THE AMERICAN JOB: QUELLO CHE IL GIORNALISTA ALAN FRIEDMAN NON HA VOLUTO DIRE SUL “GOLPE” DEL 2011.

 
Posted on 11 febbraio 2014
 
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Quando gli americani vengono a salvarci io sento sempre puzza di bruciato, la storia è piena di testimonianze di interessi made in Usa spacciati per aiuti filantropici al nostro paese. Non entro nei dettagli ma a buon intenditor poche parole.
 
Ultimo il caso del giornalista Alan Friedman che sembra essere venuto a smascherare il complotto ai danni del popolo italiano che di fatto dal 2011 ha favorito un governo non legittimato dal consenso popolare che a sua volta ha svenduto l’Italia all’Europa e ai suoi potentati finanziari. Se così fosse allora perché non ha voluto dire tutta la verità ?               Perchè mettere fertilizzante sulle foglie se si sa bene che è la radice ad essere marcia ?   Perchè fare credere a tutti che l’incontro tra Napolitano e Monti nel Giugno 2011 seguito poi dall’incontro tra Monti e Prodi e tra Monti e Carlo De Benedetti nell’agosto dello stesso anno siano davvero la prova del complotto ai danni del governo in carica e quindi di tutti gli italiani.
 
Perchè non proviamo ad analizzare insieme cosa è davvero accaduto in quei mesi che ha coinvolto su cose ben più gravi i protagonisti di quella vicenda. Cosa c’hanno tenuto nascosto per coprire scenari ben più ampi.                                                             Cominciamo col dire che il punto cruciale sul quale andava focalizzata l’attenzione non risiede nella constatazione che Napolitano a Giugno 2011 (quando Berlusconi aveva la maggioranza e lo spread era di parecchio sotto il livello di guardia) avesse già in mente di sostituire Berlusconi con Monti, perchè è evidente che quella non fu una sua personale volontà bensì un diktat arrivato dalle lobby finanziarie di cui proprio Monti ha in passato occupato i vertici (membro Direttivo Bilderberg, Presidente europeo Commissione Trilaterale, Presidente lobby belga Brugel).
 
Quello che è grave, è capire come hanno costretto un governo democraticamente eletto a dare le dimissioni e soprattutto quanto questo giochino di tenere per alcuni mesi lo spread ai massimi storici per causare la caduta del Primo Ministro in carica e favorire la nascita dell’esecutivo tecnico, sia costata in termini di miliardi di euro agli italiani se si pensa che lo spread passò dai 214 punti del 24 giugno 2011 fino ad arrivare agli oltre 500 punti nella fatidica seconda settimana di quel travagliato Novembre, portando gli interessi del titolo di Stato decennale anch’esso a quote record ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-09/spread-btpbund-oltre-punti-063829.shtml?uuid=AajR9xJE ) con delle modalità che rendono assolutamente necessario aprire un dibattito su quanto tutto questo abbia palesemente imbavagliato e legato al palo il processo democratico nel nostro paese e rendendo necessaria quindi una immediata rivalutazione dei trattati e degli accordi siglati in quel periodo che hanno fortemente penalizzato la nostra sovranità nazionale ed escluso i cittadini dal processo di ratifica degli stessi.                                                                           Friedman parla dell’incontro avvenuto a Saint Moritz tra Mario Monti e Carlo De Benedetti nell’agosto del 2011 quando il professore della Bocconi in tempi non sospetti sarebbe andato ad informare l’editore/finanziere del suo probabile futuro incarico di governo. Non entriamo nel merito della assoluta gravità di una scelta del genere nell’atto di comunicare notizie così sensibili che arrivano dai massimi vertici dello Stato ad una persona che svolge attività sui mercati finanziari. Informazioni su eventi che avrebbero avuto ripercussioni immediate e prevedibili su quei mercati stessi. Lasciamo che su questo sia la magistratura a valutare se c’è ipotesi di reato o meno. Occupiamoci invece solo della cronaca giornalistica degli eventi ignorati dallo stesso Friedman.
 
Cosa è successo due mesi prima di quell’incontro proprio a Saint Moritz e sempre con Monti come protagonista ?
 
C’è stata la riunione Bilderberg 2011 dal 3 al 6 giugno. Una riunione nella quale, come gli eventi dimostreranno, è stata pianificata la parallela caduta dei governi eletti in Italia e Grecia adottando le medesime modalità, nello stesso preciso momento con lo scopo di favorire l’instaurazione di due governi tecnici guidati da uomini provenienti dalle medesime elite finanziarie. (http://www.bilderbergmeetings.org/participants_2011.html).                  Una decisone che verrà poi comunicata ed imposta ai diretti interessati durante la riunione del G20 che si svolse il 3-4 Novembre 2011 ossia una settimana prima che i due rispettivi Presidenti del Consiglio di Italia e Grecia dessero le dimissioni mai annunciate prima. ( http://www.ilgiornale.it/news/interni/zapatero-rivela-cav-obiettivo-attacco-dei-leader-europei-971552.html ).
 
Come lo convinsero a dimettersi ? basta guardare il crollo che il titolo mediaset ebbe proprio in quei giorni: ( http://www.corriere.it/economia/11_novembre_09/btp-borsa-mercati_be547e7c-0aaa-11e1-8371-eb51678ca784.shtml )
 
Chi c’era con Monti a quella riunione ?
 
Tra gli oltre 100 uomini più potenti del mondo che si sono incontrati in quell’occasione (a Friedman sconvolge di più l’incontro tra Monti e De Benedetti) erano seduti al suo fianco anche i presidenti delle due banche d’affari che qualche mese dopo causeranno la speculazione sui mercati italiani e la conseguente impennata dello spread che porterà Monti al governo.
 
C’era, infatti il Ceo di Goldman Sachs e di Deutsche Bank.
 
