Fuggire dall’Italia si deve

giovedì, gennaio 9, 2014
migrante italiano
 L’Italia è ormai un paese vecchio e povero. Si è svuotato d’improvviso a seguito dell’incrudelirsi della crisi economica cui una classe dirigente di scarse competenze e talento politico non riesce a dare risposta. Un generale fuggi fuggi dei giovani, che non trovano lavoro perché il lavoro non c’è, viene deprecato dai tromboni del potere: restate, dicono, perché la crisi si risolverà. Già, ma come? Nessuno lo dice. Al di là di un generico cicaleccio su un programma confuso di riforme non si va e il fuggi fuggi assume contorni di un vero allarme nazionale. Nel bel paese ad un laureato in Economia con Master viene offerto al massimo uno splendido impiego in un call center cupo e triste. Ovviamente cupo e triste è anche il salario, modesto e incerto. E le prospettive di una crescita professionale sono pari a zero. Fa benissimo chi fugge perché in Italia non c’è alcuna speranza di farcela. Sottopagata la ricerca universitaria per non parlare dell’impossibilità di entrare negli Ordini professionali al di là dell’esame di Stato. Chi vuole fare impresa non ha strumenti finanziari per dare avvio alle proprie idee e una burocrazia di incompetenti fa il resto. Il paese è alla paralisi, privo di mobilità sociale: una situazione da ancien regime. C’è chi può e chi aspetta e chi aspetta aspetterà in eterno. Intere generazioni pagano il prezzo di una crisi che ha distrutto il lavoro. Verranno divorate dal debito ed espoliate di ogni sogno. Ma di chi è la colpa? Nonostante i becchini dell’informazione cerchino di imbrogliare le carte con tg che sembrano bollettini di guerra civile tanto per agitare le paure sociali e suscitare il desiderio d’ordine, la colpa è dell’intera classe dirigente italiana. Trasformismo, latrocinio, corruttela, menzogna dominano la scena pubblica, mentre nell’ombra le classi lavorano per piazzare i loro figli all’Università o in una redazione per i meno capaci. Un organigramma dei nomi e dei cognomi di chi lavora nei posti chiave del paese dimostra come una élite di discutibili qualità morali tramandi il lavoro di padre in figlio. Esempio lampante la signora Berlinguer. Senza alcuna verifica delle competenze, delle abilità. Chi fugge fa bene perché la riforma della morale pubblica è una battaglia persa. Chi la propugna dal pulpito di un giornale o dalla tribuna della politica è poi già pronto a piazzare il figliolo laddove può. Le nuove generazioni hanno capito che della élite dirigente italiana non si può fidare: per questo scappano. I mali del paese stanno così affondando il paese stesso. Privo di una generazione giovane, il paese morirà. Ne discuteranno Santoro, Travaglio, Floris e forse Sallusti. Parlando al vuoto perché a sentirli tra poco non ci sarà più nessuno.

Stefania Pavone, giornalista free lance e collaboratrice di Cogito Ergo Sum
http://cogitoergo.it/?p=24724

Fuggire dall’Italia si deveultima modifica: 2014-01-10T08:25:50+01:00da davi-luciano
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