Gallino: «Un colpo di stato è in atto in Italia e in Europa»

http://ilmanifesto.it/gallino-un-colpo-di-stato-e-in-atto-in-italia-e-in-europa/

manifesto

Intervista. Duro il giudizio sulla legge di stabilità: «Una pioggerella»

«Le misure della legge di sta­bi­lità, per quanto sem­brino sor­rette da buone inten­zioni, in una pro­spet­tiva mini­ma­mente di sini­stra hanno il grave di difetto di con­ti­nuare a essere più che mai prov­ve­di­menti a piog­gia, men­tre il paese è in emer­genza con 10 milioni tra disoc­cu­pati, pre­cari, sco­rag­giati, vale a dire il 40 per cento della forza lavoro attiva — afferma Luciano Gal­lino, autore di Il colpo di Stato di ban­che e governi(Einaudi) — Con que­sti spic­cioli but­tati qua e là il risul­tato sarà quasi inesistente».

Cosa ne pensa di quello che il governo chiama «red­dito minimo» men­tre in realtà è una social card?

Invece di inve­sti­menti da 10 o 20 miliardi nel campo del lavoro o sul dis­se­sto idro­geo­lo­gico si fa una cosina che non ser­virà nem­meno come espe­ri­mento. In Fran­cia dove è stato spe­ri­men­tato il «red­dito di soli­da­rietà attiva», l’esperimento riguar­dava un milione di per­sone con un impe­gno finan­zia­rio enor­me­nemte supe­riore ai 40 milioni di euro all’anno stan­ziati in Ita­lia. Con que­ste mode­stis­sime risorse non inci­derà sulla povertà. Aggiungo che non sono favo­re­vole al red­dito minimo. Penso che se ci sono le risorse sareb­bero più utili da spen­dere per creare posti ad alta inten­sità di lavoro, e soprat­tutto niente grandi opere. Il red­dito minimo è un inter­vento di por­tata non diret­ta­mente para­go­na­bile a inter­venti diretti sull’occupazione, ma avrebbe qual­che giu­sti­fi­ca­zione se fosse una moda­lità per supe­rare la con­ge­rie della cassa inte­gra­zione in deroga, dei soste­gni alla fami­glie in povertà, dell’Aspi. Si potrebbe met­tere ordine inte­grando tutto nella sola voce del soste­gno al red­dito per chi non ha occupazione.

Quello in corso in Ita­lia, e in Europa, sarebbe per lei un colpo di stato. In cosa consiste?

Si può par­lare di colpo di stato quando una parte dello stato stesso si attri­bui­sce poteri che non gli spet­tano per svuo­tare il pro­cesso demo­cra­tico. Oggi deci­sioni di fon­da­men­tale impor­tanza ven­gono prese da gruppi ristretti: il diret­to­rio com­po­sto dalla Com­mis­sione Ue, la Bce, l’Fmi. I par­la­menti sono svuo­tati e hanno dele­gato le deci­sioni ai governi. I governi li hanno pas­sati al diret­to­rio. Se que­sta non è la fine della demo­cra­zia, è crta­mente una ferita grave. Pen­siamo al patto fiscale, un enorme impe­gno eco­no­mico e sociale con una valenza poli­tica rile­van­tis­sima di cui nes­suno pra­ti­ca­mente ha discusso. I par­la­menti hanno sbat­tuto i tac­chi e hanno votato alla cieca per­chè ce lo chie­deva l’Europa. Non esi­stono alter­na­tive, ci è stato detto. Que­sta espres­sione è un corol­la­rio del colpo di stato in atto.

Il governo Letta è l’espressione di que­sto colpo di stato?

Lo è fino al midollo. Per­chè tutti i suoi com­po­nenti rap­pre­sen­tano l’ideologia neo­li­be­rale per la quale l’essenziale è la deci­sione, che sia rapida effi­ciente ed eco­no­mi­ca­mente razionale.

Crede che Letta e Napo­li­tano avver­tano la dif­fi­coltà di man­te­nere il piano dell’austerità?

Direi che prima se ne ren­dono conto, meglio sarà per tutti.

Ma è rea­li­stica la loro inten­zione di ammor­bi­dire l’austerità?

