La verità non si cancella con il fuoco: il TAV rimane un’opera inutile

Com.Stampa.

La scorsa notte un incendio ha devastato il presidio Picapera, a Vaie, simbolo della lotta No TAV dal 2010: solo per un caso fortuito non ci sono state vittime.
Ancora una volta il movimento è vittima di 
gesti intimidatori in puro stile mafioso: tre presidi bruciati in questi anni e numerosi atti vandalici nei confronti degli attivisti (gomme tagliate, carrozzerie sfregiate…cani avvelenati!). E fino ad ora le indagini delle FF.OO non hanno mai dato un nome e un volto ai colpevoli, mentre i mezzi di informazione lasciano calare immediatamente un velo di silenzio, dirottando l’attenzione dell’opinione pubblica sulle cronache dalle aule giudiziarie in cui si processano, invece, i numerosi inquisiti No TAV.

Pesantissime le responsabilità della politica in questa situazione. Siamo ormai abituati alle passerelle di ministri e politici di ogni livello che salgono in valle per portare solidarietà agli imprenditori impegnati nel cantiere, vittime (a loro dire) di attentati da parte dei No TAV, ignorando tutte le altre realtà presenti sul territorio, quelle che non hanno mai creduto alla favola delle “ricadute positive” della grande opera sull’economia locale, e che, orgogliosamente e con fatica, stanno creando delle realtà economiche alternative, per cercare di sopravvivere alla crisi che le sta travolgendo.
Nessuna solidarietà nei confronti dei No TAV, se portata da coloro che sono i primi responsabili del clima di tensione e della criminalizzazione del movimento, sarebbe a questo punto credibile.
La democrazia in Valsusa è stata uccisa da tempo e i mandanti sono proprio coloro che hanno imposto l’opera con la forza, militarizzando il territorio.

La valle sta diventando una sorta di campo d’addestramento per l’esercito, un luogo in cui si sperimentano rivoluzionari gilet ignifughi, in cui è lecito lanciare lacrimogeni al CS ad altezza d’uomo contro i manifestanti, in cui si possono imporre limiti e restrizioni alla libertà personale.
Ma fuori da quel cantiere blindato e militarizzato, fulcro degli interessi di lobby potentissime, ci sono dei cittadini che vivono sulla loro pelle la mancanza di democrazia di questo Paese. Questi cittadini chiedono giustizia, chiedono rispetto, chiedono risposte.
Al momento ancora non si è trovato nessun innesco nei pressi del presidio di Vaie (è di poco fa la notizia della presenza di una bombola del gas in più) ma auspichiamo che approfonditi controlli successivi portino rapidamente alla luce elementi utili ad individuare i responsabili di questo gesto.
Dopodichè pretendiamo che la magistratura svolga il suo compito con rapidità e fermezza, dimostrando che la giustizia è veramente uguale per tutti.

Nel frattempo il presidio rinascerà dalle sue ceneri, e il movimento riprenderà la sua ferma opposizione all’opera.

Noi del MoVimento 5 Stelle intanto continueremo la nostra attività nelle sedi istituzionali: il 14 a Roma ci sarà un convegno per i parlamentari di ogni schieramento per cercare di portare, anche nelle aule parlamentari, quelle informazioni che mancano per poter avere un quadro tale da consentire un giudizio oggettivo sull’opera.

E saremo presenti anche alla manifestazione del 16 novembre a Susa, come sempre senza bandiere e senza simboli, convinti che quel treno crociato rappresenti oggi più che mai il simbolo della riconquista della democrazia nel nostro Paese.

Marco Scibona – Senatore M5S Piemonte

Alberto Airola  – Senatore M5S Piemonte
Laura Castelli – Deputata M5S Piemonte
Ivan Della Valle – Deputato M5S Piemonte
Davide Bono – Consigliere regionale M5S Piemonte
MoVimento 5 Stelle Valsusa

La verità non si cancella con il fuoco: il TAV rimane un’opera inutileultima modifica: 2013-11-04T22:16:00+01:00da davi-luciano
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