Non chiamatelo Gattopardo, ma Pulcinella

Alan Friedman, quel giornalista americano che parla come Onllio (Oliver Hardy) laureatosi alla London School of Economics fa gli affari suoi e pensa già di vendere molte migliaia di copie del suo libro-inchiesta “Ammazziamo il Gattopardo” (Rizzoli). Le venderà, perché ha offerto anticipazioni alle più grandi testate internazionali e nazionali, tra le quali ilFinancial Times e il Corriere.
Ma chi sarebbe il Principe di Salina (Tomasi di Lampedusa), detto il Gattopardo? Napolitano, per caso? Troppa grazia! Non diciamo fesserie Onllio!  No, Napolitano non è un principe e non c’è nulla di nobile nel suo gesto di aver tramortito il popolo italiano mettendolo alla fame in nome dello spread. Un Pulcinella, un pagliaccio del Colle sapientemente diretto dai poteri internazionali, che ora, a quanto pare, non serve piùPer questo gli stanno tagliando i fili. Hanno chiamato Onllio-Friedman con saccenteria da “economista” nonché di esperto giornalista economico “super partes” a investigare. Che cosa ha raccolto Friedman? Interviste.
Ha intervistato De Benedetti a St. Moritz, il quale confessò di essersi incontrato con Monti, in quella famosa estate 2011. Ha estorto a Monti la confessione (capirai che confessione!) che Napolitano lo teneva in caldo da mesi (ancora prima dell’impennata dello spread che come è noto raggiunse il picco di 553, nell’autunno di quell’anno). Ha intervistato Prodi; ha raccontato di convulsi frenetici meeting tra Monti, Passera, Bazoli (il cattobanchiere massone) e lo stesso Prodi, per far fuori, indovinate un po’ chi? Il solito Berlusca già semi-bollito.
 
Gli attori in scena sono Monti, De Benedetti che si incontra con Monti e che come finanziere nonché nemico acerrimo di Berlusconi aveva dritte fresche di scuderia circa i mercati  (ipotesi di aggiotaggio? staremo a vedere), Napolitano che coopta Monti e Passera. Quest’ultimo avrebbe avuto il  suo programmino scritto per il rilancio dell’Italia. In cambio volle il Ministero per le Attività produttive. Napolitano che legge e approva detto programmino di Passera. Insomma, il soggetto principale del libro di Friedman  è  la tempistica sospetta che risale al giugno 2011, data nella quale si espletavano le grandi manovre del Pulcinella del Colle. Il quale ora è risentito e replica al Corriere con tono piccato in questa lettera.  (un capolavoro di falsità e di retorica).
http://sauraplesio.blogspot.it/2014/02/non-chiamatelo-gattopardo-ma-pulcinella.html
 
 
In ogni caso resta inteso che Napolitano deve andarsene per aver commessoALTO TRADIMENTO contro la repubblica italiana. Su questo non avevo dubbi prima del 2011, durante  il golpe tecno-finanziario del 2011 e dopo le sue sporche manovre che ci hanno rifilato l’Ologramma Letta, il quale continua con l’operazione saccheggio.
 
Una domandina cattiva al  giornalista Friedman:  l’avrà letto davvero il Gattopardo? Tutto, intendo. Ma soprattutto ecco la  vera domanda dalle 100 pistole: perché proprio ora? e a chi giova? chi c’è dietro a Friedman?  In sostanza Napolitano fece l’investitura a Monti quattro mesi prima (nel giugno 2011), quando ancora non esisteva la “tempesta finanziaria”. Perché ora quelli che lo hanno sostenuto hanno deciso all’improvviso di scaricarlo?
Ah, un ultimo significativo dettaglio: da domani Alan Friedman saràcollaboratore fisso del CorServa . il quale dopo averci ammannito per due anni circa la bontà del governo Monti, presentandocelo come salvatore della Patria, ora, come si vede,  ha cambiato opinione. Soprattutto  Ferruccio de Bortoli ha cambiato casacca. Mi sa tanto che questo Carnevale finisca male.
 
Non chiamatelo Gattopardo, ma Pulcinellaultima modifica: 2014-02-12T20:29:40+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo