Archivi giornalieri: 9 dicembre 2013
Imu 2013 prima casa: chi rischia di pagare due volte, 16 dicembre e 16
Romano Prodi: “Per salvare l’Italia bisogna sostenere le banche”
che i compagni fossero un tutt’uno con le banche e la finanza lo si vede molto chiaramente adesso. Comitati autorganizzati in tutta italia che comprendono gruppi eterogenei di cittadini che esasperati non si vogliono far più svenare per L’EUROPA??? Ecco che sono fascisti. In attesa che i compagni forniscano una data per la rivolta che sarà pilotata come conviene al regime…..buona morte a tutti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 dicembre 2013
No Tav, quattro militanti arrestati dalla Digos. L’accusa è di terrorismo
Sono ritenuti responsabili di alcuni attacchi al cantiere di Chiomonte, in val di Susa, preso d’assalto il 13 maggio scorso. Perquisiti due centri sociali durante l’operazione
In manette sono finiti Claudio Alberto, 23enne di Ivrea, Mattia Zanotti, 29enne di Milano, Chiara Zenobi, 41enne di Teramo residente a Torino da oltre un anno e Niccolo Blasi già in carcere, marchigiano ma residente a Torino da anni. Le ipotesi di reato dei pm torinesi sono attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra e danneggiamento. Sono stati perquisiti due centri sociali durante l’operazione: uno in via Vagnino, zona di Porta Palazzo e l’Asilo occupato, entrambi di area anarachica a Torino. Ci sono altri indagati oltre ai quattro arrestati, sempre per lo stesso episodio.
I fatti risalgono alla notte tra il 13 e il 14 maggio scorso. Secondo quanto è stato ricostruito e dalla polizia un gruppo di circa trenta persone legate all’area anarco-insurrezionalista ha attaccato il cantiere del tunnel geognostico. Le persone, col volto coperto e vestite di nero, sono arrivate dal bosco della Val Clarea e hanno attaccato contemporaneamente quattro cancelli con bengala e razzi lanciati da un mortaio rudimentale, bombe carta e bottiglie incendiarie.
Sciopero Forconi, a Torino molotov contro il Palazzo della Regione
In piazza Castello tafferugli tra un gruppo di manifestanti e forze dell’ordine. Mentre in tutta la Penisola non si registrano blocchi del traffico ma rallentamenti che hanno interessato anche il porto di Genova. Disagi agli svincoli autostradali in Piemonte e Veneto
Scontri in piazza Castello a Torino. E’ il capoluogo piemontese il focolaio della protesta. Sono scoppiati scontri in piazza Castello, dove i manifestanti, tra cui moltissimi ultras della Juve, hanno lanciato molotov, bottiglie e pietre contro l’ingresso del Palazzo della Regione. I carabinieri hanno risposto con i lacrimogeni e sono scoppiati tafferugli e una sassaiola che ha colpito alcuni mezzi delle forze dell’ordine e la postazione mobile di Sky. I manifestanti si sono posizionati anche in via Garibaldi e hanno continuato a lanciare bottiglie incendiare. Sono arrivate altre forze dell’ordine in supporto, ma la guerriglia sta continuando. Questa mattina, cinquecento persone hanno organizzato un presidio nella centrale piazza Castello, ma in tutto il centro della città il traffico è stato chiuso. Due cortei partiti dalla piazza si sono mossi verso le stazioni ferroviarie di Porta Nuova e di Porta Susa, dove sono stati occupati per circa un’ora i binari e il traffico ferroviario è stato interrotto in entrambe le stazioni. Disagi anche alla viabilità delle auto in entrambe le zone. All’incrocio tra via Alfieri e via Arsenale, in centro, i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone di poliziaper raggiungere la vicina sede di Equitalia, Le forze dell’ordine hanno lanciato alcuni lacrimogeni ma hanno evitato di caricare il gruppo che alla fine è stato fatto passare. Mentre nella notte due persone sono state denunciate dopo aver bucato con un cacciavite la gomma di un’auto della polizia durante il presidio all’Interporto di Orbassano, nel torinese.
Nessun blocco del traffico. Per ora sono stati registrati solo rallentamenti sulle autostrade. I più significativi sono quelli agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano. Dove I manifestanti occupano simbolicamente la strada ogni cinque minuti per distribuire i volantini. L’altro disagio è sulla A4, all’altezza del casello di Soave in Provincia di Verona, il traffico è di fatto bloccato da una colonna di tir che avanza a rilento impedendo il passaggio di auto.
Dalla diretta radio sul canale ufficiale di Youtube, il movimento annuncia: “Abbiamo fermato anche il porto di Livorno, e si stanno muovendo anche a La Spezia e Viareggio”. E sottolinea che la mobilitazione è apolitica, anche se alcuni manifestanti lamentano “la scarsa partecipazione dei camionisti”.
A Roma e al Sud situazione più tranquilla. Anche nella Capitale un centinaio manifestanti si sono radunati a Piazzale dei Partigiani, dove sono stati allestiti gazebo e un camper con presidio fisso. Tra gli striscioni, uno dalla scritta “9 dicembre, l’Italia si ferma”. A Palermo, culla del movimento dei Forconi, sono stati organizzati due presidi (in via Ernesto Basile e in piazza Indipendenza), dove sono stati distribuiti volantini e provocato rallentamenti al traffico. Anche a Catania l’agitazione è stata confermata, ma non ci sarà nessun blocco. I Forconi sono presenti con due presidi: al casello di San Gregorio, luogo simbolo della protesta, e sull’autostrada A18, la Messina-Catania. Una delegazione di una decina di manifestanti ha trascorso la notte sul posto annunciando un volantinaggio. La zona è presidiata da ieri sera dalle forze dell’ordine. A Catania la Questura, su richiesta del movimento, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università.
La protesta. Il movimento che a gennaio 2012 paralizzò la Sicilia ha trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’Associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati runiti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. E l‘agitazione organizzata da agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati e semplici cittadini, sembra non arrestarsi. ”Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza – dichiara Danilo Calvani, coordinatore del movimento dei forconi -, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono. C’è grande euforia, penso che avremo tutto il popolo in piazza. Saremo milioni perché milioni sono le persone che non ce la fanno più. Non è un’iniziativa di settore, ma di popolo”. Per Calvani deve cadere tutto, “perché se qualcosa rimane in piedi poi ricresce e ci ruba di nuovo il pane di bocca. Il loro – dice in un’intervista al Corriere della Sera – è stato un lungo e imperdonabile tradimento, come se tua moglie ti mettesse le corna con cento uomini. Che la puoi perdonare?”.
Il leader del movimento assicura che non ci sarà alcun blocco stradale. “Se qualcuno lo farà, lo andremo a prendere per consegnarlo alla polizia. Noi collaboriamo con le forze dell’ordine e siamo d’accordo sugli interventi. Non ci saranno vetrine rotte o aggressioni”, dichiara. “Siamo gente per bene, forse non molto acculturati ma onesti e amiamo il nostro Paese. Abbiamo chiesto tutti i permessi e altri ne chiederemo se dovremmo andare oltre i 5-6 giorni previsti. La polizia è con noi, anzi, anche il loro sindacato ci appoggia”.
Forconi spuntati, rinunciano ai “blocchi”
http://www.contropiano.org/politica/item/20831-forconi-spuntati-rinunciano-ai-blocchi
- Lunedì, 09 Dicembre 2013 07:25
- Redazione Contropiano
Com’era apparso subito chiaro, nel momento in cui diverse associazioni di autotrasportatori si erano dissociate dall’iniziativa, la “rivoluzione degli italiani” si è trasformata in un mugugno. Senza camionisti pronti a metter di traverso i tir, ogni tentativo di “bloccare il paese” presuppone un’organizzazione coesa, di grandi dimensioni, capace di convogliare migliaia di persone in ogni punto-chiave. Organizzazione che non c’è e non può essere improvvisata a suon di comunicati in rete.
Si affloscia, di conseguenza anche la baldanza dei gruppi fascisti che fanno da “coordinatori” della protesta, al primo vero tentativo di innestare la propria presenza in un malessere sociale.
Niente blocchi, ma solo sciopero e – forse – qualche presidio. In Sicilia – dove era per un attimo riapparso il fenomeno dei “forconi” del 2012, con qualche segnale di “convergenza mafiosa” – non attueranno presidi stabili, ma terranno incontri pubblici e volantinaggi nelle piazze e per le strade. Il “programma” delle iniziative è stato illustrato uno dei leader del movimento, Mariano Ferro, spiegando che la prima manifestazione si terrà stasera a Siracusa.
‘A Roma invece ci sarà un presidio a piazzale dei Partigiani (chiara anche qui l’intenzione provocatoria implicita nella scelta della piazza). Anche in questo caso il leader locale della protesta, il “contadino littorio” Danilo Calvani, si è sbracciato per assicurare che “agiremo nella legalità”.
A Torino resteranno naturalmente aperte scuole e amministrazioni pubbliche, contrariamente a quanto ventilato in numerose “comunicazioni” lanciate via web, in quella che appare a questo punto più una “operazione spam” per diffondere false informazioni che non una “grande” mobilitazione reale.
E’ del resto intervenuta anche la cosiddetta “Autorità garante per gli scioperi”, che ha minacciato imprecisate “sanzioni” in caso di violazioni della legge nel fermo dell’autotrasporto, confermato da alcune sigle del settore. “Qualora si dovessero verificare violazioni della legge, l’Autorità non esiterà ad applicare le sanzioni, così come già avvenuto, da ultimo, lo scorso 29 marzo 2012, in riferimento ai blocchi dell’autotrasporto dal 16 al 20 gennaio 2012”. Il fermo, “confermato da alcune sigle del settore, nonostante la sottoscrizione del protocollo di intesa dello scorso 28 novembre tra le associazioni maggiormente rappresentative ed il Governo, dovrà partire dalla mezzanotte del 9 dicembre e non, come riportato da alcune notizie di stampa, dalle ore 22 di oggi (ieri, ndr)”. Inoltre, l’Autorità, “nella seduta del 18 novembre scorso, ha ricordato alle organizzazioni l’esercizio del ‘potere-dovere’ di influenza sui propri iscritti, al fine di persuaderli all’assunzione di condotte responsabili, così che l’attuazione del fermo dei servizi di autotrasporto merce – prosegue la nota – avvenga nel pieno rispetto delle norme della disciplina di settore, senza l’effettuazione di blocchi stradali o di iniziative sanzionabili ai sensi del codice della strada”.
Insomma, un intervento “repressivo” consueto anche nei casi di sciopero nei trasporti pubblici (da quello dei mezzi locali a quelli nelle ferrovie, come ban sanno i lavoratori dipendenti, ma che appare sufficiente a sconsigliare la “rivoluzione”. E tanto potrebbe bastare…
Nostalgia del colpo di stato: i neofascisti si organizzano per il 9 dicembre in memoria del golpe Borghese
La destra fascista cerca sempre di uscire dalla marginalità politica con la solita vecchia tecnica del camuffamento rivoluzionario e rossobruno. Hanno capito che, dopo i colpi di stato, la strategia delle stragi e lo squadrismo al soldo dei padroni, la loro presenza esplicita non desta affatto consensi e quindi ogni tanto dismettono i panni identitari e provano a presentarsi sotto mentite spoglie.
La scadenza del «9 dicembre», al di là del suo probabile fallimento, è un caso esemplare di mascheramento dei neofascisti dietro le mobilitazioni di un ceto medio impoverito e rovinato dalla crisi. I gruppi di estrema destra vorrebbero monopolizzare le manifestazioni di protesta per instaurare un governo autoritario delle «forze dell’ordine».
Ed è certo inquietante il richiamo sui siti neofascisti al «giorno dell’Immacolata», cioè al tentato golpe del fascista Junio Valerio Borghese tra l’8 e il 9 dicembre del 1970.
Vedi:
Forza Nuova si camuffa e cerca confusioni «rosso-brune»
9 dicembre: un mistero la riuscita della protesta, una certezza le infiltrazioni fasciste
L’estrema destra vuole bloccare le strade del Nord: l’allarme dell’Anpi
L’ultimo travestimento di Forza Nuova
Fascisti del «9 dicembre»: un primo screening non lascia dubbi
Un’analisi della composizione di classe della «Rivoluzione italiana» si può leggere suInfoaut.
Resta comunque il fatto che, come osserva un attivista del Teatro Pinelli Occupato di Messina, attraverso la manifestazione del 9 dicembre, promossa da un coordinamento nazionale di soggetti della corporazione padronale abbandonata dal capitalismo finanziario (agricoltura e trasporti soprattutto), si sta preparando, volontariamente o meno, uno spazio politico che può benissimo favorire una narrazione di destra e «dal basso» della crisi economica attuale.
Intanto, dopo un incontro con il ministro Maurizio Lupi e la promessa di uno stanziamento di 330 milioni di euro a favore della categoria per il 2014, è stata resa pubblica la revoca dello sciopero del 9 dicembre da parte di quasi tutte le associazioni degli autotrasportatori: Unatras (Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci), Anita (Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici) e Fai Conftrasporto.
Una «Rivoluzione italiana» senza un chiaro programma rivoluzionario e strumentalizzata da neofascisti e neonazisti senza arte né parte, risulta in fondo un evento all’altezza della spenta mediocrità dei tempi in cui viviamo.
Folletti No Tav a Torino
http://piemonte.indymedia.org/articolo/19383/folletti-no-tav-a-torino
Ci piace pensare che ad ogni latitudine incontrino gente con la testa dura, gente come Giacu e suo cugino Giacu Trus, gente che non molla. Resiste. Bugianen.
In una notte che ne ricordava tante altre, fredda e stellata, nel tempo sospeso che precede le prime ore del mattino, Giacu Trus e i folletti di città hanno festeggiato, consapevoli, che ogni giorno è possibile gettare una manciata di sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.
La resistenza continua…
Giacu Trus NoTav
ECCO QUELLO CHE SI SAREBBE VERIFICATO SENZA IL PREMIO DI MAGGIORNAZA CON IL PORCELLUM:
La leggenda dell’autismo causato dai vaccini
di Salvo Di Grazia | 18 settembre 2012
I progressi in medicina avvengono dopo studi ripetuti, conferme, esperimenti riprodotti da vari ricercatori che devono convergere e convincere: è il metodo scientifico, da un’ipotesi si passa a un dato oggettivamente plausibile. C’è chi invece, per interessi personali, malafede, incompetenza o avidità non ha alcun vantaggio a seguire le regole e si muove nel sottobosco della pseudoscienza costruendo volontariamente conclusioni inattendibili con un unico scopo: guadagnare denaro. “Tre uomini fanno una tigre” è un detto cinese che simboleggia come una premessa infondata, ripetuta di continuo, è trasformata in realtà ed il caso “vaccini-autismo” ne è proprio un esempio lampante essendo tra le leggende mediche più diffuse: le vaccinazioni causerebbero l’autismo.
Questa bufala nasce da una truffa sfrontata che ha causato delle vittime ed è talmente spacciata per vera che qualcuno finisce per crederci, anche i giornalisti, che così diffondono notizie allarmanti e infondate tradendo il loro dovere di ricerca di fonti autorevoli. L’autismo è un disturbo dello sviluppo psichico che insorge solitamente nell’infanzia e che comporta non solo notevoli difficoltà sociali ma sacrifica intere famiglie, soprattutto per la mancanza di strutture di assistenza preparate e diffuse nel territorio, non esiste una causa certa o singola definita ma molti studi indirizzano verso una componente genetica, lo sviluppo delle tecniche diagnostiche e l’aumentata attenzione sul problema hanno incrementato il numero di diagnosi, tanto che negli ultimi anni i casi di autismo sembrano aumentati vertiginosamente ma in realtà la sua incidenza è identica nelle varie fasce d’età (circa l’1%), dimostrando come non siano aumentati i casi ma il numero di diagnosi (non aumenta l’incidenza negli anni ma il numero di casi diagnosticati). Chi non conosce l’origine della vicenda potrà trovarla incredibile e sorprendente.
Questa storia inizia nel 1998: Andrew Wakefield, un ex medico inglese, pubblicò su Lancet uno studio secondo il quale in alcuni bambini vi era un’associazione tra problemi intestinali, disturbi dello sviluppo e fattori ambientali. Lo studio destò scetticismo (campione molto ridotto, test discutibili, conclusioni forzate) ma il suo autore cominciò una serie di conferenze annunciando la scoperta di una correlazione tra vaccino trivalente MPR (anti morbillo, parotite, rosolia) e autismo, consigliando, al posto di questo, una vaccinazione singola per ogni malattia, formulazione che non esisteva in commercio. La scarsa prudenza di Wakefield ebbe alcune conseguenze. La prima fu il crollo delle vaccinazioni in Inghilterra: il risultato fu un’epidemia di morbillo che causò oltre mille casi e due decessi, la seconda fu la scoperta che l’ex medico aveva già brevettato (UK patent application number 9711663.6) un sistema di vaccinazioni singole (e guarda caso una cura per i problemi intestinali dei soggetti autistici): esattamente ciò che consigliava nelle sue conferenze. Il conflitto d’interessi era più che un sospetto fino alla scoperta di un finanziamento (oltre 500.000 sterline) a Wakefield da parte di un avvocato che sosteneva cause di risarcimento contro lo stato per bambini autistici con presunti danni da vaccino. Al legale mancava un appiglio scientifico (visto che fino ad allora nessuno studio aveva sospettato questa correlazione) e Wakefield lo fornì, barando. La scoperta ebbe sviluppi imprevisti. Molti dei coautori dello studio chiesero la rimozione del loro nome dalla ricerca, si scoprirono gravi irregolarità sia etiche (bambini pagati poche sterline per prelevarne il sangue, esami molto invasivi effettuati senza necessità) che scientifiche (dati falsificati, manipolati, scorretti) altri studiosi di tutto il mondo provarono a replicare lo studio ma nessuno ci riuscì, un giornalista scoprì che il medico aveva consapevolmente falsificato la maggioranza dei dati (quasi tutti i bambini non avevano anomalie intestinali, in molti di essi i sintomi autistici erano iniziati prima della vaccinazione…) e Wakefield tentò di recuperare con uno studio che smentiva le sue stesse conclusioni, ma era troppo tardi, la sua frode era al capolinea, il declino era appena iniziato quando ammise praticamente tutto. Lo studio fu ritrattato da Lancet, il medico radiato dall’ordine britannico e relegato a comparsa in programmi di ufologia e paranormale. Tutto qui, la leggenda che i vaccini siano correlati all’autismo è fondata su una patetica frode oggi simbolo di malafede scientifica (come dichiarato anche dal BMJ: “La chiara evidenza della falsificazione dei dati ora dovrebbe chiudere la porta a questa dannosa paura dei vaccini”). Ma per alcuni antivaccinisti Wakefield resta incredibilmente un guru.
La scienza però non si ferma e nonostante tutto studia il presunto nesso (è uno degli argomenti più studiati degli ultimi anni) confermandolo come inesistente.
Nonostante questa brutta storia, in tutto il mondo esistono diverse persone che continuano a diffondere ad arte e plagiando numerosi genitori questi allarmi ingiustificati: per loro, nonostante tutto, la leggenda è realtà con conseguente offerta di cure inventate, team di avvocati per richieste di risarcimento ed associazioni di sostegno, kit completo, tutto in vendita sulla pelle dei bambini. La stanchezza e lo scoraggiamento di molte famiglie sono il primo motivo che le fa cadere in queste trappole e senza nessuno scrupolo si continua a spargere terrore e disinformazione, spesso in nome del denaro. Vile ma capace di tutto.
RAID NO TAV CONTRO I “COLLABORAZIONISTI”
08/12/2013
Quattro aziende nel mirino, scritte sui muri, striscioni e cancelli bloccati con catene. Venerdì notte assedio notturno al Napoleon dopo la marcia alle reti
Attivisti e forze dell’ordine l’altra notte in Clarea, i No Tav non sono riusciti a raggiungere le recinzioni
massimo numa
torino
La marcia notturna No Tav di venerdì da Giaglione alle reti si era conclusa senza incidenti, con 170 attivisti fermati a poche decine di metri dal cantiere dell’Alta Velocità. Bloccati dal presidio interforze. Così, al ritorno, il solito raid di disturbo davanti all’hotel Napoleon di Susa che ospita i carabinieri. Stanotte l’offensiva delle frange violente contro le aziende «collaborazioniste» è ripreso con imbrattamenti, striscioni con i soliti slogan, bandiere No Tav davanti agli ingressi. Infine catene e lucchetto per chiudere il cancello della Geo-Data in corso Duca degli Abbruzzi 48E a Torino. un lucchetto sono stati apposti la notte scorsa presso ditte che lavorano nel cantiere della Tav Torino-Lione. Nel mirino anche un’azienda di Leinì (via Fantasia) che rifornisce le macchine del caffè nel cantiere. Slogane striscione: «Niente caffè per chi devasta. No Tav». Terzo raid vandalico, con scritte No Tav, ai danni di una terza ditta torinese che si occupa di scarichi (corso Giulio Cesare). È la prova dell’esistenza di un dossier (non ancora resi pubblico, molto recente) dove vengono individuate tutte le aziende (alcune già oggetto di attentati) che lavorano per la Tav. Nel file sarebbero contenuti dati sensibili, per il momento conosciuti solo dai vertici di un movimento sempre più gerarchizzato.