Non lo è, un pò di piog­ge­rella su un grande pascolo non fa cre­scere i bao­bab o le sequoie. Gli alberi biso­gna pian­tarli, non innaf­fiare il prato aspet­tando che dopo tre o quat­tro decenni cre­scano da soli.

Uno degli effetti del colpo di stato è stato l’introduzione del pareg­gio di bilan­cio nella costi­tu­zione italiana?

È avve­nuto in tutti i paesi mem­bri dell’Unione Euro­pea dopo la deci­sione del con­si­glio euro­peo sotto la spinta del diret­to­rio. Biso­gna asso­lu­ta­mente rien­trare dal debito in 20 anni, ripor­tan­dolo al 60%. Que­sto valore è inven­tato. Poteva essere il 50% o il 70%. Il dogma poi è diven­tato sacro. Que­sta deci­sione impone all’Italia di tro­vare 50 miliardi di euro ogni anno, per i pros­simi venti. Signi­fica l’impossibilità asso­luta di farvi fronte. Qua­lora fosse rea­liz­zato que­sto piano sarà impo­sta una mise­ria rispetto alla quale quella della guerra del 40–45 sarà poca. Que­sta deci­sione doveva essere discussa, sot­to­po­sta a un refe­ren­dum, per ren­dere edotti i cit­ta­dini di cosa significava.

A cosa è ispi­rato il pro­getto poli­tico di chi dirige que­sto colpo di stato?

La mag­gior parte dei nostri gover­nanti ha assor­bito l’ideologia neo­li­be­rale per cui i cit­ta­dini non devono pro­nun­ciarsi, per­chè danno fasti­dio, si met­tono a discu­tere di cose che non capi­scono, inter­ven­gono su deci­sioni che riguar­dano la loro vita, ma se si pren­dono alla spic­cia è meglio, senza inter­fe­renze. La demo­cra­zia è un intral­cio quando si devono pren­dere deci­sioni eco­no­mi­che e finan­zia­rie in modo veloce. Angela Mer­kel al suo par­la­mento ha detto che viviamo in un sistema demo­cra­tico e quindi è cor­retto che il par­la­mento esa­mini le leggi a con­di­zioni che si arrivi a deci­sioni con­formi al mer­cato. La diret­trice dell’Fmi Chri­stine Lagarde sostiene la stessa cosa. Quello che que­ste due signore auspi­cano è già avve­nuto. I par­la­menti non deci­dono nulla.

Quello che trat­teg­gia sem­bra un moloch politico-finanziario pra­ti­ca­mente inat­tac­ca­bile. In che modo si può costruire un potere alternativo?

Me lo chie­dono sem­pre, ma le alter­na­tive ci sono e gli dedico 35 pagine del libro. La riforma essen­ziale è quella del sistema finan­zia­rio per affron­tare la pos­si­bi­lità di una nuova crisi che può esplo­dere nel giro di pochi anni. Que­sto sistema è lon­ta­nis­simo dalle esi­genze delle eco­no­mie reali e dalla pro­du­zione di beni utili per la comu­nità. In Europa si discute di que­sto dal 2008 senza com­bi­nare nulla, salvo pub­bli­care nume­rosi rap­porti o studi. La riforma dell’architettura finan­zia­ria della Ue è fon­da­men­tale, come anche l’intervento sui trat­tati euro­pei. Siamo arri­vati al para­dosso che si pos­sono cam­biare le costi­tu­zioni in due ore, men­tre il trat­tato di Maa­stri­cht viene rite­nuto immo­di­fi­ca­bile. Que­sto trat­tato ha limiti gra­vis­simi, asso­mi­glia allo sta­tuto di una cor­po­ra­tion, men­tre sarebbe molto bello che la piena occu­pa­zione com­pa­risse non una sola volta come oggi, ma come il suo scopo cen­trale. Biso­gna inol­tre modi­fi­care lo sta­tuto della Bce. Davanti a 26 milioni di disoc­cu­pati e 126 milioni a rischio di povertà per­se­gue la sta­bi­lità dei prezzi, men­tre dovrebbe rego­lare il cre­dito e l’attività finan­zia­ria, pre­stare a enti pub­blici a comin­ciare dagli Stati. Una facoltà che hanno tutte le ban­che cen­trali, tranne la Bce.

Gallino: «Un colpo di stato è in atto in Italia e in Europa»ultima modifica: 2014-01-08T17:49:38+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo