In piazza Castello tafferugli tra un gruppo di manifestanti e forze dell’ordine. Mentre in tutta la Penisola non si registrano blocchi del traffico ma rallentamenti che hanno interessato anche il porto di Genova. Disagi agli svincoli autostradali in Piemonte e Veneto
Scontri in piazza Castello a Torino. E’ il capoluogo piemontese il focolaio della protesta. Sono scoppiati scontri in piazza Castello, dove i manifestanti, tra cui moltissimi ultras della Juve, hanno lanciato molotov, bottiglie e pietre contro l’ingresso del Palazzo della Regione. I carabinieri hanno risposto con i lacrimogeni e sono scoppiati tafferugli e una sassaiola che ha colpito alcuni mezzi delle forze dell’ordine e la postazione mobile di Sky. I manifestanti si sono posizionati anche in via Garibaldi e hanno continuato a lanciare bottiglie incendiare. Sono arrivate altre forze dell’ordine in supporto, ma la guerriglia sta continuando. Questa mattina, cinquecento persone hanno organizzato un presidio nella centrale piazza Castello, ma in tutto il centro della città il traffico è stato chiuso. Due cortei partiti dalla piazza si sono mossi verso le stazioni ferroviarie di Porta Nuova e di Porta Susa, dove sono stati occupati per circa un’ora i binari e il traffico ferroviario è stato interrotto in entrambe le stazioni. Disagi anche alla viabilità delle auto in entrambe le zone. All’incrocio tra via Alfieri e via Arsenale, in centro, i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone di poliziaper raggiungere la vicina sede di Equitalia, Le forze dell’ordine hanno lanciato alcuni lacrimogeni ma hanno evitato di caricare il gruppo che alla fine è stato fatto passare. Mentre nella notte due persone sono state denunciate dopo aver bucato con un cacciavite la gomma di un’auto della polizia durante il presidio all’Interporto di Orbassano, nel torinese.
Nessun blocco del traffico. Per ora sono stati registrati solo rallentamenti sulle autostrade. I più significativi sono quelli agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano. Dove I manifestanti occupano simbolicamente la strada ogni cinque minuti per distribuire i volantini. L’altro disagio è sulla A4, all’altezza del casello di Soave in Provincia di Verona, il traffico è di fatto bloccato da una colonna di tir che avanza a rilento impedendo il passaggio di auto.
Dalla diretta radio sul canale ufficiale di Youtube, il movimento annuncia: “Abbiamo fermato anche il porto di Livorno, e si stanno muovendo anche a La Spezia e Viareggio”. E sottolinea che la mobilitazione è apolitica, anche se alcuni manifestanti lamentano “la scarsa partecipazione dei camionisti”.
A Roma e al Sud situazione più tranquilla. Anche nella Capitale un centinaio manifestanti si sono radunati a Piazzale dei Partigiani, dove sono stati allestiti gazebo e un camper con presidio fisso. Tra gli striscioni, uno dalla scritta “9 dicembre, l’Italia si ferma”. A Palermo, culla del movimento dei Forconi, sono stati organizzati due presidi (in via Ernesto Basile e in piazza Indipendenza), dove sono stati distribuiti volantini e provocato rallentamenti al traffico. Anche a Catania l’agitazione è stata confermata, ma non ci sarà nessun blocco. I Forconi sono presenti con due presidi: al casello di San Gregorio, luogo simbolo della protesta, e sull’autostrada A18, la Messina-Catania. Una delegazione di una decina di manifestanti ha trascorso la notte sul posto annunciando un volantinaggio. La zona è presidiata da ieri sera dalle forze dell’ordine. A Catania la Questura, su richiesta del movimento, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università.
La protesta. Il movimento che a gennaio 2012 paralizzò la Sicilia ha trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’Associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati runiti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. E l‘agitazione organizzata da agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati e semplici cittadini, sembra non arrestarsi. ”Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza – dichiara Danilo Calvani, coordinatore del movimento dei forconi -, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono. C’è grande euforia, penso che avremo tutto il popolo in piazza. Saremo milioni perché milioni sono le persone che non ce la fanno più. Non è un’iniziativa di settore, ma di popolo”. Per Calvani deve cadere tutto, “perché se qualcosa rimane in piedi poi ricresce e ci ruba di nuovo il pane di bocca. Il loro – dice in un’intervista al Corriere della Sera – è stato un lungo e imperdonabile tradimento, come se tua moglie ti mettesse le corna con cento uomini. Che la puoi perdonare?”.
Il leader del movimento assicura che non ci sarà alcun blocco stradale. “Se qualcuno lo farà, lo andremo a prendere per consegnarlo alla polizia. Noi collaboriamo con le forze dell’ordine e siamo d’accordo sugli interventi. Non ci saranno vetrine rotte o aggressioni”, dichiara. “Siamo gente per bene, forse non molto acculturati ma onesti e amiamo il nostro Paese. Abbiamo chiesto tutti i permessi e altri ne chiederemo se dovremmo andare oltre i 5-6 giorni previsti. La polizia è con noi, anzi, anche il loro sindacato ci appoggia”.