Il Job Act e il congresso della Cgil: Camusso, Landini e Cremaschi con tre diverse posizioni

9/01/2014 17:21 | POLITICA – ITALIA | Autore: fabio sebastiani

Reazioni di segno diverso sul Job Act di Renzi da parte di Camusso, Landini e Cremaschi. Quel che è certo è che il tema entrerà prepotentemente nei lavori del congresso della Cgil, nella prima decade di maggio. Le reazioni del segretario della Cgil e di quello della Fiom alludono, infatti, ad un certo “fiato corto” da parte del sindacato rispetto alle proposte del vertice del Pd. Anche se Susanna Camusso assicura che i contatti tra i singoli membri delle segreterie (Pd e Cgil) sono frequenti (sic!), il Job Act sembra per il momento aver spiazzato il sindacato.
“Non possiamo che salutare con favore il dibattito politico che finalmente parla di lavoro e il fatto che il piu’ grande partito del centrosinistra sta impegnandosi a fare proposte”, dichiara il leader della Cgil,Camusso, intervenendo all’assemblea regionale toscana dei quadri e dei dirigenti del sindacato. “Il dibattito che si e’ aperto sul lavoro – ha aggiunto – e’ lo straordinario risultato della nostra resistenza, della nostra richiesta di ripartire dal lavoro”. A chi chiedeva al segretario della Cgil Susanna Camusso se il sindacato fara’ proposte per il Job act, lei ha ricordato che la Cgil ha il suo piano del lavoro e i suoi documenti congressuali: noi “ripartiamo da qui affermando e ribadendo che oggi il lavoro che c’e’ e’ troppo poco. Non siamo in grado di dare risposte se non si decide di creare lavoro” se non si mettono nuove risorse. Per questo, secondo Camusso, “non basta dire che sara’ la libera iniziativa del mercato delle imprese, magari con qualche incentivo, a favorire la ripresa. Sono cose utili, tutte, ma servono risorse per creare nuovi posti di lavoro”. L’osservazione di Camusso mette a nudo il nodo vero di tutto l’impianto di Renzi, la mancanza di risorse per far ripartire l’economia e quindi l’occupazione.

Di parere nettamente opposto è il leader della corrente di opposizione in Cgil, raccolta nel documento “Il sindacato è un’altra cosa”, Giorgio Cremaschi, che invita tutti a lasciare da parte le cautele. Il job Act di Renzi “va contrastato”. “Dalle anticipazioni che ci sono sulle proposte di Renzi si puo’ e si deve dare un giudizio negativo per almeno tre ragioni. Per questo non siamo d’accordo con la cautela di Susanna Camusso o con le aperture di Maurizio Landini”, spiega riassumendo i motivi, almeno 3, per i quali opporsi al nuovo piano lavoro del Pd.

Il primo “perche’ tutta l’ideologia del progetto e’ quella liberista di sempre secondo cui per creare lavoro bisogna togliere vincoli alle imprese ed esaltare la globalizzazione. Il secondo ”e’ che si allude ambiguamente alla estensione della indennita’ di disoccupazione, senza chiarire se questa si aggiunge a quello che gia’ c’e’ oggi, e allora bisogna finanziarla, o lo sostituisce e allora sono i lavoratori che la pagano finendo in mezzo ad una strada”.
Il terzo motivo, conclude, ”e’ il contratto di inserimento con piena liberta’ di licenziamento per i nuovi assunti che estendera’ ancora la precarieta’ del lavoro e che aprira’ la via a licenziamenti di massa”. “Sara’ sempre piu’ conveniente licenziare lavoratori con articolo 18 per sostituirli con nuovi assunto senza diritti”, conclude.

Landini, intanto, che non esclude altri incontri con Renzi “cosi’ come abbiamo fatto con i precedenti segretari del Pd e di tutti i partiti”, condivide l’idea di fondo “che oggi bisogna rimettere al centro il lavoro e che ci sono tante cose da cambiare in questo Paese” ma preferisce tenersi sul generico. “Se le proposte vanno in questa direzione, – ha osservato ancora Landini che ha sottolineato di voler approfondire la proposta – io penso che sia utile che si ridiscuta di questo”. “Mi permetto di aggiungere – ha proseguito – il tema dei contratti di solidarieta’ e di riduzione dell’orario di lavoro. Penso che, in questa fase, bisogna riaprire una discussione, incentivare l’uso dei contratti di solidarieta’ e se si vuole difendere l’occupazione, si deve ridistribuire anche il lavoro che c’e'”. Detta così sembrerebbe un dissenso. Staremo a vedere. Rimane il nodo della rappresentanza, che Renzi vuol ridurre alla presenza dei lavoratori nei Cda delle aziende. Di questo Landini non ha parlato, per il momento.
http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2014/1/9/38947-il-job-act-e-il-congresso-della-cgil-camusso-landini-e/

Il Job Act e il congresso della Cgil: Camusso, Landini e Cremaschi con tre diverse posizioniultima modifica: 2014-01-10T11:48:15+01:00da davi-luciano
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