L’Italia dei veleni, una mappatura (prima puntata)

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  •  Mercoledì, 08 Gennaio 2014 09:39
  •  Roberto Suozzi *

L'Italia dei veleni, una mappatura (prima puntata)

Terra dei fuochi” è quella vasta zona geografica tra Caserta e Napoli così chiamata perché vi sono stati interrati una gran mole di rifiuti, soprattutto tossici, e anche scorie da centrali atomiche. Ma in realtà l’Italia intera potrebbe essere definia Terre dei fuochi.

In Italia ci si ammala non solo a Salto di Quirra, dove sono numerose leucemie e linfomi, o a Taranto dove c’è l’Ilva; ma anche a Cerano (Brindisi), sede della centrale termoelettrica a carbone più grande d’Europa, giudicata come il posto più inquinato d’Italia. Nel 2007, il sindaco del paese – con un’ordinanza – ha vietato che in 400 ettari di terreno attorno alla centrale (inquinati anche da arsenico, berillio, cromo, nichel, arsenico, mercurio, amianto, lindano e vanadio) si coltivassero e poi commercializzassero piante e frutti per l’alimentazione.

Né vanno dimenticate le discariche dei rifiuti, le aree industriali, le sostanze chimiche nei cibi. A Torrevaldiga, a Civitavecchia, c’è un’altra grande centrale a carbone; sono in funzione le raffinerie di Saras di Sarroch e l’area di Porto Torres, Siniscola col cementificio in Sardegna; poi la Sicilia con la raffineria di Priolo. C’è piombo e arsernico nel mare di Livorno, mercurio nelle acque di Trieste, benzene in quelle di Ravenna. Tito, cittadina praticamente congiunta a Potenza, e la Val Basento, in Lucania, sono altre due aree tra le più inquinate.

Se poi continuamo a distruggere piante ed animali la situazione ambientale, quindi anche la nostra salute e cultura, la situazione si fa sempre più grave. Pensando all’utilità delle piante, sperimentalmente, l’estratto acquoso delle foglie di Psidium guajava (piccolo albero coltivato per i frutti), può proteggere dai danni dell’arsenico; e la naringenina, un flavonoide contenuto in arance, limoni, pompelmo, è potenzialmente una sostanza protettiva dai possibili danni a livello epatico e renale. L’Arundo donax, la comune canna, può bonificare i luoghi inquinati da metalli pesanti e impedire che questi entrino nella catena alimentare.

Si può essere esposti all’arsenico non soltanto ingerendo acqua contaminata, ma anche mangiando vegetali irrigati con acqua contaminata. L’unica soluzione, raccomandata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è non bere e non coltivare nulla con acqua contaminata.

Un’altra sostanza che attualmente rappresenta una vera emergenza nazionale è l’amianto, che – com’è ampiamente noto – provoca circa mille morti ogni anno e può provocare tumore ai polmoni e mesotelioma del pericardio (lo spazio attorno al cuore), la trachea, laringe. Ma l’amianto può colpire anche l’apparato gastrointestinale, il fegato e cistifellea, la milza, i reni, l’ovaio e, molto raramente, la tunica vaginale del testicolo.

Il mesotelioma peritoneale rappresenta circa il 20-30% dei mesoteliomi; è un tumore che origina dal mesotelio, cioè dalle cellule parietali del peritoneo, membrana sierosa che tappezza le pareti della cavità addominale e pelvica. Anche le donne che hanno lavato indumenti da lavoro, tute contaminate da polveri da amianto, possono inalarne le pericolose fibrille e ammalarsi. Fibrille che ancora sono disperse nell’aria a Bucaletto, quartiere popolare della periferia di Potenza, costruito subito dopo il terremoto del 1980, dove la gente vive tuttora in diversi prefabbricati contenenti amianto, che col tempo vanno sbriciolandosi.

Va detto che l’amianto è stato ritrovato anche sugli elicotteri militari e che soldati e meccanici – ammalatisi nel tempo – affermano di non essere mai stati informati dei rischi che correvano a causa dell’esposizione dell’amianto.

Fiorella Belpoggi – biologa e direttrice del Centro di Ricerche per il Cancro “Cesare Maltoni”, dell’Istituto Ramazzini di Bologna – afferma che l’amianto nell’ambiente è un vero problema e “l’amianto ritrovato nell’acqua non è da ritenersi meno pericoloso di quello disperso nell’aria”.

Per quel che riguarda la Lucania – per esempio – occorre tener presente che l’incidenza dei tumori è nettamente superiore a quella che si registra nelle altre regioni del nord Italia, dove pure sono presenti fabbriche con alto inquinamento ambientale. Lo studio, con le relative prove, è pubblicato in “Current Cancer profiles of the italian regions”, e indica una curva, destinata ad aumentare, che descrive la quantità di tumori nella popolazione.

Né va dimenticato, sempre in Lucania, l’inquinamento legato alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri ed anche alla ricerca petrolifera dell’ENI nella zona di San Fele; questo territorio è oltretuttoclassificato come zona 1ad alta pericolosità sismica e che quest’area è ad alto rischio idrogeologico.

In diverse zone della Regione Veneto, nelle aree dei comuni di Treviso, Casier, Quinto di Treviso, Preganziol vi è invece un grave inquinamento da mercurio della falda acquifera.

Nella bassa bergamasca – a Treviglio, Arcene, Castel Rozzone, Verzellino, Ciserano – sono stati ritrovati nichel e cloroformio (triclorometano), nonché il cromo esavalente, pericoloso cancerogeno e mutageno, tutti nella falda acquifera nell’acqua che arriva ai rubinetti.

Nel tratto dell’ autostrada A4 di Castegnato (Brescia) i tecnici dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) hanno trovato concentrazioni di cromo esavalente 1.400 volte superiori ai limiti di legge e sono state da poco ritrovate altre “scorie industriali” occultate sotto l’autostrada A4.

In un report dell’anno 2012 nell’ambito distrettuale di Treviglio (Dipartimento di prevenzione medico, controllo e promozione della salute della ASL di Bergamo) è riportato: “… si può affermare che nell’ambito distrettuale di Treviglio si evidenzia un significativo eccesso di mortalità per tumori del fegato nei maschi (+14%), rispetto al dato provinciale “.

Nel dicembre del 2013 l’Istituto Ramazzini ha commentato e risposto all’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) sull’aspartame, edulcolarante artificiale usato come additivo alimentare. L’EFSA ha dichiarato che “L’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono sicuri per il consumo umano ai livelli di esposizione attuali”. Per eseguire la valutazione l’EFSA aveva condotto un rigoroso esame di tutte le ricerche scientifiche disponibili sull’aspartame e sui suoi prodotti di degradazione, compresi studi sugli animali e sull’uomo….. L’Istituto Ramazzini ha così ribattuto: “Siamo molto dispiaciuti di questa decisione per le conseguenze sulla salute pubblica, ma non sorpresi. Rimaniamo nella convinzione che l’aspartame sia un cancerogeno per l’uomo, poiché con il nostro modello sperimentale si è dimostrato cancerogeno per due specie animali, ratto e topo, e per diversi organi bersaglio; questo è anche il criterio che viene adottato dalla Agenzia Internazionale di Ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per classificare le sostanze cancerogene…..”

(continua)

Manassas, Virginia: non si smette mai di combattere

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SCRITTO DA: FABRIZIO SALMONI – GEN• 07•14

La lotta di una comunità locale americana contro un progetto di viabilità devastante per l’ambiente e per la memoria storica

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Chi sostiene che negli Usa  non ci sia consapevolezza sui problemi dell’ambiente e dell’eccessivo sviluppo si sbaglia di grosso. Per stereotipi ideologici, per la scarsa conoscenza del complesso tessuto sociale americano o per giustificabili difficoltà a capire e condividere forme di lotta peculiarmente americane. Certo, non si può pensare che il contrasto alle iniziative dei “developers”, connaturati all’essenza stessa del concetto di progresso “americano”, si svolga con gli stessi atteggiamenti delle comunità europee ma questo non toglie che anche nei good old Usa  possano concretizzarsi momenti significativi di resistenza alla protervia di chi vorrebbe mettere le mani anche sulle aree naturali o sui parchi nazionali per costruirvi centri commerciali, aree condominiali, strade o peggio. Se in Europa il contrasto alle lobby del cemento avviene tramite mobilitazioni popolari più o meno permanenti che traggono in qualche misura vigore e ispirazione dalle tradizioni della sinistra storica, negli Usa le comunità interessate a mobilitarsi per opporsi a qualche devastante progetto devono scegliere strade diverse complementari all’azione diretta. La via per la resistenza, sovente vincente almeno sul piano locale, passa attraverso le alleanze con le associazioni ambientaliste o le fondazioni/organizzazioni con cui si condividono gli interessi immediati e successivamente per l’avvio di attività lobbistiche per fare pressione sulla politica. Niente di eversivo ma sovente funziona. L’estrema pluralità dell’imprenditoria americana, a sua volta ampiamente impegnata nel lobbismo, rende talvolta più equilibrata la contrapposizione ed i singoli parlamentari, al contrario dei colleghi europei, sono meno legati all’insieme delle lobbies (o sono legati solo a qualcuna…), rispondono meno all’apparato del proprio partito e sono più sensibili ai richiami dei propri elettori. A differenza dell’Europa, o meglio dell’Italia, il parlamentare non fa necessariamente gli interessi del suo partito e il partito non fa necessariamente l’interesse di un determinato gruppo imprenditoriale. Queste condizioni lasciano più aperte le maglie della contrattazione, della flessibilità, della concertazione almeno su progetti o controversie locali. E’ consuetudine, per le comunità in lotta, ritrovarsi in “coalizione” insieme ad altri soggetti per intraprendere azioni di contrasto o di pressione politica. Cosi fu, in grande, negli anni 1970-80 sulla questione delle centrali nucleari e cosi è anche nelle piccole lotte per impedire progetti non condivisi.

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Recentemente mi sono imbattuto nel caso della Tri-County Parkway, in Virginia, un progetto che prevederebbe la costruzione di una strada ad alto scorrimento a sei corsie per facilitare il traffico nord-sud tra l’aeroporto internazionale Dulles di Washington e la Interstate 95 nella Contea Prince Williams. Il progetto proposto da imprenditori locali è sostenuto dal Governatore McDonnell. La peculiarità del caso è che la Parkway taglierebbe in due l’area storica parzialmente compresa nel Parco Militare di Manassas,amministrata dal National Park Service, dove si svolsero due battaglie importanti della guerra civile, nel 1861 e nel 1862 (entrambe vittorie sudiste – per gli interessati).

C’erano diversi striscioni appesi lungo la strada costeggiante il Parco a ovest, una vista che mi ha fatto sentire più vicino a casa: Dite No alla Tri-County Parkway! Questa strada verrà chiusa! Il Battlefield Park ci ha tradito! Jackson si rivolterà nella sua tomba!(dove Jackson sta per il generale sudista che fu protagonista di entrambe le battaglie). Ho cosi appreso che altre sette battaglie sono state sostenute dai cittadini locali negli ultimi 20 anni contro colossi come la Disney (1993) che voleva costruire un Parco Tematico presso la vicina cittadina di Haymarket con il conseguente stravolgimento di viabilità e di riurbanizzazione di un ambiente tipicamente rurale, o come la Hazel & Peterson (1983), colosso dell’edilizia commerciale che voleva costruire un mall gigante proprio sul sito dove Robert E. Lee aveva piazzato il proprio Quartier Generale, o ancora come la Marriot Corporation (1973) anch’essa interessata a costruire un parco tematico con relativi hotel.  La coalizione di cittadini, il Piedmont Environmental Council, socialmente trasversale ( lavoratori dipendenti, middle class, piccoli agricoltori, vip residenti come l’attore Robert Duval), supportata dal National Park Service, da illustri storici delle più importanti università, e facendo leva anche su motivazioni patriottiche, è sempre riuscita ad avere la meglio sulle controparti sempre sostenute (ma guarda un po’…) dall’Assessorato ai Trasporti dello Stato in nome dello “sviluppo”, delle previste nuove

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entrate fiscali e delle nuove opportunità commerciali. Ora le cose si sono fatte più difficili perchè per quello che riguarda il progetto della Tri-County Parkway il National Park Service, in particolare l’amministrazione del Manassas Battlefield, è in difficoltà economiche e ha ceduto alle profferte dei developers (da qui le accuse di tradimento). Una settimana fa, il Piedmont Environmental Council insieme a Southern Environmental Law Center, National Parks Conservation Association, National Trust for Historic  Preservation e Coalition for Smarter Growth, hanno sottoposto formalmente alGovernatore McDonnell e alla Commissione Trasporti una serie di osservazioni critiche sul progetto e alcune proposte alternative a basso impatto ambientale. La decima battaglia di Manassas non è ancora finita ma noi dalla Val Susa sentiamo di dover fare il tifo per Jackson e Lee. (F.S. 7.1.2014).

Terzo Valico. Trasparenza e grandi opere

http://www.tgvallesusa.it/?p=4647

SCRITTO DA: CONTRIBUTI – GEN• 08•14

di Marco Ponti*

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Una grande opera è stata finalmente avviata, con pochissime proteste e un sostanziale silenzio mediatico: si chiama “Terzo Valico”. E’ un tunnel ferroviario tra Genova e la pianura padana, pensato per le merci del porto di Genova, e che in futuro potrà anche divenire una linea Alta Velocità fino a Milano.
“Terzo valico” perché di linee ferroviarie ce ne sono già due, fortemente sottoutilizzate, persino l’ing. Moretti, amministratore di FS, in un convegno, l’aveva incautamente valutata un’opera inutile. L’appalto è stato assegnato molti anni fa senza gara – così non si perdeva tempo con inutili scartoffie – al COCIV, gruppo pilotato dall’impresa Gavio.
Ci si aspetterebbe che al pubblico, agli amministratori locali e ai politici, fossero state fornite analisi economiche e finanziarie che dimostrino che non solo l’opera serve molto in relazione al suo elevato costo, ma che sia prioritaria rispetto ad altre, soprattutto in una situazione di scarse risorse pubbliche. Nulla è stato trovato.
Recentemente, è emersa l’ipotesi di finanziare l’opera con un finto intervento di capitali privati (cioè in “project financing”, si dice in termini tecnici). L’impresa destinata a gestire la linea, FS appunto, avrebbe pagato ai costruttori un “canone di disponibilità” fisso, cioè non dipendente dal traffico (che magari poi era poco, chissà). Il canone annuo sarebbe stato ovviamente tale da ripagare interamente l’opera. FS è una impresa al 100% pubblica, ma giuridicamente una SpA, quindi formalmente trattasi di un privato.
terzo-valico3Bene, sembra che anche con questo “schema creativo” i numeri in gioco fossero così tragici (ricavi da traffico previsti meno di un decimo della rata annua che FS avrebbe dovuto pagare), che non se n’è fatto nulla.
Allora il ministero di Passera (nella persona del suo viceministro Ciaccia), ha preso una decisione eroica: basta perder tempo, non occorre nessuno schema finanziario (scartoffie!), pagherà il 100% lo Stato, cioè noi.
Il Sole 24ore, nello stesso periodo, pubblicò un celebre articolo di lodi ad una proposta di sconti fiscali dedicati alle “Grandi Opere”, articolo che conteneva questa perentoria affermazione: “in questo modo si potranno anche realizzare opere molto costose e con poco traffico”.
Intanto i cantieri sono partiti, che è quello che davvero interessa a costruttori e politici. Non si sa se ci saranno i soldi per finire l’opera, cosa che vale per quasi tutte queste iniziative. Alcuni gruppi locali protestano per possibili danni ambientali. Ottima cosa, i costi per risarcirli generosamente, e con molta pubblicità, sono assolutamente irrilevanti rispetto al valore dell’appalto. E così alla fine tutti saranno contenti.

* Professore Politecnico di Milano

da politicamentecorretto

Paolo Oliverio, il fiscalista dei potenti che pilotava i controlli di Equitalia. M5s: “Saccomanni spieghi”

http://www.huffingtonpost.it/2014/01/07/paolo-oliverio_n_4555138.htmlAnsa, L’Huffington Post  |  Pubblicato: 07/01/2014 16:54 CET 

Paolo oliverio

Il M5S sta preparando un atto ispettivo per chiedere conto al Governo della situazione delle cartelle esattoriali di Equitalia, anche in considerazione delle notizie emerse con la pubblicazione dell’archivio del commercialista-faccendiere Paolo Oliverio. “Cosa fa il Mef? Saccomanni dorme? Il Ministero dell’Economia deve rispondere”, si legge sul sito del M5S Parlamento. “In particolare – annuncia il M5S – vogliamo sapere com’è possibile che Equitalia possa imperversare a piacimento tra i cittadini che non contano nulla (e spesso devono allo Stato cifre irrisorie) mentre i ‘pezzi da 90’ vengono lasciati a cantarsela in santa pace”.

“Lo scandalo dei dossier conservati nell’archivio di Oliverio svela l’ennesima matassa di rapporti tra colletti bianchi, imprenditori, uomini della casta di palazzo, divise sporche, 007 e persino uomini di chiesa”, dicono i Cinque Stelle che riportando le notizie del Corriere della Sera stigmatizzano l’esistenza di “una lista di intoccabili che mai riceveranno cartelle esattoriali e di cui Equitalia è obbligata a disinteressarsi. Il file esiste da anni e viene chiamato, nel gergo degli addetti Equitalia, “Disco per l’estate”, essendo conservato addirittura su Cd”.

No Tav. Scritte “minacciose” contro il Pm Padalino

http://www.tgvallesusa.it/?p=4580

SCRITTO DA: MASSIMO BONATO – GEN• 06•14

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Quando dire “A sorrata!” o “Vatla a pijé ‘nt ël frach” significherà finire nel mirino degli inquirenti

Non fosse cosa seria avrebbe del risibile. Ma purtroppo ogni circostanza pare diventare motivo per gli inquirenti di indagare, registrare, monitorare, redigere rapporti, visionare fotografie e infine denunciare. Magari qualcuno che ha scritto ieri su un muro in zona Molinette “Padalino, terrorista è tua madre. No Tav!”, ma le firme apposte sono quelle dei quattro accusati di terrorismo, e quindi una scritta in solidarietà a loro (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò). Grandi assenti, poiché arrestati il 9 dicembre scorso.

«La Stampa», «la Repubblica», «Tgcom», «Articolo3» ne riportano in nottata la notizia. “Scritta minacciosa” scrivono, “sull’accaduto indaga la Digos”. Prassi ordinaria. La scritta è rivolta al Pm Padalino, che insieme al collega Rinaudo segue “le vicende giudiziarie collegate alle azioni dell’ala violenta ed eversiva del movimento No Tav”, scrive il quotidiano torinese.

A onor del vero «la Repubblica» si spinge un po’ più in là, mettendo a parte il lettore di qualche ragguaglio: la scritta muraria infatti diventa uno “striscione, lungo 20 metri”, l’ala del movimento su cui indagano i due Pm è soltanto “violenta” (“eversiva” pare ormai dittologia sinonimica trattando del movimento No Tav, e in quanto sinonimo si potrà sempre usare qualche altra volta). I fatti per i quali i quattro sono stati arrestati sono relativi alla notte tra il 13 e il 14 maggio, quando al cantiere Tav venne incendiato un generatore di corrente, e in merito «la Repubblica» riporta doviziosamente il lancio “di oggetti e … una ventina di bombe molotov”.

Quando ci son di mezzo cifre, è sempre curioso capire come il conteggio sia stato fatto, e ci si inoltra tra la gran copia di testate che riportarono l’accaduto sia in occasione dei recenti arresti sia all’indomani dell’assalto. La quantificazione dell’oggetto in questione va dall’omissione dell’articolo indeterminativo-partitivo “dei/degli/delle” (tipo «il Fatto Quotidiano» “hanno attaccato contemporaneamente quattro cancelli con bengala e razzi lanciati da un mortaio rudimentale, bombe carta e bottiglie incendiarie”) fino alla metafora, ancorché indefinita, dello «Spiffero» “una vera e propria ‘pioggia di molotov’” passando attraverso tutti i dispositivi linguistici utilizzati da testate cartacee e webmagazine (“alcune”, “qualche”, “un’ingente quantità di…” ecc.). Ma i numeri, in merito a quella notte, li dà laQuestura, basta leggere: “10/15 bottiglie incendiarie”. La prossima volta che se ne parlerà potrebbero diventare una trentina, ma tanto, che differenza fa? Neanche distinguiamo una “minaccia” da una semplice “ingiuria”.

Massimo Bonato 06.01.14

Archiviazione per i 24 No Tav genovesi

http://www.tgvallesusa.it/?p=4660

SCRITTO DA: CONTRIBUTI – GEN• 08•14

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Genova. Il Gip Ferdinando Baldini ha archiviato la posizione di 24 antagonisti genovesi, indagati per violenza privata nei confronti dell’amministratore delegato di Ferrovie dello stato Mauro Moretti.

I fatti risalgono al 9 settembre 2011 quando Moretti arrivò a Genova alla festa provinciale del Partito democratico per partecipare a un dibattito sull’alta velocità. Ma l’accoglienza fu piuttosto “calorosa”: l’Ad di Trenitalia fu accolto da fischi, tamburi e qualche insulto da parte di un gruppo di No Tav. Gli organizzatori decisero di annullare il dibattito e Moretti fu costretto a lasciare Genova in tutta fretta, protetto dalla polizia oltre che dalla scorta di Rfi. A contestarlo quella sera non c’erano però solo gli antagonisti, bensì anche un nutrito gruppo di parenti delle vittime della strage di Viareggio, decedute nell’incidente ferroviario del 29 giugno 2009, che diedero vita a una manifestazione assolutamente pacifica con le foto dei 32 morti. Tra loro anche Riccardo Antonini, dipendente (allora) di Rfi in qualità di tecnico della manutenzione e consulente di parte civile nell’incidente probatorio sulla strage, poi licenziato dallo stesso Moretti. Arrivati in pullman, l’Ad di Trenitalia aveva denunciato sia Antonini sia i No Tav per violenza privata. Per tutti il Pubblico ministero Francesco Cardona aveva chiesto l’archiviazione ma, sempre per tutti, Moretti si è opposto portando davanti al Gip la sua scorta a testimoniare.

Il Gip un paio di mesi fa aveva già archiviato definitivamente la posizione di Antonini. Ora ha archiviato gli altri, condividendo in toto la posizione del Pubblico ministero che aveva parlato di “urla e alcuni insulti” ma negato la violenza.
“Prima e sul nascere dell’intervento del dottor Moretti – precisa il Gip – non si sono verificati significativi episodi di violenza, fatta eccezione per un contatto tra i manifestanti e gli addetti al servizio d’ordine, prontamente sedato dai presenti senza necessità di intervento da parte degli agenti di polizia”. Non ci sono state “violenza ” o “minaccia” spiega Baldini nel provvedimento, che sono indispensabili a configurare il reato di violenza privata e la scelta di interrompere il dibattito “non può costituire di per sé prova della sussistenza di quel clima di concreta ed attuale intimidazione che i documenti filmati non hanno al contrario fatto emergere”. Resta in piedi solo il reato di ingiurie, punibile però con una pena pecuniaria.

da Genova24

Perché l’Occidente sta Lentamente Perdendo le Libertà Civili

ma la democrazia non è il migliore dei mondi possibile per cui è da criminali attentarne l’integrità?
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di W. de Gruijter
Traduzione di Anticorpi.info
 
I politici che da entrambe le sponde dell’Atlantico cavalcano l’immagine dei duri e puri nei confronti del crimine e del terrorismo, ufficialmente mossi da un impulso idealistico umanistico – stanno facendo leva su una serie di punti cardine capaci di disturbare il pensiero critico della gente.
 
In qualche modo sembra che noialtri, il popolo, abbiamo smarrito il bandolo della matassa.
Ci sono quattro motivi principali che ci stanno inducendo a rinunciare ai nostri diritti civili per i quali un tempo combattemmo duramente.
 
Molti paesi occidentali – come la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna gli Stati Uniti ed i Paesi Bassi – hanno sperimentato negli ultimi anni un aumento esponenziale della sorveglianza tecnologica e una netta riduzione delle facoltà di controllo parlamentare e giudiziario sulla polizia di stato ed i servizi segreti.
Per esempio, sotto l’ex primo ministro britannico Tony Blair sono state approvate 45 leggi penali con la relativa creazione di 3000 nuovi reati penali. Lo scrittore britannico John Kampfer sostiene che negli ultimi dieci anni nel suo paese sono stati commessi più reati penali che in tutto il secolo precedente. La politica è stata legittimata dall’idea che un virus terroristico minacci gravemente l’intera società occidentale. Potrebbe anche esserci una qualche verità in tutto ciò; sta di fatto che la gravità del rischio è stata grossolanamente gonfiata. Eppure, spaventati dalla prospettiva non abbiamo avuto alcunché da ridire sulle misure proposte.
 
Tale cambiamento culturale che sta avendo luogo in occidente verso un futuro più autoritario, non è un caso, né è frutto di contingenze incontrollabili e imprevedibili. È artificiale. Simili rivoluzioni hanno luogo solo se il potere, le aziende, gli esperti dei media e altre icone culturali sono in grado di trovare i simboli e le tecniche giuste per gestirle in modo ottimale.
 
Questioni come il divieto di tortura, la possibilità di essere detenuti senza accusa (v. correlati), il diritto alla privacy e la libertà di parola nel dibattito pubblico continuano a essere ritoccate in favore del controllo esercitato dallo Stato. E tutti accettano questo cambiamento. O meglio, una certa opposizione esiste, ma manca di intensità.
 
A cosa è dovuta questa assenza di opposizione popolare?
 
Il noto psicologo americano Abraham Maslow asserisce che vi sia qualcos’altro che stimola la nostra apatia. Il tempo libero ricopre una importanza fondamentale per il nostro benessere personale e mentale, quindi per il benessere della comunità nel suo insieme. Il tempo libero crea i presupposti affinché possano essere assunte decisioni più informate.
Ebbene, attualmente il nostro tempo libero è sotto attacco. Trent’anni di stagnazione del reddito associato al costante aumento dei prezzi stanno facendo si che le persone debbano lottare per guadagnarsi da vivere, quindi che la maggior parte di noi abbia a disposizione minor tempo per la coltivazione del pensiero critico (v. correlati).
 
2 Un’altra causa sono le tecniche di lavaggio del cervello per fini propagandistici. Subito dopo il salvataggio bancario del 2008 il dibattito fu immediatamente riformulato in modo tale che il problema fosse spostato sulla spesa pubblica, anziché sulla assenza di regolamentazione del settore finanziario. Un messaggio ripetuto migliaia di volte come uno spot pubblicitario. La tecnica della ripetizione neutralizza il pensiero critico.
 
Quindi, il propagandista nazista Joseph Goebels, aveva ragione quando asseriva che: “Se dici una bugia abbastanza grande e continui a ripeterla, la gente finisce sempre per crederci.” (v. correlati)
 
Molto tempo dopo la morte di Goebbels, la psicologia sperimentale scoprì che si tratti di una tendenza naturale degli esseri umani, quella di reagire più ricettivamente ad un messaggio ripetuto con costanza. E’ chiamata Legge della Esposizione Semplice. Dovremmo interrogarci se queste tecniche ormai abusate siano salutari per il nostro benessere generale.
 
3 Inoltre, la psicologia ha appurato che la nostra facoltà di pensare in modo critico è fortemente limitata quando agiamo sotto stress. La gente spaventata tende a percepire la realtà attraverso un prisma di semplici risposte fondate sull’ottica binaria del giusto e dello sbagliato, ignorando ogni complessità. Insomma, quando siamo spaventati, siamo facilmente ingannabili. Il potere non può resistere alla tentazione di manipolare questo meccanismo psichico – ad esempio quando inizia una guerra facendo leva sulla paura, senza addurre alcuna seria prova circa la sua legittimità.
 
Qualcuno avrebbe potuto pensare che i media main-stream in ossequio al ruolo che legittima la loro esistenza, avrebbero smascherato l’imbroglio. Tuttavia attualmente la maggior parte dei media (di proprietà privata), non fanno che prestarsi come diffusori della voce dei manipolatori. Come risultato l’informazione alternativa e le voci discordi sono sotto-rappresentate nel panorama culturale, altro elemento che rende ancora più difficile assumere decisioni ben informate.
 
E – considerando che l’informazione è sempre diretta ad un vasto pubblico – si nota anche la scomparsa lenta ma costante della linea di demarcazione tra informazione e intrattenimento. L’accademico americano Daniel Hallin sostiene che il tempo medio quotidiano di critica verso la politica nei mass media si è ridotto da 40 secondi del 1960 a 10 secondi nel 1988. Hallin è convinto che la vittima più danneggiata da questo processo ancora in corso è l’attenzione verso i problemi sociali. Ciò si traduce nelle cosiddette notizie ‘amichevoli’ – notizie in cui i politici puntano tutto sulla ricerca del consenso, piuttosto che sul realismo e la ragionevolezza. Ecco un ulteriore fattore di alienazione dalla realtà.
 
Considerati nel loro insieme, la soppressione del tempo libero, la ripetizione dei concetti, la induzione alla paura e la trasformazione dei nostri media da cani da guardia in cagnetti da compagnia hanno creato una situazione in cui il nostro impegno per il bene comune tende a dissolversi lentamente in un oceano di rumore, distrazione e disinformazione.
 
Nel frattempo, l’ambiente sociale che politici, grandi industrie e mass media stanno costruendo produce ansie e illusioni al fine di realizzare profitti o vantaggi politici. Queste forze sociali agiscono congiuntamente come una forza gravitazionale per il governo e la de-responsabilizzazione. Vale a dire che drenano la forza e la volontà della gente a contribuire al mantenimento di un ambiente democratico e psichicamente sano.
 
Thomas Jefferson disse che ogni governo dovrebbe temere il potere del popolo. A questo proposito l’apatia con cui il popolo ha reagito alle rivelazioni di Snowden è una impietosa dimostrazione dello stato in cui versano gli individui odierni.
 
Probabilmente la domanda fondamentale da porsi oggi è se la struttura di potere sarà in grado di proseguire l’oscuramento di tali chiare violazioni dei diritti umani o se prima o poi l’inganno diventerà talmente evidente che nessuno potrà più ignorarlo. In altri termini: in futuro il re nudo sarà spodestato o al contrario ci attende una forma avanzata di autoritarismo? Diteci il vostro punto di vista.
 
Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Global Research
Link diretto

SUL DECRETO BANKITALIA L’OMERTA’ CONTINUA. TACCIONO PERSINO I ” MAESTRI DEL NULLA”

martedì, gennaio 7, 2014
Di Davide Giacalone
 
Il silenzio continua, sulla sorte della Banca d’Italia. Un silenzio tombale. Escluso il disinteresse, può essere che a produrlo sia un cattivo interesse.
 
Data la rilevanza del tema, vale la pena specificare non solo cosa non si deve fare, ma anche come si dovrebbe agire. Con una premessa: a questo punto, dopo la pessima partenza e dopo la bocciatura della Banca centrale europea, non credo che il ministro dell’economia possa restare al suo posto. Non è una questione personale, tanto che non c’è bisogno di riprodurne il nome, ma di credibilità e interesse nazionale.
 
La rivalutazione di Bd’I deve essere fatta, ma sarebbe stato saggio non cancellare e semmai applicare la legge del 2005, che stabiliva la riacquisizione statale delle quote.
 
Questo è il punto fondamentale: non esistono gli azionisti della banca centrale, perché nel 1936 erano intestazioni fiduciarie. Tanti tecnici rubati alle officine si sono mai chiesti perché, da Luigi Einaudi in poi, il governatore si rivolge all’assemblea indirizzandosi ai “signori partecipanti” e non ai “signori azionisti”?
 
Perché non sono i proprietari, ma gli intestatari. Pubblici.
 
Dopo le privatizzazioni bancarie si sarebbe subito dovuto ritrasferire le intestazioni. Ora, invece, suprema follia, si vuole trasferire il patrimonio.
 
Il più ciclopico trasloco di ricchezza dalla mano pubblica (di tutti) alle (poche) mani private. Dunque: la rivalutazione va fatta, ma in capo ai legittimi proprietari, gli italiani. E al più alto valore possibile.
 
Questo significa che non si possono dare soldi alle banche, aiutandole prima che parta la vigilanza europea? Certo che si può, ma in modo pulito e lineare: si rivaluta, si monetizza (ad esempio con obbligazioni specifiche), poi si trasferisce denaro per aumento di capitale. Lo hanno fatto i tedeschi, i francesi, i belgi, gli inglesi, ma sempre mettendo in chiaro che i cittadini dovranno riavere quei soldi, quando sarà possibile restituirli.
 
Altrimenti è una pratica predatoria.
 
Ma non ce lo chiede l’Europa? Da vecchio europeista sono stufo di questa sciocca eurosudditanza. Noi italiani abbiamo interesse al sistema bancario europeo e alla vigilanza europea, solo che dovremmo batterci per sostenere che:
 
a. tutte le banche devono sottostarvi, comprese quelle che i tedeschi intendono sottrarre (le loro Landesbank);
 
b. le banche di altri (tedeschi e francesi in testa) sono intossicate, con bilanci mal messi, non limpidi e con una vigilanza non severa, mentre le nostre sono “solo” sottocapitalizzate. Non è mica la stessa cosa! Il disastro del governo consiste nell’avere voluto fare il furbo, dimostrandosi fesso, e avere cercato di aggirare l’ostacolo della capitalizzazione con un trucco. Non solo è stato scoperto, ma così continuando perdiamo l’autorevolezza e la credibilità per indicare i mali altrui. Oltre al danno ne deriva la beffa di dovere tacere.
 
Noi italiani paghiamo da anni, con consistenti e continui avanzi primari. Abbiamo pagato moltissimo, negli ultimi tre anni, per non perdere l’aggancio europeo. Ora che siamo dalla parte dei forti e della ragione affondiamo tutto solo per fare un piacere a due banche (e buttare patrimonio anche nel buco rosso del Monte dei Paschi di Siena). Questa non è neanche sudditanza ai diktat altrui, questa è colpevole incapacità, o colpevolissima complicità.
 
Varando l’orrido decreto (nel silenzio generale e nel pronto firmare del Quirinale), il ministro dell’Economia aveva un solo compito: trovare le coperture politiche e istituzionali, in Europa.
 
La cosa è stata gestita così male da essere divenuta strumento per indebolire l’italiano che presiede la Bce. Da qui il parere schiaffeggiante. Essendo obbligatorio, ma non vincolante, ci manca solo che lo si ignori, mettendoci in una condizione insostenibile.
 
Sul tema tace il Partito Democratico e tace Forza Italia, accompagnati dal tacere di Scelta Civica. Gente professionalmente logorroica è stata presa da mutismo. Cerchino di capire che, in questo modo, stanno mostrando e dimostrando la loro reale consistenza. Tendente al nulla.
 

Un libro sulle strategie militari spiega perché i velivoli chimici distruggono le nuvole

Scie chimiche ad altezza cumulo
The fundamentals of aircraft combat survibability: analysis and design” di Robert A. Ball, è un voluminoso testo sulle strategie militari da cui si possono ricavare molte prove di correlazioni a suo tempo individuate. Molti ricercatori e scienziati indipendenti hanno studiato il legame tra la diminuzione di umidità e le attività chimiche. Tra i primi, fu Paolo C. Fienga, astrofisico, a rilevare che gli aerosol determinavano una brusca e netta flessione dei valori igrometrici. L’esperto putroppo, subito calunniato e vilipeso dai disinformatori, lasciò cadere la cosa. Tuttavia gli studi sono continuati ed anche semplici osservatori possono constatare che, non appena nel cielo si formano dei nembi, soprattutto cumuli, intere squadriglie di aerei decollano per dissolverli. Qual è il principale motivo di questo accanimento contro le nuvole? Le idrometeore (pioggia, neve e nebbia) sono un ostacolo per i segnali elettromagnetici nell’atmosfera.
 
Attività militari, tra cui pure quelle legate al Progetto R.F.M.P. ed al Sottoprogetto V.T.R.P.E. implicano la dispersione di sali di bario igroscopici atti a creare i presupposti per una mappatura elettronica tridimensionale del territorio. I sali di bario, il gel di silicio ed altri veleni prosciugano l’umidità, compromettendo in modo irreparabile gli equilibri della biosfera: ad esempio, gli alberi non assorbono idonee quantità di H2O dall’aria e si ammalano. Il pianeta è distrutto da un drappello di militari pazzi ed arroganti, con la complicità d politici insipienti e dietro la cortina fumogena creata dalla masnada di fanatici negazionisti.
 
Il paragrafo che riportiamo del libro in oggetto precisa che i segnali radar sono attenuati dall’ossigeno e dal vapore acqueo in atmosfera. Così una fonte tecnica conferma quanto alcuni ricercatori avevano intuito ed acquisito, per mezzo di meticolose osservazioni ed analisi.
 
3.6.2.5 La propagazione dei segnali radar attraverso l’atmosfera
 
Obiettivo
 
3.6.14 Determinare l’attenuazione del segnale radar, come si propaga attraverso l’atmosfera.
 
 
L’attenuazione diventa significativa a frequenze superiori a 10 GHz. L’affievolimento su una distanza R può essere espresso nella forma exp (-Rα), dove α è il tasso di attenuazione per unità di distanza. […]
 
Precipitazioni in atmosfera sotto forma di pioggia, neve e nebbia possono ridurre significativamente i segnali radar così come contribuiscono al rumore di fondo. In generale, maggiore è la frequenza del radar, maggiore è l’attenuazione. Il tasso di attenuazione sia in caso di una lieve pioggia sia di nebbia fitta è di circa 0,1 dB / km per un segnale a 10 GHz radar. Di conseguenza il segnale sarà ridotto di 10 dB dopo aver percorso 100 km in una pioggia moderata o in una caligine densa.
 
Qui il libro
 
Cuneo-Levaldigi Observations at 12Z 18 Jul 2010
ADDENDUM
 
Uno zelante disinformatore ha tentato di invalidare questa recente acquisizione, affermando che nel saggio in oggetto vengono menzionate le contrails in relazione al Secondo conflitto mondiale. Ciò, secondo costui, dovrebbe smentire non solo quanto evidenziato nel passaggio estrapolato a pag. 356 (non si comprende in che modo), ma dovrebbe pure contraddire le nostre passate attestazioni. Noi di Tanker Enemy qui ribadiamo che molte foto e filmati ritraenti lunghe scie persistenti sono palesemente frutto di manipolazione e non basta che in un testo vengano citate le contrails per dimostrare che esse fossero un tempo come quelle che si osservano oggi. E’ innegabile che il fenomeno della condensazione esiste, poiché esso dipende da parametri fisico-chimici, ma evitiamo di ingannare il popolino con il trucco delle tre carte!
 
Il pennivendolo asserisce che nel volume manca il riferimento alla volontaria distruzione delle formazioni nuvolose normali, dimenticando che la sua obiezione capziosa non dimostra alcunché.
 
