Fra Alitalia e Al Qaeda, l’ Italia negli “Amici della Siria”.

7 febbraio 2014
 
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Gli aiuti degli Amici. Ovvero perché l’Italia è fra gli 11 “Amici della (guerra in) Siria” (e perché per pace e dignità ne dovrebbe uscire)
 
marinella correggia, marco palombo
 
Emiri e sceicchi, re e aspiranti sultani. Perché rispetto alla tragedia siriana l’Italia è fedele negli anni ai diktat di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e Turchia neo-ottomana? Paesi da basso impero che in nome dei diritti umani e dei popoli hanno armato chi ha messo la Siria a ferro e fuoco e fomentato una guerra che ha distrutto un paese?
 
Perché l’Italia siede con gli “Amici della Siria”, un incredibile gruppo di compagni di merende che conta undici, assai bellicosi, paesi membri* e che ritiene una sua creatura ornitorinco, la Coalizione di Doha, che non rappresenta neanche se stessa**, il legittimo unico rappresentante del popolo siriano? E rispetto ai quali la Siria dovrebbe proprio dire: “Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io” ?
 
Perché l’Italia sta lì? La risposta è: perché i petrodollari non olent. Sceicchi ed emiri si stanno comprando pezzi di Occidente, in Italia, Francia, Uk . Già avevamo fatto notare il ruolo del Qatar ***. Ma in questo febbraio lo abbiamo capito ancora meglio.
 
Il 3 febbraio in particolare, a pochi giorni dalla dichiarazione a Ginevra degli “Amici”**** che sono riusciti a condannare gli Hezbollah come mercenari ignorando quelli mandati da loro, e a non condannare invio di armi , denaro e combattenti stranieri, ha visto due incontri significativi assai.
 
Letta piazzista nel Golfo, con il giro delle 7 moschee e la svendita di Alitalia*****.
 
E intanto la Bonino organizzava il terzo incontro (il secondo è stato in Kuwait) del Gruppo di alto livello sulle sfide umanitarie in Siria, svoltosi ieri alla Farnesina a porte chiuse – salvo l’introduzione della ministra.
 
Il gruppo più compatto fra i paesi presenti era proprio quello degli “Amici della Siria”. Ovvero come incendiare un paese e cercare di alleviare l’incendio con un po’ di crema sulle ustioni.
 
Incontro sugli aiuti alla Siria? Sarebbe stato meglio intitolarlo aiuti all’Italia.
 
A questo punto annunciamo una campagna del sito Sibialiria, nella quale speriamo di coinvolgere molti altri, per l’uscita subito dell’Italia dagli “Amici della Siria”, un passo che sarebbe un atto di denuncia dirompente, sarebbe come dire che condizione per pace e negoziato è che i gruppi armati (che assediano o tengono scudi umani) non siano più aiutati. E a chi dice che così si sbilancerebbe il tutto e si aiuterebbe Assad (che riceve armi – ma è un commercio legale) diciamo: per la Siria del futuro oltre alle elezioni va imposto un negoziato ma è mostruoso che gli attori al tavolo siano:
 
1.    Gruppi armati e alleati di jihadisti quando non jihadisti loro stessi.
 
2.    Una coalizione da hotel 5 stelle che non rappresenta nessuno.
 
Senza più armi a questi gruppi, il negoziato si farebbe con l’opposizione vera, interna e non armata, e contraria alle ingerenze straniere.
 
Note
 
*) Gli undici paesi del gruppo sono: cinque occidentali (USA, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia) e sei della macro-regione intorno alla Siria (Emirati Arabi uniti, Arabia saudita, Qatar, Turchia, Egitto, Giordania). Agli incontri partecipa quasi sempre la Coalizione Nazionale Siriana.
 
**) La Coalizione Nazionale Siriana ha deciso la partecipazione a Ginevra2 il 17 gennaio a Istanbul con il voto favorevole di 58 delegati su circa 120 che compongono il suo consiglio direttivo. I Fratelli musulmani, il gruppo più numeroso nel consiglio, non hanno partecipato alla votazione e nelle settimane precedenti avevano annunciato che, in caso di presenza della Coalizione a Ginevra2, sarebbero usciti dal coordinamento. Naturalmente in Italia di tutto questo non si parla.
 
***)Sibialiria, aprile 2012, Perché dovremmo boicottare il Qatar di M.Correggia  http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=253
 
****)L’ ultimo documento degli Amici della Siria è stato sottoscritto dagli undici paesi a Ginevra il 31 gennaio 2014 insieme alla Coalizione Siriana, alla chiusura della prima fase dei colloqui tra le controparti siriane. Lo abbiamo rintracciato, solo in lingua inglese, nel sito della rappresentanza italiana a Ginevra. In Italia non è stato né tradotto né citato da nessuno.
 
 
*****)A proposito della trattativa Alitalia proponiamo la lettura di questo articolo dal sito della Stampa di Torino.
 
 

Fuggono in Africa con i soldi dell’Inps – Tre indagati per truffa aggravata

chissà quanti altri se ne sono approfittati, italiani inclusi. E poi l’Inps è in rosso…

L’inchiesta della Procura di Padova sul fenomeno delle partite Iva per attività fantasma

Richard Antwi l’ha pensata così: apro una partita Iva, chiedo i soldi allo Stato e scappo. Gli è andata bene. Ora è in Ghana, nel villaggio ashanti di Jamasi che aveva lasciato nel 1991, e con quei 29 mila euro punta forse a fare il principe. Stessa scelta ha per un suo connazionale, Oscar Owusu, anche lui ghanese, anche lui protagonista di un mordi e fuggi con le casse pubbliche che gli ha fruttato 28 mila euro, incassati e portati in fretta fra le colline della foresta pluviale dell’Africa nera, dicono gli inquirenti.

FINTO KEBAB – Mentre Youssef Mohamed avrebbe scelto il ritorno al suo deserto marocchino per ripartire da zero, o meglio, da quei 18 mila euro versati sul suo conto dall’Inps per finanziare un kebab che nessuno ha mai visto. Tre storie analoghe di altrettanti stranieri, forse solo i primi tre di una lunga lista nella quale potrebbero figurare anche vari italiani, come sospetta la procura di Padova dopo aver aperto in rapida successione diversi, distinti fascicoli. L’ipotesi è quella di una truffa colossale ai danni dello Stato italiano, sulla quale stanno indagando gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm Sergio Dini che ha deciso di passare al setaccio i registri delle partite Iva aperte negli ultimi anni per capire quanti sedicenti artigiani e imprenditori hanno ricevuto somme per ditte esistenti solo sulla carta ma di fatto fantasma. Negli uffici delle Fiamme Gialle stanno così affluendo i dati dell’Agenzia delle Entrate e delle Camere di Commercio che gli inquirenti dovranno incrociare.

LA LEGGE – In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.

OSCAR IN GHANA – Partiamo da Owusu. Arrivato dal Ghana nel 1991, operaio della Gs engineering di Galliera Veneta fino al novembre del 2012, una volta ricevuta la lettera di licenziamento non ci ha pensato due volte: ha aperto la sua partita Iva per «commercio al dettaglio di abbigliamento ed accessori», ha quindi chiesto il finanziamento e ha atteso l’incasso. Tre mesi dopo i 28 mila euro erano sul suo conto. «E tre giorni dopo ha chiuso la partita Iva – scrive il magistrato nell’atto di conclusione delle indagini preliminari – percependo così una somma giustificata con l’avvio di un’attività autonoma in realtà insussistente». L’hanno cercato a casa ma Oscar Owusu era sparito. La signora Stragliotto, che abita nel suo stesso condominio di Tombolo, ne è certa: «Oscar lo conoscevo bene, sarà tornato in Africa un anno fa, dopo che l’hanno licenziato. Erano una persona seria, un grande lavoratore». La signora ignora naturalmente la storia del tesoretto. Ma le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio i suoi conti e della nuova ditta non ha trovato traccia. «A quell’impresa individuale risultano intestato solo un bloccasterzo da 60 euro, alcuni detersivi e un bagnoschiuma».

ANTWUI E IL BAGNOSCHIUMA – Quasi fotocopia la storia di Richard Antwi, che sembra non conoscesse il suo connazionale. Anche lui operaio, anche lui licenziato a fine 2012, sposato, un figlio. Antwui ha aperto un’attività con questo oggetto: «Vendita di prodotti di pelletteria». Poi ha chiesto i suoi 29 mila euro che l’Inps gli ha accreditato il 18 marzo del 2013 per l’acquisto dei materiali e dei mezzi necessari alla start-up. Ma il 21 marzo Antwui chiude l’attività e scompare. «Saranno sette otto mesi che non lo vedo più – ricorda Renzo Baretta, vicino di casa – So che la moglie e il figlio se n’erano andati prima di lui, in Inghilterra. Li avrà raggiunti lì (per gli investigatori è invece più probabile in ritorno al villaggio ghanese, ndr)». Alla sua impresa di pelletteria risulta intestato un solo acquisto: «Per flaconi di bagnoschiuma». Dieci euro. Che è più o meno la stessa cifra scovata nei conti del kebab di Youssef. In definitiva, sarebbe andata così: il terzetto si è ritrovato improvvisamente per strada, con moglie e figli da mantenere, ha visto l’opportunità offerta dalla leggina, che un po’ suggerisce l’inganno, e ha proceduto.

IL RE DI JAMASI – «Una norma stravangante – l’ha definita lo stesso pm – che consente anticipi medi di 20 mila euro aprendo una semplice partita Iva. Lo spirito sarebbe anche giusto se la cultura fosse quella della legalità. Ma siccome così non è, bisognerebbe almeno rafforzare i controlli preventivi. E così deve intervenire repressivamente la magistratura». Gli inquirenti sorridono immaginando Antwi in una reggia fra le palme e i mango del Ghana. Sarà lui, l’italiano Richard Antwui, il nuovo re di Jamasi.

06 febbraio 2014 (modifica il 07 febbraio 2014)
http://www.corriere.it/cronache/14_febbraio_06/fuggono-africa-soldi-dell-inps-tre-indagati-truffa-aggravata-dc1090cc-8f50-11e3-8c4a-c355fa4079e9.shtml

