Anna Maria Cancellieri versions. Giannini: omissioni, contraddizioni (bugie?)

Pubblicato il16 novembre 2013 17.53 | Ultimo aggiornamento: 16 novembre 2013 17.53

MassimoGiannini: un articolo per esporre contraddizioni e omissioni nelle versioni diAnna Maria Cancellieri

“Dopo[che AnnaMaria Cancellieri ha] provato a giustificarecon i sentimenti «di umana vicinanza » le sue telefonate con Gabriella Fragni,i suoi contatti con Antonino Ligresti e le suesegnalazioni al Dapper sollecitare la traduzione agliarresti domiciliari diGiulia Ligresti, il Guardasigilli dovevaora chiarire almeno tre “omissioni” (nella migliore delle ipotesi)o “menzogne” (nella peggiore) scoperte da Repubblica nella suaricostruzione dei fatti.

 Così hainizio l’articolo di Massimo Giannini suRepubblica dopole ultime rivelazioni sul casodel ministro della Giustizia>Anna Maria Cancellieri ei suoi rapporti con la famiglia di Salvatore Ligresti dicui una parte in galera o latitante”

 MassimoGiannini è stato tra i pochi giornalisti in Italia a tenere una linea rigorosae coerente, nonostante le spinte, anche nel suo giornale, per trascurare, innome della stabilità di Governo, un caso gravissimo e potenzialmente portatoredi gravi conseguenze per il rispetto delle istituzioni.

 L’elencodi MassimoGiannini:

 La prima:l’esistenza di una telefonata in più, non riferita ai magistrati, conAntonino Ligresti (quella del 21 agosto, oltre del 17 luglio con <st1:PersonNameProductID=”la Fragni” w:st=”on”>la Fragni e a quella del 19agosto con lo stesso Antonino).

 La seconda:l’evidenza che la telefonata del 19 non l’aveva «ricevuta» (comeaveva dichiarato ai pm), ma l’aveva fatta direttamente lei (come sievince dai tabulati) al cellulare del fratello del finanziere siciliano.

 La terza: lafrequenza delle conversazioni telefoniche (almeno sei tra il 17 luglio e laprima settimana di agosto) tra il marito del ministro, Sebastiano Peluso,e lo zio di Giulia (proprio nella fase cruciale in cui si doveva decidere sullasua scarcerazione).

 Nessuno diquesti tre fatti è stato smentito. E nessuno di questi tre fatti, finora, eranoto ed era stato raccontato dal ministro alle Camere e alla Procura.Nonostante questo, nella sua “lettera aperta” la Cancellieri giura dinon aver detto bugie.

 «Si sostieneche io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti o peggio che abbiamentito al Parlamento il 5 novembre scorso… si sostiene che abbiariferito circostanze non vere al pm che mi ha ascoltato il 22 agosto a seguitodell’intercettazione di una mia conversazione con la compagna diSalvatore Ligresti…».

 La letturatestualedella missiva del Guardasigilli, incrociata con la testimonianza resain Procura e la “arringa” pronunciata in Aula, fa emergere ben treversioni diverse. E non destituisce di fondamento, ma semmai rafforzal’idea che la sua “autodifesa” sia stata in effetti omissiva,se non addirittura mendace.

 In premessa,il ministro è costretto a ribadire, con molta più forza di quanto non abbiafatto con i magistrati, la sua «lunghissima amicizia con Antonino Ligresti».

 Lo accenna aipm il 22 agosto («conosco Antonino Ligresti da molti anni»).

 Lo ripete inParlamento («Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti, conoscenza maturatadurante la mia permanenza a Milano, per ragioni del tutto estranee alla miaattività professionale»).

 Ma èevidentemente questa «lunghissima amicizia» che spinge la Cancellieri a metterequasi le mani avanti, su ciò che ancora potrà venir fuori dall’inchiesta,quando scrive nella sua lettera che «un rapporto di amicizia è tale perchéimplica una frequentazione fatta di conversazioni e contatti telefonici».

 Ed èesattamente questa «lunghissima amicizia» che induce la Cancellieri, nellafamosa telefonata con la Fragnidel 17 luglio, giorno della retata dei Ligresti) a prodigarsi al di là di ogniragionevole responsabilità istituzionale.

 

Quel «non ègiusto», ripetuto per ben quattro volte, a proposito delle manette ai polsi didon Salvatore e delle sue due figlie, che non suona “empatico”verso la famiglia, ma critico verso i magistrati.

 Quel«qualsiasi cosa io possa fare conta su di me…», abbozzatoall’inizio e poi riaffermato poco dopo: «proprio qualsiasi cosa adessoserva, non fare complimenti…».

 Quell’accennoimprovvido alla questione del figlio Piergiorgio, assunto in Fonsai e liquidatocon 3,6 milioni dopo aver scoperchiato il buco da 1 miliardo che costa laprigione al clan siciliano e dopo aver fatto raffreddare i rapporti tra le due famiglie(«maledetto quel giorno…»).

 Tutto questo,ancora una volta, fa da sfondo ai “comportamenti” del ministro. Echecché ne dica nella sua lettera, continua purtroppo ad appannarne«l’immagine », e a metterne in discussione la sua «integrità morale», ilsuo «onore» e la sua «fedeltà alle istituzioni».

 .Ma veniamo aifatti nuovi, che il ministro fino ad oggi aveva “dimenticato”,nascosto o negato. Le telefonate con Antonino Ligresti. Se ne conosceva unasola, quella del 19 agosto. Nel suo intervento in Parlamento, il 5 novembre, ilministro non ne parla affatto.

 Ne parlainvece ai pm, nell’interrogatorio del 22 agosto, in questi termini:«Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti… che miha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote GiuliaMaria la quale… soffre di anoressia e rifiuta il cibo… In relazionea tale argomento hosensibilizzato i due vice-capi del Dap Francesco Cascini eLuigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tuteladella salute dei carcerati».

 Repubblica,scorrendo i tabulati telefonici in mano alla Procura, scopre che quellatelefonata la Cancellierinon l’ha «ricevuta», ma l’ha fatta dal suo cellulare, il«366…», dalle 13,33 alle 13,39del 19 agosto. Sei minuti esatti diconversazione.

 Nella sualettera aperta, il ministro è costretto ad ammetterlo: «La prima telefonata— scrive — è stata fatta da me».

 Poi aggiunge:«Ma solo a seguito di diversi tentativi fatti da Antonino Ligresti diraggiungermi al telefono ». Una chiosa che vuole somigliare aun’attenuante, ma non lo è affatto. La sostanza è questa: il ministroaveva detto di aver ricevuto una telefonata, ora riconosce di averla fatta.Dunque ha mentito. Perché? Che bisogno c’era di farlo?

 Veniamo allaseconda telefonata con il fratello di don Salvatore, ignota all’opinionepubblica e agli eletti della Repubblica finché il quotidiano la Repubblica [di cuiMssimo Giannini è vice direttore] non l’ha svelata con l’articolodi PaoloGriseri e >Ottavia Giustetti.

 Di questa nonc’è alcuna traccia, né nell’audizione davanti alle Camere, nénell’interrogatorio con le toghe torinesi.

 Al pm Vittorio Nessi,la Cancellieriracconta una storia diversa: ricordando prima la telefonata del 17 luglio con la Fragni, poi quella del 19agosto con Antonino, il ministro spiega: «Dopo di allora non l’ho piùsentita né ho sentito altri in relazione al caso Ligresti, ad eccezione dellatelefonata con Antonino di cui ho già riferito » (quella del 19 agosto, checome si è visto parte da lei e non da lui).

 Poi, nelverbale dello stesso interrogatorio del 22 agosto il Guardasigilli concludecosì: «Ieri sera Antonino Ligresti mi ha inviato un sms chiedendomi se avessinovità e gli ho risposto che avevo effettuato le segnalazioni nei termini cheho sopra spiegato, nulla di più».

 Una formulaambigua. A senso, si capisce che tra il ministro e il fratello di don Salvatoreè avvenuto uno scambio di sms. Ma Repubblica, tabulati telefonici alla mano,scopre che non è così. All’sms di Antonino la Cancellieri rispondecon un’altra telefonata, stavolta di sette minuti e ancora una voltapartita dal suo cellulare, di cui finora non aveva parlato con nessuno. E anchequesto è finalmente costretta ad ammetterlo, nella sua “letteraaperta”: «La seconda conversazione — scrive — è in rispostaad un ulteriore contatto proveniente da Ligresti.

 Di questi duecontatti ho riferito puntualmente alla Procura…».

 Il ministronon parla apertamente di telefonate fatte, ma genericamente di «contatti ». Unaformula lessicale che serve a dissimulare una verità. Dunque, anche in questocaso il ministro ha mentito. Perché? Che bisogna c’era di farlo?

 La Cancellieri<fontface=Euphemia> ha affidato al Corrieredella Sera le seguenti parole: «Questa conversazione di sette minuti non laricordavo e non la ricordo, sennò perché avrei dovuto nasconderla?». Al di làdella stranezza di non ricordare il 22 agosto una telefonata fatta il 21, èproprio questa la domanda alla quale lei stessa dovrebbe rispondere, e non l’haancora fatto.

 Siamoall’ultimo capitolo oscuro del racconto. Anche questo mai raccontatofinora dal Guardasigilli. Anche questo scoperto e denunciato da Repubblica.

 Le seitelefonate che il marito della Cancellieri , Sebastiano Peluso, si scambia conil fratello di don Salvatore tra il 17 luglio e la prima settimana di agosto.Anche di queste il ministro non fa alcuna menzione, davanti ai pubbliciministeri e ai parlamentari. Ma anche di queste, nella sua “letteraaperta”, non può che dare conferma.

 «Mio marito— scrive — ha avuto contatti telefonici con AntoninoLigresti… è nostro amico, lo ribadisco. È un medico, mi sono rivoltaspesso a lui per consigli su problemi di salute miei e dei miei familiari.L’abbiamo fatto anche in quel periodo…».

 Il ministroammette, dunque: in questo caso, non ha mentito ma ha omesso. Il movente“clinico” delle telefonate, evidentemente, sposta la vicenda su unterreno non controvertibile perché non provabile allo stato degli atti. Ma amaggior ragione, se quella medica è davvero la spiegazione, perché nasconderla?Di nuovo: che bisogno c’era? Cosa non sipuò raccontare, di questo legameprofondo che unisce queste due famiglie?

 «Rifiutoqualunque sospetto», conclude la Cancellieri.

 E nelrifiuto, si spinge a dire un’involontaria enormità: «Nessuna interferenzavi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia».

 Troppagrazia: ci mancherebbe addirittura che il ministro della Giustizia intervenga«sulla vicenda processuale» del clan di Paternò. In vista del voto sullamozione di sfiducia, la zona d’ombra non si dirada ma si estende. Più chea Napolitano e a Letta, il destino del Guardasigilli è affidato al Pd.

 

Anna Maria Cancellieri versions. Giannini: omissioni, contraddizioni (bugie?)ultima modifica: 2013-11-16T19:08:02+01:00da davi-luciano
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