Oceano, un mare di acqua nucleare: l’inchiesta del Wall street journal

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Sta facendo il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico e a suo modo poetico di un marinaio, Ivan Macfadyen, che ha ripetuto la traversata del Pacifico effettuata dieci anni fa. Allora fra l’Australia e il Giappone bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assoluto formato da acqua e rottami. Uno dei pochissimi esseri viventi incontrati dal Giappone alla California era una balena che sembrava in fin di vita per un grosso tumore sul capo.

Nessun altro animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detriti che sbattono contro la chiglia trascinati in mare dallo tsunami del 2011, quello che ha dato il via alla crisi di Fukushima.

Ma Fukushima ha solo amplificato un problema innescato dall’abitudine americana di affondare scorie nucleari al largo delle coste occidentali. Il Wall Street Journal, che sulla vicenda ha avviato un’inchiesta, reputa ci siano dai 29 ai 60 siti di sversamento di scorie non esattamente definite.Una legge della California del 1983 ordinava test annuali sui pesci per tenere sotto controllo l’impatto sulla fauna;ebbene nell’unico effettuato risultò che i pesci pescati fino a 100 chilometri dal maggiore sito di deposito scorie al largo della California, presentavano tracce di Americio, un elemento metallico radioattivo derivato dal plutonio. Inoltre, sui fondali nei pressi dei barili carichi di rifiuti, il livello di plutonio era 1000 volte maggiore di quello normale.Dal marzo 1999 è diventato operativo Il Wipp (Waste Isolation Pilot Plant), questo il nome della discarica atomica; si trova a Carlsbad, nello Stato del New Mexico, in una miniera di sale a 700 metri sotto terra . L’impianto, capace di accogliere 175.600 metri cubi di rifiuti transuranici,il cui intero trasferimento potrà essere completato prima del 2034. La messa in sicurezza del deposito sarà completata nel 2039. Solo tra più di un secolo, nel 2134, cesseranno, infine, i controlli attivi.

Ma, il lupo perde il pelo e non il vizio,forse hanno solo cambiato tratto di mare;certamente sono stati antesignani del malcostume presto assunto a uso proprio da noi italiani,che come ogni discepolo tendiamo a superare il maestro.

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Oceano, un mare di acqua nucleare: l’inchiesta del Wall street journalultima modifica: 2014-01-06T17:34:21+01:00da davi-luciano
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