MONTI, LETTA E RENZI, I TRE CURIAZI INDIVIDUATI DALLA MASSONERIA REAZIONARIA PER PIEGARE ROMA

Esiste un livello di potere reale, all’interno del quale si scontrano anche soggetti apparentemente alleati, e ne esiste un altro formale buono per motivare tifoserie oramai disabituatesi a pensare criticamente. Passiamo dalla teoria alla pratica. Il profano, osservando oggi in superficie la situazione politica italiana, potrebbe convincersi del fatto che esista un centrodestra lacerato che si contrappone ad un centrosinistra altrettanto lacerato nonostante la contingenza obblighi forze certamente diverse ad una momentanea coabitazione indispensabile per perseguire il solito e immancabile bene del Paese. Questa rappresentazione, con l’aggiunta del pericolo antisistema rappresentato dall’impetuosa crescita del movimento “populista” di Beppe Grillo, è falsa nonché buona per convincere i polli. Nel vuoto ideale che contraddistingue tutti i partiti presenti sulla scena pubblica, l’unico collante rimane il potere per il potere. Tutti possono dire tutto e il loro esatto contrario a patto di trarne un beneficio di corto respiro. Qualche esempio pratico? Il partito e i giornali di Berlusconi hanno improvvisamente scoperto tutti i limiti dell’euro in contemporanea con l’aggravarsi della posizione del vecchio leader, oramai chiaramente abbandonato dai potentati massonici di ispirazione reazionaria che governano questo mostro di Ue (clicca per leggere). Fino a ieri, quando ancora dalle parti del Biscione si aspettava fiduciosi un cenno di amicizia dai parte dei fratelli che contano, nessuno osava volgere lo sguardo verso le sacre stanze del potere comunitario, mentre tutti i reprobi nemici del divino Monti venivano tacciati a giorni alterni di demagogia e populismo. Cioè, se l’Europa massacra i cittadini ma tutela la posizione personale di Berlusconi, allora i sacrifici cari a Bruxelles vanno accettati serenamente nel nome della verità e della responsabilità (alias: abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e quindi dobbiamo soffrire); se invece l’Europa massacra i cittadini e permette pure che si consumi la fine politica del cavaliere Berlusconi, allora l’euro non funziona, la Merkel è cattiva e Monti è più ottuso del cane Empy. E’ dignitoso trovare il coraggio di dire la verità soltanto quando si ritiene di essere stati ingiustamente mollati? Per niente. Dalle parti del Pd sono pure peggio, perché mentre Berlusconi recita e ricatta per tutelare se stesso, i piddini mentono per conto terzi o, nella migliore delle ipotesi, per eccesso di stupidità. Il viceministro Stefano Fassina, considerato il più a sinistra del Pd (figuratevi gli altri…), poco prima delle elezioni di febbraio si faceva intervistare da Financial Times promettendo la prosecuzione delle devastanti politiche promosse da quel Mario Monti che ora fa ipocritamente fa finta di disconoscere (clicca per leggere). Dopo la dura presa di posizione del Tesoro americano contro le politiche affamatrici della Germania, tanti piccoli uomini senza decoro né dignità trovano finalmente il coraggio di dire a voce alta quello che erano abituati per paura a sussurrare al buio e sottovoce. Dato quindi per scontato che nessuno crede in nulla e tutti sono disposti a cambiare versione quando ritengono di avvantaggiarsene sul piano privato, è ora arrivato il momento di chiedersi: qual è la vera partita di potere che si sta giocando adesso nell’ombra? Quella che vede come terminali di diverse cordate di interessi da una parte l’attuale premier Enrico Letta e dall’altra il sindaco di Firenze Matteo Renzi, entrambi strategicamente convinti di dover completare la devastazione dell’apparato produttivo italiano quanto tatticamente divisi per ragioni di potere personale. Le improvvise critiche riservate da quel buffone di Olli Rehn e dal suo degno compare Mario Monti alla legge di stabilità predisposta dal massone reazionario di rito draghiano Fabrizio Saccomanni (clicca per leggere) vanno lette in questa ottica. “Se non siete in grado di continuare a spremere a sangue gli italiani”, questo il messaggio esoterico contenuto fra le righe dell’analisi proposta dal vicepresidente della Commissione Europea, allora fatevi subito da parte per lasciare spazio a Matteo Renzi, cavallo di Troia nuovo di zecca pronto a dare il colpo di grazia a questi fannulloni di italiani mangia-spaghetti”. Enrichetto Letta, infatti, si è spaventato precipitandosi al convegno organizzato dal Financial Times per promettere di regalare ai padroni quel che resta del patrimonio pubblico italiano nella speranza di allungare la vita al suo meschino governo (clicca per leggere). Monti è soltanto un brutto ricordo, Letta arranca mentre Renzi è pronto per sfogare tutto il suo distruttivo potenziale. Finita tra le pernacchie e la disperazione generale la parabola del sindaco di Firenze sarà poi possibile cominciare a pensare alla ricostruzione di un’Italia piegata e afflitta come alla fine della seconda guerra mondiale. Se è per davvero geometricamente indispensabile che il nostro povero Paese finisca con l’essere brutalizzato a turno da questi tre emissari (a diverso titolo) della massoneria reazionaria sovranazionale, allora tanto vale augurarsi una rapida accelerazione degli eventi. Rivedremo la luce solo dopo avere attraversato per intero il tunnel dentro il quale una manina maligna ci ha sapientemente indirizzati.