Christian in Syria

# PCN-TV/ SYRIAN CHRISTIANS FLEE PERSECUTION

like in Iraq before, as Patriarch urges them to stay in war-torn country …

PCN-TV for Syria Committees – Comités Syrie

with RT – PCN-SPO / 2013 11 22 /

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

https://vimeo.com/pcntv

PCN-TV - christian flee syria (2013 11 22) ENGL

As some 450,000 Christians have fled Syria since a civil war erupted two years ago, the Syrian Patriarch of the Melkite Greek Catholic church has called on Christians to stay in Syria and survive a “difficult” future.

“I say to my children, stay in your country, the future will be difficult, but it will be better, God willing,” Syrian Patriarch Gregory Laham told AFP in an interview.

  Video on:

https://vimeo.com/80026266

https://www.facebook.com/photo.php?v=1430028620548633&set=vb.204029606292464&type=2&theater

WHO WANT TO DESTROY THE SECULAR MULTICULTURAL SYRIA ?

On the eve of a trip to the Vatican for meetings with Pope Francis, Laham urged European countries to not “encourage Syrian Christians to emigrate.” “I say to the European countries that want to help, help people in difficulty, humanitarian cases but don’t encourage people to emigrate,” he said.

According to the cleric, 450,000 Syrian Christians have been forced from their homes by the civil strife that began in March 2011. The religious leader said that between 1,000 and 1,200 Christians, both soldiers and civilians, had been killed.

Pope Francis also said the Catholic Church “will not resign” itself to a Middle East without Christians. “Syria, Iraq, Egypt and other areas of the Holy Land sometimes overflow with tears,” he said on Thursday, calling for “the universal right to lead a dignified life and freely practice one’s own faith to be respected.”

RT correspondent Paula Slier was in Syria, where she got a firsthand look at the devastation suffered by dozens of Christian churches.

After the murder of Father Bassilius Nassar in January 2012 by rebels, threats and persecutions against Christians in Syria have escalated to the level faced by Christians in Iraq, Slier reports.

In August, the Christian town of Maaloula outside of Damascus was attacked by rebels. Dozens of soldiers were killed and many residents fled.

Patriarch Laham pointed out that Christians have not been the only victims of the violence. “Christians are not the only ones being targeted. All Syrians are being targeted, Shiites and Sunnis and Druze and Christians from all denominations.” He also mentioned that “at least 57 Christian sites” have been damaged or destroyed since the beginning of hostilities, and he blamed the United States and its Western allies for aggravating the situation by providing assistance to the rebels.

“This is the church. Unfortunately, it was not like that before. Look at this destruction and mess. From here the explosions were coming down on people praying. Of course people started crying out for help from us. The priest was right here and they were captured right here in the church,” Syrian army soldier Bassam Shaaban told RT’s Paula Slier.

Christians, who comprise about 10 percent of Syria’s population, are viewed as supporters of President Bashar Assad, fearing the Islamist ideology of some rebels. This has made them the target of attacks.

“I believe it is all systematic and planned,” Sami Housni, a Christian priest in Damascus, told RT. “Forcing Christians to leave… In Iraq, for instance, less than 200,000 Christians remain. We do have concerns, we do hope to stick to our land – Syria, which is the cradle of Christianity. We also hope that the Pope and heads of Christian denominations shall call for denouncing violence and adopting dialogue.”

The International Society for Human Rights says that four out of every five acts of religious discrimination in the world today are perpetrated against Christians. Nowhere is this more acutely felt than in the Middle East and North Africa. American think tank the Pew Forum says that Christians now face harassment and oppression in more than 139 countries worldwide.

PCN-TV & PCN-SPO

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http://www.scoop.it/t/pcn-spo

USA: Piano segreto contro la privacy online

Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno distribuito agli alleati un documento riservato che fa appello a cambiare il testo della proposta brasiliana e tedesca, in cui i riferimenti ai diritti di privacy si riferiscano espressamente agli obblighi degli Stati sotto l’ICCPR e si elimini il suggerimento che tali requisiti si applichino in modalità extraterritoriale. In altre parole, gli Stati Uniti vogliono assicurarsi il diritto di spiare all’estero.

Secondo il quotidiano ‘Foreign Policy’, gli Stati Uniti vogliono limitare l’attenzione globale sulla sorveglianza. La raccolta di informazioni sulle decine di milioni di persone in tutto il mondo, è perfettamente accettabile, ha detto l’amministrazione Obama in diverse occasioni. Tutto ciò è autorizzato dalla legge degli Stati Uniti, con la supervisione del Congresso e approvato dal tribunali statunitensi.

La risoluzione sulla privacy, come la maggior parte delle decisioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non si applicherebbe per nessun tribunale internazionale. Ma gli avvocati internazionali dicono che è importante perché costituisce la base di un consenso internazionale (‘legge blanda’) che alla fine renderebbe più difficile per gli Stati Uniti sostenere la loro sorveglianza di massa.

Il 1 novembre il Brasile e la Germania hanno presentato alle Nazioni Unite una risoluzione comune per la promozione del diritto alla privacy su Internet, dopo le accuse di spionaggio da parte degli Stati Uniti. Il documento esorta gli Stati membri ad “adottare misure per porre fine” alla violazione di tali diritti e per creare, attraverso la legislazione nazionale, le condizioni per garantire la conformità agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale umanitario.

Fonte: http://www.vocidallastrada.com/2013/11/usa-piano-segreto-per-eliminare-il.html#more

Cresce l’aggressività delle banche centrali

by Rubens Ligabue • 18 novembre 2013

L’ANALISI Non è saggio raccogliere monete da dieci centesimi di fronte ad un rullo compressore
I mercati azionari brillano seppur non vi sia crescita reale dalla fornitura di moneta
E’ ormai arrivato il momento di porsi alcune domande, su dove siamo e dove potremmo arrivare, dopo l’ultimo taglio dei tassi operato dalla BCE di Mario Draghi e con il quale si è ormai prossimi al limite fisico dei tassi zero, essendo arrivati al minimo storico dello 0,25%. Un valore che ora è allineato ai tassi della banca centrale USA e vicini a quelli del Giappone. Quanto fatto giovedì è certamente stata più un’azione per indebolire l’euro, che non un ulteriore aiuto ad un mondo ormai inondato di liquidità a basso costo. Ma appare ormai evidente che in questi anni post fallimento Lehman Brothers, i responsabili delle banche centrali hanno strappato il libro delle regole e deciso di fare delle cose che non avevano mai provato a fare prima per evitare un grosso collasso deflazionistico in stile depressione anni ’30 e dal 2009 hanno trasformato l’approccio shock del primo Quantitative Easing (stampa di moneta), volto a fornire in una prima fase quei soldi mancanti e necessari per sostenere il troppo debito creato prima della crisi, in una strategia inusuale e dagli esisti ignoti e basata su tassi zero per lungo tempo e liquidità illimitata al sistema finanziario, con la convinzione o forse meglio dire la speranza che l’economia reale potesse beneficiar ne.
COSA ACCADE Le banche centrali hanno abbandonato da tempo i tradizionali principi di politica monetaria a favore di una nuova ortodossia basata semplicemente su stampare, comprare e sperare che prima o poi arriverà anche la crescita e se gli acquisti aggressivi di asset messi in campo nella prima fase della crisi su quel debito tossico legato ai mutui (Fannie Mae e Freddie Mac) e poi su quello degli Stati con i vari e successivi QE globali non hanno portato a quella forte ed auspicata crescita necessaria a riassorbire l’enorme debito creato, si è ormai consapevoli che ora l’aggressività e la posta in gioco di FED, BOJ, BOE, BCE ecc. si è alzata ulteriormente ed è passata all’ultima e più disperata scelta, ovvero fare salire i corsi azionari. E’ ormai evidente che l’eccesso di liquidità rappresentato da denaro creato al di là delle esigenze dell’economia reale ha il solo scopo di produrre un effetto “ricchezza” con il quale si spera di stimolare il consumo privato. Le banche centrali sperano dunque in un recupero in extremis, gonfiando i prezzi degli asset, così da far sentire coloro che investono in azioni più ricchi e quindi più propensi a spendere il loro denaro.
L’EFFETTO REALE Peccato però che, se analizziamo i reali effetti di questa “ricchezza” di carta, non appaiono effettivi contributi alla creazione di posti di lavoro stabili o ad economie in forte crescita, bensì appare il solo effetto di aver creato maggiore ricchezza per chi era già ricco (nonché per le banche). Lo stesso Bill Gross, famoso e noto gestore di Pimco, ha nella sua ultima newsletter ammesso che, in questi anni, la ricchezza di quel 1% di popolazione rappresentativa dei Paperon de’ Paperoni è derivata dalla leva del capitale ed è cresciuta a spese del fattore lavoro ed ha inoltre evidenziato come grazie alla generosità della FED, l’economia americana abbia effettuato un programma di riacquisto di azioni proprie per 1.000 miliardi di dollari l’anno da fine 2008 e dunque indirizzando quel flusso di denaro in attività rischiose ed azioni ordinarie piuttosto che in impianti ed attrezzature, abbia più velocemente accresciuto la propria ricchezza. In pratica l’effetto originato dalle banche centrali è finora stato quello di arricchire una quota piccolissima di popolazione, i cui consumi personali non possono, seppur importanti e spesso indirizzati nel comparto del lusso (asset class azionaria che ha goduto in questi anni di una strabiliante crescita), sostenere un PIL globale in cui la maggioranza della popolazione vede erodere il reddito e conseguentemente contrarre i consumi.

L’EFFETTO FINANZIARIO Il “mea culpa” di Bill Gross nell’essere parte di quel 1% della popolazione, non deve illudere i tanti piccoli risparmiatori sulla facilità e possibilità di conseguire i medesimi benefici ma deve invece alzare la soglia di attenzione perché le politiche delle banche centrali sono ancora ampiamente in atto e continuano per ora ad inflazionare tutte le asset class rischiose, in quanto con le loro manovre hanno prima annullato la redditività nominale e reale della liquidità (mercato monetario), poi creato un boom indiscriminato nei mercati obbligazionari, inducendo gli operatori a dirigere la loro liquidità non più remunerata verso qualunque tipo di bonds, alla ricerca di rendimenti extra, attraverso una “convenienza forzosa” ch e ha portato a comprimere al minimo i premi al rischio (tasso e credito) ed ora dopo la tensione generata da maggio sui mercati obbligazionari globali, con la conseguente percezione di inevitabili e futuri aumenti dei tassi, vi è l’ultimo effetto imbuto verso i mercati azionari. Un movimento che prosegue nella continua ricerca di extra rendimento e che viene sostenuto ed alimentato dagli operatori finanziari, con aspettative di crescita degli utili futuri ai massimi storici. L’enorme liquidità creata in questi anni ha costituito u n’ondata che ha sollevato tutte le asset class d’investimento, favorendo sempre più un eccessivo “risk t a k in g ”, un accettazione di rischio che ne vede la conferma nei massimi raggiunti dal “margin debt”, ovvero dalla quantità di denaro preso a presto dando a garanzia titoli per comprare altri titoli, nonché dall’elevato sentiment “iper bullish” espresso dai par tecipanti.
http://www.finanzaelambrusco.it/articoli/finanza/cresce-laggressivita-delle-banche-centrali/

Bruxelles chiede all’Italia misure più sostanziali sul debito

La legge di stabilità all’esame del Senato espone l’Italia al rischio di “non rispetto delle regole su deficit contenute nel Patto di stabilità”.

Lo sostiene la Commissione europea.
L’Italia resta, dunque, nel gruppo dei Paesi a più alto rischio di sforamento dei parametri. In particolare il testo inviato a Bruxelles per l’esame previsto dalle nuove regole di governance Ue (fiscal compact) “evidenzia progressi limitati” sulle raccomandazioni sulle riforme strutturali fatte dal Consiglio a maggio scorso, scrive la Commissione nella sua analisi finale. Per Bruxelles, inoltre, il calo strutturale del rapporto deficit/Pil deve essere di almeno 0,5 punti mentre nei tendenziali previsti nella legge di stabilità il calo è inferiore.
Mef: da Ue no bocciatura, rischi previsti
Ma il Mef ha escluso una bocciatura della Ue: «i rischi segnalati dalla Commissione sono già considerati nell’azione del Governo» è la prima replica del ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota, dopo le osservazioni Ue, precisando che sono «già in campo misure per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014»
Italia non potrà avvalersi della clausola sugli investimenti
L’Italia, secondo l’analisi di Bruxelles, non potrà chiedere alla Commissione Ue di fare uso della “clausola sugli investimenti” del Patto di Stabilità, perché non rispetta la condizione del debito publico in discesa a un ritmo soddisfacente. E le misure adottate rischiano inoltre di essere ulteriormente indebolite in Parlarmento.
Spending review dia risultati già nel 2014
Il commissario Olli Rehn rispondendo alla domanda su che cosa pensa deve fare l’Italia ha risposto che la «spending review» guidata da Carlo Cottarelli in Italia «è benvenuta ma è importante che porti dei risultati già nel 2014».
Giudizi negativi non solo per l’Italia
Il giudizio negativo della Commissione Ue non è solo per l’Italia. Le bozze di legge di bilancio 2014 dei paesi dell’Eurozona «ancora non pongono sufficiente attenzione alla composizione del consolidamento fiscale” sostiene la Commissione. In particolare, rileva l’esecutivo comunitario, «l’andamento generale di riduzione della spesa pubblica osservata negli ultimi anni non é stato reso irreversibile«. Per l’esecutivo comunitario occorre «una strategia di consolidamento ben definita, soprattutto in quelle aree di spesa che sono relativamente ampie«.
Fonte:http://italian.irib.ir/notizie/economia/item/134713-bruxelles-chiede-all-italia-misure-più-sostanziali-sul-debito

I tranvieri di Genova e di Roma hanno ragione da vendere

già. Peccato che quando la Ue fin dagli esordi scriveva tra i presupposti del funzionamento dell’Unione che lo Stato deve essere un’azienda e non avere perdite nessuno batté ciglio. Anzi, la Ue era solo da santificare  e beatificare e condannare senza se e senza ma ogni critico per eresia era un obbligo. morale.

Il lavoro di conducente di mezzi pubblici nelle grandi città è oggi uno dei più duri e ingrati: vediamo tutti i giorni gli autisti impazzire nel traffico caotico. 

Noi diventiamo furiosi se veniamo bloccati per un’ora con la macchina nel traffico cittadino, immaginiamo chi deve guidare in quell’ingorgo per molte ore al giorno tutti i giorni.
Oggi un autista pubblico è soggetto all’aggressione delle dure condizioni del suo lavoro. Discopatie, reumi, malattie cardiocircolatorie, intossicazioni da inquinamento e soprattutto i danni fisici e psichici dello stress continuo, tutte queste nocività colpiscono e logorano pesantemente la salute di questi lavoratori.
Il taglio dei bilanci comunali e pubblici accompagnato, come a Roma, da vergognose ruberie, hanno poi bloccato investimenti e assunzioni. Così gli autisti devono operare senza gli organici minimi necessari, il che vuol dire che gli straordinari diventano orario normale e i turni si prolungano all’infinito.  Mentre per mancanza di manutenzione e investimenti i mezzi si rompono o funzionano male e non vengono sostituiti. La principale azienda produttrice di autobus, la Irisbus di Avellino, è stata chiusa da Marchionne mentre il governo non fa nulla e il parco mezzi delle aziende trasporti va in malora.
I contratti firmati colpevolmente da CGIL CISL UIL hanno poi diffuso il cosiddetto doppio regime nelle condizioni di lavoro. Tutti i giovani e i nuovi assunti hanno salari da fame, minori diritti e tutele rispetto alle generazioni precedenti e devono fare la lunga trafila della precarietà prima di essere confermati al lavoro.
I tramvieri sono sottopagati e sfruttati mentre il servizio degrada, anche se i manager delle aziende di trasporto incassano lauti guadagni. I governi dell’austerità investono nelle grandi opere inutili e devastanti, come la Tav in valle Susa, e cancellano i finanziamenti al trasporto pubblico locale e cittadino. I comuni e le aziende non hanno soldi, ma all’ATAC di Roma si scopre un furto milionario di biglietti durato anni e organizzato da una mafia politica interna, furto tanto enorme nelle cifre quanto piccolo nello scandalo pubblico.
A Roma i giovani tramvieri si sono auto organizzati e hanno dato il via ad una mobilitazione contro il dilagare degli straordinari e il degrado delle condizioni di lavoro e ora si battono contro le minacce di privatizzazione dell’azienda pubblica.
A Genova queste minacce stanno diventando realtà per opera di una giunta comunale, quella Doria, nata tra grandi speranze e che ora sta seguendo la parabola negativa a cui ci stanno abituando tante esperienze di governo della sinistra.
I lavoratori di Genova si sono ribellati alla privatizzazione dell’azienda, cioè alla liquidazione del servizio pubblico dei trasporti, e giustamente hanno deciso di difendere il proprio lavoro.
Sono così scesi in sciopero improvviso bloccando totalmente il servizio e invadendo l’aula del consiglio comunale.
Il prefetto e il sindaco hanno condannato la lotta, ma i cittadini, gli utenti stanno con i tramvieri, ne capiscono le ragioni, ne condividono l’indignazione.
Questa lotta è al centro dell’incrocio tra politiche di austerità, distruzione del servizio pubblico, taglio e peggioramento drammatico dei posti e delle condizioni di lavoro.
È un incrocio questo dove passano ogni giorno milioni di persone, che così solidarizzano naturalmente con i tramvieri.
La lotta di Genova segna un inizio e una speranza, quella che cominci e si diffonda la ribellione generale verso li politiche di austerità e i loro esecutori.
I tramvieri a Genova, Roma, in tutta Italia hanno ragione, sosteniamoli.
Giorgio Cremaschi – Ross@

Il pazzo di Parigi: un copione già visto! (Signini)

Il pazzo di Parigi: un copione già visto! (Signini)
In mattinata, nella città di Parigi, il “solito pazzo” armato, ha aperto il fuoco contro un poveraccio che ha avuto il torto di trovarsi nel luogo sbagliato nel momento sbagliato. Si tratta di un fotografo del quotidiano gallo “Liberation” (il quotidiano dei Rothshild edito da Edouard de Rothshild) il quale, in queste ore, combatte sul letto di ospedale tra la vita e la morte. Poi, sempre il “pazzo”, avrebbe fatto una puntatina alla Defense dove avrebbe sparato ancora (stavolta senza ferire nessuno) davanti alla sede della banca locale omonima (la stessa Societè Generale che nel 2008 ha cercato in tutti i modi di far credere ai propri azionisti di aver perso solamente 5 miliardi di euro sebbene si mormori siano stati ben 50 miliardi di euro, accumulati col sistema dei mutui subprime). Un copione già visto, non vi pare? Gli ingredienti ci sono praticamente tutti: il folle, un’arma pericolosa, il mezzo morto, due luoghi in cui seminare il panico e… la caccia al “pazzo” che gabba polizia e tutta Parigi. Stando a ciò, costui tutto può essere tranne che pazzo, come vogliono farci credere a tutti i costi. Un pazzo, per definizione, non sarebbe capace di armare un pandemonio simile e far perdere le sue tracce. O no? Assomiglia di più ad un rambo metropolitano, uno che – oltre a saper maneggiare armi di difficile reperimento – sa pure come muoversi indisturbatamente, beffando i reparti specializzati della polizia; l’unica che in tutto ciò esce con le ossa rotte e la reputazione sotto ai tacchi. Addirittura, si dice, avrebbe fatto una corsa in auto, dopo aver costretto il malcapitato al volante, ad ascoltare la propria confessione: “Sono appena uscito di galera, sono armato ed ho ordigni esplosivi con me nella borsa”. E “mecojoni”, avrebbe esclamato un fecondo Trilussa. E questo sarebbe il pazzo? A rigor di logica agisce, si muove, e fa perdere le proprie tracce esattamente come riuscirebbe a fare solamente 007 nei film migliori. Uno stile da killer con una precisa strategia in mente. Freddo, astuto, calcolatore, impavido e preparatissimo. Ma la stampa, quella votata a confezionare i pensieri delle masse incapsaci di pensare autonomamente, lo ha descritto come pazzo nella speranza nessuno osi interrogarsi sulla questione di fondo e tiri dritto. Ma: chi trarrebbe profitto a seminare feriti e morti (per fortuna ancora non conteggiati) in questa precisa temperie politica francese che vede Hollande piombato al piano terra nei sondaggi e Marine Le Pen più in alto che mai? Seminare tensione nel tessuto cittadino e nazionale è una pratica assai nota. L’Italia ha un’ottima memoria ed una lunga esperienza. Così lunga che potremmo insegnare ai francesi tante cose. Se poi chiedessero ai nostri servizi…
http://www.signoraggio.it/un-mese-di-fuoco-per-i-contribuenti-un-mese-durissimo-in-cui-tra-gli-acconti-dellimu-e-la-tassa-sui-servizi-il-fisco-spera-di-incassare-circa-quaranta-miliardi-ecco-dal-due-dicembre-al-me/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

NATO AGRESSION IN LIBYA – dossier NATO-Libye 2013

ELAC & ALAC Committees / NAPLES EPICENTRE DE LA NOUVELLE AGRESSION DE L’OTAN CONTRE LA LIBYE !

avec PCN-SPO – ELAC Website / 2013 11 21/

http://www.elac-committees.org/

https://www.facebook.com/elac.committees

L’Italie chargée par ses maîtres de l’OTAN de recoloniser la Libye …

ELAC - dossier nato Libya 2013  (2013 11 21) FR

Où comment l’ancienne puissance coloniale en Tripolitaine et Cyrénaïque, devenue elle-même l’infanterie coloniale du Pentagone, revient occuper la Libye pour le compte de Washington.

« Les assassins reviennent toujours sur les lieux de leur crime » dit-on.

Les assassins fascistes d’Omar Moktar – victime de la colonisation fasciste italienne – et ceux de Moammar Kadhafi – victime de l’agression des USA et de l’OTAN – sont bien les mêmes !

# Lire les analyses du dossier « NATO-Libye 2013 » :

* LUCMICHEL. NET / NOUVELLE INTERVENTION DE L’OTAN EN LIBYE : L’OPERATION EST DEJA EN COURS !

http://www.elac-committees.org/2013/11/20/lucmichel-net-nouvelle-intervention-de-l%e2%80%99otan-en-libye-l%e2%80%99operation-est-deja-en-cours/

* LUCMICHEL. NET / SCENES DE GUERRE ET TIRS MASSIFS A TRIPOLI : CONDITIONS POUR UNE AUTRE INTERVENTION DE L’OTAN EN LIBYE ?

* # LUCMICHEL. NET / LIBYE : LA MILICE ISLAMISTE DE MISRATA TIRE A L’ARME LOURDE SUR DES MANIFESTANTS A TRIPOLI !

http://www.elac-committees.org/2013/11/16/lucmichel-net-libye-la-milice-islamiste-de-misrata-tire-a-l%e2%80%99arme-lourde-sur-des-manifestants-a-tripoli/

* Luc MICHEL / FOCUS / LE NUMERO 2 DES RENSEIGNEMENTS LIBYENS ENLEVE A TRIPOLI : LA « DEKADHAFISATION » AU CŒUR DU CHAOS LIBYEN ! DECRYTAGE …

http://www.lucmichel.net/2013/11/19/luc-michel-focus-le-numero-2-des-renseignements-libyens-enleve-a-tripoli-la-dekadhafisation-au-coeur-du-chaos-libyen-decrytage/

ELAC Website

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Photo : Manifestation anti US devant le Commandement régional de l’OTAN à Naples, la base des agressions des USA et du NATO en Méditerranée et spécialement contre la Libye en 2011 et en cette fin 2013.

# LUCMICHEL. NET / NEW INTERVENTION OF NATO IN LIBYA: OPERATION IS ALREADY UNDERWAY !

Luc MICHEL / In Brief /

with Il Manifesto – ELAC Website / 2013 11 21/

“Warmonger is who is against the international intervention in Libya , and certainly not us who are builders of peace”

LM.NET - EN BREF opération de l'OTAN en Libye (2013 11 21) ENGL

– Enrico Letta , then assistant secretary of the Partito Democratico

(now Italian Prime Minister ) in March 2011.

In a previous leader, I announced a “new NATO intervention in Libya”? For the skeptical readers, the operation is accurate and is already underway! It was assigned to … Italy. That is to say, the former colonial power permanently expelled by Gaddafi in 1969. Italy, which under the reactionary monarchy, then Mussolinian fascism, committed massacres, war crimes (in particular with gas) concentration camps. And executed the Libyan national hero Omar Muktar. This one precisely the junta of Islamic monarchists of the Benghazi NTC dare claim. Those who are precisely installed now in Tripoli by NATO – the CIA agents Zeidan, Megaryeff and Hifter – and who are with the pretext of their former allies, the Islamist militias from the NTC katibas – the harbingers of the recolonisation of Libya.

The Italian daily IL MANIFESTO gives details of the operation: “Now , while Libya flows into the chaos caused by the” builders of peace , ” the time for action has arrived. Admiral William H. McRaven , head of the U.S. Command for Special Operations , has announced that a new mission is about to be launched : train and arm the Libyan force of 5-7 thousand soldiers and ” a smaller unit , separate, for specialized missions against terrorism. ” Specialists from the Pentagon and NATO are already in Libya to choose men. But , given the internal situation , they will be trained outside the country , almost certainly in Italy ( in particular Sicily and Sardinia ) and perhaps also in Bulgaria, according to a schedule under the orders of the Pentagon Africa Command .”

The recruited : the same Islamists from the so-called NTC which destroyed Libya. Admiral McRaven does not hide that “there are risks : some of the participants in training may not have a clean record.” “It is therefore very likely that among them are common criminals or militiamen who tortured and murdered  (elements , once in Italy , can move freely ) . And among those who are trained in Italy there will also be the guardians of the Libyan lager where migrants are locked up ,” says Il Manifesto .

Italy is in political, economic and financial crisis. But for NATO, as in Belgium or France, there is money. The Italian taxpayer will pay ! “For training and supporting of these men , the funds already earmarked for Libya in the mission decree which is being examined by the ( Italian) parliament will be insufficient : it will need other ones much more consistent , always taken in the public coffers . Italy will contribute in this way to train troops that , being de facto ​​under the orders of the USA / NATO commandments, will only be nominally Libyan : in reality they will have the role that had formerly colonial native troops .”

We share about it totally the Manifesto analysis . “The goal of the mission is not to stabilize Libya to once again become an independent nation , but to control Libya, in fact already balkanized , its precious energy resources and its strategically important territory.”

Anyway after destroying a prosperous and powerful nation, to somalize it. To return then to occupy it under the pretext of restoring order . Colonial … But for those who know the history of Somalia – the term ” somalize ” is trendy but lacking historical memory – it was just the tragic fate of the laboratory of the “Chaos U.S. strategic Theory” in Africa ! Who today remembers the Somali state in development , the regional power of the 80s, and the socialist regime of Siad Barre?

As in socialist Afghanistan, allied with the USSR, or in socialist Jamahiriya of Gaddafi, Siad Barre had broken the matrix of the clan and tribal destiny. The fate of Somalia is also similar to that of socialist Afghanistan. A downward spiral caused by U.S. imperialism and its manipulation of tribes, ethnic groups, clans and Islamists. Not to mention the disputes between Somalia and its neighbors.

Since 2011, with the same methods, the same scenario and the same actors, this is also the tragic fate of Libya …

Luc MICHEL

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