UE: confiscare i soldi degli europei per finanziare la ripresa

EUROPA UE, NEWS – giovedì, 13, febbraio, 2014

(WSI) Per le autorità dell’Unione Europea i risparmi personali possono essere utilizzati per colmare i divari finanziari a lungo termine. L’esclusiva pubblicata da Reuters è l’ennesima della serie sul tema del pericolo che in caso di crisi vengano imposte mini patrimoniali o prelievi coatti sui cittadini europei più benestanti.
A Cipro ne sanno qualcosa. “I risparmi dei 500 milioni di europei potranno essere utilizzati per finanziarie investimenti a lungo termini per alimentare la crescita dell’economia e porre rimedio al gap si è formato nei buchi di bilancio delle banche da quando è scoppiata la crisi”.
In un documento Reuters ha letto che l’utilizzo sarà su base “involontaria” (ovvero forzata) a discrezione dell’Unione. Si può quindi parlare di confisca. Nella fonte si descrivono i modi in cui l’Ue cercherà modi per togliere al blocco a 28 il vezzo di dipendere dai finanziamenti bancari e fare in modo che trovano altre vie per finanziare le piccole e medie imprese e i progetti di infrastruttura e altri investimenti.
Finalmente l’Europa ammette che la crisi economica e finanziaria ha compromesso la capacità del settore finanziario di fare arrivare fondi freschi all’economia reale, a famiglie e aziende, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine.
Il problema è la soluzione trovata. Nella seconda metà dell’anno la Commissione chiederà alle autorità di controllo del blocco un consiglio su una possibile bozza che consenta di “mobilitare i fondi previdenziali pirvati per finanziamenti a lungo termine”.
http://www.imolaoggi.it/2014/02/13/ue-confiscare-i-soldi-degli-europei-per-finanziare-la-ripresa/

Fiat, licenziamenti a Termini Imerese: 5000 persone in piazza

giovedì, 13, febbraio, 2014
Cinquemila in corteo a Termini Imerese, secondo i sindacati, per chiedere la reindustrializzazione del sito abbandonato da Fiat oltre due anni fa. Operai, sindacati, cittadini, famiglie, sindaci e parroci di vari Comuni della provincia, insieme per ottenere uno sforzo reale da parte del governo nazionale a favore del futuro occupazionale delle tute blu della fabbrica in cassa integrazione e dei lavoratori dell’indotto senza piu’ paracadute e per molti dei quali sono gia’ scattate le procedure di licenziamento.
Il lungo serpentone di gente, partito dalla parte bassa della cittadina, e’ giunto a piazza Duomo da cui viene scandito a piu’ voci che “dopo la Fiat puo’ esserci ancora e solo la Fiat. Per questo serve un impegno diretto della Presidenza del Consiglio”.
http://www.imolaoggi.it/2014/02/13/fiat-licenziamenti-a-termini-imerese-5000-persone-in-piazza/

Belgio espelle, coerenza UE

Belgio: “Gli stranieri disoccupati da tre mesi se ne vadano”

BELGIO – L’ufficio belga degli stranieri: “Gli immigrati che dopo tre mesi non trovano lavoro saranno espulsi” 
di MS – 13 febbraio 2014

Bruxelles sbraita per l’iniziativa contro l’immigrazione di massa votata dal popolo svizzero, ma non e’ che il governo belga stia agendo molto diversamente per porre fine a una politica migratoria scriteriata.

L’ufficio belga degli stranieri ha infatti stabilito che gli immigrati, anche quelli dell’Unione Europea, che beneficiano di sussidi di disoccupazione avranno tre mesi per trovare lavoro. Al termine di questo periodo, se saranno ancora disoccupati, saranno espulsi immediatamente dal Belgio.

E questo anche se vivono da anni nel paese o se si sono perfettamente integrati. Chiaramente su questa decisione Bruxelles non dice una sola parola: se lo fanno loro e’ per difendere il loro paese, se lo fa la Svizzera invece e’ razzista e xenofoba.

