La protesta del movimento di popolo 9 dicembre

Lorenzo Moore    C’erano quasi riusciti. Anzi: credono stupidamente di esserci riusciti.
A dividere il popolo che protesta in piazza, ad alimentare false notizie di violenze estremiste, a corrompere con i loro messaggi stampa e televisivi la realtà dei fatti.
Per due giorni, tra domenica e lunedì, tutti i disinformatori di massa hanno celebrato la “rottura” tra i coordinatori dei  “forconi”. Di fatto elogiando la minoranza che ha deciso di non partecipare al raduno di mercoledì nella piazza del Popolo di Roma e criminalizzando come “violenti” chi non rinuncia a far sentire la sua rabbia. E utilizzando il termine “forconi” con un tono sprezzante, da giornalisti al caviale.
Ma la vittoria degli omologati, strombazzata dai disinformatori camerieri dei nostrani maggiordomi , è una vittoria di Pirro.
A Roma, da mercoledì, i Lorsignori dovranno fare i conti con il vero popolo d’Italia. E in tutta Italia l’eco sarà potente, inarrestabile. E perderanno la guerra.
La parola d’ordine del leader del movimento di popolo Danilo Calvani è chiarissima. La classe politica, questa classe politica, dichiarata illegittima dalla “sua” stessa Corte Costituzionale, deve andare a casa. Tutta.
E anche gli altri leader del movimento del 9 dicembre non hanno affatto abbassato le loro armi. Tutt’al più fermeranno l’Italia… fuori da Roma.
Le poltrone scricchiolano. Dopo le urla contro gli “eversivi”, i “violenti”, gli “infiltrati” (quelli di Casa Pound, di estrema destra o i Centri sociali di estrema sinistra), lanciate da Alfano, e poi da Letta, poi da tutto il blocco dei “democratici”, quindi – ciliegina sulla torta – da re Napolitano, il Gran Nepotista (andate a vedere i “meriti” acquisiti dalla sua famiglia) è giunto Mario Draghi, il padre padrone delle svendite delle aziende strategiche pubbliche italiane e oggi Gran Guardiano degli interessi delle banche e della falsa moneta unica, a dichiarare l’euro della miseria “irreversibile”.
Ma questi oligarchi d’accatto non sono riusciti a mescolare le loro balle con la realtà.
Tutto il popolo italiano ha capito che i giochi di prestigio del governo e di tutta la cosiddetta “classe politica”, amplificati dai loro velinari stampa e televisivi che hanno ipocritamente mescolato nei loro reportages l’ammainamento di una bandiera coloniale angloamericana, spacciata per “europea”, i raid teppistici di finti “studenti veneziani” e di hooligans danesi e la protesta di artigiani, lavoratori, disoccupati, precari, allevatori, agricoltori, camionisti, produttori e commercianti, studenti pensionati veri, sono stati l’estremo tentativo del sistema per cercare di rompere il fronte del movimento di popolo nato il 9 dicembre.
Lor Signori si difendono dichiarando “minoranza” il popolo italiano. Fanno finta di essere “unti” dal voto popolare. Rimuovono  l’illegittimità costituzionale della legge elettorale con cui hanno arraffato le poltrone con nomine a scatola chiusa, ripetono il mantra consunto delle “riforme” da fare, quelle che interessano solo loro e non i cittadini italiani, rimuovono soprattutto, fanno finta di dimenticare, l’astensione generalizzata del 50% almeno degli elettori dalle urne. Cittadini che evidentemente non credono a questo strano sistema democratico-oligarchico che premia sempre gli stessi partitocrati corrotti e corruttori. Sventolano la “nuova leva” – Renzi, ma dietro di lui anche i Letta e gli Alfano – che si è accaparrata la guida dei partiti del “cambiamento”. Che poi, come ben dichiara Beppe Grillo, è una ulteriore presa per il culo del popolo, che non ha bisogno di queste “riforme” (legge elettorale, modifiche costituzionali, rimborsi ai partiti da tagliare nel 2017 per avere il tempo di trovare altri metodi per continuare ad ingrassare quel milione e più di parassiti che “vivono di politica” e non essendo lavoratori normali non avrebbero più reddito pubblico…).
Tutti costoro pensano a nuove elezioni come al rischio di una cura dimagrante all’olio di ricino. E si arrampicano sugli specchi per evitare o ritardare questo annunciato suicidio di casta.
Come dice Grillo, “Vaffanculo”. Come dice Calvani, “Tutti a casa”.

17 Dicembre 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22794

La protesta del movimento di popolo 9 dicembreultima modifica: 2013-12-18T08:23:08+01:00da davi-luciano
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