I ‘Fratelli del terrore’ e l’olocausto di una ‘nuova Siria’ in Egitto,L’interveto per SeP di Mohamed Sayed Ahmed, segretario per gli affari politici del Partito Nasseriano Unito

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‏Sono due anni che andiamo dicendo che la cosiddetta “Primavera araba” altro non è che un complotto americano-sionista contro la Nazione, che si sarebbe trasformato in un “olocausto” le cui fiamme avrebbero bruciato i nostri popoli e le nostre società, nell’ambito di ciò che è noto come il Progetto per un “Nuovo – o Grande – Medio Oriente”, o “Secondo progetto Sykes-Picot”, mirante a spezzettare e suddividere la regione in settantatré staterelli dei quali il più grande avrebbe le dimensioni del Qatar o di Israele.
‏Un progetto il cui primo mattoncino venne posto dopo la guerra dell’Ottobre 1973, con Bernard Lewis – boia e padrino del “Nuovo Medio Oriente” – che pose i piani per la suddivisione [della regione] e la cernita degli strumenti da utilizzare, tra i quali le organizzazioni terroristiche internazionali formatesi nella regione sotto gli occhi e l’egida dell’Imperialismo mondiale e con l’aiuto dei servizi d’informazione.
‏In tale contesto, quella della Fratellanza è l’organizzazione più notevole, dato l’accordo tra americani e i sionisti, da un lato, e l’organizzazione internazionale dei ‘Fratelli del terrore’, dall’altro.
‏Uno dei più importanti obiettivi del [suddetto] progetto consiste nella distruzione degli eserciti arabi più potenti che potevano opporsi a questa suddivisione, essendo in grado di fronteggiare le organizzazioni terroristiche. Di fatto, il piano ebbe inizio con la distruzione dell’Esercito iracheno durante l’occupazione dell’Iraq per mezzo delle forze di aggressione americane nel 2003.
 
‏Poi sono scese in strada le “masse” arabe in Tunisia e in Egitto, con la richiesta di riforme politiche, economiche e sociali, ma presto si sono insinuati i ‘Fratelli del terrore’, trasformandosi così tali manifestazioni pacifiche in scene di violenza, sangue e terrore, con accuse rivolte alle autorità di esserne esse stesse la causa. Con lo sviluppo degli eventi, poi, queste richieste si sono innalzate di livello, fino a pretendere la caduta del regime filo-americano e filo-sionista.
‏Tuttavia, sulla strada del progetto di divisione s’è piazzata una pietra d’inciampo, poiché dopo un primo successo dei Fratelli in Tunisia e in Egitto, dove hanno preso il potere, essi hanno provato a mettere in opera lo stesso progetto in Siria, senonché lì è andata in maniera diversa, perché il regime non è né filo-americano né filo-sionista. Anzi, è l’unico regime arabo saldo sulla scelta della resistenza, che ha sfidato l’America e Israele, aprendo il paese per accogliere tutte le fazioni resistenti palestinesi e sostenerle con armi e denaro. Il che è quel che ha fatto anche con Hezbollah, che ha sconfitto l’Entità Sionista due volte in meno di sei anni. Mentre i ‘Fratelli del terrore’ – sconfitti da Hâfiz al-Asad all’inizio degli anni Ottanta – non sono riusciti a prevalere in Siria, la quale s’è così salvata dalla loro malvagità. Essi però, agli ordini dell’America, hanno sferrato una guerra esiziale contro la Siria utilizzando lo strumento del terrore, allo scopo d’incendiarla e di distruggerla dall’interno, trascinando il suo valoroso ed eroico esercito in una battaglia finalizzata ad indebolirlo e distruggerlo per sbarazzarsi dell’ostacolo rappresentato dall’Esercito siriano e facilitare così lo spezzettamento della Siria. Ma la consapevolezza del popolo siriano, il patriottismo della sua dirigenza e la saldezza del suo esercito han fatto fallire la cospirazione.
 
‏Quando i ‘Fratelli del terrore’ sono andati al governo in Egitto hanno avviato il medesimo piano per suddividerlo, così il presidente Morsi ha promesso ai suoi ‘fratelli’ di Hamas una parte del Sinai per erigervi il loro Stato e far così finire per sempre la “Questione palestinese”. Poi s’è recato in Sudan, dove ha promesso al suo ‘fratello’ al-Bashir – che ha diviso il Sudan – un altro pezzo di Egitto, cioè il Triangolo di Halâ’ib e Shalâtîn.
‏Nel pieno di questo progetto volto alla divisione [dell’Egitto], la nostra voce si è elevata per mettere in guardia il popolo egiziano da questi traditori ed agenti [del nemico], così finalmente esso si è svegliato dal suo torpore riacquistando consapevolezza, per poi uscire allo scoperto e deporre i ‘Fratelli del terrore’.
‏Il magnifico Esercito egiziano s’è reso conto della dimensione del complotto, perciò è rimasto accanto al popolo per svolgere il suo ruolo nazionale di difesa del territorio egiziano. Ciò non ha certo reso felici gli americani, i sionisti e i loro alleati tra gli agenti [del nemico] e i traditori, che così hanno dato all’organizzazione terroristica della Fratellanza l’ordine di replicare lo scenario siriano allo scopo di far divampare l’incendio nel Paese e distruggerlo, a livello di Stato, di popolo e di esercito.
‏Il piano è cominciato con le manifestazioni, i presidi e le operazioni terroristiche nel Sinai, ma quando il popolo ha incaricato la polizia e l’esercito di dar loro la caccia e combattere il terrorismo, i terroristi stessi hanno annunciato che avrebbero trasformato l’Egitto in una ‘nuova Siria’, facendo quindi cadere ogni maschera; cosicché tutti hanno potuto scoprire che quella che è accaduta in Siria era essenzialmente una macchinazione internazionale nella quale è stata utilizzata l’organizzazione terroristica della Fratellanza, traditrice e agente [del nemico].
 
‏Tuttavia alcuni continuavano a dubitare [delle intenzioni dei Fratelli Musulmani, NdT], fino a che la polizia egiziana non forzò il presidio armato, in atto da due giorni, nelle due aree di Râbi‘a al-‘Adawiyya, al Cairo, e di an-Nahda, a Giza. Al che i ‘Fratelli del terrore’ hanno aperto il fuoco sulla polizia e le chiese, in ogni parte d’Egitto, giungendo persino a bruciare le moschee, lasciando liberi, il Venerdì di preghiera, i membri dell’organizzazione terroristica di uccidere e bruciare tutto ciò che giungeva alla portata delle loro luride mani, sporche del sangue degli egiziani.
 
‏Ma gli americani e i sionisti, assieme ai loro sostenitori, traditori ed agenti, interni ed esterni, ci hanno aggredito, condannando la polizia e l’esercito egiziano, ma non i ‘Fratelli del terrore’, ovvero il loro strumento interno per spezzettare e suddividere la Patria.
‏Tuttavia in tutto questo divampare di fiamme è emerso il generoso ruolo internazionale di chi è rimasto con la Siria durante la sua crisi e la sua battaglia per l’esistenza contro il terrorismo e il ‘teppismo’ sion-americo-ikhwani: il ruolo della Russia e della Cina.
 
‏La dirigenza egiziana rappresentata adesso dal generale ‘abd el-Fattâh as-Sîsî deve sfruttare l’occasione e porre la sua mano su quella del generoso alleato internazionale, annunciando l’uscita definitiva dell’Egitto dalla sudditanza verso l’America e che torneremo a riabbracciare l’Arabismo, con l’Egitto alla guida del progetto nazionale arabo di resistenza: un progetto di autentica indipendenza nazionale, che si oppone alla sudditanza vero l’imperialismo mondiale. Un annuncio, inoltre, che noi, da oggi in poi, non ci sottometteremo, non tratteremo e non verremo meno [al nostro compito], gettandoci nella battaglia della Patria contro il terrorismo, fino alla fine. Che non lasceremo l’occasione ai ‘Fratelli del terrore’ di esistere in mezzo a noi, poiché sono una fazione anti-nazionale, terroristica, traditrice ed agente [del nemico].
 
‏Il generale ‘abd el-Fattâh as-Sîsî deve trarre profitto dall’esperienza del leader imperituro Gamal Abd el-Nasser con questi terroristi, e sappia che il metodo da lui seguito per trattare con loro è quello giusto; non quello di as-Sâdât e, successivamente, di Mubârak, i quali hanno usato il metodo della conciliazione e della trattativa, che non ha fatto altro che rafforzare la loro determinazione e il loro slancio nel vendere la patria, in accordo con l’“agenda” dei nostri nemici.
 
‏Adesso bisogna però che as-Sîsî prenda tutti i provvedimenti necessari senza alcun riguardo per i traditori e gli agenti dentro e fuori, con mano forte e senza esitazioni, senza pietà verso i nemici della Patria e coloro che la vogliono mandare a fuoco.
 
‏Sappia che con lui stanno l’Esercito e il popolo, cosicché un giorno la storia testimoni che egli è stato il salvatore dell’Egitto, colui che l’ha protetto dalle fiamme, dalla divisione e dalla frantumazione.
 
Traduzione a cura di SeP
I ‘Fratelli del terrore’ e l’olocausto di una ‘nuova Siria’ in Egitto,L’interveto per SeP di Mohamed Sayed Ahmed, segretario per gli affari politici del Partito Nasseriano Unitoultima modifica: 2014-01-13T10:19:38+01:00da davi-luciano
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