“Così ho denunciato il governo per istigazione al suicidio art. 580 del C.P.”

al link la denuncia originale scanszionata

Circa cinquecento suicidi  nell’arco di due anni, ormai è un bollettino di guerra, una lista lunghissima di vite spezzate, le politiche scellerate di austerità messe in campo da questo e dal precedente Governo, stanno  seminando disperazione e morte fra disoccupati, imprenditori, pensionati, giovani e anziani. Una lista lunghissima che dovrebbe far riflettere e vergognare i politici e le istituzioni di questo paese, che invece di perseguire i gestori delle slot-machine li hanno condonati e graziati. E mentre i governanti ci impongono nuove tasse ci dicono “ce lo chiede l’Europa”, non curandosi che le politiche messe in atto stanno stritolandole fasce di popolazione più deboli. Io non sono un politico, non rappresento alcuna istituzione, sono semplicemente un LIBERO cittadino che ha deciso di dire basta e per dire basta ho preso carta e penna e ho formalmente depositato un esposto/querela alla Procura della Repubblica di Cosenza per “istigazione al suicidio”, L’articolo 580 del Codice Penale recita: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito al suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito se il suicidio avviene. Se il suicidio non avviene è punito, sempre che nel tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima”. Mi auguro che le Autorità competenti facciano il loro lavoro nel modo più scrupoloso possibile e che la giustizia sia veramente giusta, nel rispetto della memoria di tutte quelle povere persone che sono state costrette a commettere atti estremi. Mi auguro di sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto mi auguro che questa mia azione possa servire e far capire che non è togliendosi la vita che si risolvono i problemi.

Pierpaolo Noce
http://www.nocensura.com/2014/01/cosi-ho-denunciato-il-governo-per.html

Commissario della spending review (Fmi): i giornali non disturbino

non è che i giornali facciano a gara per informare sul contabile del fmi per vedere chi taglierà (sai che fantasia ci vorrà per scoprirlo) e quali mafie tutelerà. chissà cosa ne pensa dei 64miliardi del Tav

domenica, 19, gennaio, 2014
18 GEN – “La ricerca di effetti scandalistici costituisce un’azione di disturbo e non è di aiuto a tutte le persone che in questo momento stanno lavorando a quella profonda azione di efficientamento della spesa pubblica che l’economia italiana richiede”.

Lo afferma sul suo blog, Carlo Cottarelli, smentendo le indiscrezioni di dissidi con Palazzo Chigi riportate da alcuni organi di stampa.”I lavori – aggiunge – proseguono come da programma”.

Carlo Cottarelli è’ l’ex vicepresidente del FMI, recentemente nominato da Letta jr Commmissario alla “spending review”, leggi revisione/tagli alla spesa, e in carica da una settimana.

E’ la solita casta! Indovinate da dove viene lo stipendio di Cottarelli?

Nuovo commissario per la spending review: viene dal Fmi
http://www.imolaoggi.it/2014/01/19/commissario-della-spending-review-fmi-i-giornali-non-disturbino/

Ghanese uccide il compagno, «Sono incinta ma non mi voleva sposare»

uomo ammazzato dalla compagna è giusto nella società dell’eguaglianza 2.0 nessuno si scandalizzerà

CRONACA, NEWSdomenica, 19, gennaio, 2014
coltello219 genn – Si terrà con ogni probabilità lunedì l’udienza di convalida del fermo di Norinda Bimpong, la 22enne ghanese accusata dell’omicidio del compagno e connazionale Hennah Terry Manu, 26 anni. Il delitto è avvenuto intorno a mezzogiorno di ieri su un pianerottolo del palazzo dove i due abitavano, a Modena.
La donna, dopo aver colpito la vittima con una coltellata al torace probabilmente al culmine di una lite, è stata bloccata senza opporre resistenza dai carabinieri nel cortile dello stabile. Nel primo interrogatorio reso agli inquirenti e al pm Marco Niccolini, la giovane ha raccontato di essere stata segregata in casa dall’uomo negli ultimi periodi, e che lui le aveva detto di non voler sposarla nonostante lei fosse incinta. messaggero
http://www.imolaoggi.it/2014/01/19/ghanese-uccide-il-compagno-sono-incinta-ma-non-mi-voleva-sposare/

Firenze, imprenditore annuncia suicidio al 113 e poi si spara

Imrenditore sommerso dai debiti annuncia il suicidio al 113 e poi si spara un colpo alla testa col fucile.
Aveva già deciso di uccidersi e forse, in un ultimo tentativo di trovare un aiuto, ha chiamato il 113, ha parlato a lungo con un operatore. Poi ha attaccato il cellulare e si è suicidato. È morto così un imprenditore edile fiorentino di 55 anni. L’operatore del 113, quando l’uomo ha chiamato, ha capito subito le sue intenzioni, ha cercato di tenerlo al telefono a lungo mentre dava l’allarme.
L’imprenditore ha raccontato che aveva preso la decisione di uccidersi a causa di problemi economici e perché la ditta era fallita pochi anni fa.

Sette minuti, tanto è durata la telefonata prima che l’uomo riagganciasse. Dal 113 l’agente ha subito richiamato quel numero. Lui ha risposto ma poco dopo ha agganciato nuovamente il telefono e si è sparato prima che sul posto arrivassero i carabinieri. L’uomo aveva una compagna e una figlia di 10 anni, altri due figli ormai grandi li aveva avuti da un precedente matrimonio. Proprio la donna e la bambina sono arrivate a casa poco dopo i carabinieri. Subito hanno capito cos’era successo e sono state allontanate dai militari e da alcuni vicini. biglietto l’imprenditore lancia un’accusa nei confronti di alcuni personaggi che avrebbero «portato» al fallimento la sua ditta, parla di crediti e dei debiti, di alcune banche con cui l’impresa lavorava. La tragedia è successa nell’abitazione della donna che si trova nella campagna di Fiesole. Una vecchia casa colonica ristrutturata dalla quale sono stati ricavati alcuni piccoli appartamenti, con un po’ di verde.
Dopo il fallimento della ditta di impianti e manutenzione, l’uomo aveva cercato di risollevarsi aprendone una individuale grazie alla quale effettuava saltuari lavori idraulici. Ma la crisi si è fatta sentire: i creditori bussavano e le banche sembra avessero chiuso le porte.

Sabato 18 Gennaio 2014 – 20:40
Ultimo aggiornamento: 23:28
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http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/suicidio_fiesole_firenze_113_imprenditore_crisi_economica/notizie/458726.shtml

Non lo pagano, muratore tenta di darsi fuoco

CRONACA, NEWSdomenica, 19, gennaio, 2014

Un muratore 53enne di Granarolo dell’Emilia, nel bolognese si è presentato ieri mattina davanti al portone di casa del titolare di un impresa edile di Cadriano e ha minacciato di darsi fuoco in segno di protesta nei confronti dell’uomo che, secondo la versione fornita dal dimostrante, sarebbe in debito con lui di una somma di denaro maturata per motivi di lavoro.fuoco
Quando sono giunti sul posto i Carabinieri e i Vigili del Fuoco, l’uomo si era già cosparso di benzina e teneva in mano un accendino. Nonostante un prolungato tentativo di persuasione condotto dal un militare negoziatore dell’Arma, è stato necessario bagnare l’uomo con due idranti azionati dai Vigili del Fuoco, al fine di evitare il peggio.
A quel punto i sanitari del 118 lo hanno tranquillizzato e portato all’ospedale di San Giovanni in Persiceto dove è stato sottoposto a Tso. L’uomo, di origini siciliane ma residente a Sant’Agata Bolognese, aveva messo in scena lo stesso identico gesto il 13 settembre scorso, sempre a Cadriano e sempre lamentando di avere un credito inevaso. In quell’occasione il primo Tso, replicato ieri. Sposato, con quattro figli, ha gia’ commesso analoghe azioni eclatanti a Sant’Agate e a Cento, dove per protesta era salito su una gru.
http://www.imolaoggi.it/2014/01/19/non-lo-pagano-muratore-tenta-di-darsi-fuoco/

Se la Sciarelli scivola…

nemmeno davanti ad una scomparsa che non è l’unica ad avere forti analogie con casi precedenti aventi come comun denomitatore le scie chimiche i saltimbanco di regime non mancano  vergognosamente ed ignobilmente di minimizzare ed occultare la verità. servizio privato altro che pubblico
chiaro il messaggio? siete dei ricercatori e ficcate il naso dove non dovete? se poi scomparite è bene che gli altri non si stupiscano, siete visionar. però che strano accanimento nei confronti di chi  si interessa di scie chimiche. se sono tutte fantasie perché tanta dedizione contro di loro? se tale accanimento provenisse esclusivamente da trolls sul web ok, ma da apparati dello stato comincia ad essere più che sospetto, come la magistratura che dispose il sequestro di tutti i pc e materiale sulle scie in possesso dei  fratelli Marcianò
 
Chi l’ha visto?” è lo storico programma di RAI 3 dedicato alla ricerca di persone scomparse. Il format, che trova trasmissioni corrispondenti all’estero, al confine tra cronaca nera e voyeurismo, tra denuncia e compiacimento, riesce ad attrarre il pubblico grazie ad un sapiente dosaggio degli ingredienti compositivi. La realtà, spesso atroce, dilaniata dal dolore, dalla solitudine, dallo sradicamento, quasi si trasfigura e si decanta in storie tormentose ma coinvolgenti. Il racconto è in primo luogo catarsi: senza racconto il gorgo degli affetti e degli eventi rischia di implodere.
 
Si è al tempo stesso spettatori più o meno distaccati e, mediante il meccanismo dell’identificazione, protagonisti di disavventure. Certi intrecci dell’esistenza reale, come ci insegna Pirandello, spesso sono più inverosimili di quelli partoriti da una fervida fantasia. Così la vita si spinge oltre il grigiore quotidiano, anche se il movimento è azzardo, fuga verso l’ignoto, corsa sul margine dell’abisso.
 
Come nei romanzi, anche nella novellistica televisiva è fondamentale il ruolo della voce narrante: nella puntata del 15 gennaio 2014, Dean Buletti ci conduce nel plot di Giancarlo Dessena, un giovane sardo scomparso qualche mese addietro. E’ prima dipinto il ritratto del giovane. L’ineffabile giornalista indugia su alcuni aspetti psicologici: è un ragazzo eccentrico, solitario, amante della natura. Si insiste proprio sul suo amore per la natura, come se fosse una nota bizzarra… Non basta: Buletti, ad un certo punto, insinua che Giancarlo Dessena è un visionario, poiché si interessa al problema delle “scie chimiche” che, invece, sono “scie di condensazione” (sic). La RAI, come le altre reti di regime, ribadisce la sua posizione negazionista, la sua funzione di strumento atto ad annebbiare le menti.
 
In quale contesto si inquadra il depistaggio in esame? Nell’ambito di una trasmissione, per certi versi utile, ma nata sotto il segno dell’ambiguità: l’insistenza sul problema delle missing persons non sarà un espediente? Non dovrà prima o poi convincere i cittadini a lasciarsi inserire un microchip sottocutaneo? Sappiamo che la feccia che pilota i media non ha alcuna premura: agisce per gradi, con sadica lentezza. L’itinerario è sempre il medesimo: problema: sparizione di adolescenti, anziani, donne sole etc.; reazione: bisogna trovare un rimedio, un modo per evitare tutte queste scomparse; risoluzione: microprocessore sottopelle.
 
Tra l’altro ben sappiamo chi sono gli autori di molte “eclissi”: gli stessi che poi fingono di prodigarsi per ritrovare coloro che si sono dileguati. E’ come nel caso degli omicidi rituali, su cui la redazione di “Chi l’ha visto?’” indaga con zelante sprovvedutezza, con acuta cecità. Gli assassini sono là dove nessuno pensa di cercarli.
 
Stride comunque con l’ostentato “coraggio” di talune inchieste, la pusillanimità con cui codesti segugi senza olfatto si rifiutano di seguire le orme che conducono a casi scottanti: l’inchiesta su Davide Cervia si è mummificata, non appena si è sfiorato, su nostra segnalazione telefonica, il “Progetto R.F.M.P.”; di Franco Caddeo, come denunciato da Gianni Lannes, gli investigatori della polpetta non hanno mai voluto occuparsi.
 
Insomma, la spettacolarizzazione del dolore va bene, ben venga pure qualche reportage che dimostri quanto sono intrepidi i nostri eroi catodici. Moralismo e buoni sentimenti si sprecano. Oltre non si va, semmai si disinforma sulla geoingegneria clandestina in stile “Superkatz” o “Clistero” con i predicozzi di Adam Katzmon
 
Questo è il disservizio, pardon, servizio pubblico ed il canone va pagato! Dobbiamo regalare una mise da Superwoman alla Scia-relli.

Nasce il punto informativo di San Didero

http://www.tgvallesusa.it/?p=4990

SCRITTO DA: VALSUSA REPORT – GEN• 19•14

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Un luogo di incontro e di informazione per mettere gli abitanti a conoscenza dei problemi posti dallo spostamento dell’autoporto di Susa per l’ambiente, il territorio e i suoi abitanti.

È stato inaugurato ieri, sabato 18 gennaio, il Punto informativo di San Didero, comune interessato assieme a Bruzolo e ad Avigliana dai prossimi lavori di spostamento dell’autoporto di Susa (territori di San Didero e Bruzolo) e Guida sicura (Avigliana). Un luogo di incontro e di informazione per mettere gli abitanti a conoscenza dei problemi posti dallo spostamento dell’autoroporto di Susa per l’ambiente, il territorio e i suoi abitanti.

L’intervento di dimensioni maggiori infatti, 68.000 mq, sarà a cavallo dei comuni di San Didero e Bruzolo. Qui verranno trasferiti i servizi per i mezzi pesanti, l’area distribuzione carburanti, un edificio adibito a posto di controllo centralizzato e un edificio  che conterrà ristoro, market e servizi, a cui andranno aggiunte le aree adibite all’accesso: due rotonde e una bretella di collegamento di 100 m.

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Un’opera che, come recita il volantino di presentazione del Punto informativo, prevede “una nuova ondata di espropri e una serie di problematiche ambientali: movimentazione di polveri e di terreno contaminato da diossina e PCB, stoccaggio dello smarino, incremento delle emissioni inquinanti e dei livelli di rumore connessi con la circolazione dei camion, rischi di conseguenze catastrofiche in caso di esondazione della Dora (fenomeno che si verifica periodicamente) a causa della vastità dell’area che verrebbe cementificata, sono alcuni degli aspetti, tutti ancora da valutare, che impatterebbero la nostra vita e la nostra salute non solo durante le fasi di cantierizzazione, ma anche successivamente ad opera conclusa, per tutti gli anni a venire”.

Inceneritore. Tutto bene e sotto controllo secondo Trm

http://www.tgvallesusa.it/?p=4951

SCRITTO DA: FABRIZIO SALMONI  GEN• 17•14

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Al Comitato di Controllo tante risposte strettamente tecniche e una buona dose di arroganza da parte di Trm e Provincia fanno arrabbiare il pubblico che si prende il diritto di parola. I rappresentanti di Rivalta chiedono la revisione del regolamento e attaccano i criteri di rilevazione.

Grugliasco, 16.1.2014.  Una seduta tumultuosa quella del Comitato di Controllo sull’inceneritore che ha avuto luogo oggi presso la Sala Consigliare del Municipio di Grugliasco. L’organismo riunisce i rappresentanti di sei Comuni (Beinasco, Rivalta, Grugliasco, Collegno, Rivoli, Torino) interessati alle emissioni ed ai rischi ambientali connessi con il cosiddetto “mostro” del Gerbido. L’argomento del giorno era la disamina delle segnalazioni e degli esposti dei cittadini sulle anomalie sensoriali negli ultimi tre mesi. Le riunioni del Comitato sono pubbliche ma per regolamento interno non aperte all’intervento “esterno” cioè dei cittadini. A rivendicare invece un ruolo attivo e di denuncia si sono invece presentate un centinaio di persone, dotate di cartelli e mascherine, che hanno prima contestato le relazioni dei tecnici dell’Arpa sia nel merito che sui metodi di rilevamento poi si sono imposti tempestando di domande e di argomenti i convenuti. Cori di “Dmissioni!” e applausi ironici hanno accolto gli interventi dei tre rappresentanti dell’Arpa (quelli – per intenderci – che di fronte alla moria di pesci nel Clarea sotto il cantiere Tav hanno sancito che non c’era niente da rilevare), Pannocchia, Carbonato e Lollobrigida (accolto simpaticamente con un “Dài, Gino!”) mentre discretamente già arrivavano i Carabinieri, poi in progressione la gente ha cominciato a prendere la parola malgrado il tentativo della Presidente La Faienza di mantenere il controllo dell’assemblea. I Sindaci di Rivoli, Beinasco e Grugliasco si sono limitati molto prudentemente a chiedere chiarimenti mentre la critica più veemente è stata portata da Gianna De Masi (Assessore all’Ambiente di Rivalta) e dal suo tecnico Bertolino i quali hanno prima attaccato duramente il regolamento del Comitato lamentandone la chiusura alla popolazione e chiedendone la revisione poi entrando nel merito per contestare l’analisi portata dall’Arpa. Tra le argomentazioni “tecniche” sollevate, la questione del collaudo “lungo” dell’impianto, dell’accumulo dell’inquinamento nella fasi di accensione e spegnimento, delle ricadute ambientali non calcolate, dei dati  non riconosciuti dai protocolli e quindi ignorati malgrado il peso dei rischi che comportererbbero. Non è mancato nei loro interventi l’attacco politico: “L’inceneritore non risponde alle necessità del problema dello smaltimento dei rifiuti, è nocivo e di conseguenza si pone la necessità di affrontare la discussione sulle alternative. E’ un problema anche morale“. Il pubblico ha finalmente applaudito per poi tornare a rumoreggiare sulla fredda e scostante relazione del Direttore Trm, Fergetti che ha sciorinato i suoi dati, senza degnare di uno sguardo chi gli contestava le singole affermazioni. Un simpaticone. Quando poi ha preso la parola il rappresentante della Provincia (nome non pervenuto), la contestazione si è fatta più sonora e la seduta è stata aggiornata.

Militanti No Tav irridono il presidio pro Esposito

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/01/18/news/militanti_no_tav_irridono_il_presidio_pro_esposito-76298433/

Una decina di esponenti del Movimento si è presentato davanti alla Prefettura mentre era in corso il presidio di solidarietà a Esposito per le gravi minacce ricevute nei giorni scorsi: “Siamo noi, siamo noi i terroristi siamo noi” lo slogan

di GABRIELE GUCCIONE
Militanti No Tav irridono il presidio pro Esposito

Un gruppo di nove militanti No Tav si è presentato davanti la Prefettura mentre era in corso un incontro tra una delegazione del Pd e il Prefetto dopo il presidio di solidarietà al senatore Stefano Esposito e al giornalista Massimo Numa minacciati nei giorni scorsi per le loro posizioni sulla Torino-Lione. “Siamo noi, siamo noi, i terroristi siamo noi”, hanno urlato. Uno di loro brandiva una bottiglia di latte con una etichetta con la scritta “Molotov”. La polizia a presidio della Prefettura li ha identificati e fatti arretrare di qualche decina di metri dall’ingresso

In piazza per il presidio “basta violenza” c’erano anche un centinaio di militanti Democratici tra cui molti degli esponenti di rilievo del partito in Piemonte tra cui il segretario provincaile Fabrizio Morri e il presidente della Provincia Antonio Saitta, oltre al presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione Mario Virano. E la solidarietà a Esposito e ai magistrati è arrivata anche in un comunicato ufficiale del partito firmato da Silvia Fregolent, della presidenza del gruppo Pd, alla camera e da Walter Verini, capogruppo Pd in commissione giustizia a Montecitorio: “Nella giornata in cui il partito Democratico partecipa al presidio della legalità contro la violenza no tav, organizzato dagli enti locali a piazza castello, vogliamo esprimere la massima solidarietà alla procura della repubblica di torino per le gravi quanto infondate accuse di ‘pressione ambientalè nei confronti del tribunale del riesame, avanzate dai difensori dei quattro imputati condannati per azioni con finalità terroristiche. Come già avvenuto in passato, si tratta dell’ennesimo tentativo di delegittimazione, questa volta messo in atto dagli avvocati. Abbiamo grande fiducia nel lavoro svolto dalla procura, dal suo fino a ieri capo caselli e dai suoi sostituti e siamo convinti che la serietà e la scrupolosità con cui hanno portato avanti indagini importanti, quali ad esempio quelle su Eternit e Thyssen Krupp, siano state puntualmente applicate anche nell’inchiesta sulla violenza no tav”.

Comunicato Stampa. Sabato 22 febbraio 2014. Giornata Nazionale di Lotta

http://www.tgvallesusa.it/?p=4815

SCRITTO DA: CONTRIBUTI – GEN• 13•14

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Comunicato Stampa

13 gennaio 2014

Sabato 22 febbraio 2014

Giornata Nazionale di Lotta

IL COORDINAMENTO DEI COMITATI NO TAV

riunito a Villar Focchiardo mercoledì 8 gennaio 2014

ha valutato attentamente

la gravissima situazione giuridica venutasi a creare con gli ultimi arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per i quali è stato costruito un castello accusatorio studiato apposta per intimorire  tutte le sacrosante lotte che anche grazie al Movimento NO TAV stanno crescendo in tutto il Paese.

Ha infatti  rilevato

che nelle carte dell’inchiesta gli inquirenti, forzando il piano strettamente giuridico, hanno sostenuto una tesi squisitamente politica. Infatti, dopo aver fatto una breve storia degli atti legislativi e dei vertici internazionali che hanno portato all’installazione del cantiere di Chiomonte, i magistrati sostengono che si tratta di procedure democratiche.
Quindi l’azione contro il cantiere – assieme allo stillicidio di pratiche di contrasto di cui il faldone giudiziario fornisce un ampio elenco – viene definita “terroristica” non tanto per le sue caratteristiche specifiche, ma in quanto si oppone alla democraticità di una decisione intergovernativa.
Se tutte le imposizioni dello Stato hanno un involucro legale, cioè sono formalmente basate sul Diritto, tutto ciò che mette realmente in discussione un progetto statale è dunque passibile di “terrorismo”. Con questa impostazione rimane solo   la possibilità di  dissentire in modo platonico, di diventare un movimento di opinione.
Dare invece concretezza al proprio NO, che in fondo è la caratteristica essenziale del movimento no tav, risulta quindi antidemocratico : il totalitarismo parla oggi un linguaggio diverso. “Non ti stanno bene le nostre imposizioni democratiche? Dunque sei un terrorista, ti sbatto in galera e butto via la chiave”.
Ricordando
che nei momenti epocali,  lo Stato ed i “poteri forti” attaccano frontalmente il nemico nei suoi punti di forza e non in quelli più deboli, diventa evidente che l’impiego della categoria di terrorismo contro il movimento no tav – per ciò che questo esprime e che simboleggia – è un avviso per tutti, per qualsiasi movimento di lotta.
Diventa  terrorista dunque  chiunque contesti le decisioni dello stato e viene smantellato il patto sociale pensato dalla costituente.
A seguire fino in fondo la logica della procura torinese, la natura “terroristica” della lotta contro il TAV non sta in un suo preteso “salto di qualità”, bensì nelle sue stesse premesse: in quel NO di cui vent’anni di esperienze, saperi, confronti, azioni non sono che il coerente sviluppo.
Non essersi rassegnati nemmeno di fronte ai manganelli, ai gas, alle ruspe, ai Lince, agli arresti, al terrorismo mediatico: questo è il crimine che contiene tutti gli altri.
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Per questi motivi il Movimento NO TAV
INDICE E PROPONE PER IL 22 FEBBRAIO
UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA
OGNUNO NEL PROPRIO TERRITORIO
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a tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente remunerato. Una giornata nazionale di lotta, territorio per territorio in difesa del diritto naturale e costituzionale di opporsi alle scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potentati, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della popolazione.
Una mobilitazione comune contro il delirante utilizzo delle leggi da parte della procura e della magistratura torinese e in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio per aver difeso i beni comuni, una giornata di lotta alla quale seguirà nella metà di marzo un appuntamento a Roma per la difesa e la legittimità delle lotte sociali.
In preparazione della giornata di lotta si invita ad effettuare assemblee sui territori per sensibilizzare la popolazione sia su questi temi sia sui progetti che si contrastano.
In Valsusa sui progetti di spostamento dell’autoporto di Susa a San Didero, di spostamento della pista di Guida Sicura da Susa ad Avigliana e della ferrovia nel territorio di Borgone.

Proposta approvata dal coordinamento dei comitati del Movimento NO TAV.