Oltre a questo, cogliamo l’occasione per citare un altro brano di indubbio interesse e che il guitto si è guardato bene dal riportare:
 
1.2.2.1 Susceptibility reduction in WWII. Susceptibility reduction has been a goal of the military tactician from the beginning. The tactics, weapons
 
THE AIRCRAFT COMBAT SURVIVABILITY DISCIPLINE 91
 
Many bombers were lost, particularly on unescorted raids deep into Germany such as the Schweinfurt and Regensberg raids in 1943. The bomber flight paths were routed around the areas where the flak was the heaviest whenever possible, and decoy formations were often used to draw the enemy fighters away from the main force. Countermeasures, such as German-speaking radio operators on British aircraft, were used to confuse the enemy air defense personnel. Camouflage paint was used to hide aircraft on the ground, and contrails and engine exhaust flames were suppressed to make early detection in the air more difficult.
 
1330598
Ciò significa che il problema delle contrails era stato già risolto nel 1943! E’ ovvio, considerato che non si spendono milioni di euro in tecnologie di occultamento radar per poi farsi identificare a causa delle scie di condensazione e sono menzogneri dunque i documenti della N.A.S.A. e di altri enti ufficiali, laddove dichiarano che la formazione delle scie di condensa è una questione non risolta. Questo di conseguenza vale anche per l’aeronautica civile. D’altro canto la F.A.A., in un documento del 1975, distribuito ai piloti sia civili sia militari, precisava che era possibile evitare la visibilità delle scie di condensazione, semplicemente aggiungendo microscopico particolato.
 

Diffusione del cancro: previsioni shock per i prossimi 10 anni

5 gen 2014 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove terribili previsioni sulla diffusione del cancro nel mondo, che dimostrano quanto il modello di medicina occidentale sia un fallimento completo. Studi sulla sanità pubblica svolti dalle Nazioni Unite rivelano che, nei prossimi 10 anni, i malati di cancro aumenteranno di oltre il 25%, e l’aumento maggiore è previsto nei paesi in via di sviluppo dove è stata più pesante l’influenza occidentale. Entro il 2025, afferma l’OMS, si prevede che il numero di diagnosi di nuovi casi di cancro aumenterà del 37% l’anno, salendo dai 14,1 milioni di persone, di oggi, fino ad uno scioccante 19,3 milioni di persone. Il numero dei malati di cancro che moriranno per la malattia o per la cura della malattia aumenterà del 39 %, e passerà dagli attuali 8,2 milioni di persone l’anno a 11,4 milioni di persone l’anno. Per gli USA, si prevede che il numero di nuovi casi di cancro aumenterà leggermente meno che nel resto del mondo e i circa 1,6 milioni di persone che si ammalano ogni anno aumenteranno del 31% per arrivare a 2,09 milioni di persone l’anno nel 2025, ma i casi di morte per cancro aumenteranno fino al 38%, più o meno nella stessa percentuale dell’aumento previsto nel resto del mondo.   “Nei paesi più sviluppati, il cancro è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, e ci sono evidenze epidemiologiche di questa tendenza emergente anche nel mondo meno sviluppato”.- si legge nella sezione Q & A sul cancro web dell’OMS. “Questo è particolarmente vero nei paesi in “evoluzione” o in paesi a medio reddito, come ad esempio in Sud America o in Asia. Già più della metà di tutti i casi di cancro si verificano nei paesi in via di sviluppo”. Paesi che si sviluppano secondo gli standard occidentali sono più esposti al cancro. Mentre le percentuali di casi di cancro sono certamente in aumento in tutto il mondo, si nota che alcune delle zone più colpite si trovano in Cina e in India, paesi che si stanno sviluppando secondo gli standard occidentali. In India, per esempio, le società di biotecnologia europee e americane che hanno giocato un ruolo importante nella transizione dalle colture tradizionali verso gli organismi geneticamente modificati (OGM), sono fortemente collegabili alle malattie per cancro.   Lo stesso vale in Cina, dove molte città moderne sono state costruite sul modello americano e hanno preso stile di vita e abitudini alimentari simili a quelle americane. I modi di vita tradizionali dei nativi e la loro eredità agricola stanno rapidamente scomparendo dando posto al consumismo e al materialismo e tutto ciò significa – tanta “immondezza” alimentare, una minima attività fisica, e, naturalmente, farmaci occidentali e chirurgia a volontà. “È una strategia”, si legge su McClatchy. “I cibi OGM provocano il cancro (e sia gli anti-populisti più eminenti che gli eugenetisti lo sanno bene, perché sono loro che hanno creato quella roba). Stessa cosa con i vaccini che causano il cancro. Stessa cosa anche con aria inquinata. Stessa cosa con il fluoro messo nell’acqua (è dimostrato che il fluoruro fa aumentare il rischio di cancro alle ossa). Il BPA contenuto nella plastica) è ampiamente utilizzato sia nell’ambiente che nell’abbigliamento e contiene elementi assimilabili agli estrogeni che provocano cancro al seno alle donne a possono causare impotenza e effeminatezza agli uomini”. Non sorprende che la OMS abbia taciuto finora su tutti questi fattori associati al cancro, già ben noti. E parlando a nome della Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, un’altra Organizzazione Sanitaria Internazionale, il responsabile dell’informazioni sul cancro, il Dr. David Forman ha detto ai media che il tabacco e l’alcool – e praticamente nient’altro – sono le due cause principali del cancro. Affermazione incompetente e totalmente assurda che puzza di informazione da passare alla stampa. “La cultura occidentale e tutte le malattie che provoca, si sta diffondendo in tutto il mondo”. ha riassunto intelligentemente un altro commentatore su McClatchy. Autrice: Ethan A. Huff / Fonte originale: naturalnews.com / Traduzione percomedonchisciotte.net a cura di Bosque Primario