Pisapia spende 324mila euro per una pianta del Congo. Ecco dove vanno le tasse!

Scritto da: Giorgio Cafaro
 
Il Sindaco spende i soldi dei milanesi per la valorizzazione dell’albero di moringa. Pura follia!
 
Da quando c’è lui i milanesi non hanno più un euro: rincari ATM, IRPEF, TARES, tassa di occupazione del suolo pubblico e una miriade di altre tasse che stanno strozzando i cittadini. “Il Radar” aveva promosso una raccolta firme contro la (re)pressione fiscale imposta dal Sindaco arancione ottenendo un enorme successo. Lo slogan era “Pisapia Dracula” e le firme hanno sfiorato in poco tempo quota 1000. Un successone!
Rispetto alla precedente amministrazione le tasse sono più che raddoppiate: il bilancio di previsione segna un incremento di quasi 800 milioni di euro al capitolo tasse. Ma dove vanno a finire tutti questi soldi? Come spende i denari dei milanesi la Giunta di Pisapia? Sicuramente non in servizi visto che Milano è oramai diventata una città abbandonata a se stessa, con donne nude in mezzo alla strada e degrado continuo.
Pisapia li spende in Congo, lontano da Milano quindi, per valorizzare e far conoscere l’albero di moringa, promuovendo inoltre la formazione su questa pianta e sulle sue proprietà di integratore alimentare: 324mila euro per fare questo! Inoltre i soldi dei milanesi servono anche per la creazione di vivai per la germinazione di piante di moringa, per la distribuzione di piante di moringa alle famiglie e per le visite di campo per monitorare la coltivazione e l’uso della pianta.
 
Assurdo!!! I milanesi pagano le tasse e Pisapia li spende per 1000 famiglie di Tshimbulu e 3000 famiglie di 18 villaggi circostanti affinchè essi possano conoscere l’albero di moringa e siano in grado di utilizzarne le foglie come complemento all’alimentazione di base.
 
I milanesi pagano una vagonata di tasse e Pisapia li spende nel Congo della Kyenge! Che scandalo
Pisapia spende 324mila euro per una pianta del Congo. Ecco dove vanno le tasse!ultima modifica: 2013-12-20T08:18:55+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo