M5S, è scontro totale, blindato ufficio Boldrini

la Boldrini che parla di prassi democratica è da ridere. Miss tagliola
Presidente Camera: ‘Ieri gravissimi gli episodi’ Cinquestelle disertano Aula Camera e Senato
30 gennaio, 16:39

Prosegue la bagarre in parlamento. Le porte di accesso agli uffici della presidente della Camera Laura Boldrini a Montecitorio sono sbarrate da ieri sera. Le porte a vetri blindati risultano chiuse a chiave: devono essere aperte dall’interno dai commessi dell’anticamera. Non era mai successo. “Dopo aver atteso mezz’ora ci siamo allontanati dall’ufficio di presidenza perché la Boldrini era riunita con la maggioranza per decidere il da farsi. Decidono sempre fuori dalle sedi competenti e noi non ci stiamo”. Lo dice Luigi Di Maio all’ANSA annunciando che il M5s lascia l’ufficio di presidenza della Camera convocato sugli incidenti di ieri.

gli incidenti di ieri alla Camera (VIDEO)

Tensione anche in sala stampa alla Camera. Alcuni deputati grillini, tra cui Alessandro Di Battista, hanno ‘fatto muro’ fisicamente e poi urlato, impedendo, così, al capogruppo Pd Roberto Speranza di parlare di fronte alle telecamere nella saletta di Montecitorio adibita a questo. Il capogruppo ha dovuto alla fine rinunciare e tra lui e i deputati grillini sono volate parole grosse e ne è sfociata un discussione piuttosto animata (VIDEO). L’episodio dopo le tensioni questa mattina nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. I deputati M5s stamattina hanno occupato l’aula e la presidenza dove si esaminava il dl carceri. La presidente Donatella Ferranti ha cambiato sede di esame e messo direttamente in votazione il mandato al relatore che ha avuto l’ok con gli emendamenti tutti respinti per l’Aula. Le tensioni sono proseguite anche dopo il voto della Commissione Affari Costituzionali della Camera sulla legge elettorale. I due parlamentari del Pd Emanuele Fiano e Nico Stumpo sono usciti a forza di spintoni dalla commissione bloccata dai deputati di M5s e sono stati portati via a forza dai colleghi perché stavano per venire alle mani con i grillini. Alla fine del blocco c’è stato anche un violento alterco verbale tra il presidente Francesco Paolo Sisto e alcuni deputati di M5s. Speranza (Pd) chiede che siano presi provvedimenti (VIDEO).

L’ira della Boldrini: – “Ieri abbiamo assistito in quest’Aula a comportamenti e episodi gravissimi, del tutto estranei a ogni cultura istituzionale ed a ogni prassi democratica”. Lo ha detto nell’Aula della Camera la presidente Laura Boldrini, applaudita da tutta l’Aula. I deputati Pd erano tutti in piedi. Del M5S erano presenti solo in tre. A tutti – ha aggiunto Boldrini – chiedo un comportamento consono all’Aula parlamentare e di non ostacolare i lavori del Parlamento”, dentro e fuori dall’Aula. Mentre Boldrini parlava e l’Aula applaudiva, Fabio Toninelli, uno dei tre M5S in Aula (gli altri sono Mimmo Pisano e Loredana Lupo) si è messo un bavaglio sulla bocca.

Gravissime ingiurie sessiste nei confronti delle deputate. Così la presidente della Camera Laura Boldrini, durante l’Ufficio di presidenza, commenta – secondo quanto viene riferito – quanto denunciato dalle deputate Pd che sarebbero state insultate dall’esponente M5S De Rosa. Un clima intollerabile e incompatibile con la dialettica parlamentare: ha affermato Laura Boldrini, secondo quanto riferito, durante l’Ufficio di presidenza della Camera convocato per affrontare gli episodi di protesta da parte in particolare del M5S avvenuti ieri e oggi a Montecitorio.

Parlamentari M5S sull’Aventino. Cinquestelle disertano i lavori dell’Aula del Senato ora incentrati sulla discussone generale del dl Delega fiscale. Anche a Montecitorio i deputati non si sono presentati in Aula tranne Danilo Tonienelli, Mimmo Pisano e Daniela Lupo che prendono la parola per protestare per i fatti di ieri.

Ufficio presidenza, sanzioni efficaci e immediate – Sanzioni efficaci e immediate: è questa la richiesta che è arrivata da tutti gli interventi durante l’Ufficio di presidenza della Camera con un appello affinché l’istruttoria termini prima di lunedì. E’ quanto viene riferito al termine della riunione.

Intanto Stefano Dambruoso si e’ scusato con la deputata pentastellata. “Sento la necessità, anche in virtù del mio ruolo di questore della Camera, di scusarmi con la deputata del M5S, Loredana Lupo, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza. I fatti accaduti ieri in aula – dice il questore della Camera Stefano Dambruoso – nella loro oggettività non consentono un ribaltamento della verità. Il diritto politico alla protesta è sconfinato in una aggressività ingiustificabile da parte di numerosi deputati del M5S. Rivedendo le immagini tuttavia sento la necessità, anche in virtù del mio ruolo di questore della Camera, di scusarmi con la deputata del M5S, Loredana Lupo, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza. Le azioni di ieri in aula hanno contribuito ad acuire un clima di avvelenamento all’interno delle istituzioni che oggi è necessario stemperare. In tal senso fornisco il mio contributo non partecipando ai lavori dell’ufficio di presidenza che si occuperanno degli episodi avvenuti ieri pomeriggio”.

Brescia, se noi attaccati gente non resterà calma – “Ieri è stata varcata una soglia. Nel momento in cui si vanno a rompere gli equilibri, già labili, tra opposizione e maggioranza, l’opposizione deve andare oltre il regolamento. È ovvio che se noi subiamo attacchi così gravi, i cittadini che sono fuori non manterranno la calma”. Lo dice Giuseppe Brescia, deputato del Movimento 5 Stelle, ad Agorà, su Rai3. “Ieri sera siamo stati vittima di inaudita violenza: mai nella storia della Repubblica un presidente della Camera si era permesso di applicare la ‘ghigliottina’, che significa tappare la bocca all’opposizione. È stato un atto gravissimo”, spiega Brescia. “Un altro atto assurdo stato quello del deputato Dambruoso che ha picchiato una nostra deputata. Quando si silenziano le opposizioni siamo in una dittatura”, conclude.

http://ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/04/19/Imu-Bankitalia-Riparte-esame-Camera-prosegue-tattica-M5S_9980746.html

Le spese pazze del Pd: conti in rosso, super consulenze e personale inutilizzato

nessuno chiede le dimissioni?

giovedì, 30, gennaio, 2014

 Non è delle più serene l’atmosfera all’interno del Partito democratico. Non è sulla legge elettorale che ci sarà lo scontro più feroce, ma sulle spese interne del partito.
Il problema era destinato a esplodere, inevitabilmente. Il tesoriere Antonio Misiani ha mollato la cassa a fine dicembre con un passivo di 4 milioni di euro. Un rosso che per il 2014 è atteso a quota 7-8 milioni, se passa la legge sui rimborsi elettorali.
Renzi and company, arrivati alla guida del partito, hanno trovato conti in rosso, spese folli in consulenze, decine di unità di personale inutilizzato e anche una manciata di nuove assunzioni nonostante il blocco già operante da qualche anno. Vecchia e nuove dirigenza arriveranno allo scontro, scrive L’Espresso:
Francesco Bonifazi, nuovo tesoriere del Pd, non si aspettava una situazione così disastrosa.
Si va da spese considerevoli per un esercito di personale “spropositato” (200 unità, di cui 157 utilizzate effettivamente), al superamento dei vincoli derivanti dal blocco delle assunzioni, già deciso nel 2011, e che invece lo scorso marzo avrebbe portato ad immettere in ruolo (cioè a tempo indeterminato) dirigenti di primissimo piano, subito prima del loro ingresso in Parlamento.
Nel partito si farà “pulizia” nel personale, perchè come scrive il settimanale c’è chi “da sempre lavora come una bestia” e chi, in orario di servizio, completava le compere dei saldi o faceva la fila dal macellaio. Renzi, come già fatto a Firenze, su questo punto sarà inflessibile.
Le spese contestate vanno, tra l’altro, dal numero considerevole di copie de L’Unità destinate al macero (“la consistenza del partito garantisce somme cospicue di finanziamento pubblico al giornale. Per il resto dovrebbero valere le regole del mercato”), fino ai 324 mila euro destinati all’aggiornamento del sito del Partito Democratico. “Con gli stessi soldi prendo dieci unità di personale inutilizzate, gli faccio la formazione e le mando ad aggiornare il sito della Nasa, oltre a quello del PD”, è uno dei ragionamenti spicci che circolano.
today.it
http://www.imolaoggi.it/2014/01/30/le-spese-pazze-del-pd-conti-in-rosso-super-consulenze-e-personale-inutilizzato/

Nel 2012 Paesi UE hanno esportato 40 miliardi di armi in Medio Oriente

giovedì, 30, gennaio, 2014

I paesi europei hanno esportato nel 2012 armi e tecnologie militari per quasi 40 miliardi di euro, stabilendo un primato per le consegne in Medio Oriente, una regione ostaggio di guerre e conflitti nonostante le speranze suscitate dalla ”primavera araba”: i dati – secondo quanto scrive l’agenzia Misna – sono contenuti in un rapporto annuale, pubblicato in settimana dall’Ue. Nello studio, il 15* del genere, si stima che le esportazioni abbiano raggiunto un valore complessivo di 39 miliardi e 900 milioni.
Le vendite ai paesi mediorientali avrebbero generato ricavi per nove miliardi e 700 milioni, un dato che rappresenta un incremento del 22% rispetto al 2011. Secondo il rapporto, le esportazioni verso questa regione hanno raggiunto livelli record sia per le armi leggere (265 milioni) che per i sistemi per la direzione del tiro (un miliardo e 200 milioni) e il munizionamento (448 milioni).
In Medio Oriente il primo acquirente di tecnologie europee e’ l’Arabia Saudita (tre miliardi e mezzo), seguita da Emirati Arabi Uniti (due miliardi e 200 milioni) e Oman (un miliardo e mezzo). Ma l’industria bellica dei paesi dell’Ue ha guadagnato miliardi anche in altre regioni del mondo. Ad esempio in India (un miliardo e 700 milioni), Pakistan (377 milioni) e Cina (174 milioni). E spesso addirittura violando restrizioni sulla vendita di tecnologie militari imposte dall’Europa stessa, come e’ accaduto per Afghanistan, Myanmar, Bielorussia, Cina, Eritrea, Costa d’Avorio, Repubblica democratica del Congo, Guinea, Iraq, Libano, Liberia, Libia, Somalia, Sud Sudan, Siria e Zimbabwe. asca
http://www.imolaoggi.it/2014/01/30/nel-2012-paesi-ue-hanno-esportato-40-miliardi-di-armi-in-medio-oriente/

Imu-bankitalia: un triplo regalo alle banche, ai danni dello Stato

giovedì, 30, gennaio, 2014
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30 genn – Un triplo vantaggio per le banche e una fregatura secca per le casse pubbliche. La riforma della Banca d’Italia, alla fine, è diventata legge dello Stato. Seppur sofferto, è arrivato, in serata, il via libera definitivo della Camera al decreto legge Imu che, tra altro, conteneva il blitz sulle quote di Bankitalia.
 
Un abbinamento, quello tra le norme relative alla tassa sulla casa e quelle sul riassetto patrimoniale di via Nazionale, architettato dal governo di Enrico Letta per blindare il regalo agli istituti di credito. E il ricatto, nonostante l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle cui si è aggiunta la levata di scudi di Fratelli d’Italia, ha avuto l’effetto sperato. C’è voluta la «ghigliottina» di Laura Boldrini (il presidente della Camera ha infatti tagliato gli interventi in aula a Montecitorio, accelerando il voto) per assicurare il cadeau dell’esecutivo alle banche.
 
Per le finanze dello Stato, come accennato, c’è la beffa. Con la perdita di gettito da 750 milioni di euro. A certificare il buco nei conti pubblici sono stati i tecnici della Camera. Le nuove norme cambiano gli equilibri e per gli istituti sale a 450 milioni la fetta di utili garantita.
 
Si riduce, gioco forza, quella dello Stato che negli ultimi anni ha incassato da via Nazionale rispettivamente 1 miliardo (2009), 511 milioni (2010), 677 milioni (2011) e 1,5 miliardi (2012). La riforma è sostanzialmente retroattiva e perciò vale anche per lo scorso anno. Secondo gli esperti di Montecitorio «nel bilancio dello Stato per il 2014 risulta ridotto di 750 milioni rispetto alle previsioni per il 2013». Ovviamente la sforbiciata vale anche per il futuro: la dieta per lo Stato è strutturale, cioè permanente.
 
Tutto ciò a fronte di un gettito una tantum (900 milioni) derivante dalla tassa (12%) applicata alla plusvalenza tra valore originario del capitale di Bankitalia (156mila euro) e quello aggiornato col decreto, cioè 7,5 miliardi di euro. I vantaggi per gli istituti, comunque, non si esauriscono coi dividendi.
 
Grazie a quella montagna di quattrini nuova di zecca, gli istituti rafforzano il loro patrimonio (secondo regalo) in vista delle verifiche europee e, soprattutto, in vista di Basilea3, il nuovo meccanismo che regolerà l’erogazione di prestiti alle imprese. In qualche modo, dunque, si fa pagare alla collettività – in termini di rinuncia dello Stato a una fetta di dividendo di Bankitalia – le conseguenze dei guasti del sistema bancario.
 
Un pasticcio clamoroso, insomma. E la conferma, nonostante gli strali a orologeria della lobby bancaria contro i presunti inasprimenti fiscali (vale la pena ricordare che la legge di stablità ha tagliato 20 miliardi di tasse sulle svalutazioni), che a palazzo Chigi i banchieri sono di casa.
 
Il terzo regalo arriverà tra un po’. La riforma di Bankitalia pone un tetto alla partecipazione al capitale: 3%. Limite oggi violato da quasi da tutti gli «azionisti», in particolare IntesaSanpaolo e Unicredit che insieme hanno più del 50% delle quote. Entro tre anni, bisogna scendere al 3% e, al momento della cessione, gli istituti avranno denaro fresco in cassa. Per Intesa e Unicredit si tratta di circa 4 miliardi, stando ad alcune stime preliminari. Potrà essere la stessa Bankitalia a comprare temporaneamente le azioni extra.
 
Il Tesoro nega l’esistenza di favori, ma la riforma grida vendetta. Di qui le proteste a Montecitorio, dove si è cercato di bloccare il decreto. Certo, il quadro sarebbe stato altrettanto caotico qualora il «sì» di Montecitorio non fosse arrivato entro la mezzanotte di ieri. Anzi, per certi versi sarebbe stato peggio, specie se si guarda la faccenda dal punto di vista del cittadino.
 
La mancata conversione del provvedimento d’urgenza avrebbe fatto decadere l’intero pacchetto normativo e per i contribuenti sarebbe tornato lo spettro della seconda rata Imu. A fronte del triplo regalo alle banche, dunque, il pericolo è stato scongiurato. Il balzello sugli immobili relativo al 2013 (con l’eccezione della mini Imu pagata il 24 gennaio) è andato in soffitta: il decreto prevede che il mancato gettito della rata Imu di dicembre sia «coperto» dall’aumento dell’Ires a carico degli istituti di credito.
 
Un «sacrificio» che le banche hanno sopportato proprio in cambio dell’operazione Bankitalia. Ecco: anche il Quirinale, nel trovare il necessario collegamento tra le norme sull’Imu e quelle sull’istituto centrale, deve aver guardato tra le pieghe dell’accordo sottobanco tra palazzo Chigi e i banchieri. I quali parlano di riforma «sacrosanta» e toccano le corde del confronto europeo.
 
Eppure, nel Vecchio continente non esiste altra banca centrale in mano ai privati come quella della Penisola. Né, soprattutto, esiste un board indicato dagli istituti. Quelli italiani continueranno a nominare il consiglio superiore di palazzo Koch. Sia chiaro: non avranno alcuna facoltà di intervenire sull’attività di vigilanza: la questione «controllato azionista del controllore» resta una formalità. Tuttavia, il consiglio superiore è l’organismo che decide sulla distribuzione dell’utile e sulla gestione delle riserve auree oltre che sulle riserve valutarie. E qualche interferenza con la politica, in questo terreno, non è da escludere a priori.
 

Il campo di battaglia per salvare la Banca d’Italia proprietà degli italiani che viene regalata ai privati e forse anche al PD.

Battaglie campali a Montecitorio dove la democrazia vive attraverso i ragazzi e le ragazze di cinque stelle che sebbene siano solo meno di un terzo dell’assemblea sono capaci di tenere testa alla Grande Ameba fatta da deputati di FI e PD.
A tg3 si sono lasciati sfuggire la scena di due grossi commessi o deputati non ho ben capito che picchiavano una esile deputata di Cinque stelle che si era portata sotto la Presidenza per protestare contro la Tiranna che protegge solo la maggioranza, è con la maggioranza ed ha applicato ieri la ghigliottina una odiosa prerogativa del presidente della Camera mai usato nei settanta anni di storia del parlamento. Vergogna per la Signora Boldrini!!!
I valorosi deputati di cinque stelle hanno tentato fino alla fine di salvare la Banca d’Italia dalla grande spartizione fatta a vantaggio di Draghi e delle Banche che beneficiano di un aumento di capitale da 500 milioni a sette miliardi.
Se non ho mal capito anche le assicurazioni entreranno nel capitale di Banca d’Italia. Assicurazione vuol Dire Unipol-Sai, Vuol dire che il PD entra nella Banca d’Italia. Altro che esclamazione intercettata di Fassino: Finalmente anche noi abbiamo una banca! Il PD si colloca nel cuore del sistema finanziario e stringe rapporti incestuosi e mostruosi con l’oligarchia dei banchieri euro-atlantici.
Sono davvero emozionato per l’intensità ed il valore delle battaglie dei giovani pentestellati in Parlamento. Suppliscono molto bene la assenza della sinistra comunista esclusa da un patto mafioso tra Berlusconi e Veltroni.

La lotta continua domani.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=67379

Uniti dall’odio

Manuel Ochsenreiter 29 gennaio 2014
 
Il Prof. Aleksandr Dugin è un filosofo e professore all’Università statale di Mosca. Dugin è il leader internazionale del “Movimento eurasiatista”, ed è noto per il libro ‘Fondamenti di geopolitica’.
 
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Prof. Dugin, i media mainstream e le dirigenze politiche occidentali descrivono la recente situazione in Ucraina come un conflitto tra l’alleanza dell’opposizione democratica e liberale pro-europea e un regime autoritario con un dittatore come presidente. È d’accordo?
Dugin: Conosco tale storia e ritengo che questo tipo di analisi sia totalmente sbagliato. Non possiamo dividere il mondo di oggi come nella Guerra Fredda. Non c’è un “mondo democratico” che si erge contro un “mondo antidemocratico”, come molti media occidentali riportano.
 
Il vostro Paese, la Russia, è uno dei nuclei di questo cosiddetto “mondo antidemocratico” se crediamo ai nostri media mainstream. E la Russia con il Presidente Vladimir Putin cerca d’intervenire nella politica interna ucraina, leggiamo…
Dugin: Questo è completamente sbagliato. La Russia è una democrazia liberale. Date un’occhiata alla costituzione russa: abbiamo un sistema elettorale democratico, un parlamento funzionante, un sistema di libero mercato. La Costituzione si basa sul modello occidentale. Il nostro presidente Vladimir Putin governa il Paese in modo democratico. Non siamo una monarchia, una dittatura, un regime comunista sovietico.
 
I nostri politici in Germania chiamano Putin “dittatore”!
Dugin: (ride) Su quali basi?
 
A causa delle sue leggi contro gli LGBT, il sostegno alla Siria, i processi contro Mikhail Khodorkhovskij e ‘Pussy Riot’…
Dugin: Così lo chiamano “dittatore”, perché a loro non piace la mentalità russa. Ogni punto che Lei ha citato è completamente legittimo democraticamente. Non c’è un singolo elemento “autoritario”. Quindi non dobbiamo confonderci: anche se non piace la politica della Russia non si può negare che la Russia sia una democrazia liberale. Il Presidente Vladimir Putin accetta le regole democratiche del nostro sistema e le rispetta. Non ha mai violato una sola legge. Così la Russia è parte del campo democratico liberale e il modello da guerra fredda non serve a spiegare la crisi ucraina.
 
Quindi, come possiamo descrivere tale conflitto violento e sanguinoso?
Dugin: Abbiamo bisogno di una chiara analisi geopolitica e di civiltà. Dobbiamo accertare i fatti storici, anche se in questi giorni non sono in voga!
 
Che vuol dire?
Dugin: L’Ucraina di oggi è uno Stato che non è mai esistito nella storia. Si tratta di una nuova entità.  Questa entità ha almeno due parti completamente diverse. Queste due parti hanno un’identità e una cultura diversa. C’è l’Ucraina occidentale, unita nella sua identità all’Europa orientale. La stragrande maggioranza delle persone che vivono in Ucraina occidentale si considera europea dell’Est. E tale  identità si basa sul rifiuto completo di qualsiasi idea panslava con la Russia. I russi sono considerati nemici esistenziali. Possiamo dire così: odiano i russi, la cultura russa e, naturalmente, la politica russa. Ciò è una parte importante della loro identità.
 
Non ne siete irritato in quanto russo?
Dugin: (ride) Per nulla! Si tratta di una parte dell’identità. Non significa necessariamente che vogliono entrare in guerra contro di noi, ma non sono come noi. Dobbiamo rispettarlo. Guardate, gli statunitensi sono odiati da molti più popoli e l’accettano. Così, quando gli ucraini occidentali ci odiano, non è né male, né bene, è un fatto. Diciamo semplicemente accettiamolo. Non tutti ci amano!
 
Ma gli ucraini orientali sono russi quanto e anche più di Lei!
Dugin: Non così in fretta! La maggior parte delle persone che vivono nella parte orientale dell’Ucraina condivide una comune identità con il popolo russo, storica, di civiltà e geopolitica. L’Ucraina orientale è un Paese russo ed eurasiatico. Quindi ci sono due Ucraine. Lo vediamo assai chiaramente alle elezioni. La popolazione è divisa in ogni importante questione politica. Soprattutto  quando si tratta delle relazioni con la Russia, siamo testimoni di come drammatico diventi il problema: una parte è assolutamente anti-russa, l’altra parte assolutamente filo-russa. Due diverse società, due Paesi diversi e due diverse identità storiche nazionali vivono in una sola entità.
 
Quindi la domanda è quale società domina l’altra?
Dugin: Questo è una parte importante della politica ucraina. Abbiamo le due parti e abbiamo la capitale Kiev. Ma a Kiev abbiamo entrambe le identità. Non è né la capitale dell’Ucraina occidentale né dell’Ucraina orientale. La capitale della parte occidentale è Lvov, la capitale della parte orientale è Kharkov. Kiev è la capitale di un’entità artificiale. Ciò è importante per capire il conflitto.
 
I media occidentali ed ucraini “nazionalisti” sarebbero fortemente in disaccordo con il termine “artificiale” per lo Stato ucraino.
Dugin: I fatti sono chiari. La creazione dello Stato di Ucraina nei confini attuali non è il risultato della Storia. Fu una decisione burocratica e amministrativa dell’Unione Sovietica. La Repubblica Socialista Sovietica dell’Ucraina fu una delle 15 repubbliche dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1991. In tutti questi 72 anni i confini della repubblica cambiarono spesso, con una parte significativa di quella che oggi è l’Ucraina occidentale annessa dall’Armata Rossa nel 1939, e con l’aggiunta della già russa Crimea, nel 1954.
 
Alcuni politici ed analisti dicono che la soluzione più semplice sarebbe la partizione dell’Ucraina in  uno Stato orientale e uno occidentale.
Dugin: Non è così facile come potrebbe sembrare, perché avremmo problemi con le minoranze nazionali. Nella parte occidentale dell’Ucraina vivono molte persone che si considerano russe, oggi.  Nella parte orientale vive una parte della popolazione che si considera ucraina occidentale. Vedete: una semplice partizione dello Stato non risolverebbe davvero il problema, ma ne creerebbe uno nuovo. Possiamo immaginare la separazione della Crimea, perché quella parte dell’Ucraina è territorio popolato solo da russi.
 
Perché sembra che l’Unione europea sia tanto interessata ad “importare” tutti questi problemi?
Dugin: Non è nell’interesse dell’alleanza europea, ma degli Stati Uniti. Si tratta di una campagna politica contro la Russia. L’invito di Bruxelles all’Ucraina di adesione all’occidente ha subito creato un conflitto con Mosca e un conflitto interno all’Ucraina. Ciò non sorprende per nulla chi conosce la società e la storia ucraina.
 
Alcuni politici tedeschi hanno detto di esser sorpresi dalle scene di guerra civile a Kiev…
Dugin: Questo la dice lunga sull’istruzione politica e storica dei vostri politici riguardo la crisi in Ucraina…
 
Ma il presidente ucraino Viktor Janukovich ha rifiutato l’invito occidentale.
Dugin: Certo. E’ stato eletto dal Sud filo-russo e non dall’occidente. Janukovich non può agire contro l’interesse e la volontà della sua base elettorale. Se avesse accettato l’invito dell’UE sarebbe stato considerato un traditore dai suoi elettori. I sostenitori di Janukovich vogliono l’integrazione con la Russia. Per dirla chiaramente: Janukovich ha semplicemente fatto ciò che gli era assai logico. Nessuna sorpresa, nessun miracolo. Semplicemente logica politica.
 
Vi è ora una alleanza delle opposizioni politicamente molto pluralista contro Janukovich: Questa alleanza comprende liberali, anarchici, comunisti, gruppi di destra, gay, anche nazionalisti e gruppi e teppisti neo-nazisti. Cosa tiene insieme tali diversi gruppi ed ideologie?
Dugin: Sono uniti dal solo odio contro la Russia. Janukovich è ai loro occhi un ascaro della Russia, amico di Putin e uomo dell’Oriente. Odiano tutto ciò che ha a che fare con la Russia. Questo odio li tiene insieme, questo è un blocco dell’odio. Per dirla chiaramente: l’odio è la loro ideologia politica.  Non amano l’Unione europea o Bruxelles.
 
Quali sono i principali gruppi? Chi domina l’opposizione?
Dugin: Sono chiaramente i più violenti gruppi neo-nazisti del cosiddetto Euro-Maidan. Suscitano  violenze e una situazione da guerra civile a Kiev.
 
I madia mainstream occidentali sostengono che il ruolo di tali gruppi estremisti è drammatizzato dai media filo-russi per diffamare l’intera alleanza dell’opposizione.
Dugin: Certo. Come vogliono giustificare che l’Unione europea e i governi europei sostengono neo-nazisti estremisti e razzisti oltre i confini dell’UE, mentre all’interno compiono azioni melodrammatiche e gravi anche contro i gruppi dell’estrema destra più moderata?
 
Ma come possono, per esempio, i gruppi gay e gruppi liberali di destra e di sinistra combattere a fianco dei neo-nazisti, noti per non essere per nulla gay friendly?
Dugin: Prima di tutto, tutti questi gruppi odiano la Russia e il presidente russo. Questo odio li rende compari. E i gruppi liberali di sinistra non sono meno estremisti dei gruppi neo-nazisti. Tendiamo a pensare che siano liberali, ma si sbaglia terribilmente. Soprattutto in Europa orientale e in Russia molto spesso le lobby omosessuali e gruppi ultranazionalisti e neonazisti sono alleati. Anche la lobby omosessuale ha idee assai estreme su come deformare, rieducare e influenzare la società. Non dobbiamo dimenticarlo. Le lobby gay-lesbiche non sono meno socialmente pericolose dei neo-nazisti.
 
Sappiamo che una tale alleanza è presente anche a Mosca. Il blogger liberale e candidato alla carica di sindaco di Mosca Aleksej Nawalnij fu supportato da una tale alleanza di organizzazioni per i diritti dei gay e di gruppi neo-nazisti.
Dugin: Esattamente. E questa coalizione filo-Nawalnij fu sostenuta anche dall’occidente. Il punto è che ciò non ha nulla a che fare con l’ideologia di tali gruppi. Non interessa all’occidente.
 
Che vuoi dire?
Dugin: Cosa accadrebbe se un’organizzazione neo-nazista sostenesse Putin in Russia o Janukovich in Ucraina?
 
