrizione e analisi, secondo il sito The Electronic Intifada:
“I soldati hanno aggredito il ragazzo durante gli scontri nella città [al-Eizariya], a est di Gerusalemme Est occupata”. “Uno dei soldati ha cercato di allontanare i cameraman, Alarya, e il suo collega, Amin Alawya, spingendoli lontano dalla scena, mentre gridava loro:” Basta, basta. Fuggite!. Cosa vuoi? “. “Fonti mediche hanno detto che i soldati hanno sparato al 13enne Yassin al-Karaki con un proiettile di metallo rivestito in gomma colpendolo alla gamba. Dopo la sua caduta, i soldati hanno cominciato ad aggredirlo e abusare di lui. ” “I soldati si sono scattati foto con il bambino ferito, un soldato ha raccolto una molotov da terra, mentre il bambino urlava in ebraico “non è mio, non è mio”, e un soldato ha risposto, “è tuo , va bene, è tuo”. “Uno dei soldati teneva il bambino con una morsa deridendolo mentre imitava mosse di lotta, mentre altri soldati hanno scattato fotografie, ma il ragazzo riusciva a malapena a respirare.”

http://vocidallastrada.blogspot.it/2014/02/soldati-israeliani-scattano-foto-mentre.html

Necrofilia e sadismo. Ecco chi ha vinto in Ucraina.

zoo janukovic  Aquile della voliera di Yanukovic crocefisse dai “rivoluzionari democratici ed europeisti”.

I modi e gli strumenti con cui i necrofori dell’imperialismo si avventano alla demolizione di Stati, al saccheggio di paesi e all’impoverimento dei popoli, sono di una disarmante ripetitività che li smaschererebbe a tutti, non fosse per un’etero- e auto-indotta narcosi, impartita dalle Patrie della democrazia e dei diritti umani. Per il momento.

L’Ucraina è andata grazia alla forza d’urto di 50mila illusi e ingordi di prebende europee. Guidati dalle Forze Speciali Nato e condotti all’assalto dagli stessi subumani che sono stati rastrellati e messi in campo in Libia, Siria, Egitto. Solo che lì la materia grezza erano i decerebrati jihadisti, in Ucraina (come in Venezuela) lo stesso ruolo mercenario è affidato alla feccia nazista. I pifferai di Bruxelles e Washington sempre ratti raccattano. Per rendersene conto basta la fotografia scattata nella “fastosa residenza” di Yanukovic dopo l’irruzione delle milizie di “Praviy Sektor” (Settore Destro), quello caro a John Kerry. Vedremo come se la caveranno con la collega in devastazioni e predazioni,Timoshenko.

Hanno fatto a pezzi tutti gli animali che si trovavano in un piccolo serraglio nel giardino della “lussuosa” magione. Le aquile le hanno crocefisse. Sono le avanguardie della rivoluzione. E se Yanukovic avesse pure meritato il suo destino, cosa cazzo c’entrano gli animali? I cronisti occidentali questa e le altre atrocità di questi gangster non le hanno raccontate. L’indignazione l’hanno riservata all’”incredibile pompa e opulenza” della casa dell’ex-presidente. Anche qui l’eterno stereotipo per la “damnatio memoriae” di tutti i leader abbattuti e da sputtanare perché non risorgano grazie alla chiaroveggenza delle masse. Così con Saddam, Ceausescu, Gheddafi. Tutte balle. Erano sempre, anche nel caso di Kiev, residenze di Stato. Non proprio catapecchie, ma quasi, al confronto con le “case” dei capi dei regimi occidentali, dalla Casa Bianca a Buckingham Palace e, soprattutto, al Quirinale dove, a un costo triplo rispetto ai compari di Londra e Washington, un nemico di tutti i magistrati antimafia prepara i suoi colpetti di Stato.

Detto questo, c’è soltanto da piangere su come, ancora una volta, è andata a finire. Per il momento. Una tragedia per l’Ucraina destinata a essere sbranata dai nuovi padroni, UE e Usa, in lotta tra loro per il bottino. Una tragedia per la Russia, baluardo di pace, dei diritti dei popoli, della resistenza al planeticidio. Una tragedia per il mondo.

Aggiungo alcuni contributi che mi pare sia utile diffondere.

********************************************************************************************************

Questa è una lettera che mi consola delle contumelie arrivatemi dopo il post sull’esodo dei giuliani.

Gentile Signor Grimaldi,
Le scrivo per ringraziarLa del bell’articolo sul giorno del ricordo,sono figlia d’istriana esule della provincia di Pola,sò bene cosa hanno fatto i fascisti in Istia prima e i titini poi.Per me è sempre stato difficile scambiare opinioni con la famiglia,la mia era una famiglia di contadini-proprietari della terra che lavoravano,non si sono mai occupati di politica,mi ricordo il racconto di mamma :era obbligata da mio nonno a recarsi a Parenzo,in una piazza x,dove altoparlanti diffondevano i discorsi di Mussolini,uno per famiglia doveva essere presente altrimenti sarebbero stati guai,veniva una persona del partito a controllare la cosa,passava in rassegna le famiglie del paese e poi faceva rapporto,a nonno non importava nulla,preferiva la sua campagna e i suoi lavori,ma da prudente mandava uno dei figli a Parenzo.
Quando ho chiesto a mamma cosa si ricordasse di quei discorsi “ma niente,el tzigava e basta”.,praticamente urlava e basta.La mia famiglia si ricorda una parte di storia,non per malafede,ma per ignoranza e non cultura.

Alla fine della sua vita,mia madre lesse il libro di Petacco L’esodo,lì per la prima volta vide davanti agli occhi le nefandezze dei fascisti in Istria,mi guardò con gli occhi pieni di lacrime e mi disse “povera gente”si riferiva ai croati,ai serbi,uccisi nelle foibe…
per anni si è fatto un grande torto a queste persone cavalcando solo quello che era successo agli italiani,prima avevano subito loro la stessa sorte!
i morti son morti,purtroppo spesso muore la povera gente,i colpevoli di queste nefandezze se la cavano sempre.

Grazie,buone cose
Mary Nicoletti Labinaz

************************************************************************************************

Scuola media di un paese della bassa Valle di Susa.
Una mattina come tante: campanella, tutti in classe, e mentre si chiacchera arriva il prof. “Oggi niente lezione, si va in palestra ad ascoltare l’arma dei carabinieri”
E così ci si “intruppa” e si prende posto.
Il carabiniere relatore spiega nei dettagli quanto bene fanno alla popolazione, spiega cos’è il bullismo e come loro possono intervenire in simili casi, che la loro missione è quella di aiutare i più deboli e fermare i cattivi, infine un bel video dove si vedono volanti sgommare, cattivoni arrestati e bambini salvati.
Tutto sembra finito nei migliori dei modi…ma c’è un ma. Perchè i bambini possono fare delle domande e la prima domanda la fa una piccola bambina che frequenta la prima media (11 anni!) che molto candidamente dice “Voi dite che fate tanto bene, ma in questa Valle io so che picchiate e manganellate i no tav, a me non sembra che facciate tutto sto bene”
Al che il carabiniere si dimostra per quello che è, e al posto di chiudere la questione con una battuta inizia un lungo panegirico contro i no tav: sono “disobbidienti” (usa propio questo termine) “non ascoltano come quando un bambino non ascolta la mamma” e in un crescendo wagneriano inizia a raccontare che si camuffano, tirano pietre e bombe, attaccano le reti e che fanno cose illegali e quest’ultima parola la ripete più volte.
La bambina ascolta, poi finito il panegirico, si ritrova ancora il micorfono in mano e allora ribatte “ma a me sembra che i primi ad essere illegali siete voi. Sparate dei gas lacrimogeni che sono vietati da tutto il mondo, proprio voi che dovreste essere legali” A quel punto succede quello che non ti aspetti.
Succede che tutti i bambini si mettono ad applaudire e osanarre la piccola bambina di prima e che il carabiniere non riesce più a parlare.
Lei in tutto quel clamore scoppia a piangere per l’emozione, mentre i tutti i bambini li sono adosso: chi  fa i complimenti, chi l’abbraccia, chi gli dice che è una piccola eroina.
Nelle ore dopo non si parla di altro. Della “primina” che ha azzitito il carabiniere
Vi assicuro che è’ tutto vero! raccontato dai diretti interessati.

stiamo sereni perchè hanno già perso

saluti no tav
maurizio

*************************************************************************************************

(da http://www.notavtorino.org/)  Ingiustificabile accanimento carcerario

4 giovani No Tav sono in carcere dal 9/12/2013 con accuse di terrorismo per aver nuociuto all’immagine internazionale dell’Italia e per aver “offeso” la UE (nel caso era andato a fuoco un compressore!). Saranno processati con rito immediato il 14 Maggio; intanto vengonotrattati peggio degli assassini: massima sorveglianza, isolamento, sospensione dei colloqui familiari.

