Ucraina in UE: sapete chi pagherà? Noi! 20 miliardi l’anno

Pubblicato da ImolaOggi
 
dic 12, 2013
 
12 dic – La stessa Ue che lascia morire di fame i greci e ci dissangua, adesso si appresta a sborsare allegramente 20 miliardi di euro l’anno per “comprare” l’adesione dell’Ucraina all’Unione.
La stessa UE che dal 1986 non ha trovato 100 milioni di euro per mettere in sicurezza il sarcofago semidistrutto della centrale di Chernobyl (sempre sul punto di cedere e produrre un altro epocale disastro) adesso trova una cifra straordinariamente più alta per attirare a sé i golosi governanti di Kiev, pronti a concedersi al miglior offerente.
Ma cosa comprerà Bruxelles coi nostri soldi? Comprerà debiti, una montagna di debiti da scaricare sulle nostre spalle. L’Ucraina infatti non ha più soldi per pagarsi le importazioni e tra un mesetto dovrà cominciare a pagare 7 miliardi di dollari su un monte di 17 e poi dovrà trovare il modo di pagare gas e petrolio che oggi arrivano a prezzi stracciati dalla Russia, ma che se entrasse in orbita Ue dovrà (anzi dovremo) pagare a caro prezzo.
Per non parlare delle industrie obsolete che consumano quantità enormi di energia e producono cose di  qualità non conforme alle esigenze e ai gusti occidentali.
Gli “esperti” ci fanno sapere che comunque poi interverrà anche il fondo monetario internazionale (arieccoli…). Una follia.
L’articolo completo sul quotidiano la Padania
Max Ferrari  – lapadania.net
 

Verona e Brescia in rivolta: “Visite di cortesia” ad Equitalia: ladri!

di LEONARDO FACCO

Missioni riuscite, sia a Verona che a Brescia, dove dai presidi in atto sul territorio la protesta si è spostata, per qualche ora, davanti alle sedi di Equitalia. “Visite di cortesia”, le hanno definite gli organizzatori, Lucio Chiavegato e Renzo Erbisti. Una cinquantina le persone accorse presso la sede beferiana di via Corfù nella città della leonessa. Più nutrita, oltre un centinaio di partecipanti quelli che hanno preso possesso della sede veronese, in via Giolfini. In entrambi i casi, striscioni, bandiere e slogan hanno fatto da scenografia alla manifestazione.

“Equitalia evvelena anche te, dille di smettere”! Oppure: “Vedi Equitalia… e poi muori”! O ancora: “Non rubare, Equitalia non ammette concorrenza” sono alcuni degli slogan scritti, o urlati, dai manifestanti bresciani. “E’ andata bene – spiega Erbisti, coordinatore del presidio – abbiamo cominciato a mandare un avviso a questi signori, che devono avere chiaro in testa che presto resteranno loro senza lavoro, perchè li faremo chiudere”.

A Verona, dove il palazzo è stato arredato con lumini cimiteriali, Lucio Chiavegato è entrato nella palazzina per incontrare il direttore dell’agenzia locale e consegnare una targa, con sopra scritto: “Riconoscenti della vostra importante opera di parassiti collaborazionisti con lo Stato italiano ladro e truffatore”. A colloquio col direttore, il leader della L.I.F.E. ha spiegato le ragioni della odierna “visita di cortesia”: “La gente è stanca di pagare – ha spiegato Chiavegato e lei deve capire che è ora di smetterla di inviare cartelle a chi non ce la fa più per colpa di questo Stato, delle sue tasse criminali e delle sue leggi idiote. Quando dovrà inviare le prossime cartelle – ha spiegato Chiavegato – faccia un esame di coscienza, si tolga la giacca e la appenda e se ne vada, si dimetta. Tanto uno con la sua preparazione un lavoro lo trova sicuramente”.
In tarda mattinata, entrambe le gite “gite didattiche” presso gli uffici della società presieduta da Befera si sono concluse. I manifestanti sono tornati ai loro presidi…. con un cordiale… “arrivederci”.

http://www.lindipendenza.com/rivolta-del-9-dicembre-visite-di-cortesia-ad-equitalia-ladri/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rivolta-del-9-dicembre-visite-di-cortesia-ad-equitalia-ladri

La Jaguar del leader dei Forconi Calvani? E’ pignorata

tanto quando si spara contro chi ci sta sulle scatole non importa appurare i fatti. Sono ben accetti
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Il leader del Movimento dei Forconi, Danilo Calvani, va via in Jaguar (Ansa)
  
La Jaguar del leader del Movimento dei forconi? E’ pignorata dallo Stato. Lo ha scoperto Vanity Fair, dopo che ieri lo stesso Calvani aveva diffuso il numero di targa dell’auto assicurando di non essere il proprietario della berlina e invitando i giornalisti a controllare. In effetti aveva ragione, il mezzo non è suo ma la verità è ancora più soprendente: l’auto, infatti «non potrebbe nemmeno circolare», scrive il settimanale.
 
Le polemiche. La Jaguar ha attirato l’attenzione, ieri, a Genova. “Ma come? Il leader Calvani, che arringa la folla arrabbiata dei forconi e attacca la casta se ne va in giro a bordo di un’auto così lussuosa?”, era stato il ragionamento di molti. E presto era arrivata la sua precisazione: l’auto è di «un amico camionista» che mi ha «dato un passaggio».
 
Il pignoramento. Dai controlli effettuati da Vanity Fair è risultato che «la Jaguar modello 503, 2 mila e 700 di cilindrata, è stata immatricolata nel marzo 2006. In soli sei anni ha cambiato quattro intestatari. L’ultimo è subentrato nel settembre 2012 e non è Calvani. Si chiama Giorgio ed è un pensionato 80enne di Milano. Un mese fa però Giorgio ha venduto l’auto a Walter Dell’Unto», l’amico camionista. A cui, per l’appunto, sarebbe stata pignorata.
 
Giovedì 12 Dicembre 2013 – 15:39
Ultimo aggiornamento: 15:40
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Il fronte del “politicamente corretto” disprezza le ribellioni popolari “non autorizzate”

con buona pace di vorrebbe che questa cospicua parte di cittadini italiani SI SUICIDASSE IN SILENZIO, dopo aver naturalmente pagato i debiti con Equitalia
I paladini dei deboli e degli oppressi…….solo se si fanno manovrare allora sono persone accettabili altrimenti son fascisti. Alla faccia dei tolleranti.
aggiornamento……la deriva della sinistra riguardo ai blocchi….metto i links da cdc dove li ho visti perché i commenti sono imperdibili..
SINTOMI ALLARMANTI DI UN’ ESPLOSIONE SOCIALE
di Franco Turigliatto sinistra anticapitalista
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=66080
PCL:-Calvani vuole alleanza contadini e carabinieri.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=66083
Rifondazione contro le proteste di Torino
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=66084
Il fronte del “politicamente corretto” disprezza le ribellioni popolari “non autorizzate”

 11 dicembre 2013 |
  
Autore Luciano Lago |
 
di Luciano Lago
Se dobbiamo analizzare le proteste verificatesi in questi giorni, possiamo affermare che questa volta sono scese in piazza quelle categorie di persone che non si sentono rappresentate né politicamente né sindacalmente.
Trasportatori, piccoli commercianti, imprenditori, artigiani, agricoltori, disoccupati, ex lavoratori con partita IVA, giovani senza lavoro, ecc.. si tratta di una massa di persone che non credono più alle promesse del tipo “la ripresa è dietro l’angolo” oppure “vediamo la luce in fondo al tunnel”, gente che vive la crisi sulla propria pelle con l’impossibilità di poter lavorare stretti nella tenaglia delle super imposizione fiscale, dei costi del gasolio, del cappio dell’usura praticata dalle banche e da Equitalia. Sono persone esasperate che non capiscono più il linguaggio della politica distante anni luce dai loro problemi, quella politica che si è baloccata ipocritamente per mesi a discutere di IMU si ed IMU no, di decadenza, di primarie e di assetti di potere.  Sono scesi in piazza questa volta ed hanno fatto i blocchi ai caselli ed occupato i binari. In una parola si sono resi “visibili” loro che dal sistema erano considerati semplicemente “invisibili” quando non inesistenti. Questo consentiva la governo, quando necessario, di aumentare la tassazione su queste categorie visto che non avevano possibilità di protestare non essendo rappresentate.
Quando c’era da trovare altri contributi INPS per pareggiare il deficit, era la soluzione più facile aumentare quelli delle Partite IVA ed artigiani, tanto non avranno modo di reclamare, pensavano. Per fargli pagare le tasse poi l’Agenzia delle Entrate aveva trovato un sistema molto efficiente quanto vessatorio: se dichiari poco fatturato (ricavi) ma mi presenti alte spese, vuole dire che non sei “congruo”, stai occultando delle fatture quindi sei un evasore, si presume ed allora devi pagare, subito ed in anticipo, quello che io fisco  calcolo che sia il valore evaso, poi potrai fare ricorso, se hai i denari per pagare le parcelle all’avvocato ed ai commercialisti.
Così puntualmente, invertito l’onere della prova,  arrivavano le cartelle di Equitalia con interessi da usura e pignoramenti sui capannoni, sulla stalla e sui beni del piccolo imprenditore o dell’artigiano. Un sistema diabolico che ha portato alla rovina di alcune migliaia di aziende ed   anche  al suicidio di molti piccoli imprenditori ed artigiani.
Una volta avuta l’occasione sono scesi in piazza e, confortati dal fatto di essere gruppo, di poter gridare la propria rabbia, come avviene in questi casi, si sono fatti coraggio e la rivolta ha iniziato a farsi sentire in tutta Italia.
Allora è iniziata la reazione dei “giornaloni” del sistema e delle TV che fino al giorno prima avevano ignorato il fenomeno ed oscurato il programma delle proteste.
 
La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera e l’Unità in testa hanno iniziato a chiedersi “ma chi sono questi, chi glielo da il diritto a questa protesta populista di bloccare il paese”, mica sono la CGL, mica sono i metalmeccanici o i dipendenti dei trasporti pubblici, quelli si che possono bloccare ad oltranza come avvenuto a Genova ultimamente, senza che nessuno si scandalizzi. Saranno mica fascisti, sobillati da Forza Nuova, Casa Pound, magari dalla mafia, questi sono “brutti sporchi e cattivi” e non hanno diritto di parola e ci mancherebbe altro, siamo o non siamo una Repubblica nata dalla resistenza? Tutti i commentatori del “politicamente corretto” hanno subito manifestato il loro disprezzo. “ Guai a loro se osano bloccare il paese” ha tuonato Alfano, ministro dell’interno e leader del nuovo centro destra.  Ai populisti non bisogna lasciare il campo, ha detto Letta, lasciano solo macerie. Sono seguiti subito i commenti di disprezzo e di condanna dei vari Ezio Mauro, Giannini, Gramellini, Gad Lerner, ecc..  Fassino il sindaco di Torino che ha dato l’ultimatum ai manifestanti: “ora basta,nno sconvolto la vita della città”. Idem il messaggio di condanna  del “conte rosso” di  Genova, l’aristocratico Marco Doria, anche perché non si tratta di camalli a stipendio pubblico o ferrotranvieri che possono paralizzare la città. Tutti sostenitori del politicamente corretto e alfieri della “difesa delle Istituzioni democratiche”.
 
Protesta-forconi-Genova
Queste manifestazioni di queste persone nelle città danno fastidio agli opinionisti ed intellettuali della sinistra perché primo, non sono inquadrate dai sindacati, non sono neppure Gay Pride, quelle si che possono sfilare e fare anche gesti osceni, non sono neanche le “Femen” che possono esibirsi anche con le tette di fuori, per fare notizia. Sono invece camionisti, artigiani imprenditori e disoccupati con facce rabbiose, non gradevoli e che disturbano con i loro schiamazzi e peggio ancora portano il tricolore invece dei drappi rossi abituali. Grave scandalo per la sinistra che si trova affiancata alla  dura condanna dalla Confindustria, quella dei “padroni”, degli industriali come i  Benetton ed i Tronchetti Provera, quelli che intrallazzano con il potere politico per fare affari. Strano destino per la sinistra: doveva difendere gli operai ed adesso si trova a fianco dei padroni e dell’aristocrazia dei Doria e dei Tronchetti.
 
Peggio ancora poi quando si sentono slogan come “tutti a casa i politici”, chiudere Equitalia ed “uscire dall’euro”,  allora davvero si è passato il segno ed  insorgono i benpensanti, pronti ad accusare di “qualunquismo e populismo” gli autori delle proteste i quali, non solo  sono collusi con i fascisti ma per di più “non hanno un programma” perché quelle che dicono sono soltanto bestemmie. “Questa è gente che ha perso il lavoro, non ha cassa integrazione  ed è strozzata dai debiti, non sa come andare avanti, sostiene un manifestante, “che si iscrivano al sindacato” il giornalista (di Repubblica o dell’Unità) consiglia accigliato, “che non si facciano strumentalizzare dai fascisti”.
 
Questo è l’atteggiamento dei progressisti i quali non hanno percepito che il paese reale non ha superato il grado massimo di sopportazione e potrebbe dare altri segnali molto gravi per chi sappia coglierli.
 
I protagonisti della protesta dovranno però essere molto cauti: chi dispone delle leve del potere politico, per disinnescare la ribellione, potrebbe essere tentato dal predisporre un’altra fase di “strategia della tensione”, come già avvenuto nella storia del paese negli anni ’70, magari infiltrando provocatori all’interno dei cortei o peggio creando degli atti di sovversione e terrorismo per attribuirne poi la responsabilità agli organizzatori delle proteste. Sarebbe un copione già visto, questa volta con la regia di chissà quali centrali  internazionali e con finalità di “stabilizzare” la situazione italiana per attuare quelle espropriazioni del patrimonio pubblico e quella omologazione del mercato italiano che tanto interessa  la “elite finanziaria”  dominante .
 
Fonte:  controinformazione.info