L’UE avvierebbe un’enorme campagna politica sui media mainstream occidentali per sottolineare un tale scandalo.
Dugin: Esattamente. Quindi si tratta solo da quale parte stia un dato gruppo. Se il gruppo è contro Putin, contro Janukovich, contro la Russia, l’ideologia non è un problema. Se tale gruppo sostiene Putin, la Russia o Janukovich, l’ideologia diventa immediatamente un problema enorme. Si tratta solo del lato geopolitico cui appartiene il gruppo. Non è altro che geopolitica. E’ una buona lezione su ciò che accade in Ucraina. La lezione ci dice: la Geopolitica domina questi conflitti e nient’altro.  Assistiamo a ciò anche in altri conflitti, in Siria, Libia, Egitto, Caucaso, Iraq, Iran…
 
Qualsiasi gruppo sia a favore dell’occidente è un gruppo di “buoni” senza badare se sia estremista?
Dugin: Sì e qualsiasi gruppo contro l’occidente, anche se laico e moderato, sarà definito “estremista” dalla propaganda occidentale. Tale approccio domina i campi di battaglia geopolitici di oggi. Puoi essere il combattente salafita più radicale e brutale, puoi odiare gli ebrei e mangiare organi umani di fronte a una telecamera, finché lotti per gli interessi occidentali contro il governo siriano sei un alleato rispettato e sostenuto dall’occidente. Quando si difende una società multi-religiosa, laica e moderata, tutti ideali occidentali, ma si ha una posizione contraria agli interessi occidentali, come il governo siriano, sei un nemico. Nessuno è interessato a ciò in cui credi, è solo il lato geopolitico scelto che è giusto o sbagliato per la potenza egemone occidentale.
 
Prof. Dugin, in particolare i gruppi di opposizione ucraina che si fanno chiamare “nazionalisti” sarebbero fortemente in disaccordo con Lei. Affermano: “Siamo contro la Russia e contro l’UE, abbiamo una terza posizione!” Ironicamente anche il combattente salafita in Siria avrebbe detto la stessa cosa: “odiamo gli americani tanto quanto il governo siriano“. C’è qualcosa di simile a una possibile terza posizione in questa guerra geopolitica di oggi?
Dugin: L’idea di avere una terza e indipendente posizione tra i due blocchi dominanti è molto comune. Ho avuto alcune interessanti interviste e colloqui con una figura di spicco della guerriglia separatista cecena. Mi confessò che in realtà credeva nella possibilità di una Cecenia islamica indipendente e libera. Ma più tardi capì che non c’era una “terza posizione”, nessuna possibilità. Capì che combatteva contro la Russia per l’occidente. Era uno strumento geopolitico dell’occidente, un ascaro della NATO sul campo di battaglia caucasico. La stessa brutta verità colpisce l’ucraino “nazionalista” e il combattente salafita arabo: sono ascari dell’occidente. E’ difficile accettarlo, perché a nessuno piace l’idea di essere l’utile idiota di Washington.
 
Per dirla chiaramente: la “terza posizione” è assolutamente impossibile?
Dugin: Oggi senz’altro. Ci sono una potenza terrestre e una marittima in geopolitica. La potenza terrestre oggi è la Russia, quella marittima Washington. Durante la seconda guerra mondiale la Germania cercò d’imporre una terza posizione. Tale tentativo si basava proprio su quegli errori politici di cui parliamo adesso. La Germania continuò la guerra contro la potenza marittima rappresentata dall’impero inglese, e contro la potenza terrestre rappresentato dalla Russia. Berlino  combatté contro le principali forze globali e perse la guerra. Il finale fu la completa distruzione della Germania. Così, se neanche la forte e potente Germania dell’epoca non fu abbastanza forte per imporre la terza posizione, come gruppi molto più piccoli e deboli potrebbero farlo oggi? E’ impossibile, si tratta di un’illusione ridicola.
 
Chiunque affermi, oggi, di lottare per una “terza posizione” indipendente è in realtà un ascaro dell’occidente?
Dugin: Nella maggior parte dei casi, sì.
 
Mosca sembra essere molto passiva. La Russia non supporta alcun suo delegato nei Paesi dell’UE. Perché?
Dugin: La Russia non ha un’agenda imperialista. Mosca rispetta la sovranità e non interferisce nella politica interna di nessun altro Paese. Ed è una onesta e buona politica. Lo vediamo anche in Ucraina. Vediamo molti più politici dell’UE e addirittura politici e diplomatici degli USA recarsi a Kiev per sostenere l’opposizione, che politici russi sostenere Janukovich in Ucraina. Non dobbiamo dimenticare che la Russia non ha interessi egemonici in Europa, ma gli statunitensi sì. Francamente parlando, l’Unione europea non è un vero e proprio ente europeo, è un progetto transatlantico imperialista. Non serve gli interessi dei cittadini europei, ma dell’amministrazione di Washington. L’”Unione europea” è in realtà anti-europea ed “Euro-Maidan” è in realtà “anti-euro-Maidan”. I violenti neonazisti in Ucraina non sono “nazionalisti” o “patriottici” o “europei”, sono solo ascari degli USA. Lo stesso vale per i gruppi per i diritti degli omosessuali, le organizzazioni come FEMEN o i gruppi di protesta liberali di sinistra.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Missione compiuta, il Fmi presta 506 milioni di dollari alla Tunisia

ora si che la Tunisia si è “civilizzata”..

giovedì, 30, gennaio, 2014
30 GEN – Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha annunciato di avere sbloccato prestiti a favore della Tunisia per 506 milioni di dollari, con diversi mesi di ritardo a causa dell’instabilità politica nel Paese.
Il consiglio di amministrazione dell’Fmi, che rappresenta 188 Stati membri, ha indicato di avere dato il via libera ai fondi nell’ambito del piano di aiuti per 1,7 miliardi di dollari accordato al Paese nel giugno scorso per accompagnare la sua transizione politica.
http://www.imolaoggi.it/2014/01/30/missione-compiuta-il-fmi-presta-506-milioni-di-dollari-alla-tunisia/

Crisi, commerciante 62enne suicida a Firenze

Berlusconi negava la crisi ed i giornali ne han parlato per mesi ed i politici dell’opposizione condannavano tale affermazione. Giustamente.
Si diffondono i suicidi e si comincia a parlare di suicidi per crisi, ma sotto al governo tecnico di Monti tanto caro al mondo presentabile della società civile ed ecco che si PUO’ e si deve NEGARE I SUICIDI PER CRISI ECONOMICA. Ved il caro Gennaro Carotenuto.
Se lo dice il mondo del caviale e champagne, dobbiamo crederci senza riserva. E’ alquanto ripugnanto che i signori dell’eguaglianza discrimino le morti a seconda dell’opportunità politica.

giovedì, 30, gennaio, 2014
FIRENZE, 30 GEN – Un commerciante di 62 anni si è suicidato sparandosi un colpo di pistola nella sua casa nei pressi di Firenze. E’ successo ieri pomeriggio. L’uomo non ha lasciato scritti per spiegare il gesto, tuttavia i primi accertamenti dell’Arma considerano l’ipotesi delle difficoltà economiche.
Il 62enne aveva un negozio in centro. La moglie avrebbe detto ai carabinieri che l’attività era in crisi, escludendo che il marito fosse colpito da depressione.
http://www.imolaoggi.it/2014/01/30/crisi-commerciante-62enne-suicida-a-firenze/

Expo 2015: palcoscenico per la Moneta Unica Mondiale?

certo, vuoi non credere a Washington che vuole questa moneta come segno di pace nel mondo? Caspita almeno cambiassero il copione delle fregnacce raccontate per imporre l’euro. Che davvero credete sia una moneta che serve alla finanza ed ai banchieri?? Ma no dai, complottisti. Il nome poi, tipico dei credenti nella religione massonica, stile legge del contrappasso. Uniti della diversità. Quale diversità che è proibito pensare in modo diverso, se sei contrario all’euro sei addirittura perseguibile dai servizi segreti. Se non ti accordi al pensiero politically correct violi la legge..quale diversità che avere una propria cultura ed identità nazionale è considerato razzista???
 
 
Mercoledì, Gennaio 29th/ 2014
– di Sergio Basile –
Letta, Van Rompuy, Barroso, Pittela & Co in pompa magna a Bruxelles per la presentazione dell’Expo:
ma l’esposizione universale dovrebbe essere anche il palcoscenico ideale per presentare la nuova “Moneta Unica Mondiale
La nuova arma di dominio mondiale dell’usurocrazia internazionale: tutto rientra nel progetto Rothschild
e degli “Illuminati” del 1° Maggio 1776
►Video in allegato:
   – Moneta Unica Mondiale (Tg2 20/9/2011)
   – Simbolismo satanico della Moneta Unica Mondiale
   – Auriti spiga il valore della Moneta
 
      – I Demoni del Danaro
 
New-World-Order-Coin-Moneta-Unica-Mondiale-Expo-Milano-2015 (1)
 Expo 2015 – Presentazione al Parlamento Europeo
 
Milano, Bruxelles –  L’Expo 2015 di Milano sarà presentato ufficialmente  oggi 28 gennaio 2014 presso la sede di Bruxelles del Parlamento Europeo. Il premier-tecnico non eletto Enrico Letta rappresenterà l’Italia assieme al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al direttivo della società Expo 2015 – Diana Bracco e Giuseppe Sala – e al Presidente della commissione agricoltura, Paolo De Castro.: tutti accolti dai Vice-presidenti italiani dell’Eurocamera, Gianni Pittella (PD,  in quota al gruppo ALDE) e Roberta Angelilli. Presenti anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso e il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani. Grandi affari per soliti noti e multinazionali a parte – e qualche possibilità di lavoro in più per i comuni mortali dell’eurogabbia italica.. briciole – l’expo è atteso anche per un altro evento: la probabile presentazione del prototipo della “moneta unica mondiale“: progetto che risale per la verità al 2010. Ma per capire meglio, conviene fare un piccolo salto nel passato.
 
L’Expo 2015 e la moneta unica mondiale
 
Era l’Agosto del 2012 quando l’uomo Bilderberg Mario Monti – appena dimesso dalla prima poltrona europea della Trilateral Commission –  si apprestava a dare le prime distruttive spallate al Bel Paese, a botte di spread e con la complicità delle agenzie (a delinquere) del rating. In quei giorni era anche il tempo – qualche nostro lettore lo ricorderà – in cui  Beppe Grillo invocava la “chiusura” per fallimento del Parlamento Italiano – poi finì per mandarci i suoi – e, a fasi alterne, la diffusione su scala regionale di una sorta di moneta locale emessa a costo zero per – sostenevano i grillini – “mandare avanti l’economia regionale e combattere il signoraggio“. Ma evidentemente era tutto fumo negli occhi… buoni propositi e nulla più per accattivarsi le simpatie delle masse e controllare le proteste di piazza in rapido fermento, come una sorta di effetto Monarch. Ma era anche il tempo in cui Grillo cominciava a discostarsi dalla linea monetaria di Giacinto Auriti (vedi qui –  http://www.youtube.com/watch?v=Rb9qfndKL7s), dopo averlo seguito in giro per l’italia in diversi congressi ed aver parlato di signoraggio ed “inganno monetario” nei suoi famosissimi “Reset”. Ma – giusto per restare in tema di usura – era anche il tempo della pronunzia costituzionale in merito al dittatoriale “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES) da parte della Consulta Tedesca e delle “strategiche” preoccupazioni del Presidente Barack Obama, “sulla tenuta dell’euro e dell’Eurozona“.
 
I Simboli del Nuovo Ordine Mondiale e le due aree di conquista
 
Frattanto l’intellighenzia mondialista non perdeva tempo e preparava la fase finale del “Governo Unico Mondiale“, proprio a partire da due aree: 1) dalla colonia Europa, posta sotto il dominio Usa dal ’43-45 in poi e messa in ginocchio dall’usurocrazia internazionale e dalla progressiva creazione di un unico stato europeo, i cosiddetti “Stati Uniti d’Europa“. E ciò specie su spinta della Commissione Ue che continuava – e lo ha fatto fino ad oggi – ad arrogare a sé gli ultimi scampoli di sovranità nazionale rimasti agli stati dell’Eurozona, avviliti e umiliati da una crisi indotta e pilotata2) dal Medioriente/Africa, macroarea continentale messa a ferro e fuoco e destabilizzata con conseguente innesco di un irrefrenabile processo iper-immigrativo verso l’Europa, tramite lo stratagemma delle ingannevoli “Primavere Arabe” (vedi qui Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta – Seconda Parte).
 
Expo 2015 – Test Sperimentale del NWO Coin
 
Per contro, proprio in quesi giorni del 2012, veniva annunciata la presentazione ufficiale della “Moneta Unica Mondiale” in occasione dell’Expo 2015 di Milano attraverso un primo test sperimentale pubblico mediante la diffusione – ai circa 30 milioni di turisti previsti – della UFWC (United future world currency) denominata anche Nwo Coin o Eurodollaro: prototipo di quella che dovrebbe essere la moneta unica mondiale del prossimo futuro, cioè il coronamento del disegno mondialista promosso in tempi non sospetti – dopo la Seconda Guerra Mondiale – dal multimiliardario statunitense  David Rockefeller, dai suoi club occulti e dal suo esercito di fidi banchieri illuminati. Vedi – tra l’altro – i “nostri” fedeli uomini Goldman Sachs: Mario Monti, Mario Draghi e Romano Prodi. Una soluzione, questa, che già si stava presentando a tutti come l’unica stada per uscire dalla crisi economica mondiale.
 
Il Superamento progressivo del progetto transitorio chiamato “Euro”
 
Sull’onda di queste novità possiamo leggere anche le prime avvisaglie anti-euro di europeisti doc. Ormai il progetto euro, pare davvero superato: d’altronde doveva essere solo un qualcosa di transitorio al fine di accelerare il “Piano Finale“. A presentare la soluzione della crisi come frutto di questa “svolta monetaria” saranno, dunque, gli stessi artefici di questo grottesco baraccone “piramidale”. Allora comprendiamo anche i tentativi dell’eurocasta di invertire rotta sull’euro stesso: proprio di ieri lunedì 27 gennaio 2014 – vedi qui Nuovo Ordine, Euro, FED, BCE: quello che Tajani non dice  – è giunta la dichiarazione del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, secondo il quale “la moneta unica è oggi troppo forte per le esportazioni“. “Serve – ha contnuato Tajani – una banca centrale come la Federal Reserve degli Usa…”. Ed evidentemente – aggiungiamo – un unico governo mondiale… Visto tra l’altro la piena unità raggiunta tra Europa ed America con il patto di libero scambio (OGM inclusi) Ue-Usa, stretto tra Barroso ed Obama, per un mercato unico“Non è un dogma la Bce e non è un dogma l’Euro cosi com’è  – ha infine aggiunto Tajani –  deve diventare una vera moneta ed essere governata come una vera moneta”… Terminologie che ci sembrano tanto introdurre quella che dovrebbe essere l’ultima fase del progetto del NWO: la moneta unica mondiale per l’appunto. Stabile e capace di unire in un “unico abbraccio” i popoli.
 
La profezia del “Big Brother” di George Orwell
 
In tempi non sospetti (2011) a dar conferma a questo piano anche le dichiarazioni rilasciate dallo stesso promotore dell’iniziativa UFWC , l’economista italiano Sandro Sassoli (vedi video giù in allegato). L’euro – come sostenuto in altri articoli – sarebbe stato solo il primo passo verso l’unificazione dei popoli in un’unica area monetaria, culturale, economica e militare mondialeUn pretesto puro, dunque, per la nascita di un super-stato accentratore e liberticida, dove – evidentemente – l’alternativa non sarà ammessa: una sorta di “Big Brother” Orwelliano (vedi “George Orwell 1984”) magistralmente descritto nell’omonimo film cult degli anni ottanta, che vi invitiamo a vedere (vedi video giù in allegato).
 
La UFWC e il G8 di L’Aquila del 2009
 
La moneta in questione, la UFWC o NWO Coin – è bene ricordarlo, per scandire le tappe principali del progetto mondialista – fu presentata per la prima volta in occasione del G8 del 2009 a l’Aquila (Italia) – vedi video giù in allegato o il sito dell’associazione United Future World Currency – UFWC) – e creata “nel nome dell’unificazione delle radici culturali e spirituali dei popoli di tutto il mondo“. Per l’Italia il contributo essenziale alla veste grafica della moneta è stato dato dal professor Guido Crapanzano, rappresentante dell’équipe italiana nel gruppo internazionale di lavoro che ha scelto il design dell’euro-banconota. Lavoro sponsorizzato – tra l’altro – dal Cavaliere (Silvio Berlusconi) in persona, nonché dal Ministero del Tesoro italiano e da tutta l’intellighenzia di sinistra che conta. Chissà quanti teschi  e quanti gufi popoleranno in quell’ipotetico giorno l’Europa e l’Italia, o quel che ne resterà, visto quello che sta accadendo. Ma ovviamente il sistema farà di tutto per addolcire l’amara medicina, anzi il velenoso intruglio.
 
Il pensiero unico e l’unica religione?
 
Apprezzamenti in vista dell’esperimento sulla moneta giunsero dalla Casa BiancaUna moneta che Washington “benedì” e giudicò capace “di parlare un unico, comprensibile linguaggio per incoraggiare l’innato desiderio dell’umanità di spingersi sempre più lontano, di superare i limiti e muoversi verso principi di pace, libertà, fratellanza e comprensione”. Ovviamente – badate bene – così come avvenuto con l’euro, e ancor di più,  l’unità monetaria euro-statunitense e mondiale spingerebbe i grandi burattinai mondialisti verso un evidente e “necessario” processo di omolgazione politica, culturale e (perchè no!) religiosa (?) ancor più aggressivo e sistematico. Magari, perchè no, sull’onda di una nuova crisi pilotata o sulle ali di un’asprimento di quella in essere nell’Eurozona. Avanti tutta, dunque, verso un unico governo, un’unica simbologia ed un pensiero unico! Che ne sarà in quei giorni dei dissidenti politici e dei liberi pensatori!  Che ne sarà del Cristianesimo e delle millenarie culture dei popoli europei, costretti all’omologazione forzata anche sull’onda del “Piano Kalergi” (vedi qui –Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta -Seconda Parte ). Un’idea ce l’abbiamo! Ed è purtroppo molto chiara! Per fortuna la fede ci insegna a non disperare mai ed a confidare sempre in Dio, nell’azione concreta e nella preghiera quotidiana.
 
I “Pregi” della Moneta Unica Mondiale
 
Come dicevo, i seguacvi del nuovo strumento di dominio e controllo globale stanno affilando le armi e stanno cercando di convincere subdolamente che accettare la nuova moneta sarà indispensabile: come del resto stanno facendo con la grande alternativa ad essa, la moneta elettronica.  (vedi qui – Dominio Mondiale e Moneta Elettronica – Rivelazioni Eccellenti). Una moneta che potrebbe essere stata concepita anche come complementare al NWO Coin. Già nel 2010 giravano curiose teorie di convenienza, sulla base del fatto che nel mondo esistessero circa 150 valute diverse. Con la moneta unica mondiale, secondo costoro, si sarebbe semplificato radicalmente l’utilizzo di denaro tra gli Stati: 1) eliminando i costi di cambio2) aumentando fortemente gli scambi commerciali tra gli Stati del mondo ed ottenendo una maggiore concorrenza economica ed un contestuale aumento dei posti di lavoro; 3) Aumentanto le relazioni tra i popoli (fattore positivo – a loro dire – per l’armonia nel mondo: peccato che l’inghippo stia a monte…); 4) Eliminando il problema dei deprezzamenti pilotati della moneta da parte di alcuni Stati (e delle stesse agenzie di rating create dalle stesse persone che oggi ci propongono la soluzione al problema da essi stessi causato. Il solito giochino…) ed eliminando la speculazione valutaria, una causa – a parer loro – delle crisi delle economie (ingenerate, ovviamente, sempre dalla stessa mano “salvatrice”); 5) Eliminando il problema delle fluttuazioni valutarie6) Monitorando con facilità le condizioni di ricchezza/povertà nei vari continenti; 7) Controllando l’inflazione. 8) Creando – Aggiungiamo – un governo unico mondiale più “sicuro e giusto” che possa controllare meglio 7 miliardi e mezzo di abitanti, come ci insegna – scusate il sarcasmo – George Orwell nel suo celebre film “Orwel 1984“. E già! Una moneta unica richiede un unico governo.. E questo il vero obiettivo che la globalizzazione e le connesse politiche liberali e (fateci caso) socialiste, con i loro profeti, hanno perseguito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Inoltre va detto che con l’adozione della moneta unica mondiale si dovrebbe necessariamente riformare la Banca Mondiale di modo che possa svolgere adeguatamente il ruolo di Banca Centrale Mondiale, con effetti liberticidi che già vediamo per grandi linee con la politica seguita dalla BCE nell’Eurozona: uno degli esempi più calzanti di questo diabolico inganno globale.
 
Alcuni Profeti della “Moneta Unica Mondiale”
 
Secondo costoro “a chiedere la moneta unica mondiale ci sono cittadini e rilevanti esponenti del panorama economico e politico, le banche e importanti istituzioni finanziarie del mondo. Giusto per citare qualcuno di questi falsi profeti, possiamo citare Morrison Bonpasse, autore di “The Single Global Currency – Common Cents for the World”; Robert Triffin e il suo “Dollaro, Euro e moneta mondiale”; il Nobel per l’economia Robert Mundell, e la sua dichiarazione rilasciata nell’ottobre 2004 al congresso mondiale dell’associazione IAFEI (International Association of Financial Executives Institutes); Romano Prodi, e la sua dichiarazione del 16 luglio 2009, su “Il Messaggero” nell’articolo intitolato “La sfida di una moneta unica mondiale”. Dichiarazione presente anche sul suo sito: vedi qui http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/la-sfida-di-una-moneta-unica-mondiale_924.html ); Silvio Berlusconi e il suo parere favorevole dato nel maggio 2009 sempre al sopracitato dottor Sandro Sassoli, general project coordinator dell’associazione “United Future World Currency”. Per questi ed altri falsi profeti della nuova economia monetaria mondiale qualora si provassero i grandi vantaggi di una moneta mondiale sarebbe evidentemente assurdo tornare indietro…
 
