PUZZA E PUZZA MOLTO (L’ ASSALTO ALLA SEDE DI ALBA DORATA E LA MORTE DI DUE MILITANTI)

Postato il Sabato, 02 novembre FONTE: COMEDONCHISCIOTTE.ORG

Atene, sparatoria di fronte a una sede di Alba Dorata: uccisi due militanti

Puzza e puzza molto.
L’ideale per gli eurobankster è che i popoli soggetti ad esproprio si comincino a scannare tra di loro.
E’ l’ideale per cercare di dare legittimità ad organismi sovranazionali che non hanno nessuna legittimità in quanto non esiste una costituzione europea di qualsiasi tipo e legittimata dai popoli europei.
Idleproc

Si mettono quelli di “destra” contro quelli di “sinistra”, così si combattono tra loro mentre chi davvero detiene il potere economico continua ad agire indisturbato, mentre milioni di persone soffrono per le regole di mercato da loro imposte. Non so se questa sia la chiave interpretativa di quanto accaduto in Grecia ma non mi stupirei.
Varano

Sono perfettamente d’accordo. Spero solo che i greci siano meno allocchi di noi, caduti in una trappola velenosa negli anni settanta, abilmente preparata dai politici e seminata dagli uomini dei servizi. A noi è costata qualche decina di ragazzi morti. Se invece in Grecia fanno fronte comune contro i veri nemici del popolo al posto di ragazzi ci lasceranno le penne i politici. Basta farsi prendere per i fondelli e ammazzarsi tra poveri in nome di pseudo ideologie portate all’esasperazione.
Fabrizio

Alba dorata sta aumentando il suo elettorato a macchia d’olio, questo spaventa qualcuno. I Killer potrebbero essere agenti segreti di qualche paese straniero , dello stesso governo greco , oppure della troika. Dubito che siano gruppi di sinistra greci
provcitu164

E’ la replica della strategia della tensione voluta negli anni ’70 dalla Democrazia Cristiana e finanziata dalla CIA. In questo caso, in salsa greca. A quanto pare funziona ancora, almeno a giudicare dai soliti allocchi che ci cascano e già commentano “morte al fascio” oppure (dall’altra parte) “li vendicheremo”.
Francesco di Coste

Non arrivano a comprendere che la guerra NON è tra rossi e neri o tra guelfi e ghibellini, ma la vera lotta è tra il Sistema e l’Antisistema.
Francesco di Coste

Auguri Grecia, penso ne hai bisogno, si vede che il saccheggio non è bastato ora vogliono la guer*a civile…gli italiani guardino alla Grecia come ad una sfera di cristallo
obiettivamente

Commenti di alcuni lettori all’articolo “Grecia, sparatoria con mitra davanti alla sede di Alba Dorata: due morti”

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/01/grecia-sparatoria-davanti-alla-sede-di-alba-dorata-due-morti-e-ferito/763931/
2.11.2013

Spagna sul mattone linea dura. Abbattere le case invendute

sempre più come negli Usa. Le case che, se in mano ai proprietari sono ipertassate, se in mano ai costruttori si possono abbattere.
Sempre più sociale questa europa. Ed intanto la gente sbattuta in strada aumenta, a dispetto della fantomatica ripresa di cui parla lo scribacchino di Repubblica. Se le case non le vendono con i prezzi bassi, cosa fa loro pensare che, abbattendo l’eccedente e facendo quindi rialzare i prezzi, possano venderne di più?
Sono allo sbando e fuori controllo

Non riusciamo a vendere le case? Non ci sono problemi: abbattiamole. Svolta a Madrid per cercare di far ripartire il mercato immobiliare: stanziati 103 milioni di euro per iniziare la demolazione di parte delle 800mila case vuote nel paese. L’obiettivo? Risparmiare sulle spese di gestione e far risalire il valore degli altri edifici in vendita per rilanciare l’economia
La Spagna, travolta cinque anni fa dalla Burbuja del ladrillo (la bolla del mattone) e sommersa da uno stock di 800mila case invendute, ha scelto la linea dura: il Sareb, la banca pubblica che ha ereditato il patrimonio immobiliare dalle banche per salvare gli istituti di credito, ha stanziato in bilancio una cifra di 103 milioni di euro per procedere alla demolizione di un pezzo del suo tesoretto edilizio.

La recente ripresa economica non è ancora riuscita a rilanciare il mercato: nel secondo trimestre di quest’anno sono stati venduti solo 80mila appartamenti circa – ha certificato il ministero del Commercio – il 2,3% in meno dell’anno prima e lontanissimi dai 250mila circa che venivano acquistati nello stesso arco di tempo negli anni d’oro. E allora, dopo aver fatto fare i calcoli ai suoi economisti, il Sareb ha rotto gli indugi: meglio radere al suolo le proprietà che ancora non sono state terminate. Non solo perchè non ci sono i soldi per finire i lavori, ma soprattutto per evitare le spese di gestione e per provare a dare un piccolo elettrochoc al mercato, visto che i prezzi – malgrado un crollo del 40% dal 2008 – stanno continuando a calare mettendo a rischio gli stessi conti del Sareb.

La decisione, come ovvio, ha scatenato polemiche a Madrid. La Plataforma de Afectados por la Hipoteca, l’associazione che rappresenta le migliaia di famiglie sfrattate nel paese, ha attaccato il “Banco malo”, come lo chiamano in Spagna, chiedendo piuttosto di assegnare gli appartamenti a chi è in difficoltà e non ha un tetto sulla testa. E il Sareb ha tenuto a precisare che il progetto di demolizione partirà in modo graduale e riguarderà solo edifici fantasma allo stato del tutto inutilizzabili. Nello stesso tempo però ha provato a spiegare le ragioni della sua scelta: in Irlanda, altro Paese alle prese con una pesante crisi del mattone che ha lasciato 300mila case vuote, il governo ha già provveduto a radere al suolo diversi complessi arrivando così a generare in modo artificioso un timido rialzo dei prezzi.

La mossa della cassaforte immobiliare iberica (che ha tempo 18 anni per liquidare i suoi assett) ha in realtà un obiettivo preciso: ridare un po’ di fiato alle banche del Paese, che malgrado i 40 miliardi di aiuti internazionali faticano ancora a far quadrare i loro conti. La ripresa del Pil non si è ancora tradotta in un miglioramento delle condizioni di vita nella quotidianità. E il numero di persone che faticano a far tornare i conti di casa è in costante aumento: i prestiti in sofferenza del settore creditizio, per dire, sono arrivati alla stratosferica quota dell’11,8%, pari a circa 180 miliardi di euro. E in vista delle nuove regole patrimoniali per le banche una piccola ripresa dei prezzi di mercato potrebbe aiutarle a rispettare i paletti della Bce. Si vedrà. Ruspe e gru sono in agguato. Questa volta non per far ripartire la bolla del ladrillo. Ma per cancellarne il ricordo.

Ettore Livini
Fonte: www.repubblica.it
30.10.2013

Romania:posa della prima pietra dello Scudo Nato.

RIB – La Romania ha posato la prima pietra delle installazioni che ospiteranno i missili intercettori del futuro Scudo della NATO in una base nel sud della Romania, alla presenza del Segretario Generale Aggiunto dell’Alleanza, Alexander Vershbow .
” La base di Deveselu sarà un elemento essenziale del sistema di difesa missilistico della NATO “, ha sottolineato, precisando, che, entro la fine del 2015, la base la sarà operativa ed integrata nel sistema Nato. La costruzione del sito dovrà completarsi in poco più di due anni, secondo un comunicato dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Romania. Il progetto dello scudo antimissile voluto specialmente dagli Stati Uniti, è stato progettato per proteggere l’Europa da un attacco di missili balistici. La Russia lo percepisce come una minaccia alla propria sicurezza.
( trad. kefos93 )
Fonte: http://french.irib.ir/info/international/item/280672-la-roumanie-d%C3%A9bute-les-travaux-pour-le-bouclier-antimissile-de-l-otan

Alert Ance: stangata 72% su prima casa

Giusy Franzese – Peggio per la seconda casa. In questo caso, i tributi dovuti saranno ben quattro.
ROMA (WSI) – Dalle parole ai numeri. La battaglia sul nuovo regime di tassazione immobiliare previsto dalla legge di stabilità entra nel vivo, arricchendosi di tabelle e simulazioni che dimostrano come nel 2014 sulle case sarà stangata. Secondo l’Ance, l’associazione dei costruttori, ci sarà un aggravio di tasse, a seconda se si tratta di abitazioni principali o seconde case, dal 72 al 19 per cento.
E, paradossalmente, in percentuale le più colpite saranno proprio le prime case. Un calcolo che si sposa con quello elaborato sia da Confedilizia che dal capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, che indica in 10 miliardi di euro il gettito aggiuntivo (rispetto al regime attuale) della Trise.
Intanto i sindacati hanno ribadito tutte le critiche, a partire dall’insufficienza delle risorse per la riduzione delle tasse sul lavoro. Non senza qualche polemica tra di loro. Mentre il leader Cisl, Raffaele Bonanni, annunciava che di fronte a una convocazione di Letta per trovare migliorìe ai punti dolenti, il sindacato è pronto a ritirare lo sciopero già proclamato, il numero uno Cgil, Susanna Camusso frenava: «Non vedo elementi per cambiare la decisione».
IL CONFRONTO

La premessa di qualunque confronto per le tasse sulla casa è l’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali quest’anno. Le tabelle Ance (illustrate ieri durante l’audizione in commissione Bilancio al Senato) danno per scontato che non verrà pagata né la prima né la seconda rata (per quest’ultima, come è noto, ancora si cercano le coperture).
Ebbene, l’introduzione della Tasi sui servizi indivisibili all’1 per mille, farà salire il conto fino al 72% in più. Un appartamento di 60 metri quadrati, di categoria A2 in zona semicentrale a Roma, passerà da 168 euro di sla Tares a 290 di Trise.

I conti peggiorano (come cifre assolute) se si è proprietari di seconde case,. Ricorda il presidente Ance, Paolo Buzzetti : il nuovo tributo «con la sua componente relativa ai servizi comunali indivisibili (Tasi), si sommerà, su una seconda casa, all’Imu ed alla Tassa sui rifiuti. Inoltre, se la seconda casa, non locata, si trova nello stesso comune di residenza, i tributi dovuti saranno ben quattro, con la reintroduzione dell’Irpef sulle case sfitte».

In questo ultima situazione, per la stessa abitazione dell’esempio precedente, si passa da un conto totale di 1.652 a 1.970 euro, 318 euro in più (+19,2%). L’allarme dell’Ance è chiaro: con questi conti «si rischia di disincentivare gli investimenti immobiliari » e tutti gli sforzi, pur apprezzabili, fatti per risollevare il settore con la proroga delle agevolazioni su ristrutturazioni e risparmio energetico, rischiano di essere vanificati.

pubblicato da Il Messaggero

http://www.wallstreetitalia.com/article/1638277/immobiliare/alert-ance-stangata-72-su-prima-casa.aspx

Daily news

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PCN-TV/ ALTERNATIVE INFORMATION (014): ‘RT’ NEWS OF THE DAY

 

Central topic: Repression in USA, the legacy of the Patriot act /

PCN-TV with RT – PCN-SPO / 2013 10 31/

 

The Russian TV channel ‘RT’ daily news – former Russia Today – for an alternative information to the dual language, double standards, lies and propaganda of the NATO’s medias …

 Video on:

https://vimeo.com/78283467

 Today main topics:

Syria successfully destroys all of its chemical weapons production facilities a day ahead of schedule … but reports continue to surface about rebel fighters using toxic armaments;

What might look like a spot for a tropical beach holiday;

In RT’s latest report from inside Guantanamo Bay prison, we look at the allegations of torture and abuse – as officials try to convince the outside world that the inmates are doing just fine; Twelve years after tragedy, American officials are told to keep using Septermber 11th as the justification for expanding surveillance home and abroad.

 RT / PCN-TV

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 https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV


PCN-TV/ ALTERNATIVE INFORMATION (015): ‘RT’ NEWS OF THE DAY

Central topic: questions over just what a decade of war on terror/

PCN-TV with RT – PCN-SPO / 2013 11 01-02/

 The Russian TV channel ‘RT’ daily news – former Russia Today – for an alternative information to the dual language, double standards, lies and propaganda of the NATO’s medias …

 Video on:

https://vimeo.com/78423193

 

Today main topics:

Global radicals set a grisly record as the world bodycount doubles in just a year… raising questions over just what a decade of war on terror, has to show for itself.

SYRIA NEWS : Bombing a sovereign country and getting away with it … Israel’s warplanes bomb Syria AGAIN – reports which the Israeli military refuses to comment on. This in the midst of Syria’s civil war – where the government’s trying to keep to international agreements, by finishing the first phase of its chemical disarmement.

Desperate Italians demanding better housing and an end to evictions of the poor, clash with police in Rome’s streets, leaving six injured.

And Britain looks to reinforce its new cyber-defense force with convicted hackers – but not all the cyber criminals are keen to sign up. Britain’s new cyber-security service is looking to pump up its muscles with those it used to fight against, even though many of the ex-hackers reject the job opportunity as morally bankrupt.

 RT / PCN-TV

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Web occulto: un algoritmo guida ogni nostro click

Libertà di espressione e discussione: sono le condizioni-base per un vero spazio aperto secondo Jürgen Habermas, il padre del concetto di “sfera pubblica”. Siamo sicuri che il web sia corretto nel dare più spazio a certe informazioni rispetto ad altre? Niente affatto, rivela Francesca Musiani, perché a governare il digitale – e quindi noi, opinione pubblica – è soltanto un sistema di algoritmi. Secondo un giurista come Yochai Benkler, autore di studi sullo stato di salute democratica dei network, oggi viviamo in un “ordinamento globale” intrinseco alla Rete. Caratteristica centrale: la selezione decisiva delle informazioni più rilevanti non è più monopolio dei “gatekeepers” – giornalisti, bibliotecari, editori – ma è delegata agli utenti di Internet, editori essi stessi. Citandosi e raccomandandosi l’un l’altro in “nicchie conversazionali”, individui e gruppi selezionano l’informazione “di qualità” per gli algoritmi, i quali a loro volta la classificano e la ordinano per renderla disponibile attraverso i motori di ricerca. Così, l’ordinamento delle informazioni presenti sul web diventa una co-produzione degli utenti, inconsapevoli però della sintesi realizzata dagli algoritmi.
Proprio agli algoritmi, spiega Francesca Musiani in un saggio pubblicato sull’“Internet Policy Review” e sintetizzato da “Doppiozero”, deleghiamo l’integrazione delle nostre conversazioni on-line. Gli argomenti vengono percepiti dal pubblico come “consenso universale implicito”, ma «hanno la debolezza di un’informazione che non può essere fatta risalire a nessun individuo specificamente», e al tempo stesso «la forza di un dato che si basa su un vasto aggregato di opinioni». I motori di ricerca costruiscono una gerarchia di visibilità dell’informazione, proponendola tra i primi risultati dell’indagine o dissimulandola tra gli ultimi. Decidendo, di fatto, “cosa dev’essere visto”, gli algoritmi di Google «possono scoraggiare o incoraggiare la discussione e la controversia», e di fatto contribuiscono a costruire l’agenda pubblica delle priorità politiche e sociali, selezionando gli interlocutori “che contano”. In particolare, grazie al quasi-monopolio di Google nel settore della ricerca web, l’algoritmo PageRank che ne è alla base è stato ampiamente esaminato come il nuovo gatekeeper e “dittatore benevolo” della sfera pubblica digitale.
Secondo una ricetta che resta una sorta di segreto industriale, continua Musiani, quell’algoritmo-chiave comprende diversi criteri di misurazione, che valutano il grado di autorevolezza della fonte (secondo il numero di citazioni), l’ampiezza dell’audience (secondo il numero di visite o click), il livello di prossimità e di affinità (in base alle raccomandazioni) e la rapidità (dipendente dall’aggregazione dei risultati in real-time). In quanto “master switch” di Internet, proprio PageRank «centralizza e organizza la circolazione dell’informazione nella Rete, e per ogni interrogazione fatta al motore di ricerca, arbitra su ciò che è importante e rilevante». Milioni, miliardi di click: se siamo in cerca di informazioni siamo pilotati e manovrati, “governati” dall’intelligenza elettronica. Stessa storia per quanto riguarda l’e-commerce. Parla da solo il caso di Amazon, importante “prescrittore” che orienta il pubblico sulla base delle raccomandazioni dei clienti: lettori, ascoltatori, cinefili. Agli utenti registrati, il sito rivela quali sono gli altri acquisti fatti in passato da utenti che hanno acquisito lo stesso titolo.

Acquisti raccomandati, consigli sistematizzati e condivisi per affinità: Amazon ha sviluppato un algoritmo particolarmente efficace, chiamato “filtraggio collaborativo elemento per elemento” (item-to-item collaborative filtering). Altro segreto industriale, dimostra ogni giorno la sua efficacia nel personalizzare le proprie raccomandazioni in base agli interessi di ciascuno dei clienti Amazon. Dietro a questo algoritmo, che “conosce” così bene i gusti dei clienti di Amazon, ci sono «anni di ricerca ed esperimenti in un recente campo dell’informatica le cui applicazioni pratiche sono sempre più diffuse, per quanto discrete: il data mining». Per i lettori, i “suggerimenti simili” formano un insieme di fonti d’informazioni personali, che alimentano un vasto database dove vengono combinate con altre “storie d’acquisto”, e finiscono per influenzare direttamente un numero considerevole di consumatori. «Viviamo in un mondo sempre più “algoritmico”», conclude Francesca Musiani, e le «invisibili strutture computazionali» che guidano il nostro accesso all’informazione e ai nostri acquisti «si estendono a numerosi altri contesti, dai software di riconoscimento facciale ai mercati finanziari».
Come dimostra non solo la ricerca accademica, ma anche la più recente attualità, la relazione tra algoritmi e regole (diritto e politica) ha due facce, avverte la studiosa: «Da un lato, si tratta della regolazione degli algoritmi da parte delle istituzioni. La creazione di leggi riguardanti sistemi complessi e altamente automatizzati dovrebbe accordare una maggiore attenzione ai luoghi e ai tempi in cui si programmano gli algoritmi?». Una normativa più stringente dovrebbe essere applicata a contesti specifici? E nel caso: che forma prenderebbe, e quali sarebbero i suoi effetti? Quello di cui dobbiamo renderci assolutamente conto, insiste Misiani, è la vastità del “potere invisibile” degli algoritmi, in un mondo che ormai, di fatto, è largamente «gestito, regolato, governato» da essi. E se uno non fosse d’accordo? Sarebbe in grado di comprendere cosa significa, esattamente, “resistere” al dominio elettronico dei nuovi persuasori occulti?
Fonte: www.libreidee.org
1.11.2013

Grecia: ammazzati a mitragliate due militanti di Alba Dorata

una strage su commissione?

1 novembre 2013

Dopo l’arresto di fronte al parlamento del fondatore e deputato di Alba Dorata e di cinque altri deputati, Samaras ha dichiarato che in un discorso al Comitato ebraico americano a New York, dove si è recato per rassicurare i creditori internazionali ha dichiarato: “Ci stiamo impegnando per sradicare completamente questa vergogna”.
ATENE, 1 NOV – Ora ci sono i primi martiri della Ue e della dittatura eurofanatica greca. Due militanti di 20 e 23 anni del movimento identitario greco Alba Dorata sono stati uccisi a colpi di mitra stasera ad Atene davanti a una sede del partito. Un terzo militante è stato ferito. Intorno alle 19 davanti alla sede c’era un gruppo di militanti e simpatizzanti. E’ sopraggiunta una moto di grossa cilindrata con due uomini a bordo: il passeggero, che imbracciava un fucile mitragliatore tipo Kalashnikov, è sceso ed ha aperto il fuoco con un Kalashnikov contro il gruppo.
Fonte: http://voxnews.info/2013/11/01/grecia-ammazzati-a-mitragliate-due-militanti-di-alba-dorata/

Un Internet senza gli USA

I paesi del BRICS hanno intenzione di dare vita ad un cyber spazio equivalente ad Internet, aggirando gli USA. Lo riferiscono i mass-media. In particolare, in Brasile è già in corso la realizzazione di un sistema via cavo che dovrà collegare questo paese con la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica. Secondo gli esperti, l’influenza troppo grande degli USA sulla Rete mondiale suscita l’irritazione di un numero sempre maggiore di influenti giocatori.
Al microfono Ilya Peressedov, direttore esecutivo della Fondazione “Internet intelligente”:
Il sistema degli indirizzi dei domini di per sé è controllato dal Gruppo Corporazione ICANN, direttamente affiliata al Ministero del Commercio degli USA. La maggioranza delle Società che operano in Internet, risulta registrata negli USA. Come sappiamo dalla vicenda di Snowden i Servizi Segreti americani stanno tentando di ingerirsi nell’attività dei maggiori Internet Server ed IT-Company.
Visto che la maggiore parte dei Server DNS necessari per i collegamenti Internet si trova nel territorio degli USA, gli americani hanno la possibilità di spegnerli o di modificarne le regolazioni impostate e, quindi, di lasciare senza Internet interi paesi. Secondo il Presidente del Gruppo “Inforus” Andrey Massalovich, il progetto del BRICS rappresenta non tanto un tentativo di dare vita ad un Internet alternativo, quanto la tendenza a difendersi davanti all’occhio onniveggente degli USA:
Si tratta più probabilmente di avere a disposizione server di gestione fuori dagli USA. Nonché di creare un’alternativa rete supplementare.
Secondo le parole dell’esperto, gli esempi di reti private locali erano rappresentati dalla rete degli utenti dei smartphone BlackBery in cui tutti i dati erano considerati efficacemente codificati.
A detta dell’esperto, la componente politica del progetto Internet del BRICS, è chiara,mentre quella commerciale appare poco evidente. Il successo dell’impresa dipenderà in larga misura dal fatto se gli imprenditori e i semplici utenti vorranno o meno pagare per il suo uso.
Link: http://italian.ruvr.ru/2013_10_30/Un-Internet-senza-gli-USA/

Un articolo di Sarzanini sul Corriere della Sera guadagna risonanza mondiale accusando i russi, ma appare infondato.

«Non conosciamo la fonte dell’informazione, ha spiegato a RIA Novosti Dmitri S. Peskov, portavoce del presidente russo Putin, «Tuttavia, indubbiamente non è altro che un tentativo di spostare l’attenzione da questioni realmente esistenti nelle reazioni tra le capitali europee e Washington a questioni indimostrate e inesistenti». Non che servisse una smentita per giudicare inverosimile la notizia diffusa ieri dal Corriere.
Sarzanini aveva scritto ( http://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_29/gadget-truccati-regalo-leader-cosi-putin-voleva-spiare-l-europa-10353c34-406b-11e3-a16f-76083166bd35.shtml ) :

Il primo a stupirsi del regalo è il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che una volta rientrato a Bruxelles, incarica i responsabili della sicurezza di effettuare accertamenti su tutti i dispositivi. Si decide di chiedere l’ausilio dei servizi segreti tedeschi e l’esito delle prime analisi è positivo. Nella comunicazione ufficiale trasmessa attraverso i canali dell’intelligence a tutti gli Stati partecipanti si specifica che «le chiavette Usb e i cavi di alimentazione sono idonei alla captazione
clandestina dei dati di computer e telefoni cellulari». E per questo si sollecita di «adottare ogni possibile precauzione nel caso questi oggetti siano stati utilizzati e in caso contrario di affidarli alle strutture di sicurezza per ulteriori controlli».

In pratica:
L’accusa è pesantissima: durante l’ultimo G20 che si è svolto nel settembre scorso a San Pietroburgo, ai capi di Stato e di governo sono stati consegnati gadget che in realtà erano strumenti di intrusione per computer e telefonini.
Quali le fonti di Sarzanini? Non si sa, in proposito la giornalista scrive solo “La notizia filtra” nell’attacco di un paragrafo e più in fondo «Secondo alcune fonti diplomatiche dell’Unione si attendono le ulteriori verifiche effettuate da ogni singolo Stato per far partire una protesta formale con relativa richiesta di chiarimenti.» Purtroppo per Sarzanini le misteriose fonti diplomatiche non hanno confermato ad altri la storia, che appare anche abbastanza inverosimile, visto che un tentativio del genere avrebbe poco senso per le scarse possibilità di rivelarsi efficace e le altissime probabilità di essere scoperto al minimo controllo.

Intanto altri stanno controllando, secondo Sarzanini «Le verifiche effettuate sino ad ora avrebbero dimostrato la capacità di intrusione dei dispositivi, ma non viene specificato se qualcuno abbia effettivamente utilizzato chiavette e cavi». Esito dei presunti controlli a parte, Sarzanini mette le mani avanti: «Non a caso c’è addirittura chi sospetta che possa trattarsi di una trappola per mettere in difficoltà i russi».
Considerazione interessante, perché è abbastanza chiaro che la trappola non potrebbe consistere nell’aver veramente consegnato materiale compromettente a nome dei russi o nell’aver sostuito quello predisposto dai russi per essere regalato alle delegazioni, ma nell’aver raccontato una balla che poi Sarzanini ha pubblicato e mezzo mondo ha ripreso senza tante cautele, annunciando che davvero i servizi di Putin avrebbero usato un metodo del genere per spiare i convenuti al G20, così come nel titolo del Corriere, che non lascia spazio a dubbi.
Spiare i leader del G20 non è operazione da condursi così, bastava leggersi le cronache sullo spionaggio sistematico da parte britannica dei partecipanti al G20 di Londra nel 2009 ( http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/british-spies-at-gchq-spied-on-foreign-politicians-at-g20-summit-meetings-in-london-8661182.html ) , dimostrato dai documenti distribuiti da Snowden e non da voci incontrollate e non verificate, per capire che se vuoi spiare i leader del G20 serve qualcosa di più delle USB truccate. Possibile che i servizi russi agiscano in maniera tanto dilettantesca, dopo che persino la cronaca si è adoperata per aggiornarli sullo stato del’arte? O forse è più verosimile che quale Pio Pompa abbia avuto questa ideona per dare una mano alla ditta e non sia riuscito a far di meglio?
Decisamente più facile che la fonte che ha imboccato Sarzanini, se mai esiste, avesse interesse a dare una mano agli americani. Nello stesso articolo si citano infatti i nostri servizi che: «Al momento i servizi segreti italiani escludono che esponenti del governo o delle istituzioni possano essere stati spiati dagli Usa». Altra affermazione alquanto discutibile e incredibile a fronte delle prove documentali e delle stesse ammissioni del presidente Obama o del capo della commissione sui servizi del Senato Feinstein, che ha dichiarato che spiare sui leader alleati è una cosa che non si fa e che cercheranno di vietarlo esplicitamente per il futuro. Non a caso il nostro governo è quello che in tutto l’Europa Occidentale si è lamentato di meno dopo la Gran Bretagna, che per parte sua si deve difendere dalle accuse di essere complice degli americani nel delitto.
Con estrema disinvoltura, ancora una volta, il Corriere della Sera è diventato veicolo d’informazioni indimostrate e quasi sicuramente false. Niente di nuovo, basta andare alla mente al tempo della guerra in Iraq, quando la testata pubblicava le fantasie di Magdi non ancora Cristiano Allam e altri articolisti, utili a costruire la paura della minaccia islamica. Ma anche a tempi più recenti, nei quali la testata si è sempre caratterizzata nel sopire e sminuire la portata delle rivelazioni di Snowden e prima di Wikileaks. Gli amici si vedono nel momento del bisogno, e gli Stati Uniti hanno fin troppi amici nei media italiani.
Link: http://mazzetta.wordpress.com/2013/10/31/la-bufala-dello-spionaggio-di-putin-con-le-chiavette-usb/corriere-g20/
31.10.2013

I gadget-spia di Putin   
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-a-guardare-i-media-stranieri-sui-gadget-spia-di-putin-ci-siamo-cascati-65636.htm

31 OTT 2013 12:02

1. A GUARDARE I MEDIA STRANIERI, SUI GADGET-SPIA DI PUTIN CI SIAMO CASCATI SOLO IN ITALIA, DA ANNI IL TERRENO DI CULTURA PERFETTO PER LA CRESCITA DELLE PATACCHE – 2. PECCATO CHE COSÌ FACENDO SI SIANO PRESTATI, CERTO INCONSAPEVOLMENTE, A UN GIGANTESCO TENTATIVO DI SVIARE L’ATTENZIONE DELLA PUBBLICA OPINIONE DAL DATAGATE DI OBAMA A UN IMPROBABILE SCANDALO DA RITORCERE CONTRO QUEI CATTIVONI DEI RUSSI. CHE TRA PARENTESI SONO COLPEVOLI DI OFFRIRE PROTEZIONE A EDWARD SNOWDEN – 4. DEL RESTO, IL PIANO DI SPIONAGGIO CHE SAREBBE STATO IDEATO DAI RUSSI PER IL G20, È DI UNA RAFFINATEZZA DEGNA DI UN’AGENZIA DI INVESTIGAZIONI PRIVATE DI MONZA. MANCANO SOLO GLI OCCHIALI A RAGGI “X” CHE VENIVANO PUBBLICIZZATI SUL RETRO DELLE SCHEDINE DEL TOTOCALCIO TRENT’ANNI FA E POI LA FARSA È COMPLETA –
DAGOREPORT

Gli esperti di intelligence la chiamano “social engineering”, ovvero la capacità di manipolare psicologicamente le persone allo scopo di far compiere determinate azioni o rivelare informazioni riservate. Ed è con questi occhi che vanno guardate le bizzarre rivelazioni sui gadget-spia con i quali i russi avrebbero attentato alla credulità degli ospiti del G20 di San Pietroburgo, lo scorso settembre.
Praticamente ignorate dal resto della stampa europea, se non per registrare le scontate smentite dei Putin-boys, le chiavette-spia del Kgb sembrano uscite da un filmetto degli anni Novanta ed è forse per questo che in Italia sono piaciute un sacco.
I giornaloni di casa nostra ci si sono buttati a pesce, con i migliori pistaroli arrapati all’idea di poter finalmente passare dallo smercio delle intercettazioni telefoniche di procure di periferia alle grandi spy-story intercontinentali. Peccato che così facendo si siano prestati, certo inconsapevolmente, a un gigantesco tentativo di sviare l’attenzione della pubblica opinione dal Datagate americano a un improbabile scandalo da ritorcere contro quei cattivoni dei russi. Che tra parentesi sono colpevoli di offrire protezione a Edward Snowden.
A guardare i media degli altri Paesi, si nota che ci siamo cascati solo in Italia, anello debole dell’Occidente anche quanto a informazione e libertà di stampa. Del resto, dal Niger-gate alle storie ispirate da un certo Pio Pompa, siamo da anni il terreno di cultura perfetto per la crescita delle patacche e per la loro immissione nel circuito informativo.
Il piano di spionaggio che sarebbe stato ideato dai russi per il G20, così come soffiato ad alcuni giornali di casa nostra, è di una raffinatezza degna di un’agenzia di investigazioni private di Monza. E gli strumenti che sarebbero stati adoperati, ovvero gadget “abilmente” manipolati, sembrano scelti al negozio per spioni dell’aeroporto di Francoforte.
Mancano solo gli occhiali a raggi “X” che venivano pubblicizzati sul retro delle schedine del Totocalcio trent’anni fa e poi la farsa è completa. Fa tutto un po’ ridere, ma non importa. Quello che veramente importa, quando hai il merdone che ti esplode tra le mani, è una buona azione di “social engineering”. E noi italiani, se chiama lo Zio Sam, siamo sempre molto social.

L’UNIONE EUROPEA PROPONE DI VIETARE IL COMUNISMO

Postato il Venerdì, 01 novembre DI TIM WORSTALL – forbes.com

Sto da sempre affermando che non credo che l’Unione europea sia una buona idea, ma sembra che questa volta siano venuti fuori veramente con un jolly. Stanno proponendo che ci dovrebbe essere una nuova legge sulle libertà civili e che questa legge dovrebbe rendere un reato penale per chiunque il proporre o promuovere il comunismo. Il che è una cosa un po’ strana per un programma di libertà civili, ma ciò sembra proprio quello che stanno facendo.
UN QUADRO EUROPEO DI STATUTO NAZIONALE PER LA PROMOZIONE DELLA TOLLERANZA
Cosi lo chiamano e può essere scaricato qui. Questo viene dalle elucubrazioni del Consiglio europeo sulla tolleranza e la riconciliazione.
Ora, questo potrebbe, a prima vista, sembrare come la solita lista dei desideri della sinistra sui diritti umani, ma dateci un’occhiata più da vicino:

Sezione 2. Scopo

Lo scopo di questo statuto è quello di:
(a) promuovere la tolleranza all’interno della società senza indebolire i legami comuni che legano insieme questa singola società.
(b) favorire la tolleranza tra le varie società.
(c) Eliminare i crimini d’odio come definiti nella sezione 1 (c).
(d) condannare tutte le manifestazioni di intolleranza basati su preferenze, fanatismo e pregiudizi.
(e) intraprendere azioni concrete per combattere l’intolleranza, in particolare al fine di eliminare il razzismo, i pregiudizi di colore, la discriminazione etnica, l’intolleranza religiosa, le ideologie totalitarie, la xenofobia, l’antisemitismo, l’anti-femminismo e l’omofobia.

Quella ideologia totalitaria lì. Questo è il comunismo (tra le altre cose) ovviamente. Quindi lo scopo della legge è quello di assicurarsi che il comunismo sia eliminato. Stiamo andando piuttosto bene finora. Poi abbiamo un’altra sezione:

Sezione 7. Sanzioni penali

(A) I seguenti atti saranno considerati reati punibili come reati aggravati:
(i) i crimini d’odio come definiti nella sezione 1 (c).
(ii) l’incitamento alla violenza contro un gruppo come definito nella sezione 1 (a).
(iii) la diffamazione di gruppo come definito nella sezione 1 (b).
(iv) la palese approvazione di una ideologia totalitaria, la xenofobia e l’antisemitismo.
(v) l’approvazione pubblica o la negazione dell’Olocausto.
(vi) l’approvazione pubblica o la negazione di qualsiasi altro atto di genocidio la cui esistenza è stata determinata da una corte penale internazionale o da un tribunale.

La palese approvazione di una ideologia totalitaria sarà un reato penale. In effetti punibile come un reato aggravato. Così chiunque dirà, beh, sai, penso che Trotsky avrebbe potuto essere qualcosa di buono, ora potrà essere incarcerato. Cosa che sicuramente renderà lo studio della politica più interessante. Qui nella Repubblica Ceca il Partito Comunista ha appena ottenuto il 17% dei voti alle elezioni: saranno tutti rinchiusi in prigione. Ci sono anche alcuni deputati comunisti nel Parlamento europeo e sarà interessante vedere se lo voteranno questo. E c’è di più in questa legge:

Si deve comprendere che la “diffamazione di gruppo” potrebbe apparire come volta a membri del gruppo in un tempo diverso (un’altra epoca storica) e luogo (al di là dei confini dello Stato).
Quindi, chi ha mai sostenuto che Stalin aveva alcune buone idee potrà anche lui essere incarcerato. E devo ammettere che mi porterò i palloncini del partito quando porteranno via Danny Cohn-Bendit ai sensi di questa legge.
Purtroppo questa proposta di legge non è tutta divertimento e giochi con i comunisti. In realtà è uno dei pezzi più illiberali della legislazione che nessun totalitario di ogni tempo abbia mai proposto finora. Perché quello che realmente propone è che la libertà di parola di tutti sul continente europeo sarà limitata a ciò che alcuni benpensanti penseranno che sarà consentito come libertà di parola alla gente. Il che non è davvero il punto di tutto ciò. Ad esempio, questa piccola nota esplicativa:

Non vi è alcun bisogno di essere tolleranti con gli intolleranti. Questo è particolarmente importante per quanto riguarda la libertà di espressione: questa libertà non deve essere abusata per diffamare altri gruppi.

Beh, sì, vi è davvero una necessità di essere tolleranti verso gli intolleranti. L’intero punto di questa libertà e di questa beffa di libertà è che tutti noi facciamo il fatto nostro, diciamo quello che vogliamo e con questo diritto viene anche il dovere di assumerne le conseguenze. Quando si ha la libertà di parola questo significa che nessuna diffamazione e nessun incitamento alla violenza immediata e’ permesso e tutto il resto si può dire e fare per accontentare il proprio cuore.
Ecco dove avremmo potuto prendere proficuamente in prestito qualcosa dal regime costituzionale di un altro paese:
Il Congresso non farà leggi per l’istituzione di religione, o per proibire il libero esercizio di essa, o che limiti la libertà di parola, o di stampa, o il diritto del popolo di riunirsi pacificamente e di presentare una petizione al governo per la riparazione di ingiustizie.
Questo avrebbe messo fine a questa sorta di sciocchezze.

Tim Worstall
Fonte: www.forbes.com
Link: http://www.forbes.com/sites/timworstall/2013/10/30/the-european-union-proposes-to-ban-communism/
30.10.2013

Traduzione di un lettore per www.comedonchisciotte.org