Coerenza alla massima potenza!
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=67823

Pakistan: arrestato ma innocente. 24enne cristiano torturato e ucciso dalla polizia

giovedì, 13, febbraio, 2014
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Per la polizia si sarebbe suicidato “impiccandosi”; tuttavia, dai referti medici emerge un’altra verità, che racconta di una morte dovuta alle “gravi ferite interne” causate da “torture e abusi”. È la terribile vicenda che ha visto coinvolto il 24enne cristiano pakistano Sabir Masih, deceduto per le violenze inflitte dalle forze dell’ordine durante un interrogatorio; egli era stato fermato in precedenza con l’accusa (infondata) di furto. Per estorcergli una confessione, gli agenti non hanno esitato a ricorrere all’uso della forza, infliggendogli lesioni risultate poi fatali.  Chiesa cattolica e membri della società civile chiedono giustizia, punizioni esemplari per i responsabili e la fine delle morti violente di semplici cittadini, vittime innocenti dei cosiddetti tutori dell’ordine.
 
Sabir Masih, padre di due figli, è stato arrestato l’11 febbraio con l’accusa di furto. Gli agenti lo hanno condotto nella caserma di Kohsar, a Islamabad, peraltro giudicata di recente – dopo una profonda opera di restauro – una stazione di polizia “modello” per efficienza, rispetto delle procedure e umanità verso i sospetti. Il giovane è stato trattenuto per la notte e interrogato a lungo.
 
La famiglia è subito corsa in caserma per raccontare che il giovane era estraneo al furto, avendo trascorso l’intera giornata al lavoro per poi fare ritorno a casa. “Egli non ha commesso alcun crimine” hanno gridato a gran voce, invano. La polizia ha usato la forza per estorcere la confessione – una pratica spesso usata in Pakistan in casi analoghi – fino a provocare ferite interne così gravi da causare la morte di Sabir, avvenuta nella notte fra l’11 e il 12 febbraio.
 
Gli agenti hanno cercato di nascondere le tracce della violenza, affermando che il giovane si sarebbe suicidato impiccandosi in cella. I vertici della polizia hanno anche intimato alla famiglia di celebrare il funerale entro la giornata di oggi, per coprire eventuali responsabilità; tuttavia, i parenti hanno insistito e richiesto a gran voce l’autopsia sul corpo. Dai primi risultati, la conferma che Sabir Masih è morto a causa di “ferite interne” provocate dalle violenze subite, escludendo con forza l’ipotesi di impiccagione. La magistratura ha avviato un’inchiesta, ma al momento non sono stati emessi provvedimenti contro eventuali responsabili.
 
Ieri, intanto, la Chiesa cattolica pakistana e membri della società civile hanno organizzato una protesta davanti al Circolo della stampa di Islamabad, denunciando a gran voce la “brutalità”. Un episodio, aggiungono i manifestanti, che smentisce in modo palese presunte iniziative di riforma della polizia in chiave democratica e legalitaria. Fonti cattoliche nella capitale spiegano che l’intervento della Chiesa non è dovuto al fatto che “Sabir Masih è un cristiano”, perché avrebbe potuto essere anche “un musulmano o di qualsiasi altra religione”. La protesta ruota attorno alla “brutalità” della polizia, che deve essere punita a prescindere dalla fede di appartenenza. Anche se è un dato di fatto, aggiunge un fedele, che quando viene arrestato un cristiano “il trattamento della polizia o in cella è di gran lunga peggiore”.
 
Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l’islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l’Indonesia. Circa l’80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, ma negli ultimi anni si è registrata una vera e propria escalation e che ha investito soprattutto i musulmani sciiti e i cristiani. Decine gli episodi di violenze, fra attacchi mirati contro intere comunità – come avvenuto a Gojra nel 2009 o alla Joseph Colony di Lahore del marzo scorso – o abusi contro singoli individui (Asia Bibi, Rimsha Masih o il giovane Robert Fanish Masih, anch’egli morto in cella), spesso perpetrati col pretesto delle leggi sulla blasfemia.
 

Nigeria, i cristiani uccisi in chiesa da Boko Haram sono stati «sgozzati uno a uno»

giovedì, 30, gennaio, 2014
Sono arrivati sui camion, hanno fatto irruzione in chiesa «verso la fine della messa» e l’hanno chiusa a chiave. Chi ha tentato di scappare «dalle finestre è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco», gli altri «sono stati sgozzati uno a uno». Così i cristiani del villaggio di Waga Chakawa (Adamawa, Nigeria), sopravvissuti all’attacco di Boko Haram, hanno raccontato l’attentato di domenica scorsa al vescovo di Yola Mamza Dami Stephen, che l’ha riportato alla Bbc.
CRISTIANI SGOZZATI. Sono almeno 30 i fedeli uccisi dai terroristi islamici, che prima di andarsene hanno bruciato le case del villaggio, preso alcuni residenti in ostaggio per quattro ore e piazzato delle bombe.
«Tutti gli abitanti ora sono terrorizzati, vivono nella paura. Nessuno li protegge e non è possibile dire dove e quando attaccheranno la prossima volta. La gente non può più dormire con gli occhi chiusi».
VILLAGGIO RASO AL SUOLO. Lo stesso giorno Boko Haram ha anche innescato delle bombe in un mercato nel villaggio di Kawuri (Borno) uccidendo almeno 52 persone. Nelle esplosioni, tutte le case del villaggio, circa 300, sono state rase al suolo.
 Tempi.it
http://www.imolaoggi.it/2014/01/30/nigeria-i-cristiani-uccisi-in-chiesa-da-boko-haram-sono-stati-sgozzati-uno-a-uno/

Grattacielo: la Corte dei Conti contro Bresso per i super-compensi a Fuksas

http://perotorino.it/attualita/notizie/16989-grattacielo-la-corte-dei-conti-bresso-per-i-super-compensi-a-fuksas

Pubblicato Giovedì, 13 Febbraio 2014 10:26 – Scritto da Il Secolo XIX
grattacielo-regione-piemonte-torinoAncora polemiche e inchieste sul futuristico grattacielo che dovrà ospitare la Regione Piemonte, da due anni in fase di costruzione nell’area del Lingotto. A finire sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti sono le super-parcelle corrisposte dall’ex governatrice Mercedes Bresso al team di professionisti guidato dall’archistar Massimiliano Fuksas che ha progettato l’edificio.

Roberto Cota era stato il primo a dire no alla massima parcella di 22 milioni da pagare all’archistar e al suo team per progettare la nuova sede della Regione Piemonte: 41 piani fuori terra, 205 metri d’altezza, per oltre 260 milioni di euro. Per il governatore del Piemonte si trattava infatti di uno spreco ingiustificato. Da qui l’inchiesta. La procura contabile ha investito del problema l’ordine degli architetti di Milano che ha giudicato eccessivo il compenso per Fuksas: quattro milioni e mezzo di euro in più rispetto ai limiti fissati dalle tabelle professionali. Nel 2010 la Bresso definì le polemiche «insulse», addossando a Ghigo la paternità del progetto. Per quei quattro milioni e mezzo la giunta Bresso ed ex funzionari sono finiti sotto l’occhio attento dei magistrati contabili. E per tutti l’accusa è quella di «mancato controllo sui conti» che avrebbero generato «un danno erariale». Fuksas, dal canto suo, intervistato dal Secolo XIX si è mostrato avvelenato: «Cosa ne penso? Ma che ne so. Ce lo venga a spiegare la Corte dei Conti che cosa c’è che non va. Non ho idea da dove arrivino quei soldi. E poi, se la Regione ha fatto male i conti, non è colpa mia. L’unica cosa di cui sono sicuro è che per quest’opera io e il gruppo di professionisti che mi ha affiancato abbiamo guadagnato sette milioni di euro. Sette milioni per quattordici anni di lavoro. Tanti ne sono passati da quando è uscito il bando a oggi. Quattordici anni in cui abbiamo continuato a lavorare. Alla fine ci ritroviamo con un edificio che è completamente diverso da quello iniziale. È assurdo». Fuksas ha lamentato che «con l’andare del tempo siamo stati del tutto estromessi dalla realizzazione del grattacielo. Risultato: quello che si sta costruendo è un’altra cosa rispetto a ciò a cui noi avevamo pensato. È questo che mi amareggia di più. Non tanto le inchieste e le polemiche sulle parcelle. Attorno a questo progetto è nato un guazzabuglio spaventoso. Sono successe cose allucinanti». (Fonte: Il Secolo XIX)