Parigi. E` caccia a Dieudonné

di: Lorenzo Moore
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A Parigi è dunque scattata la “caccia a Duieudonné”, l’artista satirico che, obbrobrio degli obbrobri, viene dichiarato “antisemita” e da silenziare.
C’è da ricordare che già nel 2008, il 26 dicembre, presso lo Zénith, Jacky Sigaux, assistente di Dieudonné – reo di aver consegnato a Robert Faurisson, lo storico revisionista, era stato aggredito e malmenato da una banda di fanatici. Così pure era accaduto all’intellettuale (già impegnato a gauche), Alain Soral e, naturalmente, allo stesso Dieudonné.
Quest’anno, il 1 e il 2 di gennaio 2014, la battuta di caccia contro l’artista maledetto è stata propagandata dal quotidiano Le Monde, con un editoriale in prima pagina e due pagine interne, la 6 e la 18. Chiamata alle armi reiterata con una pagina intera il 4 gennaio (pag. 7) e ripresa il 5 gennaio con un altro attacco consacrato a Dieudonné da Le Journal de la Dimanche.
 “[Dieudonné] a l’intention de réinviter sur scène et de redonner la parole au négationniste Robert Faurisson”
  (“Comment Manuel Valls veut museler Dieudonné”, Le Journal du Dimanche, 5 janvier 2014, p. 15).
Interessante notare che nei suoi 68 anni di vita e nei suoi 21447 numeri assai rari sono state le pagine e mai tanto spazio a una sola persona.
Il tutto per dichiarare il carattere “nauseabondo” e “infame” dell’artista semi-negro naturalizzato francese.
L’editoriale di prima pagina, lungo tutta la prima colonna, è un invito ad “applicare la legge” (cioè reprimere) e a tagliare ogni tipo di sopravvivenza finanziaria alla attività teatrale del “Cattivo Cittadino”.
I tre quarti della pagina 6 sono stati consacrati a due lunghi articoli firmati d atre “giornalisti”. Il tutto per preconizzare e sollecitare un’inchiesta giudiziaria su Dieudonné che si è permesso una riflessione su Patrick Cohen e le camere a gas.
L’intera pagina 18 è stata occupata da due articoli, uno del sociologo Michel Wieviorka,  e l’altro dell’antropologo Jean-Loup Amselle il cui curriculum – ci sarebbe da ridere – riguarda l’ibridismo (“Logiche meticce”, 1999).
In ambedue le psico-analisi si evoca il premio al “negazionista” Robert Faurisson e si definisce lo stesso Dieudonné “antisemita” e “negazionista”.
Come commentato dal “convitato di pietra” dei vari articoli, Faurisson”, “il giornale di Louis Dreyfus et di Pierre Bergé ha inaugurato il nuovo anno con un’iniziativa senza precedenti, decretando che il semi-negro Dieudonné M’bala M’bala dovrà essere ormai privato del fuoco e dell’acqua”…
Sta di fatto che OltrAlpe sembra non abbiano altre preoccupazioni che reprimere la libertà di pensiero. Anche se si tratta di un pensiero diciamo così, “leggero”, di un comico della banlieu.
D’altra parte la Nuova Francia è da tempo maestra in tale attività.

C’è, infatti, da ricordare, la scomunica a suo tempo inferta dal Nuovo Regime a un intellettuale già osannato dalla Gauche (au caviar), Roger Garaudy, morto kl’anno scorso a 98 anni. Accusato, processato e antisemitizzato, per un libro che non aveva mai scritto, libro nel quale avrebbe minimizzato “la barbarie hitleriana” e professato antisemitismo e discriminazione razziale.
Un caso eclatante di prestidigitazione dai sayanim che pullulano nei Palazzi di Francia. Lo stesso gruppo di potere denunciato a suo tempo (ai tempi di Regis Debray, Pompidou) dal generale De Gaulle.
In realtà il filosofo ex marxista Garaudy, che aveva abbracciato l’Islam, nel 1995 scrisse Les Mythes fondateurs de la politique israélienne (I miti fondanti del moderno Stato di Israele). A causa di quest’opera  fu accusato di aver dato luogo a una campagna di diffamazione e di incitamento all’odio razziale. Il libro si compone di tre capitoli principali: “I miti teologici”, “I miti del XX secolo” e “Uso politico del mito”.
L’opera sostiene l’esistenza di un complotto sionista, che avrebbe inventato l’Olocausto per giustificare l’espansionismo israeliano: Garaudy negava così il genocidio della Germania nazionalsocialista contro gli ebrei e respingeva perché falsa la teoria della cosiddetta “soluzione finale”. A suo dire Hitler non avrebbe ordinato lo sterminio: la parola “sterminio” sarebbe una falsa traduzione quando in realtà si sarebbe dovuta utilizzare il termine “espulsione”.
Sempre secondo lil filosofo francese gli ebrei sono stati decimati dal tifo e dai forni crematori utilizzati per bruciare i cadaveri delle vittime della malattia. Affermò che le camere a gas non erano mai esistite e che la loro scoperta derivi da “confessioni” ottenute da soldati tedeschi costretti dalle torture. Inoltre egli puntò il dito contro i crimini di guerra statunitensi (che sarebbero peggiori di quelli nazisti) e contro il sionismo, posto sullo stesso livello del nazismo.
A causa di queste tesi subì cinque procedimenti penali che si conclusero il 16 dicembre 1998 con una condanna a 6 mesi di carcere ed a numerose ammende. La sentenza venne confermata dalla Cassazione parigina il 12 settembre 2000; Garaudy non demorse e fece ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, adducendo di aver agito in nome della libertà d’espressione, ma la Corte respinse la sua richiesta.
Il suo libro, tuttavia fu tradotto e pubblicato in 23 Paesi del mondo. Un’opera che denunciava la strategia colonizzatrice resa pubblica dal teorico del Pentagono Huntington: “Le choc des civilisations” (Il conflitto tra civiltà).
Una strategia che avrebbe portato ad una terza guerra mondiale tra la civilizzazione giudeo-cristiana e l’unione dei pensieri confuciano e islamico.
Secondo Garaudy si trattava della “missione” affidata allo Stato di Israele dal fondatore del sionismo, Teodoro Herzl: “Noi costituiremo un bastione per la civilizzazione occidentale contro la barbarie d’Oriente”.
Circola in Francia un libro “Le procès de la liberté”, éditions Vent du Large, Roger Garaudy & Me Jacques Vergès, 144 pages, 23 euros, che descrive bene i processi subìti da Garaudy. Vi si riporta, tra l’altro, la difesa finale del suo avvocato, Me Jacques Vergès che cnclude, rivolta alla Corte così: “Roger Garaudy vi chiede semplicemente di parlare di Israele con la stessa libertà di un ebreo. Quello che vi si domanda, oggi è – in virtù di una legge scellerata (la Fabius-Gayssot) – di fare la guardia attorno ad una menzogna, e cioè consacrare l’esclusività tedesca del crimine contro l’Umanità, menzogna ancora più sacrilega tanto più che il mondo trasuda oggi crimini da tutti i suoi pori. Vi si domanda di portare avanti un processo oscurantista contro la libertà di pensiero, un processo che mette la Francia alla berlina di quelli che tale legge pretende di difendere. Tuttavia, prendendo la legge per quello che è, analizzandola secondo i vostri princìpi, avete il diritto e il dovere di dire NO, per l’onore della Francia e della Repubblica”.
Questo il caso che provocò la Nuova Inquisizione contro Roger Garaudy.
Che oggi si vorrebbe rinnovare contro Dieudonné M’Bala M’Bala.
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Parigi. E` caccia a Dieudonnéultima modifica: 2014-01-07T14:30:51+01:00da davi-luciano
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