Deutsche Bank ha inspiegabilmente venduto nei primi sei mesi del 2011 l’88% dei titoli italiani in portafoglio ( http://www.corriere.it/economia/11_agosto_02/consob-richiesta-deutsche_e26124ba-bd06-11e0-b530-d2ad6f731cf9.shtml )
 
Goldman Sachs, invece, già responsabile per aver indotto la crisi sui mercati americani e per questo incriminata (http://www.repubblica.it/economia/2010/04/17/news/rampini_goldman-3407899/ ) ha effettuato a sua volta una massiccia vendita di titoli italiani ed una serie di speculazioni sui nostri mercati (http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201111100904011010&chkAgenzie=PMFNW&sez=news&testo=&titolo=CRISI:%20Goldman%20Sachs%20ha%20innescato%20vendite%20Btp%20%28MF%29) ma la cosa più assurda sta nel fatto che con le conseguenze delle sue stesse speculazioni la Goldman Sachs e le lobby finanziarie ad essa collegate sono riuscite a piazzare i loro 4 uomini (tutti ufficialmente uomini Goldman Sachs) in posti chiave.
 
Basta guardare le date e l’incredibile tempistica.
 
1 Novembre: Mario Draghi (Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg) viene scelto come Presidente della Banca Centrale Europea
 
11 Novembre: Lucas Papademos (Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg) viene imposto in Grecia come Presidente del Consiglio tecnico. Era Governatore della Banca di Grecia nel 2001 quando vennero truccati i conti della Grecia con l’aiuto della Goldman Sachs per permetterle l’entrata nell’euro. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/26/prestiti-goldman-sachs-dietro-conti-truccati-della-grecia/199893/). Papademos è stato poi scelto in questi mesi nella Commissione per la scandalosa ricapitalizzazione della Banca D’italia forse proprio per la sua specializzazione in questo tipo di operazioni/truffa ma lasciamo stare questo inquietante dettaglio.
 
16 Novembre: Mario Monti (Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg) viene scelto da Napolitano come Presidente del Consiglio tecnico in Italia.
 
La Goldman Sachs aveva pubblicamente espresso il suo diktat in quelle settimane con un report che risulta una vera e propria minaccia ai politici italiani per fare in modo che seguissero alla lettera le sue istruzioni: “In caso di un esecutivo di centro-destra sostenuto da una coalizione più ampia, lo spread si attesterebbe 400-450, quindi sempre a livelli pericolosi. Le elezioni anticipate sarebbero invece “lo scenario peggiore per i mercati” e in questo caso Goldman non fa previsioni sullo spread, ma e’ evidente che salirebbe alle stelle.”                                                                                                                  In pratica la soluzione che proponeva era chiara: Nessun governo politico, nessuna elezione democratica ma governo tecnico imposto dalla finanza internazionale.
 
Il piano originale prevedeva anche Romano Prodi (Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg) alla Presidenza della Repubblica e questo spiega perchè Monti – come rivelato da Friedman – andò ad incontrare proprio Prodi in quei mesi nonostante l’ex Presidente del Consiglio non ricoprisse più incarichi politici.
 
Questo fu l’unico intoppo di quel piano ben congegnato infatti Romano Prodi fu “impallinato” dai suoi con il voto segreto ed il piano saltò.
 
Fu a quel punto che i potentati finanziari perdendo il loro punto di riferimento in un ruolo chiave come la presidenza della repubblica e non avendo il tempo per riorganizzarsi in quel senso, furono costretti a favorire la riconferma di Napolitano impedendo che un’altra figura da loro indipendente salisse al Quirinale.
 
A questo punto, dopo aver creato la crisi sui mercati, dopo aver causato l’impennata dello spread dopo aver costretto Berlusconi alle dimissioni e piazzato Monti al governo, non restava altro che dimostrare agli italiani che era arrivato il salvatore della patria in modo da tenerlo in carica il tempo necessario a firmare quei trattati che avrebbero vincolato per sempre l’Italia all’austerity nel silenzio generale ( ed ecco che viene firmato dal binomio Monti /Napolitano il Mes, il fiscal compact e modificata silenziosamente la costituzione per introdurvi la ghigliottina del pareggio di bilancio). Per fare questo la BCE di Mario Draghi ha attivato in data  22 dicembre 2011, quindi immediatamente dopo la salita al governo di Monti, la long term refinancing operation (LTRO) (http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/ltro.html ) dando il via ad una incredibile iniezione di liquidità pari a 1000 miliardi di euro alle banche che però non li distribuiranno nell’economia reale per salvare imprese e famiglie ma acquisteranno unicamente titoli di stato italiani in modo che la discesa repentina dello spread venisse in maniera ingannevole attribuita all’arrivo del professore della Bocconi al governo.
 
Perché la Bce non ha effettuato quell’iniezione di liquidità un mese prima per salvare un governo eletto democraticamente ? perché non è stata fatta per permettere agli italiani di tornare a votare ?
 
A tenere alta la tensione ci penseranno poi le agenzie di rating come la Moodys che arriveranno prima a declassare l’Italia ( http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-07-13/moddys-declassa-rating-titoli-074033.shtml?uuid=AbtZn66F ) e poi sempre nel caso di Moodys addirittura a prendere pubblicamente posizione sulle prossime elezioni italiane, appoggiando una rielezione di Mario Monti e provando a sbarrare la strada a un ritorno di Silvio Berlusconi.
 
 
E anche qui nulla è stato lasciato al caso, infatti, qualche imbarazzo susciterà in quelle settimane la notizie che proprio Mario Monti era stato un collaboratore della Moodys dal 2005 al 2009 come sarà costretto ad ammettere lui stesso:http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1031694/Monti-Moody-s.html.
 
Nella questione Friedman è stato fatto anche il nome di Corrado Passera che ricordiamo essere un membro ufficiale del Bilderberg e della Commissione Trilaterale ed a questo punto è giusto ricordare che anche il figlio del succitato Carlo de Benedetti , Rodolfo, ha partecipato più volte alle riunioni del Bilderberg.
 
Concludiamo ricordando a tutti che nel 2012 fu Enrico Letta l’unico politico italianochiamato a sostituire Monti alla riunione del Bilderberg 2012 in America ed in quel periodo i pochi che vennero a saperlo si interrogavano sul motivo di tale scelta da parte dell’alta finanza internazionale dato che Enrico Letta non era ne segretario del suo partito ne candidato alla presidenza del consiglio. Sta di fatto che pochi mesi dopo quella riunione sempre Giorgio Napolitano incaricò proprio Enrico Letta come Presidente del Consiglio al posto di Monti.                                                                                           Le jeux sont faites. Banco vince anzi banca vince.
 
Detto questo, siamo sicuri che il vero scandalo di quanto accaduto nel 2011 sia da ricercare nell’incontro tra Napolitano e Monti come Friedman vuole farci credere ? O qualcuno ha voluto semplicemente fare una “tirata d’orecchie” al nostro Presidente della Repubblica per le posizioni contro l’austerity espresse poche settimane fa davanti alla Commissione EuropeaPosizioni alle quali lui stesso ovviamente non crede dato che l’austerity è figlia delle sue scelte ma che evidentemente ha dovuto fare in un momento di anti-europeismo dilagante. Scelta che evidentemente ha urtato la suscettibilità degli orgogliosi e onnipotenti tecnocrati europei.                                                                     Siamo sicuri che non sia stato fatto tutto questo  semplicemente per farlo rientrare nei ranghi è fargli capire che è arrivato il momento che cominci ad allentare il suo sostegno al governo Letta dato che i poteri forti sono già pronti a scaricarlo in favore di Matteo Renzi ?
O Friedman è davvero un salvatore della nostra patria al quale sono solo sfuggiti dei “dettagli” che adesso si adopererà a rendere pubblici ?
 
Non vorrei però che nelle sue ricerche Friedman imbattendosi nel Club Bilderberg o nella Commissione Trilaterale – che per adesso si mantiene ben lontano dal nominare – scopra che forse è proprio durante quelle riunioni che è partito il diktat per Napolitano di mettere Monti al governo (che non sia stata una scelta di politica interna lo dimostra il fatto che come abbiamo visto è successa parallelamente la stessa identica cosa in Grecia ) ed è allora che il simpatico giornalista dall’accento americano potrebbe rimanere davvero deluso scoprendo che a quelle riunioni partecipa anche il suo editore e tanti dei suoi colleghi del corriere della sera oltre a tutti gli azionisti del patto di sindacato del gruppo editoriale RCS che ha editato il suo libro.
 
Ai posteri l’ardua sentenza.
 
Francesco Amodeo

IL RITORNO DEI SERVI

Postato il Giovedì, 06 febbraio
  
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DI GZ
cobraf.com
 
L’economia del servo, dello schiavo e del lavoratore precario
 
Nella puntata precedente si era segnalato l’articolo del miliardario/intellettuale (nel senso che ha mollato il business da anni e si limita a studiare e scrivere), Hugo Salinas Price in Messico, che riflette da tempo sul graduale RITORNO DEI SERVI in occidente, tramite la Globalizzazione.
 
Salinas Price dice in sostanza che milioni di lavoratori oggi in Occidente avrebbero, dal punto di vista puramente economico, convenienza a fare i servi, come è stato per migliaia di anni e come avviene in Messico ancora su larga scala, dove le famiglie come la sua appunto impiegano ad esempio venti persone in pianta stabile, a cui garantiscono un tetto, il cibo e un lavoro (assieme alle loro famiglie).
 
In America come in Inghilterra come in Italia o in Spagna oggi hai milioni di persone, specie giovani e uomini, che rimangono disoccupati per anni e hanno come alternativa emigrare o adattarsi a lavori precari, saltuari e pagati sui 4-5 euro l’ora netti, che possono perdere dall’oggi al domani e poi devono affittare una casa il cui costo riflette “il resto dell’economia” che è più ricca e non se lo possono permettere. Per cui o dividono l’appartamento o tornano o restano in famiglia e alla fine non possono fare figli o hanno difficoltà ad averne uno. Come si legge tutti i giorni, oggi si riducono i salari, si aboliscono i contratti di lavoro e i paesi come la Spagna o l’Inghilterra dove si spinge più in fretta in questa direzione vengono portati ad esempio da tutti gli esperti economici
 
Salinas Price dice che il problema della nostra epoca è innanzitutto l’incredibile quantità di bugie che coprono la cruda realtà (“Everything in our modern world is a lie“) e che se uno taglia attraverso la nebbia in cui siamo immersi, la realtà è che quando salteranno le barriere culturali e sociali che lo frenano (e si cambieranno le leggi), molti lavoratori disoccupati e senza una casa ereditata, si renderanno conto che, tutto sommato, FINANZIARIAMENTE E’ MEGLIO FARE I SERVI, come una volta, essere impiegati presso una casa, senza limiti di orario e a disposizione in qualche modo sette giorni su sette e magari anche dopocena, ma non dovendo pagare per una casa, avendo pranzo e cena, per se e i propri figli garantiti e un lavoro stabile pagato poco, ma non certo di meno che in un call center.
La prova che sia così è che le filippine spesso oggi in Italia guadagnano 1,200 o 1,400 euro al mese quando un giovane laureato italiano ne guadagna 600 (se trova lavoro) per cui i filippini fanno figli e i giovani italiani no. Salinas Price dice che prima o poi si rassegneranno a tornare a servire… anche se hanno una laurea andranno a pulire in casa ai dirigenti e funzionari pubblici, imprenditori (rimasti) e la bella gente che vive di rendita (ed è tanta) e si tornerà ai domestici che vivono in casa a e cui fornisci un tetto e la minestra calda.
 
Quest’anno un programma che va molto in America è la serie TV “Downton Abbey” in cui tutti i personaggi sono o “upstairs” (i signori) o “downstairs” (i servi che appunto salgono al piano superiore quando chiamati per servirli).
 
Ma in modo sottile, quasi tutti i film americani degli ultimi anni ti mostrano sempre dei protagonisti ricchi o molto benestanti serviti nelle loro belle case e con valletti e camerieri che si precipitano a parcheggiargli la macchina e a non farli aspettare ovunque vadano.
 
Fino agli anni ’70 c’erano anche in America film i cui protagonisti erano gente comune, lavoratori, impiegati, contadini o operai alle prese con difficoltà economiche (vedi “Rocky” di Stallone ad esempio), ma progressivamente sono spariti. Sono stati sostituiti da due categorie: gangster, drogati, puttane e killers da una parte o professionisti di successo, milionari, finanzieri e gente che ha evidentemente ereditato soldi e belle case dall’altra (vedi Woody Allen, che ha sempre mostrato solo gente che abita in case da 2 milioni minimo a Manhattan, fanno tutti mestieri interessanti e ben pagati e hanno tanti problemi eccetto mai anche solo mezza preoccupazione economica)
 
A fianco agli articoli di Salinas Price hai poi anche il lavoro di Frances Coppola, un banchiere inglese ritiratasi dopo aver fatto abbastanza soldi che passa il tempo a cantare l’opera e a scrivere di finanza ed è molto seguita, ha approfondito il tema. Qui ha fatto un confronto esplicito dall’altro punto di vista, quello finanziario, del rendimento e investimento del capitale, tra schiavitù e mercato del lavoro attuale (“The Financialisation of Labour“).
 
Se ci si pensa un attimo, spiega bene la Coppola, la schiavitù, che è stato il sistema con cui la maggior parte dell’economia al mondo ha funzionato per tre mila anni, è simile all’acquisizione di robot: hai un investimento iniziale rilevante e poi dei costi di mantenimento perchè non vuoi appunto sprecare il denaro investito e far rendere l’investimento in lavoro (automatizzato).
 
Come nota Coppola, nell’Inghilterra di oggi dove tutti i lavori ormai sono precari, flessibili, senza contratto, persino “zero ore” (il datore di lavoro non si impegna ad alcun orario, può chiederti 40 ore come zero in una data settimana) invece, il costo dell’ investimento nel lavoro che impieghi finanziariamente è minore rispetto al sistema della schiavitù.
 
Un lavoratore precario e senza contratto tipico degli USA e Inghilterra (“senza contratto” non è un modo di dire, sono stato assunto da una società di consulenza a Londra nel 1990, dopo qualche giorno chiesi del contratto e dissero che la lettera inviatami per dirmi di venire era tutto quello di firmato che avrei visto), nei settori meno qualificati ha costi più bassi, in certi casi e parlando teoricamente, di uno schiavo e richiede minori investimenti sia iniziali che di mantenimento.
 
Se leggi l’analisi della Coppola vedi che è LA DIFFERENZA IN MEGLIO O PEGGIO RISPETTO ALLA SCHIAVITU’ CLASSICA DAL PUNTO DI VISTA FINANZIARIO è CHE COSTA MENO, sia per il costo iniziale di acquisto e poi più che altro perchè allo schiavo, perlomeno in occidente, veniva permesso di avere una famiglia che andava mantenuta in termini di cibo, riscaldamento e abitazione.
[Nota Bene. Ci sono stati ovviamente tanti esempi molto diversi tra loro di schiavitù, nei paesi musulmani e arabi hanno importato milioni di schiavi in nordafrica e medio oriente dall’Africa di cui non è rimasta traccia perchè non li mantenevano e non li facevano riprodurre. Nel mondo romano e greco classico o nel sud degli Stati Uniti gli schiavi avevano tutti una famiglia e figli che venivano tutti mantenuti dal padrone e c’era, perlomeno per quelli domestici, un certo “equilibrio”. Paragonati ad un disoccupato del XIX secolo, uno degli anni ’30 descritto in modo terribile da Steinbeck ad esempio o uno attuale, perlomeno avevano una sicurezza per la propria famiglia di campare. Un famoso leader emancipato nero americano che visitò l’Irlanda intorno al 1870 quando la gente o moriva di fame o emigrava in America notò che come igiene, cibo e abitazione erano peggio questi “liberi” lavoratori irlandesi che non sfamavano i loro figli che non gli schiavi in Alabama.
Non a caso la popolazione dell’Irlanda crollò in quel periodo, mentre quella degli schiavi aumentò da circa 600mila iniziali importati dall’Africa a circa cinque milioni al tempo di Lincoln]
Il paragone sembra forzato, ma oggi ai giovani che non si sentono in grado di fare figli in Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda o Italia e in realtà anche in USA e Inghilterra, perchè non possono permettersi una loro casa e non sono sicuri di avere ancora l’anno prossimo il lavoro da 7 o 8 dollari o 5 euro l’ora di oggi. Ovvio che il tenore di vita generale grazie alla tecnologia è molto più alto che secoli fa e in teoria questi giovani sottocupati dei call center da 700 euro al mese potrebbero rinunciare a cellulari, auto e pizze con gli amici, andare solo in bici, rammendarsi gli abiti e mangiare solo polenta e baccalà per poter mettere al mondo un figlio a tutti i costi. Tutti sappiamo però che quello che conta è il contesto, il fattore di confronto relativo (umiliazione chiamamola pure) e la cultura e i mass media di oggi che martellano il consumo a tutti i costi.
L’aspetto però che sottolinea la Coppola è che dal punto di vista del padrone o datore di lavoro che dir si voglia, i lavoratori di oggi, RISPETTO AL CAPITALE IMPIEGATO, costano DI MENO, perchè appunto non deve preoccuparsi di: a) dargli una stanza, cucina e bagno con luce, acqua e gas, b) dar da mangiare a loro e alla loro famiglia e c) tenerli per degli anni e anni come si fa con i servi e con gli schiavi.
 
E’ vero che i servi possono essere licenziati e gli schiavi venduti, ma tipicamente se parliamo di servi domestici di cui parla Salinas Price c’è un rapporto che dura anni e per gli schiavi il problema è che vendendoli puoi avere una perdita rispetto all’investimento iniziale fatto nel comprarli da considerare.
Salinas Price ha diversi articoli in cui mostra che (se si tolgono le bende dagli occhi) il trend attuale causato dalla Globalizzazione in occidente è di TORNARE ALLA SERVITU’ COME ALTERNATIVA ECONOMICAMENTE CONVENIENTE, per una parte della popolazione.
 
Frances Coppola in parallelo analizza il fatto che il capitale è sempre più abbondante, totalmente mobile globalmente e accumula sempre più profitti perchè sfrutta appunto ora un pool di lavoro di miliardi di persone, che partono da condizioni di miseria simili agli schiavi antichi, per cui spostando le produzioni nel terzo mondo e Cina e facendo arrivare decine di milioni di immigrati in occidente si spinge la massa dei lavoratori non qualificati verso l’insicurezza e la miseria.
Il capitale che impiega questi lavoratori non ha più vincoli e si moltiplica tramite la leva finanziaria che a sua volta crea debito e schiaccia con gli interessi (e l’austerità dettata dal debito) le masse. E oggi può sempre ricattare i lavoratori appunto, dicendo che in Albania o Pakistan ci sono altri lavoratori che costano un quarto, in mezzo al plauso degli stramaledetti “esperti economici” e al consenso dei politici di sinistra e destra. I quali esperti e politici però rassicurano raccontando la balla che così tutta la popolazione del globo diventa ricca e dobbiamo essere contenti, ma ovviamente data la sovrappopolazione del mondo, che da cinque miliardi di persone 40 anni fa sta arrivando a 8 miliardi e continua a crescere, è una panzano colossale e la realtà è che ci saranno sempre alcuni miliardi di poveri. In Europa però si era quasi riusciti a eliminare il problema e ora invece grazie a questa mafia torna la miseria e l’asservimento di massa.
 
Questo meccanismo spinge il capitale a non investire nel lavoro, cioè nell’acquisire o sviluppare lavoratori più qualificati o abili o devoti perchè appunto ci sono o i robot o miliardi di indiani, cinesi e africani i cui costi più bassi tolgono l’incentivo a investire nel lavoratore che impieghi.
 
Salinas Price è un pessimista classico e non vede soluzione, parla del fatto che il mondo è governato oggi da un migliaio di persone al massimo che hanno in mano le leve finanziarie e guidano la globalizzazione. La Coppola è più tecnica e meno storica e si limita a dire che il meccanismo attuale riduce una forza lavoro apparentemente “libera” in condizioni di asservimento
 
Chi scrive invece, facendo leva sul lavoro ad esempio di Maurice Allais (un fisico e premio Nobel per l’Economia) o di Ralph Gomory (un matematico per anni responsabile della ricerca di IBM) ha una semplice soluzione : CHIUDI L’EUROPA, MANDA AFFANC.. LA GLOBALIZZAZIONE FINANZIARIA, DEL LAVORO E DELL MERCI, lascia perdere l’Africa e l’Asia e limitati a commerciare il minimo possibile con il resto del FOTTUTO RESTO DEL MONDO !!!
1) Limita e controlla i movimenti di capitale riportandoli alla situazione pre 1980,
2) chiudi l’immigrazione, come fanno del resto in tutta l’Asia, Medio Oriente e Israele (o anche in Messico, dove di immigrati non ne fanno entrare),
3) chiudi le frontiere alle merci come si faceva fino al 1973, quando esisteva la legge della “preferenza comunitaria” che limitava al 20% del totale le importazioni di merci da fuori Europa. E come del resto fanno con vari trucchi di fatto in Asia, limitando al minimo le importazioni dall’occidente
 
Assieme all’Ucraina e Russia, che hanno materie prime e terra agricola in abbondanza e commerciando un poco con l’America, l’Europa ha tutto quello che è necessario per campare bene limitando il commercio con il resto del mondo all’essenziale e sopratttto non accettando che le sue industrie si spostino in India o Cina e che milioni di immigrati entrino. Se non fai così l’alternativa per buona parte della popolazione europea è il progressivo ritorno alla servitù.
 
In Europa oggi, dato che per forza di cose non possono essere tutti medici, imprenditori, finanzieri, alti funzionari, dirigenti pubblici, magistrati, notai, immobiliaristi, erediterie o traders, ma in larga maggioranza semplici lavoratori, IL DESTINO E’ LA SERVITU’, COME QUELLA DI SECOLI FA (in un certo senso peggio perchè oggi l’effetto è quello di non fare più figli e quindi di scomparire proprio fisicamente come popolo)
 
Nella foto: il calcolo dell’enorme CAPITALE CHE OGGI SIEDE IN CIMA AD UN PRODOTTO NAZIONALE dieci volte minore, grazie appunto alla globalizzazione finanziaria che schiaccia il lavoro dipendente
 
 
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6.02.2014

IL TRIONFO DEI MILIARDARI

Postato il Mercoledì, 05 febbraio
DI GIOVANNI ZIBORDI
Cobraf.com
 
Questi sono i video in evidenza cioè le interviste e servizi considerate più importanti di oggi di Bloomberg, il principale servizio di informazioni finanziarie al mondo (che continua a espandersi e a inglobare altri media). Notare che oggi è il secondo giorno in cui i mercati cedono, quindi non è una giornata di routine, ma su 12 servizi o interviste 7 o 8 sono dedicate ai gusti, ai feeeling, alle opinioni, ai segreti del successo, alle idiosincrasie, alle debolezze, ai lussi, ai problemi dei miliardari:
 
 
Attenzione che Bloomberg non è Vanity Fair, non è una rivista patinata che solletica la fantasia mostrando le vite dei miliardari, è il top servizio professionale di informazioni finanziarie in America, ha l’ambizione di offrire quotidianamente la copertura del mondo economico e finanziario più completa, di riflettere quello che succede al mondo di importante in campo economico finanzniario, in termini di implicazioni per gli investimenti e di informazione completa, come il Financial Times
 
