SCHIATTARE COSTA – BOOM DELLE CREMAZIONI: INTERRARE E TENERE I DEFUNTI NELLE TOMBE È UNA SPESA CHE NON CI SI P UÒ PIÙ PERMETTERE

Alla vigilia del giorno dei morti, le statistiche raccontano di un’Italia in crisi che ha smesso di seppellire i propri cari, e preferisce cremarli – Tra un’urna cineraria e un’inumazione passano migliaia di euro, e nelle grandi città c’è anche il problema dello spazio: a Milano 6 morti su 10 vengono trasformati in cenere…

Flavia Amabile per “La Stampa”
C’è la crisi e anche seppellire i propri cari diventa un lusso. Negli ultimi due anni – afferma il Codacons – si è registrata nel nostro Paese una crescita molto forte della cremazione (+25%), sempre più spesso preferita alla classica tumulazione grazie alla legge approvata pochi anni fa.

Questo perché la cremazione costa molto di meno rispetto all’inumazione a terra e alla tumulazione in loculo o tomba di famiglia. I risparmi sono nell’ordine delle migliaia di euro. A Milano la tariffa per il servizio è attualmente di 266 euro. A Torino di 478 euro, a Genova di 366, a Roma di 318 e a Firenze di 283 euro. Per fare un confronto, a Roma l’inumazione costa 552 euro. Il costo medio di un loculo in concessione trentennale è di duemila euro mentre la concessione per un’area dove costruire una tomba di famiglia varia tra i seimila e i 25 mila euro

La tendenza è diffusa quasi in tutt’Italia anche se siamo ancora molto lontani da quanto accade in altri Paesi. Se in Italia le percentuali delle cremazioni sono il 14,3% rispetto alle sepolture, in Giappone sono quasi la totalità per ragioni culturali ma anche in Paesi di aree diverse come Regno Unito, Repubblica Ceca o Slovenia, il tasso è molto alto: quasi 8 defunti su 10 vengono cremati. In Europa la media è del 40%.
In Italia a far registrare dati negativi nel 2012 sono solo la Sicilia e la Valle d’Aosta dove si è avuto un calo rispetto al 2011 del 61,8% e del 13,5%. Fra le altre regioni le più convinte sono Sardegna, Emilia Romagna e Umbria dove la crescita è del 63,9%, del 32,8% e del 31,7%. In Emilia Romagna spicca il dato di Bologna dove le cifre nel corso di un anno sono cresciute di quattro volte, l’aumento è del 318,5% passando da 596 a 2494 cremazioni. Oppure quello di Cesena dove invece sono triplicate con un aumento del 187,3% passando da 481 a 901 cremazioni.

In Toscana c’è il caso di Arezzo dove nel 2010 non esisteva la possibilità di cremazione. Si è partiti nel 2011 e nel 2012 le cifre sono raddoppiate (+133,2%) Ma la tendenza è confermata anche in Piemonte (23,6%), nelle Marche, (25,9%) e in Puglia (26,4%).
A scegliere la cremazione sono soprattutto quelli che abitano nelle grandi città, dove i cimiteri hanno sempre meno disponibilità e dove ci sono le strutture: a Milano 60 defunti su 100 vengono cremati e a Roma uno su tre. A Lambrate (Milano) si è deciso di potenziare il servizio di cremazione. Le richieste nei primi sette mesi del 2013 sono state 7.102, ma basta pensare che in tutto il 2009 furono 7.611, per balzare nel 2012a 11.764.
Nel resto del Paese, invece, la cremazione è meno diffusa: la media nazionale arriva appena al 14,3 percento.
http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/schiattare-costa-boom-delle-cremazioni-interrare-e-tenere-i-defunti-nelle-tombe-una-spesa-65733.htm

SCHIATTARE COSTA – BOOM DELLE CREMAZIONI: INTERRARE E TENERE I DEFUNTI NELLE TOMBE È UNA SPESA CHE NON CI SI P UÒ PIÙ PERMETTEREultima modifica: 2013-11-04T12:03:20+01:00da davi-luciano
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