La croce del sistema bancario italiano

“povere” banche italiane, tanto sofferenti….e si lagnano magari sarà colpa dei tedeschi anche questo loro “fallimento”


16 gennaio 2014

Si avvicina il momento nel quale le principali banche europee saranno sottoposte alla vigilanza della BCE e presumibilmente verranno messe in riga con identici criteri sul capitale e sulla determinazione del rischio. Nel frattempo l’OECD ha pubblicato un paper dal titolo “The State of the Banking Sector in Europe” (1) all’interno del quale sono contenute alcune tabelle di confronto sulla situazione di molti istituti di credito dal punto di vista dell’andamento degli attivi, della diversificazione geografica e delle necessità di capitale. Una tabella predisposta da V-Lab della Stern School of Business (NYU) consente di mettere a confronto la situazione dei non performing loans (NPL) dei gruppi bancari e comprendere quale sia la posizione relativa del sistema bancario italiano rispetto alle banche degli altri paesi.
 
La tabella, basata su dati 2012, è stata rielaborata graficamente per capire visivamente come lo stato di salute delle banche, misurato dalla percentuale di prestiti in sofferenza in percentuale dei prestiti totali oggi penalizzi essenzialmente Spagna e Italia, con alcune piccole distinzioni
 
oecd_npl_european_banks
fonte: elaborazione LINKER su dati Schoenmaker, D. and T. Peek (2014), “The State of the Banking Sector in Europe”
 
Questa è la fotografia che tormenta l’ABI e la Banca d’Italia che da tempo sostengono in sede europea quanto i criteri di classificazione dei non performing loans siano troppo diversi e penalizzanti per il sistema bancario italiano rispetto ai sistemi adottati dalle banche centrali degli altri paesi.  Certo è che la differenza da colmare con l’adeguamento dei criteri appare molto rilevante nei confronti di Francia, Germania, UK e persino del Portogallo, che la presenza di numeri contenuti in Spagna (BBVA e Santander) derivi dalla bassa dipendenza di questi gruppi bancari dal mercato locale, mentre i buoni dati di Credem, Banco Desio e Popolare Sondrio -che stanno abbondantemente sotto la soglia critica del 10%- sembrano giustificare una differenziazione sulla qualità del processo di credito a parità di mercato del credito, cioè quello domestico.
Peraltro gli interventi della vigilanza della Banca d’Italia (l’ultimo dei quali ha colpito Veneto Banca) per classificare con maggiore severità sofferenze e incagli nei bilanci delle banche vigilate sembrano andare nella direzione opposta, vale a dire quella di un’emersione totale di partite classificate nel tempo con una certa leggerezza.
 
(1) Fonte: Schoenmaker, D. and T. Peek (2014), “The State of the Banking Sector in Europe”, OECD Economics Department Working Papers, No. 1102, OECD Publishing. http://dx.doi.org/10.1787/5k3ttg7n4r32-en
 
La croce del sistema bancario italianoultima modifica: 2014-01-20T09:42:23+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo