La Caduta di Kiev – 300 Morti e un Presidente di Fango

anche gli ucraini devono morire per Maachstricht
 
Domenica, Febbraio 23rd/ 2014
 
– VincenzoMannello e Redazione QE –
La cricca europeista costringe alla resa Yanukovich
Il pifferaio magico del liberal-socialismo corrompe anche l’Ucraina. Ritornano i fantasmi della  Rivoluzione Arancione: la resurrezione della Tymoshenko
Stime ufficiali contano 70-100 vittime, ma testimoni ucraini parlano di 300 morti in fosse comuni e oltre mille feriti
 
di Vincenzo Mannello e Redazione QE
I Morti di Kiev, oltre i dati ufficiali
 
Kiev, Roma – di Vincenzxo Mannello e Redazione “Qui Europa” – Nei giorni scorsi in Europa è accaduto qualcosa di incredibile, disarmante e fortemente mistificato dalla solita vergognosa propaganda mediatica occidentale: secondo trestimonianze raccolte dalla redazione di “Qui Europa” presso cittadini italo-ucraini (per lo più badanti che per ragioni lavorative abitano in Italia e sono in continuo contatto telefonico con i propri familiari) i morti di Kiev non sarebbero stati cento, ma nelle ultime ore prima della “caduta” del governo (cioè del colpo di stato) sarebbero stati trecento e più, con oltre mille feriti più o meno gravi. Secondo tali testimoni – notizia completamente occultata dai media italiani – i manifestanti pro Unione Europea avrebbero costretto, in diversi “teatri di battaglia”, gruppi non disposti ad uniformarsi alla “rivoluzione”, ad entrare sotto minaccia in “fosse” e dopodicché sarebbe stato aperto il fuoco contro costoro. Contro, cioè, i figli della nazione e gli oppositori di una “rivoluzione europeista” indotta e costruita ad arte. Realtà gravissima che la dice lunga sulla misura morale raggiunta all’interno – ed anche oltre i naturali confini – dell’inferno a cielo aperto chiamato oggi “Europa unita”.
Dopo la presa
Presa Kiev, dunque, Obama esulta, Putin piange, Yanukovich trema, Tymoshenko risorge, l’UEismo (liberal-socialismo) si allarga. Questa la sintesi, pure leggermente forzata, dellaconquista di Kiev da parte dei rivoltosi Ueisti in appena 24 ore di violenti combattimenti. Con il fin troppo repentino sgretolamento di un governo, o regime che dir si voglia, regolarmente eletto appena due anni fa. E con un presidente (p minuscola) precipitosamente in fuga per non essere ammazzato in nome della “democrazia”. Obama frattanto se la ride, esulta mediaticamente:sottrarre l’Ucraina all’influenza russa non è cosa da poco.
 
Il pifferaio magico del “liberal-socialismo”
 
E questo servendosi del piffero magico dell’UEismo (nonché di euro, dollari ed addestramento militare) che in un modo o nell’altro ha attratto parte della popolazione ucraina, riportando la Nazione – volente o nolente – sotto il tallone occidentale. Piú elegante di altri zoccoli che opprimono popoli e continenti, ma sicuramente non meno efficace nel portare alla fame milioni di persone,  arricchendone – come noto – poche migliaia di altre.
 
 La resurrezione della Tymoshenko
 
La Tymoshenko (prossimo Presidente? Chissà!) risorta miracolosamente, già ieri arringava le truppe UEiste invitandole a conquistare pure i territori russofoni (in pratica – aggiungiamo – una sorta di “marcia rossa” al contrario). E questo, magari, con l’ulteriore aiuto dell’Occidente. In tal modo ci si potrebbe spingere oltre i confini dell’Ucraina, infettando con lusinghe e parolone popoli in sofferenza, o presunta tale: operazione non difficile, specie se corroborata da provvidenziali piogge di euro, dollari ed “assistenza umanitaria”.
 
 L’esempio siriano e la reazione del Cremlino
 
Intanto Vladimir Putin piange la perdita (temporanea?) dell’enclave ucraina. Da notare, in merito, come una storia per certi versi analoga nei sintomi e negli effetti collaterali, ma diversa nell’impostazione, si stia scrivendo nella Siria di Assad, dove il Presidente – uomo da attributi pesanti – finora, malgrado 140mila morti ammazzati, ha potuto stoppare (o quantomeno limitare) coraggiosamente gli occidentali ed il loro spietato colonialismo. Yanukovich, al contrario, rivelatosi un presidente di fango, ha finito per creare una preoccupante e gravissima voragine di potere, contribuendo all’allargamento del cancro UEista, cui metastasi sono riapparse a Kiev, dopo l’ingannevole “Rivoluzione Arancione“, cui fantasmi sono tornati a minacciare il cielo della capitale. La consapevolezza che non ci siano medicine “ufficiali” per curare questo cancro ci sembra sempre piú evidente. Ora il mondo aspetta la reazione del Cremlino.
 
Vincenzo Mannello e Redazione QE
La Caduta di Kiev – 300 Morti e un Presidente di Fangoultima modifica: 2014-02-23T23:36:46+01:00da davi-luciano
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