Oggi però in America il dominio dei ricchi e dei miliardiari veri e propri è talmente completo, totale e sfacciato (come diceva Warren Buffett parecchi anni fa : “è in corso una guerra di classe e la stanno vincendo i ricchi”) che non resta più altro di cui parlare che della vita, problemi, personalità, vicende, dello 0,1% della popolazione (anzi dei miliardari veri, la gente che possiede almeno un miliardo di dollari e che costituisce lo 0,001% della popolazione)
 
Questo di Bloomberg oggi è solo un esempio evidente di quello che è successo in America e (in misura quasi analoga nel mondo globale di oggi), la vittoria totale del Big Money, del “Real Money”, quello da un miliardo di dollari in su, della nuova classe dei “Masters of the Universe”, i miliardari globali, internazionali, che vivono tra Davos, Londra, New York, Los Angeles, S. Francisco, Dubai, Singapore (nonchè le loro ville di vacanze sparse nei caraibi, nel pacifico, in svizzera, in sardegna)
 
Questo trionfo della ricchezza globale spiega l’euforia dei mercati degli ultimi due anni, perchè le statistiche mostrano che la ricchezza finanziaria totale (valore di obbligazioni, azioni, immobili, arte, gioielli, ranch…) è salita, solo in America, di quasi 40 mila miliardi di dollari, grazie alla “leva” creata dalle Banche Centrale che hanno creato moneta dal niente per 9mila miliardi facendo lievitare gli assett finanziari.
 
Come negli anni ’20, che è l’ultima volta che si è vista una concentrazione della ricchezza così estrema in poche mani e una simile euforia speculativa, arrivi ad un punto in cui miliardari e i loro consulenti, avvocati, advisor, banchieri, massaggiatori, chef, giardinieri, piloti di aerei privati e servitori vari non sono sufficienti a spendere per sostenere l’economia. Perchè i miliardari usano la maggioranza dei loro miliardi per investirli in obbligazioni, azioni, immobili, arte, gioielli, ranch, quote di società, hedge funds ecc… e solo una frazione la investono direttamente in produzione di beni e servizi.
 
Una prova tra le tante è che le società dell’S&P 500 hanno oggi livelli record di CASH, e però allo stesso tempo livelli record di debito. Si indebitano a costi bassi, grazie alla FED, per poi ricomprare le loro azioni al ritmo di 700 miliardi all’anno ad esempio (che se ci pensi è il contrario della funzione della borsa). Questo è meraviglioso per chi ha grandi investimenti, lo è stato finora per chi aveva milioni da investire in giro per il mondo, ma passa sopra la testa agli altri miliardi di semplici esseri umani che invece, si devono alzare presto per lavorare e consumano quasi tutto il loro reddito.
Questa concentrazione della ricchezza, fondata sull’espansione continua del debito e della leva finanziaria applicata soprattutto agli immobili, raggiunge però, come nel 1929, ad un certo punto un tetto. IL DENARO NON PUO’ PRODURRE DENARO ALL’INFINITO, non puoi avere rendimenti finanziari da debito, immobili, azioni, commodities, arte del 10% medio l’anno per decenni, mentre i REDDITI REALI DEL 90% DELLA POPOLAZIONE SONO FERMI O DECLINANO.
 
Il gioco dell’arricchimento, in gran parte tramite manipolazione e leva finanziaria, funziona solo se apri sempre nuovi mercati e fai entrare sempre nuove masse di lavoratori e consumatori e hai sempre nuovi settori immobiliari da gonfiare.
 
Ma come si vede adesso il sistema si è messo a scricchiolare proprio in Cina, Turchia, Sudafrica, Indonesia, Thailandia, Brasile, sono queste le economie che hanno i dati peggiori e i cui mercati finanziari stanno già perdendo quota da mesi.
 
E si moltiplicano negli ultimi mesi i report sulla bolla immobiliare in Cina, Australia, Canada, Svezia, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna, Sudafrica, Dubai, Singapore, Hong Kong…
 
Giovanni Zibordi
 
 
27.01.2014

TAV, LE STRANEZZE DELLA CONVENZIONE TRA LTF E COMUNE PER IL VARCO DI ACCESSO ALLA MADDALENA. GUGLIELMO ACCUSA: “VIOLATE LE REGOLE”

BY  – PUBLISHED: 02/18/2014 – SECTION: INDISCRETO

Troppi dubbi sul nuovo svincolo di accesso autostradale alla galleria Ramats di Chiomonte, per accedere al cantiere Tav della Maddalena. É il consigliere comunale di opposizione Giorgio Guglielmo a porre la questione. E lo ha fatto ufficialmente, nell’ultimo consiglio comunale, partendo proprio da un articolo pubblicato su ValsusaOggi.

Quali sono le perplessità?

Secondo Guglielmo ci sarebbe una violazione di legge alla base di tutto: “La convenzione che prevede la costruzione di quell’accesso, stipulata tra Ltf e Comune, doveva essere approvata dal Consiglio Comunale, ai sensi della legge 267/2000 – dice – invece é stata approvata solo dalla Giunta. E si tratta anche una violazione politica, in quanto il sindaco ha disatteso ad una precisa volontà del Consiglio Comunale, che aveva chiesto di ridiscutere dell’argomento nella seduta del 26 aprile scorso”.

Altre accuse di Guglielmo: “Ci sono una serie infinita di violazioni – dice – la delibera non è stata regolarmente istruita, perché mancano le relazioni da parte degli uffici comunali e soprattutto manca il parere di regolarità da parte del responsabile dell’Ufficio Tecnico. Ho poi appurato che la convenzione tra Ltf e Comune è stata sottoscritta il 4 dicembre”.

Perplessità del consigliere di opposizione anche sul fatto stesso che sia stato il Comune ad approvare la convenzione: “A che titolo la società Ltf stipula una convenzione con il Comune sull’ingresso dall’autostrada su di un terreno privato? Dovrebbe essere la società concessionaria dell’autostrada, ossia la Sitaf, a stipulare questo tipo di convenzione…a meno che esista un accordo convenzionale, al momento sconosciuto, fra LTF e Sitaf che autorizzi LTF a gestire la questione. In tal caso sarebbe opportuno che il Comune ne ricevesse copia”.

La convenzione tra Comune ed Ltf per la Maddalena é stata approvata troppo in fretta, e con i tempi “strani” secondo la minoranza: ” La documentazione di LTF per la convezione è stata protocollata in Comune nello stesso giorno in cui la giunta l’ha deliberata – dice Guglielmo – in particolare, la bozza di Ltf è stata inviata in municipio alle ore 13,40 del 15 novembre, mentre la riunione della giunta per approvarla si è tenuta ben prima, di mattina, alle ore 11 dello stesso giorno. Come hanno fatto a leggere tutto? Il documento è stato acquisito formalmente agli atti del Comune due ore e mezzo dopo che la Giunta si è pronunciata! La delibera come poteva riportare al suo interno il numero di protocollo?”.

La delibera di giunta che approva la convenzione Ltf-Comune riporta poi solo il parere tecnico del segretario comunale, anziché del capo dell’ufficio tecnico, come normalmente dovrebbe accadere. La convenzione è stata firmata dal sindaco, ma anche su questo Guglielmo trova incongruenze: “Il sindaco non aveva la competenza per sottoscrivere l’accordo in quanto, andava eventualmente firmato dal funzionario comunale competente per materia”.

In conclusione, Guglielmo lancia un messaggio chiaro: “Il sindaco deve revocare la convenzione con Ltf motivando la revoca, e rifare il percorso che non ha voluto sin qui seguire”. E se non lo farà? ” Come minoranza riporteremo la questione in Consiglio Comunale sotto forma di Mozione, su cui chiederemo espressamente un voto del Consiglio, e poi valuteremo quale strada intraprendere, in quanto la misura ci pare colma!”.

Tutta questa velocità nella firma dell’accordo secondo Guglielmo aveva un obiettivo: “É stato un mezzo per agevolare LTF, per consentirle di realizzare i lavori di collegamento all’autostrada e quindi di accedere all’interno del cantiere, in un tempo più breve rispetto a quello che sarebbe occorso seguendo la via corretta. Che sarebbe questa: esame dell’ufficio tecnico, regolare istruttoria, valutazione dei canoni di concessione delle aree, riunione del Consiglio Comunale ecc.”.

Il caso, evidentemente, non finisce qui.

22 febbraio 2014 Da Chiomonte alla centrale

http://www.notav.info/post/22-febbraio-da-chiomonte-alla-centrale-h13-alla-stazione/

– ritrovo h13 alla Stazione.

Dalle 12 pranzo e banchetti.

22

Verso il 22 febbraio, le mobilitazioni in Italia

TERRORISTA È CHI DEVASTA E MILITARIZZA I TERRITORI

APPELLO PER UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

Circa 600 imputati, più di un migliaio di indagati, decine di persone sottoposte a varie restrizioni (obbligo o divieto di dimora, foglio di via), multe da centinaia di migliaia di euro, un processo contro 53 no tav condotto in un’aula bunker, diversi compagni da mesi agli arresti domiciliari. In questi numeri si può leggere l’accanimento repressivo contro il movimento no tav. Nella crociata condotta dalla Procura di Torino si è aggiunto ad agosto un nuovo capitolo: no tav indagati per “attentato con finalità di terrorismo” – e sottoposti per questo a misure restrittive – per una delle tante passeggiate di lotta contro il cantiere di Chiomonte.

Dopo mesi di criminalizzazione mediatica, arriviamo al 9 dicembre, quando quattro notav (Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò) vengono arrestati su mandato della Procura di Torino perché accusati di aver partecipato ad un’azione contro il cantiere avvenuta nella notte fra il 13 e il 14 maggio. Un’azione che, come già accaduto nelle pratiche del nostro movimento, aveva daneggiato alcune attrezzature del cantiere. Per la Procura di Torino si tratta di “attentato con finalità di terrorismo”. Per noi si tratta di una giusta resistenza. L’accusa di “terrorismo” comporta delle pene molto pesanti. Ma nell’inchiesta della Procura torinese si va ben oltre: vengono utilizzati per la prima volta in Italia articoli che definiscono “terrorista” qualsiasi forma di resistenza a quanto deciso dai poteri economici e politici. Ogni imposizione dello Stato, secondo i Pm Rinaudo e Padalino, ammette tutt’al più la lamentela, ma non l’opposizione attiva. Insomma, in questo tentativo di attaccare frontalmente il movimento no tav si sperimentano dei modelli che potranno essere applicati in futuro ad ogni forma di dissenso reale. Ne va della libertà di tutti. Per questo lanciamo un appello per una mobilitazione nazionale sui vari territori per il 22 febbraio: – Contro l’accusa di terrorismo e la criminalizzazione di chi lotta – In solidarietà con tutti i no tav imputati e indagati – per la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò e degli altri no tav ancora ai domiciliari – Per rilanciare le lotte – Perché chi attacca alcuni/e di noi, attacca tutte e tutti – Per ribadire con forza che fermarci è impossibile

Per questi motivi il Movimento NO TAV INDICE E PROPONE PER IL 22 FEBBRAIO

UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA OGNUNO NEL PROPRIO TERRITORIO

a tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente retribuito. Una mobilitazione comune in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio per aver difeso i beni comuni, una giornata di lotta alla quale seguirà nella metà di marzo un appuntamento a Roma per la difesa e la legittimità delle lotte sociali. In preparazione della giornata di lotta si invita ad effettuare assemblee sui territori per sensibilizzare la popolazione sia su questi temi sia sui progetti che si contrastano.

Appello del Coordinamento dei comitati del Movimento NO TAV.

