cosa dice la Viviene Reding che cazzia i francesi sui rom, gli svizzeri e inglesi su immigrazione?
Non ha niente da dire la razzista euroburocrate?
Archivi giornalieri: 4 febbraio 2014
ELECTROLUX / LA UE: L’ITALIA SI ARRANGI, NOI NON ”POSSIAMO FARE NULLA” (TRANNE DISTRUGGERE NAZIONI COME LA GRECIA)
e di che ci si deve stupire? La Ue è nata per garantire la libera circolazione delle merci, dei capitali e degli umani (visti come merce, non a caso definiti capitale umano o risorse umane).
Venezia – “Non possiamo accettare un piano aziendale che interviene esclusivamente sul costo del lavoro e la riduzione dei salari e per questo ‘rigettiamo’ il piano aziendale presentato da Electrolux”. E’ ferma la posizione del coordinamento sindacale unitario (Fim Fiom Uil) su Electrolux che si è tenuto oggi a Mestre (Venezia). A parlare è Maurizio Geron di Fim Cisl.
Nella vicenda che riguarda il colosso svedese dell’elettrodomestico c’è in ballo il futuro dei quattro stabilimenti italiani che impiegano oltre 6 mila addetti e solo in Veneto, a Susegana (Treviso) ben 1.641 lavoratori.
“Non possiamo accettare quel piano, non conosciamo le ragioni che stanno alla base dei tagli – ha ribadito Geron – e il 17 febbraio quando ci sarà il nuovo incontro al ministero dello sviluppo economico vogliamo capire cosa intendono mettere sul tavolo, in termini di risorse, le Regioni dove si trovano i quattro stabilimenti. Non intendiamo avviare trattative con pregiudiziali sugli stabilimenti e con tagli occupazionali”, ha concluso il sindacalista.
E anche la Commissione europea entra nella vertenza Electrolux sottolineando che le imprese sono libere di spostare la produzione dove ritengono sia piu’ vantaggioso – ha detto Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue agli affari sociali, Lazslo Andor. Il portavoce ha sottolineato che “la Commissione non si oppone in principio ai trasferimenti degli stabilimenti di produzione, visto che le aziende dovrebbero essere libere di scegliere i luoghi di produzione in base ai loro specifici modelli economici e all’evoluzione delle condizioni di mercato”.
La Commissione non ha poteri per bilanciare le differenze tra stati membri in materia di costo del lavoro e tasse, e spetta invece agli stati creare le condizioni per attirare gli investimenti e creare posti di lavoro, ha continuato Todd.
Quindi la Commissione Europea ha diritto di distruggere intere nazioni, come ha fatto in Grecia, pur di aiutare le grandi banche principalmente tedesche coinvolte nelle speculazioni finanziarie che hanno affossato lo Stato ellenico, ma dice di non avere voce in capitolo per la salvaguardia dei posti di lavoro italiani, e se ne lava le mani.
Questa, si chiama in un modo solo: dittatura della grande finanza.
Redazione Milano.
Fonte: www.ilnord.it
3.02.2014
‘HOLLANDE BASHING’ : LE GUARDIAN RIDICULISE HOLLANDE
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‘Hollande Bashing’, le sport préféré des journalistes anglais …
Le très sérieux Guardian, quotidien de centre-gauche britannique, a publié en une ce samedi une photographie de François Hollande sur laquelle le président français est peu mis en valeur. Et c’est un euphémisme !
« Même si David Cameron, le premier ministre britannique, a félicité François Hollande pour son initiative du pacte de responsabilité, l’entente entre leur deux pays n’est pas vraiment cordiale. Le déplacement du président français outre-Manche vendredi a montré les différences, nombreuses, entre les deux responsables politiques », commentait le Journal du Dimanche (Paris). Des sujets de désaccord sur lesquels titrent samedi la plupart des quotidiens anglais… sauf le Guardian.
“NICE LUNCH, MONSIEUR LE PRESIDENT?”
Journal social-démocrate proche du Labour, qu’on pourrait qualifier de centre-gauche, le Guardian a pourtant choisi pour sa une une photographie qui ridiculise le président français.
Le titre qui accompagne la photographie (“Nice lunch, Monsieur le Président?”, littéralement “Bien mangé, Monsieur le Président?”) fait référence au contexte : le chef de l’Etat sortait tout juste d’un déjeuner avec le Premier ministre britannique (que l’on aperçoit en arrière-plan). Il tentait d’échapper à la pluie battante à la sortie d’un pub situé à Oxford.
LES ANGLAIS ESTIMENT QU’HOLLANDE AURAIT DU DEMISSIONNER
Pourquoi ce choix?
Dans ses pages, le Guardian se désole du fait qu'”on ne puisse plus poser de questions (à François Hollande) sur sa vie privée” (même une simple question sur son repas par exemple). Une référence à la conférence de presse qui a eu lieu vendredi : le président français y avait vertement recadré un journaliste britannique qui lui demandait l’état actuel de sa relation avec Julie Gayet.
Or, pour la presse anglaise, la vie privée des responsables publics est aussi importante que leur action politique. Selon un sondage réalisé vendredi pour le site Internet du Daily Telegraph, 73% des personnes interrogées estimaient même qu’un Premier ministre britannique, dans la même situation que François Hollande, aurait dû démissionner.
« Plus généralement, les journalistes britanniques couvrent presque davantage “l’affaire Gayet-Trierweiler” que leurs homologues français. Et osent tout. Le Sun a ainsi mis en une un cliché de Julie Gayet pris au début des années 90 où elle apparaît seins nus… “Devine qui vient dîner! La Maison-Blanche se demande quelle maîtresse elle va recevoir en tant que First Lady après le scandale sexuel de François Hollande”, écrivait dans son éditorial de une le Daily Mail. Vendredi encore, Valérie Trierweiler était décrite en “nouvelle Diana” dans les pages international du… Guardian, décidément en pointe sur le sujet », écrit encore le JDD.
TEM / avec The Guardian – JDD / 3 février 2014 /
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Colpevoli di difendere la nostra terra, di Alberto Perino – NoTav
http://www.beppegrillo.it/2014/01/colpevoli_di_difendere_la_nostra_terra_di_alberto_perino.html
“Siamo colpevoli! Colpevoli di difendere la nostra terra e i beni comuni. Chiediamo a tutti un appoggio e una solidarietà concreta.
Il tribunale ordinario di Torino, sezione distaccata di Susa, il 7 gennaio 2014 ha sentenziato: “dichiara tenuti e condanna Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vair, in solido tra di loro, al pagamento a parte attrice [LTF] di euro 191.966,29 a titolo di risarcimento del danno;” oltre al pagamento sempre a LTF di euro 22.214,11 per spese legali, per un importo totale di euro 214.180,40. La causa civile era stata intentata da LTF perché a suo dire gli era stato impedito di fare in zona autoporto di Susa il sondaggio S68 la notte tra l’11 e il 12 gennaio del 2010. I sondaggi S68 e S69 erano inutili e infatti non sono mai stati fatti né riproposti sia nel progetto preliminare sia nel progetto definitivo presentato per la tratta internazionale del TAV Torino – Lyon. Quella notte, all’autoporto, centinaia di manifestanti erano sulla strada di accesso all’area per impedire l’avvio del sondaggio. La DIGOS aveva detto che non sarebbero arrivate le forze di polizia per sgomberare il terreno dai manifestanti, ma che sarebbero venuti gentilmente a chiedere di poter fare il sondaggio, se avessimo rifiutato se ne sarebbero andati. E così avvenne. Poi si scoprì che era una trappola per tagliare le gambe ai NO TAV con una nuova tecnica: richiesta di danni immaginari per centinaia di migliaia di euro a carico di qualche personaggio del movimento.
LTF aveva nascostamente stipulato un contratto di utilizzo di due aree di circa 150 mq cadauna, mai registrato, con la CONSEPI spa, che vantava un diritto di superficie sull’area di proprietà del comune di Susa per una cifra completamente folle: 40.000 euro per i primi quattro giorni e 13.500 euro al dì per i giorni successivi per un totale dichiarato di 161.400 euro IVA compresa. Questo contratto serviva solo per gonfiare i costi e quindi la richiesta di danno. LTF aveva stipulato con la CONSEPI, in violazione di ogni principio di buon andamento della gestione dei fondi pubblici, una scrittura privata per accedere ai predetti terreni, sborsando ben 161.400 euro alla stessa CONSEPI per avere in concessione un terreno di pochi metri quadrati già oggetto di una autorizzazione amministrativa per occupazione temporanea a costo quasi zero, come prevede la legge italiana sugli espropri ed occupazioni temporanee. Dei 34 sondaggi previsti ne furono effettuati soltanto 5: un colossale bluff per dire all’U.E. che i lavori erano iniziati..
Gli avvocati del movimento presenteranno appello, ma essendo una causa civile, se LTF pretende il pagamento immediato, occorrerà pagare al fine di evitare pignoramenti o ipoteche sui beni delle tre persone condannate al risarcimento. Il MOVIMENTO NO TAV non ha le possibilità economiche per fare fronte a queste pretese. Tutto questo è stato concertato e messo in atto solo al fine di stroncare la nostra lotta.
Il MOVIMENTO NO TAV sta già sostenendo un pesantissimo onere per le difese legali, a cui si aggiunge questa batosta tremenda, che da solo non può sopportare. Per questo, con molta umiltà, ma altrettanta dignità e fiducia, chiede a tutti quelli che ci dicono: “Non mollate!”, “Siete l’unica speranza di questo Paese”, “Resistete anche per noi” di dare un concreto appoggio aiutandoci economicamente in modo che possiamo resistere ancora contro questo Stato e questi Poteri Forti che ci vogliono per sempre a cuccia e buoni.
Ci sono più di 400 persone indagate per questa resistenza contro un’opera imposta, inutile e devastante sia per l’ambiente sia per le finanze di questo Stato e che impedisce di fare tutte le altre piccole opere utili. Anche utilizzando questi sporchi mezzi non riusciranno a fermare la resistenza del popolo no tav.
Aiutateci a resistere, grazie.
I contributi devono essere versati esclusivamente sul
Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
IBAN: IT22L0760101000001004906838
intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.”
Alberto Perino
Diplomazia dei privilegi, privilegi della diplomazia
E’ da tempo che mi chiedo: a che cosa servono le Ambasciate nell’era della comunicazione? I Capi di Stato quando devono parlarsi si telefonano o si incontrano direttamente, quando Sarkozy ha dato ordine a Berlusconi di bombardare il suo amico Gheddafi, ha preso l’aereo ed ed andato a dirglielo direttamente……
Gli ambasciatori italiani guadagnano, al netto di tasse, quasi due volte e mezzo i loro colleghi tedeschi. Ma alla Farnesina nessuno sembra preoccuparsi di questa sproporzione. E la rete diplomatica italiana non è nota per la sua efficienza.
La tabella seguente riporta le remunerazioni mensili nette da tasse degli ambasciatori italiani (colonna 4) e tedeschi (colonna 5) in ciascuna delle capitali dei tre paesi più ricchi di ogni continente, più i rappresentanti all’Onu di Ginevra e New York. Sono remunerazioni teoriche, che assumono un ambasciatore senza moglie e senza figli.
GLI AMBASCIATORI ITALIANI GUADAGNANO (NETTO DA TASSE) DUE VOLTE E MEZZO QUELLI TEDESCHI
I dati italiani mi sono stati forniti direttamente da funzionari del Ministero degli Esteri(1), quelli tedeschi sono basati su fonti ufficiali scaricate da internet. In media, le remunerazioni nette italiane sono due volte e mezzo quelle tedesche (colonna 6). In Europa e in America del Nord sono quasi tre volte.
1: “A”: Ambasciatore; “MP”: Ministro Plenipotenziario; “C”: Consigliere
2: “ISE”: “Indennità di Servizio all’Estero”
In entrambi i paesi, la remunerazione totale di un ambasciatore si compone di uno stipendio metropolitano e di una indennità di servizio all’estero (“Ise” in Italia). Quest’ ultima varia secondo il costo della vita e la pericolosità della sede. (2)
Sia gli ambasciatori tedeschi sia quelli italiani hanno ovviamente diritto all’abitazione. A proposito di abitazione, Wall Street Italia riferisce che il rappresentante italiano alle Nazioni Unite di Ginevra, che già percepisce uno stipendio netto pari a quasi due volte e mezzo il suo collega tedesco, risiede in una villa a con 12 bagni da 22 mila euro di affitto al mese.
Gli ambasciatri italiani hanno diritto anche a un’ indennità per le spese di rappresentanza (non riportata in tabella, perché sottoposta a rendicontazione), che varia da 4 mila euro mensili a Pretoria a 22 mila euro a Tokyo. Essa può venire usata, tra l’ altro, per il leasing e la benzina della macchina di servizio, per viaggi di rappresentanza, per domestici, per ricevimenti, etc.. Nel caso degli ambasciatori tedeschi le spese di rappresentanza sono a carico della sede.(3)
VISTO DALLA FARNESINA È UN ALTRO MONDO
Nella primavera del 2012, una commissione incaricata di fare proposte per la razionalizzazione della spesa del Ministero degli Esteri in vista della spending review del governo Monti, così scriveva: “Va ricordato che il bilancio del MAE è composto per l’83,3 per cento da voci non rimodulabili (retribuzioni del personale) oppure rimodulabili solo parzialmente e comunque previa modifica di norme legislative (contributi obbligatori e Ise)[…]. L’obiettivo che la Commissione si è posto non è quello di creare ulteriore risparmio netto, dal momento che le risorse della Farnesina, anche sulla base dei citati confronti internazionali, non paiono ulteriormente comprimibili se non a prezzo di un drastico ridimensionamento della proiezione internazionale del Paese“. È proprio così ovvio?
Ringrazio numerosi funzionari e dirigenti della Farnesina per la loro collaborazione, e due persone che preferiscono rimanere anonime.
(1) Mentre i funzionari con cui ho parlato sono stati gentilissimi e disponibilissimi, non si può evitare di notare come il sito del Ministero degli Esteri sia assolutamente oscuro per quanto riguarda i compensi del personale diplomatico fuori sede. Con i dati pubblicati sul sito non vi è alcun modo di ricostruire i compensi dei diplomatici all’ estero, neanche approssimativamente.
(2) La metodologia per calcolare la remunerazione degli ambasciatori tedeschi è la seguente
1 – scarica il file epl05.pdf all’ indirizzo http://www.bundesfinanzministerium.de/bundeshaushalt2012/pdf/2011/epl05.pdf
2 – a pp. 96 e 97 sono elencate tutte le ambasciate e consolati, con ila qualifica del capo missione: può essere B9 (la più alta), B6, B3 o A15
3 – al sito http://oeffentlicher-dienst.info/beamte/bund/ inserendo “b9” o “B6” o “B3” appare la remunerazione metropolitana lorda e netta di un ambasciatore appartenente alle categorie predette
4 – a questo indirizzo scarica il file Informationen zur neuen Auslandsbesoldung
5 – le ultime 5 pagine di questo documento riportano la “zona” (“stufe”) di ogni città estera.
6 – alla Tabella 1 di questo documento, vai alla colonna corrispondente alla remunerazione lorda dell’ ambasciatore, trovata al passaggio 3, e alla riga corrispondente alla zona trovata nel passaggio 5.
7. Moltiplica il numero così trovato per 1.025. Questa è l’ indennità di servizio all’ estero.
8. La remunerazione totale è la somma della remunerazione metropolitana netta trovata al passaggio 3 e della indennità di servizio all’ estero trovata nel passaggio 7.
La metodologia per calcolare l’ ISE italiana è approssimativamente la seguente:
1 – prendi l’ indennità di base di 1888 euro;
2 – moltiplica l’ indennità di base per il “coefficiente di sede” (Si noti che il coefficiente di sede per gli ambasciatori è diverso da quello che si trova su alcun siti web)
3 – somma le cifre trovate nei due passaggi precedenti
4 – moltiplica la somma così trovata la MRD (la “Maggiorazione di Rischio e Disagio”).
5 – sottrai le tasse e i contributi vari (solo il 50 percento dell’indennità di base di 1888 euro è tassabile).
6 – a questo va aggiunto lo stipendio netto metropolitano.
Non tutti i parametri per seguire questi passaggi sono disponibili su internet, per quanto mi risulta. Ho ottenuto i dati sull’Ise netta e sugli stipendi metropolitani netti direttamente dal Ministero degli Esteri, che ringrazio.
Lo stipendio netto metropolitano dipende dalla qualifica dell’ Ambasciatore: “Ambasciatore”, “Ministro Plenipotenziario”, o “Primo Consigliere”. C’è una piccola alea di incertezza sullo stipendio effettivamente percepito, a causa del fenomeno delle “promozioni bianche”: un ministro plenipotenziario promosso ambasciatore potrebbe conservare lo stipendio di ministro plenipotenziario. Questa incertezza non è risolvibile.
(3) Alla presa di servizio un ambasciatore italiano percepisce anche un’ indennità di sistemazione pari a circa una volta e mezzo l’ Ise mensile (Art. 176 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18); al ritorno dal servizio ha diritto a una indennità di richiamo dal servizio pari anch’essa a una volta e mezzo l’ Ise mensile (Art. 199 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18, così sostituito dal dl 31 agosto 2013, No. 101). Alla presa di servizio ha inoltre diritto a un contributo per le spese di trasporto delle proprie “masserizie” pari al 50 percento dell’ indennità di sistemazione se la sede dista meno di 1500 km da Roma; 75 percento se tra 1500 e 3500 km; e 100 percento se oltre i 3500 km. Al ritorno dal servizio ha diritto a un altro contributo per le spese di trasporto pari alle stesse percentuali dell’indennità di richiamo dal servizio ( Art. 175 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18).
http://www.lavoce.info/diplomazia-dei-privilegi-privilegi-della-diplomazia/
Bankitalia: ecco come ci hanno fregato 7,5 miliardi. Risposta all’Unità martedì, febbraio 4, 2014
Cinque stelle. La lingua dei talebani
non trova sessista lo schiaffo dato da quello di scelta civica alla deputata grillina.
Difesa delle donne o difesa DELLE BANCHE?
In perfetto stile eguaglianza 2.0.
Un articolo di cui metto il link per lo schifo che fa solo a riportarlo. Per chi ha stomaco è un utile strumento per comprendere cosa la sinistra intenda per libertà di espressione, tolleranza e rispetto delle “diversità”.
La Boldrini chi?
Svuotacarceri: usciranno assassini, mafiosi e stupratori! #noindulto
dedicato alla Boldrini che parla di stupratori in libertà accusando i 5stelle
Boldrini: «Gli insulti sul blog di Grillo? Sono quasi potenziali stupratori»
Gian Luca Brambilla: l’imprenditore di Piazzapulita indagato per evasione fiscale
di Redazione – 04/02/2014 –
Su La7 nuovo intervento del brianzolo che voleva esportare gli anziani. Tante le reazioni su Twitter
IL CASO GIUDIZIARIO – L’iscrizione nel registro degli indagati risale allo scorso settembre. Secondo le accuse formulate dai magistrati Brambilla, che copre l’incarico di vicepresidente dell’Unione commercianti di Monza, avrebbe indebitamente prelevato soldi dalle casse della società Autotrasporti Perotti, attraverso l’utilizzo di contratti di collaborazioni fittizi per svariate centinaia di migliaia di euro in accordo con altre due persone, l’amministratore della Perotti e l’amministratore dei un’altra società, la Givi Trans. Brambilla si è difesodalle accuse dicendosi sicuro del successo in tribunale: «Per la Autotrasporti Perotti ho veramente lavorato per 3 anni. La eAgisco è una società che aiuta le aziende a ristrutturare i loro costi e tra i nostri clienti ci sono anche aziende di rilievo come Banca Intesa e Star. La Autotrasporti Perotti aveva problemi di gestione dopo la morte del padre dei tre fratelli, diventati tutti amministratori della società e da allora in dissidio tra loro. Sono andato in azienda per salvarla, ho recuperato milioni di euro con il rifinanziamento dei mutui e altre operazioni societarie». E ancora, pochi giorni fa: «A fine mese si deciderà sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento. Ho presentato una memoria difensiva di 200 pagine. Sono sicuro che da lì si capisca la verità».
«IMBARAZZANTE» – «Brambilla è la tipica rappresentazione del giornalismo italiano. Basta che urli per fare audience contenuto zero», ha scritto un utente. «Posso sapere per quali meriti parla questo Brambilla?», ha chiesto qualche altro. E ancora, su Twitter: «Nell’italico panorama di zucche vuote da talkshow un quaquaraqua come Brambilla mancava proprio».