Ecco Hyperloop il super-trasporto del futuro

Uno schema del progetto

 

Un sistema di trasporto capace di superare i 1200 km all’ora di velocità, sicuro, meno costoso di una TAV, autosufficiente a livello energetico? L’idea di Elon Musk diventa progetto

andrea bertaglio

Un sistema di trasporto capace di superare i 1200 km all’ora di velocità, sicuro, meno costoso da realizzare di una tipica linea ad alta velocità, autosufficiente a livello energetico, e perché no, anche resistente ai terremoti? Sembra una storia di fantascienza, ma presto potrebbe non essere così. Soprattutto ora che la californiana JumpStartFund, una delle più note piattaforme di crowdfunding e crowsourcing, ha annunciato il nome della nuova società di cui si è fatta promotrice, e che avrà l’ambizioso compito di sviluppare Hyperloop, l’idea futuristica di Elon Musk, imprenditore già noto per aver creato il sistema di servizi finanziari PayPal ed aziende come Space X e Tesla Motors.  

 Hyperloop Transportation Technologies Inc.: sarà questo il nome dell’azienda che, con JumpStartFund, si occuperà di un progetto che promette soluzioni ultraveloci sotto i 1.500 km in alternativa alle autostrade e ai “lenti e costosi TAV”, per dirla con lo stesso Musk. Un’iniziativa che si preannuncia rivoluzionaria, ma che non ha più nulla a che fare con l’ideatore originario, tende a precisare JumpStartFund. E che, grazie alla collaborazione di istituzioni come l’Università della California (Ucla) e aziende come Ansys (che ne ha valutato la fattibilità generale) e GloCal Network Corporation (per aree-chiave come quella manifatturiera e dell’approvvigionamento dei materiali), comincerà fin da subito il proprio percorso evolutivo. Il tutto sotto la direzione di un ingegnere italiano, Marco Villa, e della sua collega Patricia Galloway. 

 Ma che cos’è questo Hyperloop? Praticamente un sistema in grado di “sparare” delle capsule di alluminio contenenti 40 passeggeri l’una sulla tratta San Francisco – Los Angeles. La linea, formata da una coppia di tubi di acciaio (uno per ogni direzione), sollevati a 6 metri da terra e posti su piloni di cemento distanti 30 metri l’uno dall’altro, seguirebbe quella della Interstate 5 (I-5), la principale autostrada della costa occidentale degli Usa, che scorre parallelamente alla costa pacifica e che collega appunto le due metropoli californiane.  

 La velocità di crociera prevista? Ben 1.223 chilometri all’ora. Ma non è tutto: queste incredibili velocità, impensabili senza un enorme dispendio di energia (prodotta da chissà quali fonti), potrebbero essere raggiunte senza impattare eccessivamente sull’ambiente, promettono i progettisti. Il sistema, infatti, è pensato per essere autosufficiente in quanto dotato di pannelli solari installati sulla parte superiore dei tubi per la loro intera percorrenza, mentre l’accelerazione progressiva delle capsule è gestita da magneti presenti sul fondo dei tubi. Inoltre, la ridotta pressione atmosferica all’interno di questi tubi (circa 1/6 della pressione atmosferica presente su Marte) ridurrebbe la resistenza al movimento di 1000 volte. 

 In realtà, costruire un’infrastruttura di oltre 600 km che prevede centinaia di piloni di cemento e acciaio un impatto sull’ambiente e sul paesaggio lo avrebbe eccome. L’importante è limitare i danni, se così si può dire. Per farlo, una delle più importanti collaborazioni di cui si stano avvalendo JumpStartFund e Hyperloop Transportation Technologies è appunto quello dell’Ucla, università fra le più prestigiose del mondo con sede a Los Angeles. “Il nostro primo compito sarà quello di supervisionare ciascuna fase del progetto ed assicurarci che l’interazione fra di esse avvenga nel migliore dei modi, minimizzando i costi e massimizzando il risultato”, afferma Hitoshi Abe, rettore della facoltà di Architettura e Urbanistica di Ucla: “Come succede nel caso di tutte le innovazioni su vasta scala, non è tanto la tecnologia in sé che conta, quanto l’impatto che la stessa avrà sulle città e sulla gente, e su come questi cambiamenti si ripercuoteranno sugli spazi urbani”. 

 In effetti, l’approvazione di una tale opera da parte delle comunità locali è a dir poco fondamentale. Ma stando alle previsioni di successo dei finanziamenti dal basso di JumpStartFund, la situazione potrebbe avere un risvolto positivo per l’opera. “A riprova dell’enorme interesse generato dal progetto, JumpStartFund è stata inondata di richieste da parte di membri della comunità che vogliono entrare a farne parte”, assicura l’azienda, che sul suo portale rende disponibili tutti gli sviluppi e le informazioni a riguardo. “Il solo fatto che eccellenze come Ucla, Ansys e GloCal abbiano accettato di avviare una partnership con noi, oltre a tutti i talenti che si sono fatti avanti a partire dalla comunità, è davvero sensazionale”, ha dichiarato Dirk Ahlborn, AD e fondatore di JumpStartFund: “È grandioso sapere che il nostro concetto di comunità al servizio delle idee funziona davvero”. 

 Al di là degli impatti ambientali da ridurre al minimo, però, quest’opera avveniristica potrebbe costare ben più di quanto il suo ideatore abbia mai ammesso. Se le prime stime parlavano di soli sei miliardi di dollari (circa 54 milioni per la costruzione delle capsule e 5,4 miliardi per i tubi e il sistema di propulsione) c’è infatti chi scommette che non potrebbe essere così, visti i costi a volte esorbitanti sostenuti in tutto il mondo per le grandi opere. “La raccolta fondi non è ancora ufficialmente iniziata, e la cifra finale del progetto è ancora da stabilire”, puntualizza Enzo Mazzeo di JumpStartFund: “Ma negli Usa è già capitato che si siano raggiunte anche cifre molto importanti con il metodo del crowdfunding, in America ormai molto diffuso”.  

 La prima risorsa sembra dunque l’ottimismo, presso le due aziende californiane: “Sono pienamente cosciente degli ostacoli che abbiamo di fronte, ma il feedback che abbiamo ricevuto finora mi rende parecchio ottimista e non vedo l’ora di cominciare a mettermi al lavoro ed osservare progressi significativi”, afferma Marco Villa. Secondo l’ingegnere italiano, responsabile di un progetto che potrebbe stravolgere l’intero settore dei trasporti, le esperienze fatte soltanto nelle ultime settimane sono già memorabili. “Abbiamo avuto il privilegio di interagire con numerosi individui e organizzazioni dotati di grande talento, che hanno condiviso in pieno l’eccitazione e l’attitudine positiva che circonda questo progetto”, afferma Villa: “Una volta che l’elenco di questi collaboratori sarà reso pubblico, sono sicuro che la gente ne rimarrà soddisfatta”. 

Ecco Hyperloop il super-trasporto del futuroultima modifica: 2013-11-29T08:21:40+01:00da davi-luciano
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