Villar Focchiardo 29 gennaio 2014

TAV: una finta promessa violenta da 10 milioni di €

http://www.m5sp.it/comunicatistampa/2014/02/17/tav-una-finta-promessa-violenta-da-10-milioni-e/

17 febbraio 2014

La Giunta Cota, ormai decaduta ed in carica solo per gli atti improrogabili ed urgenti, cercherà nelle prossime settimane di piazzare in extremis qualche colpo ad effetto per l’imminente campagna elettorale, nella più becera tradizione politica. Ci sarà da stare ben attenti, per questo chiederò quanto prima al Tar, al Consiglio di Stato e al Ministero dell’Interno di esprimersi sulla regolarità di queste azioni, tutto fuorché improrogabili ed urgenti.
I 10 milioni assegnati oggi alle imprese della Valsusa stridono con la situazione di crisi delle casse della Regione e con la situazione di crisi di tutti gli altri territori del Piemonte. Queste risorse, ai sensi della l.r. 34/2004, sono risorse regionali o europee cofinanziate (anche se Cota prova a mentire nuovamente dicendo che non hanno oneri per le casse della Regione), che, a quanto apprendiamo dalle agenzie di stampa, costituirebbero un anticipo di cassa per i fondi di cui alla l.r. 4/2011, la legge bluff a titolo “Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri – Sviluppo – Territorio”.  Tale legge rappresenta il simbolo dell’inciucio tra destra e Pd, che forzarono il regolamento contro il M5S che resisteva ad oltranza all’approvazione di una legge truffa che alla fine destinò soli 200.000 € alla Valsusa, spesi in volantini informativi!! Dove sono i soldi a copertura dunque?
Si tratta dell’estremo tentativo di far digerire una grande opera inutile alla popolazione valsusina, convinti di poter comprare in questo modo qualche briciola di consenso elettorale, in vista delle imminenti votazioni regionali e comunali di Susa. Sebbene la popolazione valsusina, forte delle fondate motivazioni tecniche ed economiche che decretano il TAV come opera inutile, dannosa ed antieconomica, non svenderà il proprio territorio in cambio di mancette calate da una classe politica delegittimata, è di pessimo gusto fare leva sulla difficile situazione economica di molte aziende, lavoratori e relative famiglie, provate dalle crisi.
Ecco: a Virano-Cota & co diciamo che di cattivo, spietato, violento vediamo solo questo tentativo di compravendita del consenso,  poco lontano dai metodi della criminalità organizzata che prolifera e si nutre della povertà estrema della popolazione, e non le manifestazioni che il movimento No Tav da sempre organizza.
 
Il 22 febbraio saremo in piazza anche noi, ancora una volta a ribadire le nostre richieste di buon senso, sempre più diffuso.

Davide Bono – MoVimento 5 Stelle Piemonte

TRAVAGLIO: I GIORNALISTI SONO I VERI FASCISTI. INFANGANO I CINQUESTELLE PER “METTERLI FUORI GIOCO”

http://bastacasta.altervista.org/p9618/

Posted on febbraio 4, 2014

LA SBROCCATA DI MARCO

Travaglio: coi 5 Stelle giornalisti fascisti

Mentana: fascista non parlarme

Sul Fatto il Manetta riporta due pagine intere di insulti ai grillini: “Balle e falsità per metterli fuori gioco”

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“Fascisti”, “Nazisti”,”Pedofili”, “Terroristi”, “Coglioni”, “Vigliacchi”, “Ladri”, Affamatori del popolo”, “Razzisti”, Impostori”, “Sfigati”, Maiali”, Rottinculo”, “Merde & C.”, “Bagasce”. Marco Travaglio deve aver passato metà del suo tempo, negli ultimi mesi, a prendere nota degli epiteti e degli insulti rivolti dai giornali al Movimento 5 Stelle. Tutti i giornali, da L’Unità a Il Giornale, da Repubblica a Libero, da Il foglio al Corriere. Con tanto di nome e cognome del giornalista “colpevole” e data dell’uscita in edicola. Una sorta di “giornalista del giorno” (la rubrica sul blog di Grillo che segnala i redattori nemici del Movimento 5 Stelle) in versione Fatto quotidiano. E che versione: due pagine intere, più il consueto colonnino dell’editoriale di prima pagina.

Una raccolta che va indietro fino al 2007, agli albori dei “Vaffaday” grillini. Morale: l’intento di codesti giornalisti, scrive Travaglio, “è quello di mettere fuori gioco i grillini”. Cioè, i fascisti non sarebbero i 5 Stelle con le loro gazzarre in Parlamento e i loro post su internet (gli ultimi quelli rivolti alla Boldrini e alla Bignardi), ma i giornalisti tutti che ne parlano dicendo balle, falsità, attacchi personali per eliminare “l’unica forza di opposizione presente in Parlamento”. Una pagina prima, sempre nel Fatto quotidiano, la versione del “Manetta” è però smontata da una intervista a Enrico Mentana, il quale ricorda quando venticinque anni fa la Lega si affacciò con prepotenza (e con toni in alcuni casi analoghi a quelli dei 5 Stelle) sulla scena politica italiana. “Allora la consegna – dice il direttore del tg di La7 – era che del Carroccio non bisognava parlarne. E quello sì che è fascismo vero” attacca. Il resto, come si dice, è cronaca.

Misterioso oggetto luminoso nei cieli di Roma poco fa

17 febbraio 2014 – 19:26

Misterioso oggetto luminoso nei cieli di Roma alle 18:56 di questa sera, segnalazioni ci sono giunte a conferma.

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Misterioso oggetto luminoso nei cieli di Roma 17/02/2014: alle ore 18:56 la nostra webcam ha immortalato unoggetto luminoso ad ovest di San Pietro. Segnalazioni ulteriori ci sono giunte dai nostri utenti. La forma sferica non lascia intendere fosse un aereoplano. Stiamo facendo approfondimenti per verificare il possibile passaggio di un bolide luminoso o meteorite anche se al momento non vi sono segnalazioni in merito. Vi lasciamo agli scatti dell’oggetto ripresi dalla webcam in cui si evince chiaramente il prima ed il dopo il passaggio dell’oggetto.

Guarda qui nella gallery le immagini dell’oggetto luminoso nei cieli di Roma