Moneta Unica Mondiale – L’Impero di Mammona e i Volto di Lucifero
 
Nel Vangelo Gesù descrive il denaro con un nome preciso, Mammona, contrapponendo questa figura a quella di Dio Padre. Chiaro riferimento, dunque, al nemico per eccellenza: Lucifero, Satana, il DiavoloGiacinto Auriti, Ezra Pound ed altri illustri studiosi ed esperti di usura, hanno definito nei loro scritti la moneta come lo sterco del Diavolo. Auriti stesso – autore della “Teoria del volore indotto della moneta” – ebbe il merito di aver riportato al centro del dibattito nazionale ed internazionale il problema della moneta-debito e dello strumento usato dall’usurocrazia internazionale per controllare le masse, comprimerne i diritti ed espropriare l’universalità dei beni pubblici e privati, preannunciando proprio la dittatura mondiale del NWO auspicata già tre secoli prima da Mayer Amshel Rothschild, Adam Weishaupt e dalla massoneria internazionale all’indomani del congresso tenuto il 1° Maggio el 1776 a Francoforte, nel quale – tra l’altro – si diede vita alla setta degli illuminati e si pianificarono le importanti rivoluzioni che di lì a poco avrebbero cambiato la storia. Guardando al volto scelto per la nuova moneta unica mondiale che ci vorrebbero propinare “per il nostro bene”… non possiamo non notare un particolare agghiacciante ed inequivocabile (vedi video giù in allegatosu una faccia della moneta compare uno strano disegno floreale con una sorta di fiore a forma di fiamma (o fiamma camuffata) che emerge sulla parte superiore del disegno. Unendo i punti delle estremità della strana figura l’immagine che ne viene fuori – guardacaso – non è quella di Gesù Cristo.. Anzi! Indovinate un pò qual è? Altra sopresa poi, girando la faccia della moneta, dove si legge chiaramente il motto massonico “Uniti nella Diversità“, tanto caro alla stessa Unione Europea. Un tipo di unione, della quale francamente vorremmo fare volentieri a meno!
 

Foa: l’Italia è già in mano agli uomini di Mario Draghi

Scritto il 29/1/14
«Povero Renzi, non ha ancora capito che, se mai andrà al governo, non potrà comandare». Idem gli altri “volti nuovi” (o semi-nuovi) della politica, da Grillo a Vendola fino al leghista Salvini, tutti «destinati a vedere vanificate le loro riforme: che siano di destra o di sinistra, sono accomunati dallo stesso destino. Perché il vero potere è altrove. Così vicino, eppure invisibile», incarnato dagli uomini dislocati a Roma dal vero dominus dell’Italia, Mario Draghi. Secondo Marcello Foa, se la Seconda Repubblica ha portato ad esecutivi più longevi ma non troppo stabili – Berlusconi, Prodi – fino al super-tecnocrate Monti e alle larghe intese di Letta, è per via del «male endemico che però non spiega la cronica inefficienza dei governi», a cui è stato impedito di cambiare la politica. Chi frena? Per capirlo, si tratta di scoprire «chi ha in mano l’apparato del governo, chi pubblica sulla Gazzetta Ufficiale disposizioni di legge illogiche, incongruenti, contraddittorie al punto da vanificare, casualmente, la riforma generando sconcerto nell’opinione pubblica, che naturalmente se la prende con i soliti partiti».

La spiegazione: «Chi ha la facoltà di velocizzare o di rallentare l’immenso apparato dello Stato: le persone che hanno questa facoltà esistono e possiedono le chiavi del potere», scrive Foa in un post sul “Giornale”, citando un articolo di “Italia Oggi” del maggio scorso, firmato da Roberto Narduzzi. Titolo: “Draghi ha già piazzato i suoi uomini in tutti i posti chiave dell’economia”. Per attivare lo scudo anti-spread, scrive Narduzzi, occorre «offrire garanzie manageriali ai prestatori che devono di fatto approvare la qualità della squadra italica chiamata a gestire il programma». Draghi lo sa bene, aggiunge “Italia Oggi”, e non ha perso tempo: «Non è affatto casuale l’arrivo di uomini di Bankitalia ai posti chiave della finanza pubblica. Fabrizio Saccomanni come ministro dell’economia e Daniele Franco alla Ragioneria dello Stato». Sono «persone di qualità e di cui Draghi si fida», ovvero «persone giuste per interagire con la Bce, il Fmi o la Commissione se l’attivazione dello scudo si fa realtà». Altre pedine strategiche: alla direzione generale del Tesoro un certo Vincenzo La Via, proveniente dalla Banca Mondiale, e all’Agenzia delle Entrate un tecnocrate come Attilio Befera, «molto stimato da Draghi». A questo punto, «soltanto il bilancio dell’Inps, oggetto di feroci critiche per Inpdap ed esodati, sfugge al controllo tecnico di un Draghi boy».

Il “vero premier italiano”, quello che governa dall’Eurotower Bce di Francoforte in perfetta sintonia con Napolitano, ha messo a punto ogni casella chiave per gestire gli effetti operativi dell’attivazione italiana dello scudo anti-spread, osserva Foa, rileggendo “Italia Oggi”. «Il tono dell’articolo è compiaciuto e compiacente. Come dire: bravo Draghi!». Con questi sistemi, aggiunge Foa, si governano le istituzioni grazie a «tecniche di occupazione del potere», vanificando ogni dialettica politica fondata sul confronto democratico, grazie al super-potere di «membri altolocati delle élite che contano davvero». Lo conferma un altro servizio, firmato da Andrea Cangini sul “Quotidiano Nazionale”: “Leggi e governanti ‘ostaggio dei tecnici’. Così i grandi burocrati guidano la politica”. «Lo Stato sono loro», taglia corto l’ex ministro Altero Matteoli, «e la repubblica è appesa alle loro decisioni». Destra e sinistra non contano, di fronte al potere dei super-burocrati: ragioniere generale dello Stato, capi di gabinetto, direttori di dipartimento, capi dell’ufficio legislativo dei ministeri più importanti. «Hanno dunque in pugno il paese, e da quasi vent’anni sono sempre gli stessi», restando nel recinto di «una casta chiusa, irresponsabile ed autoreferenziale».

Osserva ancora Cangini: sono 15-20 individui, sempre quelli. «Il più noto è Vincenzo Fortunato, ex Tar, più di 500.000 euro di stipendio l’anno fino a poco tempo fa». I super-tecnocrati nostrani «sono il vero e inamovibile potere italiano», sintetizza un ex ministro diessino, confortato da un suo omologo ex forzista. Entrambi sostengono che le bollinature, cioè il via libera contabile della Ragioneria ad ogni provvedimento di spesa, «vengono concesse solo se il provvedimento rientra nella ‘visione’ politica del ragioniere generale. In caso contrario vengono negate o subordinate a scelte ‘politiche’ diverse». C’è un’altra cosa su cui i due ex ministri, pur di opposti schieramenti, concordano: «I burocrati ministeriali scrivono le norme e gestiscono le informazioni in maniera iniziatica, in modo da risultare indispensabili». Un monopolio difficile da scalfire, chiosa Foa. «Capito chi governa davvero l’Italia?». Loro, gli yes-men che rispondono al signore della Bce, privatizzatore del sistema bancario italiano, uomo del Bilderberg e della Goldman Sachs nonché esponente del Gruppo dei Trenta, vera e propria cupola del super-potere finanziario mondiale attraverso cui l’élite planetaria domina il nostro destino.

http://www.libreidee.org/2014/01/foa-litalia-e-gia-in-mano-agli-uomini-di-mario-draghi/