Filippine: Navi da guerra Usa e Gb, oltre 5.000 marines e 80 velivoli bellici

prima causano i terremoti, poi invadono ed annettono all’impero?

Martedì, 12 Novembre 2013 11:47

MANILA- Una portaerei statunitense sta facendo rotta oggi verso le Filippine per accelerare le presunte attività di soccorso dopo il passaggio del tifone che ha ucciso circa 10.000 persone in una sola città costiera, col bilancio che rischia di salire notevolmente man mano che i soccorritori raggiungono centri rimasti isolati.

L’equipaggio della Uss George Washington, con 5.000 marinai e oltre 80 velivoli, è stato richiamato in anticipo da un permesso a Hong Kong, da dove è partito intorno alle 6 ora italiana. Altre quattro navi americane si stanno dirigendo verso il luogo del disastro. La George Washington dovrebbe arrivare in due-tre giorni, dice il Pentagono, confermando una notizia Reuters. Anche la Gran Bretagna non perde tempo a inviare una nave da guerra per “rendere potabile l’acqua di mare” e velivoli militari da trasporto, ha annunciato il primo ministro David Cameron. Nelle Filippine circa 660.000 persone sono state colpite dal tifone e molte non hanno cibo, acqua né medicine, riferiscono le Nazioni Unite questo mentre dagli Usa e dalla Gran Bretagna attrezzi militari avanzatissimi arrivono nel Paese devastato dalla sciagura.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/134436-filippine-navi-da-guerra-usa-e-gb,-oltre-5-000-marines-e-80-velivoli-bellici

IL PERICOLOSO MITO DEL DECLINO STATUNITENSE

Di comidad del 07/11/2013 

 Prima che le peripezie della ministra Cancellieri distraessero l’opinione pubblica, nella scorsa settimana aveva suscitato molta attenzione la sortita del Tesoro statunitense, che imputava l’attuale debolezza della zona euro alla politica economica imposta dalla Germania. Il governo tedesco si è preso la strigliata senza obiettare più di tanto, anche se avrebbe potuto facilmente far notare che, se l’amministrazione statunitense davvero non gradisse l’attuale conduzione della zona euro, le basterebbe far pressione sul Fondo Monetario Internazionale per cambiare le cose, dato che questo fa parte della famosa Troika che impone il “rigore” all’Europa.

In fondo, il fatto che il FMI abbia la sua sede centrale a Washington, non è da considerarsi proprio un caso. L’Italia ricopre dal 2011 lo status di sorvegliata speciale del FMI e, se si volesse farle recuperare un po’ di competitività, basterebbe non imporle il raggiungimento del pareggio di bilancio. Sarebbe sufficiente questo per cominciare ad attenuare gli esagerati attivi della bilancia commerciale tedesca. Il FMI invece asseconda ogni tanto la retorica americana sulla “crescita” lanciando un’analoga retorica sugli effetti deleteri dell’austerità, ma la sua politica di imposizione della “austerità” – cioè di guerra contro le classi lavoratrici – rimane la stessa.

Oggi la Germania si ritaglia un enorme vantaggio commerciale, ma ciò avviene per una politica dettata da un organismo internazionale come il FMI; un organismo che Washington ha spesso dimostrato di poter controllare, anche liquidando all’occorrenza, con opportuni scandali, i dirigenti sgraditi come Strauss-Kahn. La Germania è detentrice di una posizione sub-imperialistica, ma il super-imperialismo rimane quello di marca FMI/NATO, cioè USA. Il FMI ha imparato dall’esperienza nazista che si può trattare anche l’Europa come una qualsiasi colonia africana, ma lo stesso nazismo aveva imparato molto dall’imperialismo anglosassone; perciò gli imperialismi, nel loro conflitto, tendono anche ad integrarsi.

Il punto di forza dell’imperialismo statunitense in Europa è infatti costituito dal collaborazionismo degli stessi gruppi dirigenti europei, più intenti al conflitto di classe che al conflitto nazionalistico. Il mito del declino statunitense poggia su un errore di fondo, in quanto si prende sul serio la fiaba circa l’esistenza di una “concorrenza” internazionale. Gli imperialismi maggiori e quelli minori competono tra di loro, ma più spesso si accordano a spese di altri. Il Trattato di Maastricht del 1992 fu il risultato di un accordo tra la Germania ed il FMI a danno dell’Europa del Sud; allo stesso modo adesso è tra Washington e Berlino che si stanno decidendo gli esiti del negoziato che nel 2015 avvierà il mercato transatlantico euro-americano, il TTIP, detto anche la “NATO Economica”.

Persino l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) rappresentò l’effetto di un’intesa finanziaria e commerciale tra gli USA e la Cina, con gli USA che costringevano tutte le frontiere ad aprirsi ai prodotti cinesi, in cambio dell’acquisto di titoli del Tesoro statunitense da parte della Cina. Il blocco dei negoziati di Doha dal 2001 e le dispute cino-americane sul pollame hanno determinato l’impressione giornalistica che il WTO sia in crisi. Sarà anche così, ma sta di fatto che il sistema di scambi finanziari e commerciali vigente è ancora quello determinato dagli accordi WTO detti “Uruguay Round” e che hanno generato i loro effetti dal 1995.

Il “declino” rappresenta il perenne marchio di fabbrica del dominio USA. I soli periodi storici di incontrastata supremazia economica statunitense sono coincisi con i due dopoguerra del secolo scorso, e per il resto l’economia americana è sempre stata in affanno, anche prima dell’ascesa dei cosiddetti BRICS. Dopo la prima guerra mondiale gli USA godevano di un predominio economico che sembrava insormontabile, ma riuscirono a bruciarlo in soli nove anni a causa del loro avventurismo.

Il punto fondamentale della questione non consiste neppure nella forza militare degli USA, dato che questi hanno più volte dimostrato di non saper vincere una guerra da soli, se non a Grenada. La vittoria sul Giappone nella seconda guerra mondiale viene presentata come una vittoria americana, e tanti film ci hanno mostrato gli eroici marines mentre stanavano i giapponesi da innumerevoli isolette per porvi le basi per l’attacco aero-navale al Giappone. Ma i film si dimenticano di precisare che quelle isole erano presidiate da poche migliaia di soldati giapponesi, dato che i milioni di soldati giapponesi intanto erano impegnati nella guerra in Cina.

Il pericoloso mito del declino statunitense si alimenta di cifre e statistiche che non considerano che Washington deve il suo ascendente planetario non ai successi economici o militari, ma al fatto di costituire la bestia nera delle classi lavoratrici, il sicuro alleato dei privilegiati di ogni parte del mondo nella guerra contro i loro poveri. Grazie alla mitologia del declino, gli USA possono rigenerare e perpetuare la loro aggressività, dissimulandosi sotto un “understatement” ed un basso profilo che non fanno altro che riconfermare la loro indispensabilità per risolvere i presunti “problemi” del mondo.

In un campo il predominio statunitense è sempre stato incontrastato, e continua ad esserlo, ed è quello ideologico, cioè la rappresentazione e narrazione del mondo. A differenza dei Tedeschi, gli Anglosassoni “portano” il razzismo con una tale disinvoltura che viene percepito come paterna sollecitudine. C’è sempre qualcosa o qualcuno da salvare, e la sopraffazione viene agevolmente spacciata come missione di salvataggio. E non ci sono soltanto i pazzi dittatori da tenere a bada. Ad esempio, l’ex vicepresidente USA Al Gore è diventato l’alfiere internazionale dell’emergenza “riscaldamento globale”. Gore manipola per l’opinione pubblica temi che possono facilmente essere fraintesi come di “sinistra” (la minaccia ambientale, la finitezza delle risorse, il pericolo della guerra), per tracciare uno scenario apocalittico di conflitti globali in cui ci si scanna per accaparrarsi l’energia, il cibo e persino l’acqua.

In realtà, guerre come quelle contro l’Iraq e la Libia sono andate non ad accaparrare, ma a distruggere sistemi di approvvigionamento idrico costruiti in decenni di sforzi, e ciò a causa dello stesso intreccio tra militarismo e affari che ha innescato sinora tutte le guerre, e che presiede ad organismi internazionali come la NATO. Il lobbying delle multinazionali ha infatti trovato nella NATO il principale tempio in cui celebrare i propri riti e curare i propri affari. Il mito di un’emergenza ambientale a livello planetario serve ancora una volta a rafforzare l’idea dell’esigenza di un governo mondiale, quindi nuovi trattati, nuovi accordi per il commercio, altro potere alle organizzazioni internazionali come il FMI, la NATO, il WTO ed il TTIP. Insomma, qualcosa che assomiglia molto a ciò che già accade attualmente.

http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=580

La tenda di Obama

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In questi giorni, gli organi di (dis)informazione si stanno divertendo a rilanciare una notizia, in realtà vecchia di oltre due anni, fatta trapelare pochi giorni dopo l’inizio dell’aggressione militare contro la Libia del marzo 2011.

Secondo la fonte, il presidente Barack Obama utilizzerebbe una tenda anti-intercettazione durante i suoi soggiorni alberghieri in giro per il mondo, in modo da schermare le conversazioni intrattenute con gli altri componenti dell’amministrazione USA.

In gergo tecnico, essa viene definita Sensitive Compartmented Information Facility (SCIF), mentre i materiali impiegati nella sua fabbricazione non sono noti.

Diversamente, invece, per quanto riguarda il suo costo, che sarebbe variabile tra i 200 e i 5.000 dollari per piede quadrato.

Ammazza ‘sti americani…

I BERRETTI ROSSI la rivolta della Bretagna (nel silenzio della stampa)

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In Bretagna dilaga la rivolta dei ‘berretti rossi’

DA UNA SETTIMANA NELLE CITTA’ GRANDI E PICCOLE LA GENTE E’ IN PIAZZA. PROTESTANO CONTRO LE TASSE, CONTRO L’UNIONE EUROPEA. E CONTRO IL GOVERNO CENTRALE DI PARIGI. I FORCONI SONO GIA’ IN CONTATTO CON I BRETONI. L’8 DICEMBRE LA PROTESTA E’ ATTESA ANCHE IN ITALIA

In Bretagna divampa la rivolta dei “berretti rossi”. Migliaia di persone in piazza, strade bloccate, proteste anche dure. Ma l’Europa risponde con il ‘silenzio-stampa’. Ed è anche logico: alle varie massonerie finanziaria che si sono impossessate dell’Unione berretti rossieuropea le rivolte – ‘giustamente’ – vengono viste come fumo negli occhi.

Ma la rivolta c’è. Per ora solo in Bretagna. Ma con la possibilità di allargarsi ad altre Regioni della Francia e anche in Italia. Dove i Forconi sono già in contatto con i ‘berretti rossi’.

affaritaliani.it)

Insomma, dopo anni di insofferenza e drammi sociali, la Regione più a nord della Francia ha deciso scendere in piazza. Per dire basta alla tasse e all’austerità.

A scatenare la rivolta è stato l’aumento delle tasse sui prodotti agricoli. Una tassa odiosa per una Regione che vive in buona parte di agricoltura.

La protesta è nata nelle campagne. ma, piano piano, nel giro di qualche giorno, ha ‘contaminato’ altre categorie economiche e sociali.

C’è insofferenza verso le tasse, l’Unione europea, la finanza. Ma i bretoni non sopportano nemmeno la gestione centralizzata che, com’è noto, è una caratteristica della Francia. Insomma questa Regione non sopporta più il giogo di Parigi.

Tra l’altro, come leggiamo su sito Losai.eu, in Bretagna “il tricolore è quasi assente; chi va a visitare quei luoghi così stupendi che si affacciano sull’Atlantico non chiami un cittadino del luogo con l’aggettivo francese e non si rivolga a lui in lingua francese, perché tutto ciò potrebbe passare addirittura come un’offesa. Tengono molto i bretoni alle proprie radici culturali e linguistiche, diverse da quelle del resto del paese e se poi Parigi impone scelte che condizionano la vita quotidiana e l’economia della regione, ecco che la bolla esplode e diventa quasi impossibile controllarla”.

Insomma, proprio quello che dovrebbe succedere in Sicilia se i siciliani avessero le ‘palle’ e la smettessero di andare dietro ai tradizionali partiti bretagnapolitici fatti di ladri e, spesso, di mafiosi.

La nostra Isola dovrebbe prendere esempio dalla Bretagna. Dove la popolazione, piano piano, con i testa i “berretti rossi”, ha dato il via a un’imponente protesta popolare che coinvolge tutta la Regione.

I “berretti rossi”, per la cronaca, sono il simbolo scelto dagli agricoltori in piazza per protestare. I produttori agricoli indossano dei copricapi rossi per essere riconoscibili.

Nonostante il silenzio che avvolge la protesta, la ‘rivoluzione bretone’ va avanti. La gente, ormai, scende in piazza nei grandi e nei piccoli centri. Ed è così da quasi una settimana.

Manifestazioni, scioperi, occupazioni e scontri con le forze dell’ordine si susseguono ogni giorno. Il Governo finto-socialista di Hollande non sa che pesci prendere. Quasi tutta la popolazione è in piazza per sostenere la giusta protesta dei ‘berretti rossi’.

berretti rossi 2A fatica, con un enorme spiegamento di forze dell’ordine, il Governo centrale cerca di tenere sotto controllo la popolazione. Ma dalle voci che arrivano sembra che la protesta della gente sta avendo il sopravvento sulle forze governative. La Francia, si sa, è ‘abituata’ alle Rivoluzioni e, con molta probabilità, dovrebbe essere il primo paese europeo a ribellarsi e a liberarsi dalla finanza truffalda e mafiosa. (sopra, foto tratta da it.euronews.com)

Indicativo, stando alle testimonianze, quello che avviene nelle autostrade. Le nuove accise vengono riscosse dai caselli autostradali. Anzi, venivano riscosse. Perché da qualche giorno i cittadini infuriati hanno fatto saltare in aria i caselli. Così, addio alla riscossione dele tasse nei caselli.
Insomma, i bretoni, per dirla in ‘latino’ si sono rotti i coglioni delle tasse, delle angherie e delle ingiustizie del Governo nazionale. Difendono la propria economia, a cominciare dall’agricoltura, uno dei pochi antidoti alla finanza virtuale e mafiosa.

Sembra che all’Eliseo siano molto preoccupati. Sanno che con la memoria genetica della ‘Rivoluzione’, in Francia, non si ‘babbia’. La presa della Bastiglia e il Sessantotto non si dimenticano. Quando il popolo francese s’incazza c’è poco da scherzare.
Anche in Europa sono preoccupati. Da giorni tengono nascosto tutto. Ma, adesso, grazie alla rete, le notizie trapelano. E si diffondono.

In Italia, ad esempio, si attende con ansia l’arrivo dell’8 dicembre. Quando tutti i Forconi d’Italia hanno promesso di bloccare il Paese dalla Val d’Aosta fino a Lampedusa.

Letta, stasera, ha chiesto un altro anno di tasse, pardon, di tempo. Vediamo che succederà a dicembre.

http://www.linksicilia.it/2013/11/in-bretagna-dilaga-la-rivolta-dei-berretti-rossi/
http://altrarealta.blogspot.it/

Sconvolgente: i bambini vaccinati hanno da 2 a 5 volte più malattie e disturbi di quelli non vaccinati!

12 novenmbre 2013 – I bambini vaccinati hanno da 2 a 5 volte più malattie e disturbi di quelli non vaccinati. Ecco le prove di un nuovo studio.Uno studio tedesco pubblicato nel settembre del 2011 su circa 8000 bambini non vaccinati, in età compresa tra gli 0 ed i 19 anni, mostra che i bambini vaccinati contraggono almeno 2-5 volte in più malattie e disturbi rispetto ai bambini non vaccinati…

I risultati sono presentati nel grafico a barre sottostante, i dati completi ed i risultati dello studio sono qui. Il dato è confrontato con lo studio tedesco KIGGS sulla salute dei bambini nella popolazione nazionale. La maggior parte dei partecipanti al sondaggio erano statunitensi.

I dati sono stati raccolti da genitori con bambini non vaccinati tramite un questionario via Internet di vaccineinjury.info e Andreas Bachmair, un medico tedesco omeopatico. Lo studio indipendente è auto-finanziato e non è sponsorizzato da una grande e “credibile” organizzazione sanitaria non-profit o del governo con conflitti di interesse politici e finanziari. Ognuno degli 8000 casi, sono casi reali con documentazione medica. Tre altri studi hanno avuto risultati simili secondo Bachmair e sono di seguito riportati:

Alzburger Studio

Risultati: i 1.004 bambini non vaccinati, hanno avuto

Asma= 0% (8-12% nella popolazione normale)
Dermatite A= 1,2% (10-20% nella popolazione normale)
Allergie= 3% (25% nella popolazione normale)
ADHD 0,79% (5-10% in media tra i bambini)
Studio a lungo termine in Guinea-Bissau Africa occidentale”
I figli di 15.000 madri sono stati osservate dal 1990-1996 per 5 anni.

Risultato: il tasso di mortalità nei bambini vaccinati contro la difterite, il tetano e la pertosse è due volte superiore rispetto ai bambini non vaccinati (10,5% contro 4,7%).

Studio Nuova Zelanda Survey (1992)

Lo studio ha coinvolto 254 bambini. In cui 133 bambini sono stati vaccinati e non vaccinati sono rimasti 121.

Risultato:

Segno vaccinati non vaccinati
Asma 20 (15%) 4 (3%)
Eczema o eruzioni cutanee allergiche 43 (32%) 16 (13%)
Otite cronica 26 (20%) 8 (7%)
Tonsillite ricorrente 11 (8%) 3 (2%)
Mancanza di respiro e la sindrome della morte improvvisa del lattante 9 (7%) 2 (2%)
Iperattività 10 (8%) 1 (1%)

Nessuno studio che confronti lo stato di salute di persone vaccinate contro quelle non vaccinati è stata mai condotta negli Stati Uniti dal CDC o da qualsiasi altra agenzia nei 50 anni o più di un programma di vaccinazioni (ormai più di 50 dosi di 14 vaccino vengono somministrate prima della scuola dell’infanzia, 26 dosi il primo anno). La maggior parte dei dati raccolti dal CDC è contenuto nel database del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS). Le VAERS contiene generalmente solo il 3-5 per cento d’informazini relative ad incidenti causati da vaccini.
Questo semplicemente avviene perché solo alcune reazioni immediatesono segnalate dai medici, ma molte altre non sono ammesse in quanto non ritenute essere reazioni al vaccino. Pertanto i numeri riportati nel VAERS sono solo reazioni immediate. Le malattie ed i disturbi indotti dai vaccini non vengono riconosciuti da genitori o medici quando queste condizioni si sviluppano da pochi mesi a cinque anni o più di distanza dalla vaccinazione e non sarebbero mai stati riconosciuti come conseguenza di vaccinazioni multiple. In altre parole, molti bambini e adulti hanno malattie e disturbi che sono indotti da vaccino e non hanno mai sospettato che la causa derivi dai vaccini, così come indica questo studio.

Come dimostrato da questo studio e dal grafico i bambini non vaccinati non solo corrono meno rischi rispetto a quelli a cui vengono somministrate le vaccinazioni ma sono anche più sani. Cliccando quipotete vedere tutti i rusultati completi dello studio ed i relativi grafici divisi per patologie ed età (lo studio è in inglese ma i grafici sono molto chiari e non lasciano dubbi sulla loro interpretazione).

Fonti:
http://journal.livingfood.us/2011/10/09/new-study-vaccinated-children-have-2-to-5-times-more-diseases-and-disorders-than-unvaccinated-children/
http://healthimpactnews.com/2011/new-study-vaccinated-children-have-2-to-5-times-more-diseases-and-disorders-than-unvaccinated-children/
http://www.vaccineinjury.info/vaccinations-in-general/health-unvaccinated-children/survey-results-illnesses.html

http://curiosity2013.altervista.org/sconvolgente-bambini-vaccinati-hanno-da-2-5-volte-piu-malattie-e-disturbi-di-quelli-non-vaccinati-ecco-le-prove-di-un-nuovo-studio/


Allarme sulla costa del Pacifico,le stelle marine si sciolgono!

11 nov 2013 – Dall’Alaska alla California, una misteriosa epidemia sta riducendo letteralmente in poltiglia le stelle di mare lungo le coste dell’oceano Pacifico. Epidemia misteriosa: non si sa se è causata da un virus (forse, ma non è certo), da un batterio o da altro. Epidemia massiccia: gli scienziati cominciano a preoccuparsi per lo squilibrio creato dalla sparizione delle stelle marine. I molluschi di cui si cibano potranno infatti moltiplicarsi indisturbati a dismisura. Dopo il “continua” c’è un video: le stelle di mare perdono i tentacoli e diventano una sorta di marmellata sparsa sui fondali.
Questa malattia delle stelle di mare era già apparsa in passato, scrive l’agenzia Reuters: ma si trattava di piccole morìe isolate. Da giugno in poi si è manifestata una situazione ben più grave, sia per la vasta estensione geografica su cui sono diffuse le aree in cui le stelle di mare vanno in poltiglia sia perchè in alcuni luoghi è morto il 90-95% di questi animali, normalmente abbondanti sulla costa pacifica americana.

Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato dal dipartimento di Ecologia della University of California-Santa Cruz sono andate in poltiglia perfino le stelle di mare tenute in cattività nell’acquario del museo di Anchorage, in Alaska. Sullo stesso sito una panoramica sulla strana malattia delle stelle di mare e sulle sue precedenti, sporadiche e limitate manifestazioni.

Il collage di foto viene da Free I News, uno screenshot di un video della Cbc e Kuov: tutti link ottimi per approfondimenti che però non risolvono il mistero

http://blogeko.iljournal.it/la-misteriosa-epidemia-che-trasforma-le-stelle-di-mare-in-poltiglia-video/78178


MIsteriose pietre tossiche apparse in Messico

11 nov 2013 – Gli abitanti di Novojoa, una città dello stato messicano di Sonora, hanno scoperto alcune strane rocce, la cui origine è del tutto ignota.Queste strane pietre mostrano delle proprietà del tutto inusuali rispetto a quelle che è possibile trovare in questa regione del Messico.Secondo i testimoni, le misteriose rocce risplendono quando sono colpite da una fonte di luce ed emettono un vapore con un odore molto simile al cloro. Questo gas sembra avere la proprietà di cambiare il colore dei materiali con cui entra in contatto, come carta e cartone.

 

Secondo quanto riporta il Daily Mail, un laboratorio metallurgico sta testando alcuni campioni del materiale, per comprenderne la composizione e l’origine.

“Non sappiamo cosa sono queste rocce”, ha dichiarato Juan Manuel Ramirez Sandoval, segretario tecnico della Protezione Civile di Novojoa. “Ma le compagnie minerarie che operano nella regione sono interessate ai risultati delle analisi di laboratorio”.

Intanto, secondo quanto riporta il comandante dei Vigili del Fuoco, la popolazione è preoccupata per gli eventuali effetti dannosi che queste rocce potrebbero avere sulla loro salute.

“Non sappiamo l’origine di queste pietre”, ha detto il comandante in una intervista. “Possono essere cadute da qualche camion di passaggio. Inoltre, non sappiamo se le pietre siano radioattive o se il gas che emettono sia tossico. Solo analisi accurate possono dirci se si tratta di rocce di origine terrestre, o meno”.

 

L’anno scorso, una donna di San Clemente, California, ha dovuto subire un intervento chirurgico alla gamba, in seguito alle gravi ustioni causate da una pietra raccolta sulla spiaggia e messa in tasca.

La donna 43enne, si trovava a Trestles Beach insieme con la sua famiglia. Durante la gita, i suoi figli avevano raccolto alcune pietre dall’aspetto insolito (color arancio-verde). La donna mise le pietre nella tasca destra dei sui pantaloncini.

Secondo il racconto di Marc Stone, portavoce dei Vigili del Fuoco di Orange County, la donna cominciò a sentire un intenso calore che emanava dalla tasca, mentre si trovava nella cucina della sua casa di San Clemente.

Il tessuto dei pantaloncini cominciò a bruciare, causandole ustioni di secondo grado alla gamba e alla mano destra. Secondo alcuni esperti, le rocce potevano contenere fosforite. E’ possibile che la donna abbia innescato inconsapevolmente una reazione chimica innescata dalla frizione tra il tessuto e le pietre.

Il fosforo nelle rocce, o fosforite, di solito si forma dai depositi sedimentari alimentati dal fosforo disciolto negli agenti atmosferici e che poi viene diffuso negli oceani da fiumi e torrenti

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/09/04/messico-strane-rocce-che-brillano-emanano-vapore-e-danneggiare-la-salute/

http://sonoconte.over-blog.it/article-rocce-misteriose-tossiche-nel-messico-121041793.html


Il 9 dicembre il popolo contro gli affamatori

 Il 9 dicembre il popolo contro gli affamatori

11 nov 2012 – di Claudio Marconi – Come tutte le rivoluzioni è imperativo uscire dal chiuso delle ristrette cerchie iniziali dei gruppi, dobbiamo cercare i consensi del popolo, di quella parte del popolo che non è ancora stata lobotomizzata dagli schematismi ideologici ed inquadrata nelle logiche di partito ( sic ! ). Chi non capisce che le ideologie sono state inventate ad “ arte “, che sono delle vere e proprie droghe per meglio dividere il popolo è meglio che rimanga a fare il garzone dei partiti.

 

L’enorme serie di guasti profondi che ha portato il gigantismo industriale, il delirio consumistico alimentato dalle frenesie pubblicitarie, le mutazioni dei costumi non hanno fiaccato la resistenza popolare.

 I camerieri del sistema fanno a gara nel partecipare ai talk-show e sciorinano dati e “ soluzioni” che , se non fossero funzionali al sistema ed agli usurocrati di Bruxelles, farebbero scorbellare dalle risa.

 Noi dobbiamo abbandonare questi salotti borghesi al loro destino, possibilmente li dovremmo mandare a lavorare la terra, noi vogliamo parlare al Popolo di quello che gli interessa: abbandonare questa Europa dei mercanti e tornare ad essere sovrani, con la nostra moneta emessa dallo Stato e la nostra sovranità nazionale.

 Vogliamo andare a parlare nelle officine, nei quartieri delle città, con le partite Iva, con le piccole e medie imprese,nei campi, con quelli che fino all’avvento dell’euro, ed anche dopo, hanno tenuto in piedi questa disastrata Nazione.

 Crediamo fermamente che non c’è più spazio e tempo  per le formule compromissorie, i piccoli cabotaggi politici, le “ tesine” logorroiche nelle quali ci vorrebbero irregimentare.

 E’ tempo della RIBELLIONE, che deve essere un dovere per tutti gli uomini liberi, una voglia di combattere questa battaglia contro chi ci vuole privare della dignità, del futuro, di una vita tranquilla; sentiamo questo dovere e lo portiamo con noi allo stesso titolo del nostro sangue, le nostre insegne dovranno essere quelle del popolo, per le altre non c’è nessuno spazio.

 I rappresentati di questa classe politica non sono altro che caricature di uomini , piccoli esseri spezzati e curvi, che tendono a razzolare sempre nella medesima palude dell’euro, perché sono spinti solamente dai loro interessi privati, del Popolo non gliene frega nulla, il loro scopo ultimo e continuare a depredare risorse per pagare gli interessi ai banchieri.

 Il problema dei problemi è chi è il proprietario della moneta? Oggi sono le banche che prestano soldi agli Stati ad interessi composti ( altro che usura ), facciamo un esempio: se uno Stato emette bond per 1.000.000 di euro  a 10 anni ad un interesse del 6%  alla fine dei 10 anni lo Stato deve restituire 1.000.000 + 794.847 = 1.794.847 di cui 794.847 sono gli interessi maturati.

 La moneta presa a debito dalle banche porterà al fallimento perché i debiti non potranno mai essere pagati, debbono essere pagati solamente gli interessi verso i banchieri.

 La sola cosa che hanno in mente è PRIVATIZZARE lo Stato. Lo Stato costretto a recuperare soldi  prendendoli in prestito è completamente in balia dei mercati dei bond.

 Il sistema europeo esiste per distruggere per sempre il Popolo e creare un nuovo tipo di Europa che sia disposta ad accettare povertà, sacrifici, basso tenore di vita, salari equiparati a quelli cinesi.

 Gli Stati sovrani non debbono più esistere. Nel disegno di potere di questa Europa le capacità decisionali debbono essere trasferite ad una classe di tecnocrati, capitalisti, non eletti da nessuno.

 Ma se abbandoniamo l’euro e torniamo alla lira sovrana cosa succederà ? Svalutazione a go-go, ci dicono i camerieri, distruzione dei risparmi privati, materie prime pagate a carissimo prezzo.

 Ma proviamo a pensare in una maniera congeniale agli interessi del popolo. Giusto per fare un esempio, e se ne potrebbero fare tantissimi altri, molte aziende italiane prendono appalti per milioni di euro da Paesi esteri: perché non farci pagare in petrolio e gas abbassando l’esborso monetario per le importazioni ? ma le aziende chi le paga ? Le paga lo Stato con la moneta che emette direttamente facendola circolare all’interno della nostra Nazione.

 E si potrebbe continuare con la gran parte delle esportazioni che facciamo.

 Questa è la strada da seguire per dare una casa, una famiglia, un lavoro, la dignità ed il futuro al nostro Popolo, ai giovani ed ai loro figli e discendenti.

 La moneta emessa direttamente dallo Stato appartiene al popolo e non crea inflazione, come vorrebbero farci credere i tromboni, più o meno bocconiani, perché se l’emissione monetaria e pari al valore della produzione interna della nazione si compensa, non è gravata da interessi e non crea debito pubblico. Ma anche se lo creasse in minima parte non sarebbe un problema perché è lo Stato che è indebitato con se stesso.

 Per questi motivi il 9 dicembre dobbiamo scendere tutti in piazza, dimostrare che c’è un Popolo vivo, che ancora ama la sua Nazione, e che non intende farsi “ suicidare” dai tecnocrati europei.

 Dobbiamo scendere in piazza per cacciarli una volta per tutte e per sempre, per riappropriarci delle nostre vite e del nostro destino, per vivere una vita che sia degna di essere vissuta, per essere finalmente LIBERI.

 Dobbiamo scendere in piazza perché la casa, il lavoro, la famiglia, la speranza nel futuro, la serenità, il diritto di vivere una vita dignitosa, servizi sociali e l’occupazione sono troppo importanti e non possono essere lasciati in balia del mercato.

 La Rivoluzione è come il vento, una volta iniziata, la si potrà rallentare ma non si potrà fermare.

 Il 9 dicembre tutti uniti, con il Popolo, contro i tecnocrati capitalisti.

 Per maggiori informazioni: LINK

 Tratto da: http://frontediliberazionedaibanchieri.it/


Coldiretti, contaminazione in Friuli al 10%. E’ disastro ambientale

11 nov 2013 – Il campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un ‘inquinamento genetico’ del mais transgenico che arriva anche fino al 10%”. Lo ha detto il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone, in un’audizione alla Commissione agricoltura della Camera.

Nel giugno 2013 – ha ricordato il capo dei forestali – un imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la prima volta due anni or sono, privo di tracciabilità ma dichiarato geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba (Udine) e di Vivaro (Pordenone). ”Il Corpo forestale dello Stato, in ragione della sua missione istituzionale di Forza di polizia specializzata nella tutela delle risorse agroalimentari e ambientali del Paese – ha detto Patrone – di propria iniziativa in agro di Pordenone e su delega della Procura della Repubblica di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al fine di verificare una possibile contaminazione ambientale”. Risultati che hanno portato – ha detto – alla verifica di un processo di inquinamento ambientale. Dopo la scoperta di ‘inquinamento genetico’ nei campi vicini a quelli coltivati con mais Ogm in Friuli il corpo forestale sta attualmente verificando l’eventuale livello di contaminazione a carico degli alveari situati nelle zone limitrofe ha detto Patrone. Inoltre, ha aggiunto, si stanno estendendo i controlli anche in altre Regioni per verificare la presenza non dichiarata di mais Ogm e controllare il relativo grado di contaminazione ambientale.

A fronte di una comprovata diffusione nell’ambiente del mais Ogm e della relativa tossina, il Corpo forestale ha inoltrato alla Procura della Repubblica di Udine una comunicazione di notizia di reato relativa alla violazione di una serie di articoli del Codice penale tra i quali inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, danneggiamento, diffusione di malattie delle piante o degli animali, ha reso noto Patrone.

Stiamo andando incontro ad un vero disastro ambientale per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione che secondo il Corpo Forestale  dello Stato ha causato la contaminazione del 10% dei campi limitrofi a quelli coltivati Ogm in Friuli. E’ quanto afferma la Coldiretti nel lanciare l’allarme sulle dichiarazioni rese dal Capo del Corpo Forestale Cesare Patrone  in Commissione Agricoltura della Camera. La situazione – sottolinea la Coldiretti – è gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale. In ragione di ciò – continua la Coldiretti – è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al piu’ presto un percorso comune e coordinato con i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Corpo forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo. Quasi otto italiani su dieci (76 per cento ), con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, sono contrari – conclude la Coldiretti – all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura per difendere il territorio.

Tratto da: http://www.dionidream.com/ogm-coldiretti-contaminazione-in-friuli-al-10-e-disastro-ambientale/


Maxibollette di luce, telefono e gas: pioggia di reclami a Nordest

I casi più clamorosi: 107mila euro inviata da Eni a una famiglia
di Caorle, 20mila a un miranese dopo il cambio del contatore

di Nicoletta Canazza
VENEZIA – Maxibollette, cambi di contatore micidiali, fatturazioni incomprensibili e conguagli esorbitanti, problemi che si complicano di fronte alla burocratizzazione del servizio e al filtro dei call center.
Negli ultimi anni le associazioni dei consumatori hanno avuto un boom di richieste di aiuto da parte degli utenti tanto che i reclami sulle forniture di energia, gas e telefonia ormai rappresentano la parte più consistente della loro attività di tutela. Le compagnie sono corse ai ripari con strumenti di conciliazione, basati sull’adesione volontaria delle parti, per accelerare la risoluzione delle controversie.
Il caso Enel. Da quando è operativo il suo protocollo di conciliazione, ossia dal 2007, sono state lavorate circa 5mila pratiche, di cui quasi la metà concluse con esito positivo e il raggiungimento di un accordo tra le parti. «Il numero crescente di casi di conciliazione – precisa Federico Colosi responsabile Enel – permette di ipotizzare, con ragionevole certezza, una consistente riduzione nel numero di ricorsi a procedimento giudiziario».

Capita ai privati come alle aziende. Ci sono casi clamorosi come la bolletta da 107mila euro inviata da Eni a una famiglia di Caorle, o quella da 20mila euro arrivata a un miranese dopo un cambio contatore nel 2007 e relativa a un solo mese di consumi, che solo ora pare avviata a una soluzione. Il centro estetico (a Conselve) che riceve fatture da migliaia di euro in seguito al passaggio al libero mercato e il ristoratore (a Vittorio Veneto), cui il distacco dell’energia ha mandato in malora tutte le scorte alimentari.
http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PRIMOPIANO/reclami_bollette_nordest_enel/notizie/349816.shtml