I Governi ti cacciano dalla montagna

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SCRITTO DA: VALSUSA REPORT – FEB• 03•14
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L’ennesima attività in montagna chiude. Succede a pochi chilometri dalla valle che si oppone al passaggio del super treno. Paga servizi che non hai e chiudi. Poco importa se sei onesto e non fai il cosiddetto nero, l’illecito.

Le valli valdesi vedono l’ennesima attività di montagna che da dicembre è alla chiusura. Intervistata, la titolare fa notare che l’evolversi delle speculazioni la costringono, dopo i primi due ristoranti, a chiudere per mancanza di liquidità nell’affrontare le spese di gestione. Dopo 10 anni splendidi la chiusura.

Ecco, non sarebbe rilevante per noi se non fosse che in questa lucidissima intervista, la titolare fa riferimento proprio alle amministrazioni No Tav, che invece difendono il cittadino, ma andiamo per punti.

Innanzitutto la causa, la Tares, imposta sull’immondizia, ovvero sui servizi, aumentata del 400% va pagata. Comprende lo sgombero neve, l’illuminazione pubblica, sfalci e asfaltatura; solo che la strada è una di quelle considerate vicinali, quindi un modo per farti pagare oneri senza avere servizi. Infatti parlando dell’Acea, ditta per la rimozione dell’immondizia pagata nella tares, l’imprenditrice rileva che “in montagna noi abbiamo la tampa l’abbiamo sempre avuta, e loro s’inventano il bidone compost e mi fanno anche lo sconto”. La realtà infatti insegna in montagna a riutilizzare appunto l’humus per la coltivazione degli orti essenziali in zone lontane dalla grossa distribuzione. Come in questo caso, diventa utile quell’esubero di prodotto coltivato naturale che attira appunto il consumatore. Va da sé che l’imposta si moltiplica aggravando l’attività che invece sarebbe remunerativamente più vantaggiosa, dal momento che questo surplus pareggerebbe la spesa del trasporto per i prodotti necessari a un ristorante e non coltivabili in loco. Ci si mettono anche le Asl, sulle acque, dove l’acqua di montagna non può essere usata attingendola dagli acquedotti privati ma va usata quella del consorzio Acea.

Quando un’attività di montagna chiude si sa bene che quella parte di territorio sarà condannato alla desertificazione. Il calcolo è presto fatto: meno attività commerciali, meno persone quindi meno tasse, e minori possibilità di tenere aperti anche ospedali, poste e attività comunali, persino i sentieri turistici andrebbero presto dimenticati e con loro la memoria storica di quei territori.

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“Ammiro tantissimo i Sindaci No Tav. Loro hanno difeso e stanno difendendo il loro territorio”. A questa affermazione vi è stato un seguito sul famoso social network proprio da un Sindaco No Tav che per primo rischiò nel 2005 di vedere distrutto e stravolto il suo bel comune di montagna, Nilo Durbiano, il quale scrive: “Grazie per il gradito riferimento alle (bistrattate dai media) Amministrazioni No Tav, se vuole riaprire in un luogo non ostile la invito a considerare Bar Cenisio (borgata a quota 1500 mt slm a 5 km dal Moncenisio) da questa borgata del comune di Venaus si possono fare magnifiche e numerose passeggiate con ciaspole, escursioni di sci alpinismo, fare corse con i cani da slitta e in estate ascoltare il rumore del silenzio nei boschi o raggiungere agevolmente i numerosi rifugi in quota o i laghi di Alpone, del Moncenisio o della Ferrera… volendo si può battere anche una bellissima pista da fondo utilizzando la rete di piste tagliafuoco dei boschi… Ci pensi, l’amministrazione non è ostile!!!! Anzi c’è pure un ex Albergo/Ristorante da ristrutturare in società con la proprietà… ci pensi”.

La montagna ha risposto….

Consigliamo la visione della video intervista alla ristoratrice, fatta da Dislivellitube.2JPG

I Governi ti cacciano dalla montagnaultima modifica: 2014-02-04T22:26:44+01:00da davi-luciano
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