Antonio Mastrapasqua, profilo del manager Protetto di Gianni Letta. Amico di Malagò. Sponsorizzato dal Pdl. La rete di potere del presidente Inps. «Non mi dimetto»

di Marco Mostallino

Amministra l’Inps e altre 24 società pubbliche e private. Guadagna (almeno) 1 milione e 300 mila euro l’anno ed è ora indagato nell’inchiesta dei rimborsi Asl gonfiati dall’Ospedale Israelitico di Roma, di cui è direttore generale.
IL SALOTTO DEI SALOTTI. Ma, soprattutto, Antonio Mastrapasqua, presidente Inps e vice di Equitalia, stringe mani, brinda, chiacchiera e «vede gente», direbbe Nanni Moretti, alle serate del Circolo Canottieri Aniene, il salotto dei salotti della Capitale, dove il padrone di casa è Giovanni Malagò, presidente del Coni oltre che del circolo mondan-sportivo, grande amico di Letta zio (Gianni) e praticamente di tutta la Roma che conta: dal banchiere Cesare Geronzi fino a Walter Veltroni.
LA GRANA MONTI. È qui la chiave del potere del signore della previdenza, l’uomo che, accusa oggi l’ex ministro Elsa Fornero, il governo Monti e il parlamento hanno cercato, inutilmente, più volte di rimuovere o perlomeno di limitare nella sua infinita libertà d’azione.
Il Circolo dei potenti: la regia di Malagò e l’amicizia con Gianni Letta

Mastrapasqua è un fiscalista, un prezioso esperto di tasse e previdenza che tutti vogliono alla propria corte per far quadrare bilanci e conti con il fisco e la previdenza.
E la Canottieri Aniene è il luogo prediletto degli scambi romani: sotto l’accorta regìa di Mago Malagò le serate sono sempre importanti e affollate, ma solo dalla gente ‘giusta’.
L’ÉLITE DELL’ANIENE. Nel giugno 2012, per capire, l’Aniene celebrava i suoi 120 anni di vita.
Gli invitati erano oltre 500, tutti sulle rive del Tevere perché, a dispetto del nome dedicato all’affluente, il Circolo ha la sua sede sulle sponde del fiume più importante. Alla serata, come a tante altre, partecipò Gianni Letta con la moglie, oltre a uomini di spettacolo come Carlo Vanzina, Mauro Masi allora direttore della Rai, e tutti i giovani atleti dell’Aniene, selezionati per le Olimpiadi e desiderosi anch’essi di fare qualche giro di danza insieme al bel mondo del potere.
BANCHIERI E POLITICI. Le serate di Malagò sono sempre all’insegna delle larghe intese su tutti i fronti: Veltroni e Alemanno, Mastrapasqua e Carraro, Geronzi e Totti con signora, poi banchieri, manager pubblici e privati, sportivi e attricette in cerca di successo. E le amicizie pagano.
Nel 2008, il sindaco Veltroni concesse all’Aniene un contributo di denaro in vista del Mondiale di nuoto che si sarebbe tenuto nella Capitale l’anno successivo, a dispetto del fatto che nella piscina di Malagò, rinnovata con i soldi pubblici, non fosse prevista alcuna gara della manifestazione.
LO SCONTRO CON FORNERO. Ora che Mastrapasqua è indagato, Fornero ha raccontato (in un’intervista a La Stampa) che sotto il governo Monti «le commissioni Lavoro di Camera e Senato e la commissione bicamerale sugli enti previdenziali avevano fatto pressioni per un nuovo progetto di governance dell’Inps. L’obiettivo era una gestione più trasparente e meno accentrata e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura dell’Ente».
Purtroppo, però, «nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento».
VINCE IL PRESIDENTE INPS. La ruggine tra i due è di vecchia data. Quando la Fornero varò la sua riforma nel 2012, il presidente dell’Inps subito avvertì: attenzione, perché queste norme vanno a creare un gran numero di ‘esodati’, ovvero lavoratori che escono dall’azienda ma restano ancora in un limbo senza la pensione.
Il ministro smentì, scoppiò la guerra sulle cifre, ma alla fine ebbe ragione Mastrapasqua e Fornero incassò un colpo durissimo: il presidente dell’Inps, capace di occupare fino a 54 poltrone in contemporanea, conosce, oltre a tanti potenti, i numeri del fenomeno, il ministro invece no.

Quando il Pdl ‘ricattò’ Monti: «Via Mastrapasqua? Cade il governo»
Gianni Letta, ex sottosegretario di Stato.

(© Ansa) Gianni Letta, ex sottosegretario di Stato.

Mastrapasqua uscì dalla battaglia contro il governo ancora più forte di prima.
Grazie non solo alla rete di amicizie influenti, ben gestita da ‘zio’ Letta e dal ciambellano Malagò, ma anche e soprattutto alla sua capacità ormai consolidata di sistemare ogni problema e, quindi, di camminare nell’incerto confine tra affari e politica.
L’ACCORDO S’HA DA FARE. Così, quando l’Ospedale Israelitico si accorse di avere debiti verso l’Inps, il direttore generale Mastrapasqua propose di compensare un credito che l’ente vantava nei confronti della Asl e della Regione Lazio con il dovuto previdenziale non ancora pagato: il presidente dell’Inps Mastrapasqua diede il via libera. Restava il problema Equitalia.
Il direttore dell’Ospedale, Mastrapasqua, e il presidente dell’Inps, Mastrapasqua, spiegarono al vicepresidente di Equitalia, Mastrapasqua, gli estremi dell’accordo e così, alla fine, crediti e debiti si compensarono senza che arrivasse alcuna cartella esattoriale.
VOLUTO DAL CAVALIERE. Se l’intesa è lecita o meno saranno carabinieri e giudici a stabilirlo, ma quel che è certo è che il manager uno e trino trova sempre il modo giusto per arrangiare le cose. E nessuno lo tocca, perché, oltre alla protezione di Letta zio, c’è un meccanismo ben oliato che non si inceppa mai.
Nel maggio del 2008 cadde il governo Prodi e le elezioni riportarono al potere Silvio Berlusconi. Uno dei primi atti fu la nomina di Mastrapasqua alla presidenza dell’Inps. La proposta arrivò in commissione Lavoro e previdenza del Senato, dove il parere fu subito favorevole: disse sì il Pdl, ovviamente, ma anche il Pd con il suo capogruppo, il giuslavorista Tiziano Treu, già ministro del Lavoro e delle pensioni con il centrosinistra.
DA 54 A 25 POLTRONE. In quel momento, le poltrone di Mastrapasqua tra enti pubblici e società private erano 54, scesero più tardi a 38 e oggi ‘solamente’ a 25.
Il manager di larghe intese riuscì velocemente a stabilire un record: nel 2010 chiuse per la prima volta in rosso il bilancio dell’Inps dopo 10 anni in attivo.
IL ‘RICATTO’ DI CICCHITTO. Quando Berlusconi fu costretto a lasciare il posto a Mario Monti, si aprì lo scontro sul presidente Inps.[b] Il Professore e Fornero avrebbero voluto cacciarlo, ma Gianni Letta gli alzò attorno un solido muro di protezione: spettò al capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, vecchio socialista craxiano maestro di politica, di nomine e intrighi, spiegare a Monti che se saltava Mastrapasqua, saltava anche il governo dei tecnici.[/]
Il manager onnipresente, uno e trino, l’uomo da 1 milione (e più) di euro così si salvò. Si tenne i suoi incarichi, libero di brindare in allegria all’Aniene, in compagnia di Malagò, Geronzi, Veltroni e Alemanno, Totti e i mazzi di veline invitati alle serate sul lungotevere dell’Acqua Acetosa. E di rivolgere finalmente, col bicchiere in mano che tintinna, il più sentito dei «grazie, zio» a Gianni Letta.

Lunedì, 27 Gennaio 2014

http://www.lettera43.it/politica/antonio-mastrapasqua-profilo-del-manager_43675120883.htm

20 NOV 2013 17:29
PER FAR SALTARE LA POLTRONA DELL’ANTICO MASTRAPASQUA ALL’INPS SERVE UN ASSEDIO “MULTIPARTISAN”: SINDACATI, LETTA E NAPOLITANO SPINGONO TREU

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/per-far-saltare-la-poltrona-dellantico-mastrapasqua-allinps-serve-un-assedio-multipartisan-sindacati-letta-66906.htm

Mastrapasqua: “Non mi dimetto”. Madia (Pd): Agire contro cumulo
Il presidente dell’Inps: Accuse non riguardano me, nè mi risulta che l’Istituto sia coinvolto
TMNews

Roma, 28 gen. (TMNews) – Il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, coinvolto nella vicenda dei rimborsi truccati, non si dimette e si difende: “Quelle accuse non riguardano me”, ha affermato, “e non mi risulta che l’Inps sia coinvolto”. Il Pd interviene nella vicenda: il partito aveva posto la questione degli incarichi del presidente Inps, ora bisogna agire contro il cumulo e riformare la governance dell’istituto, ha detto Marianna Madia, responsabile Lavoro del Pd.

Al responsabile Lavoro del Pd ha spiegato: “Senza entrare nel merito dell’indagine penale ricordo che i deputati del Partito Democratico avevano già posto, nella scorsa legislatura, il tema dei tanti incarichi di Mastrapasqua. Bisogna agire sull’accumulo di incarichi e relativi trattamenti economici, compresa la somma tra redditi da lavoro e pensioni o vitalizi”.

“Per quanto riguarda l’Inps – ha aggiunto Madia – stiamo parlando di una struttura con un bilancio di centinaia di miliardi di euro. Credo che, per una macchina così complessa e soprattutto essenziale per la vita dei cittadini, vada aperta una riflessione sulla sua governance”.

Mastrapasqua alla domanda se intendesse dimettersi ha risposto: “No assolutamente no, non ci ho proprio pensato. Perchè dovrei farlo?”. “Io ho il massimo rispetto per i Nas e i carabinieri ma non le sembra un po eccessivo che per un’informativa dei Nas uno si debba dimettere o suicidarsi? – ha proseguito – Con questo schema si manderebbe a casa il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica”.

I Nas, ha spiegato Mastrapasqua, “fanno il loro mestiere ma non sono la Bibbia, questo è ancora uno stato di diritto, lo decideranno i tribunali non i Nas” si i fatti sono realmente accaduti.

http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/mastrapasqua-non-mi-dimetto-madia-pd-agire-contro-cumulo-20140128_153808.shtml

Antonio Mastrapasqua, profilo del manager Protetto di Gianni Letta. Amico di Malagò. Sponsorizzato dal Pdl. La rete di potere del presidente Inps. «Non mi dimetto»ultima modifica: 2014-01-29T11:03:52+01:00da davi-luciano
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