“Quelle molotov a Esposito il peggior attacco alla Valle”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/01/14/news/quelle_molotov_a_esposito_il_peggior_attacco_alla_valle-75884092/

Il sociologo No Tav Revelli: a rischio anni di battaglie alla luce del sole. Mi inquietano questi sistemi da servizi segreti o da criminalità organizzata. C’è un’atmosfera torbida che suscita paura e rende difficile capire

di CLAUDIO MERCANDINO

"Quelle molotov a Esposito il peggior attacco alla Valle"
Marco Revelli 

“Quello contro Esposito e Numa è in realtà il peggior attacco che si potesse sferrare al movimento No Tav. L’autore è il più insidioso nemico dei valsusini e di ciò che hanno costruito in questi anni”. Il tono è pacato, le parole nette. Non usa mezzi termini lo storico e sociologo Marco Revelli, tra i più noti intellettuali No Tav, nel commentare le molotov sul pianerottolo del senatore Pd e il pedinamento del giornalista della Stampa e della sua famiglia.

Tre molotov al senatore “Sì Tav”. E lui: “Sto pensando di lasciare”

Professor Revelli, che cosa la inquieta di questi ultimi episodi?
“Il fatto che siano comportamenti da servizi segreti o da criminalità organizzata. Gesti che nulla hanno a che vedere con una mobilitazione civile”.

Nel ricostruire la successione di certi episodi sembra di seguire il filo di un’escalation progressiva. Dobbiamo aspettarci di peggio?
“Non so rispondere. Siamo nella sfera degli atti tipici dei poteri occulti (e intendo con questo non solo apparati dello Stato, ma anche gruppi estremi) che disarmano qualunque tentativo di ragionamento. Spari nel buio. Abbiamo già sperimentato il potere distruttivo che atti come questi esercitano su chi manifesta civilmente”.

Si sta creando un clima pesante: quali pericoli intravede?
“C’è un’atmosfera torbida, opaca, che suscita paura e diffidenza e rende difficile capire. La forza del movimento No Tav è stata proprio il far capire le cose, il documentarle. Questi gesti sono l’opposto, rendono tutto confuso, trasformano gli avversari in nemici: una logica devastante…”.

I due personaggi colpiti sono notoriamente bersaglio delle critiche anche pesanti dei No Tav. Eppure proprio nei confronti di chi ci appare più lontano vale la pena di riaffermare l’insegnamento volterriano sulla difesa della libertà altrui. Non crede?
“Assolutamente sì. È stato un gesto ignobile di minaccia e violenza. Per tutti. Per i due interessati è un’intrusione violenta nella vita privata, ma per il movimento No Tav è una ferita al lavoro svolto per anni alla luce del sole da migliaia di persone”.

Lei pensa che queste azioni possano raccogliere consenso?
“Credo di no, penso che rispecchino una realtà marginale. Poi, certo, in rete può circolare qualunque cosa: viviamo un’epoca di barbarie”.

Esposito ha dichiarato che, di fronte al clima che minaccia anche la sua famiglia, sta considerando anche l’ipotesi di lasciare la politica. Non crede che, se lo facesse in conseguenza dell’accaduto, sarebbe una sconfitta per il sistema democratico?
“Non solo della democrazia: sarebbe una sconfitta mia, sua, nostra. Smisurata e pesantissima. Quando entra in gioco una dimensione di questo tipo perdiamo tutti”.

Lei è ottimista o pessimista?
“Ah, le categorie… Io sono pessimista per natura. Osservo una deriva della società: fatti come questo sono il segno di un degrado antropologico”.

Però quella della battaglia intorno al Tav non è ancora una vicenda chiusa…
“E non lo sarà, frutto com’è di una indisponibilità all’ascolto che ha inferto una ferita difficile da riassorbire. Per superarla serve un cambio di rotta del potere”.

E se qualcuno dovesse farsi convincere dell’efficacia di certi sistemi?
“Quando si supera il limite del rispetto delle persone è una sconfitta per tutti”.

“Quelle molotov a Esposito il peggior attacco alla Valle”ultima modifica: 2014-01-14T23:29:26+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo