La protesta dei sindaci

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Una delegazione di sindaci della Val di Susa ha visitato L’Aquila per dire ‘No alla Tav, sì a L’Aquila’. Cialente parteciperà alla protesta del 16 novembre.

 
 

di Antonella Calcagni

L’obiettivo è unire le fasce tricolori di tutta Italia nel nome della sicurezza.
Che siano destinati ad un piano di sicurezza nazionale da 100 miliardi di euro, che ricomprenda anche la ricostruzione dell’Aquila, i soldi della Tav e delle grandi opere inutili progettate in tutta Italia.

Questa la richiesta dei sindaci della Val di Susa (giunti in città) e del sindaco Massimo Cialente. Ecco le tappe: presenza della città dell’Aquila attraverso il primo cittadino e il gonfalone allamanifestazione no Tav prevista per il 16 novembre. Poi avvio del dibattito nazionale da parte del sindaco Massimo Cialente a San Sepolcro in occasione di un convegno. L’investimento sul piano nazionale si tradurrebbe nell’apertura di tanti cantieri in tutto il Paese capaci di risollevare l’economia.

Queste le “affinità elettive” che hanno unito i sindaci della Val di Susa e il sindaco Massimo Cialente che ha accolto una ventina di primi cittadini e assessori del Nord, nella sede municipale per poi ampliare il dibattito all’interno dell’auditorium di Renzo Piano.

Una iniziativa capace di unire con una sola parola le migliaia di campanili italiani e che sembra destinata ad allargarsi macchia d’olio. Un movimento che potrebbe rappresentare, con una visione a lungo termine, l’inizio di una vera rivolta civile proveniente dal basso, un puzzle composto dalle fasce tricolori di tutta Italia. La ventina di amministratori giunti in città grazie alla sensibilizzazione del consigliere comunale Ettore di Cesare e del 3.32, prima di giungere in municipio ha avuto un pranzo veloce al Boss. Il sindaco Massimo Cialente ha sottolineato la necessità di cambiare l’agenda delle priorità del Paese: meno F35 e no Tav, ma più sicurezza per tutti in termini di territorio, edifici pubblici e case.

«Non c’è un’altra scelta possibile – per il sindaco e i colleghi della val di Susa -. Se necessario continueremo a contattare altri sindaci in tutta Italia e magari organizzeremo un incontro all’Anci. Del resto andiamo nella direzione auspicata dall’Europa realizzando città davvero amiche dei cittadini».
Sandro Plano portavoce dei sindaci della Val di Susa, ha ripercorso le tappe della Tav «inutile per il trasporto merci, i soldi peraltro non sono neanche stanziati; sarebbero invece reperiti attraverso una partita di giro». Si parla di oltre 20 miliardi di euro.

Non poteva mancare la voce del comitato No Tav che in più occasioni ha fatto sentire la propria solidarietà al popolo aquilano partecipando alla fiaccolata del 2010, in perfetta sintonia con il comitato 3.32. «Lottiamo da anni – ha spiegato Guido Fissore – subendo repressioni e processi. La manifestazione no tav del 16 sarà anche una vetrina importante per L’Aquila».

«Non si tratta di spostare soldi da una parte all’altra – ha aggiunto Anna Lucia Bonanni per il comitato 3.32 – Bisogna invece dire basta alle opere faraoniche, spesso foriere di infiltrazioni criminose». L’obiettivo dei sindaci è far rimbalzare il dibattito sicurezza nelle aule del parlamento. Ieri c’erano fra gli altri la senatrice Enza Blundo e il senatore Marco Scibona.

La protesta dei sindaciultima modifica: 2013-11-11T08:05:52+01:00da davi-luciano
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