(in fondo all’appello dei famigliari, gli indirizzi per scrivere loro in carcere)

(da http://www.notav.info/)

Appello dai familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

In queste settimane avete sentito parlare di loro. Sono le persone arrestate il 9 dicembre con l’accusa, tutta da dimostrare, di aver assaltato il cantiere Tav di Chiomonte. In quell’assalto è stato danneggiato un compressore, non c’è stato un solo ferito. Ma l’accusa è di terrorismo perché “in quel contesto” e con le loro azioni presunte “avrebbero potuto” creare panico nella popolazione e un grave danno al Paese. Quale? Un danno d’immagine. Ripetiamo: d’immagine. L’accusa si basa sulla potenzialità di quei comportamenti, ma non esistendo nel nostro ordinamento il reato di terrorismo colposo, l’imputazione è quella di terrorismo vero e volontario. Quello, per intenderci, a cui la memoria di tutti corre spontanea: le stragi degli anni 70 e 80, le bombe sui treni e nelle piazze e, di recente, in aeroporti, metropolitane, grattacieli. Il terrorismo contro persone ignare e inconsapevoli, che uccideva, che, appunto, terrorizzava l’intera popolazione. Al contrario i nostri figli, fratelli, sorelle hanno sempre avuto rispetto della vita degli altri. Sono persone generose, hanno idee, vogliono un mondo migliore e lottano per averlo. Si sono battuti contro ogni forma di razzismo, denunciando gli orrori nei Cie, per cui oggi ci si indigna, prima ancora che li scoprissero organi di stampa e opinione pubblica. Hanno creato spazi e momenti di confronto. Hanno scelto di difendere la vita di un territorio, non di terrorizzarne la popolazione. Tutti i valsusini ve lo diranno, come stanno continuando a fare attraverso i loro siti. E’ forse questa la popolazione che sarebbe terrorizzata? E può un compressore incendiato creare un grave danno al Paese?

Le persone arrestate stanno pagando lo scotto di un Paese in crisi di credibilità. Ed ecco allora che diventano all’improvviso terroristi per danno d’immagine con le stesse pene, pesantissime, di chi ha ucciso, di chi voleva uccidere. E’ un passaggio inaccettabile in una democrazia. Se vincesse questa tesi, da domani, chiunque contesterà una scelta fatta dall’alto potrebbe essere accusato delle stesse cose perché, in teoria, potrebbe mettere in cattiva luce il Paese, potrebbe essere accusato di provocare, potenzialmente, un danno d’immagine. E’ la libertà di tutti che è in pericolo. E non è una libertà da dare per scontata.

Per il reato di terrorismo non sono previsti gli arresti domiciliari ma la detenzione in regime di alta sicurezza che comporta l’isolamento, due ore d’aria al giorno, quattro ore di colloqui al mese. Le lettere tutte controllate, inviate alla procura, protocollate, arrivano a loro e a noi con estrema lentezza, oppure non arrivano affatto. Ora sono stati trasferiti in un altro carcere di Alta Sorveglianza, lontano dalla loro città di origine. Una distanza che li separa ancora di più dagli affetti delle loro famiglie e dei loro cari, con ulteriori incomprensibili vessazioni come la sospensione dei colloqui, il divieto di incontro e in alcuni casi l’isolamento totale. Tutto questo prima ancora di un processo, perché sono “pericolosi” grazie a un’interpretazione giudiziaria che non trova riscontro nei fatti.

Questa lettera si rivolge:

Ai giornali, alle Tv, ai mass media, perché recuperino il loro compito di informare, perché valutino tutti gli aspetti, perché trovino il coraggio di indignarsi di fronte al paradosso di una persona che rischia una condanna durissima non per aver trucidato qualcuno ma perché, secondo l’accusa, avrebbe danneggiato una macchina o sarebbe stato presente quando è stato fatto..

Agli intellettuali, perché facciano sentire la loro voce. Perché agiscano prima che il nostro Paese diventi un posto invivibile in cui chi si oppone, chi pensa che una grande opera debba servire ai cittadini e non a racimolare qualche spicciolo dall’Ue, sia considerato una ricchezza e non un terrorista.

Alla società intera e in particolare alle famiglie come le nostre che stanno crescendo con grande preoccupazione e fatica i propri figli in questo Paese, insegnando loro a non voltare lo sguardo, a restare vicini a chi è nel giusto e ha bisogno di noi.

Grazie

I familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

Indirizzi in carcere dei 4 giovani No Tav (11 Febbraio 2014)

Claudio Alberto

Casa Cincondariale

Via Arginone, 327
44122 Ferrara

Chiara Zenobi

Casa Circondariale Rebibbia

via Bartolo Longo, 92
00156 Roma

Mattia Zanotti Niccolò Blasi

Casa di Reclusione

Via Casale San Michele, 50
15100 Alessandria

Scriviamo loro presto e con assiduità!

Ricordiamo, se si vuole ricevere risposta, di scrivere il mittente