Bretagna – La nuova rivolta dei “berretti rossi”

Il Tir de France

Dalla Bretagna è partita la rivolta contro la tassa voluta da Hollande sui trasporti su gomma in favore di quelli marittimi o su rotaia. Il sindacato e l’estrema sinistra guidano la lotta: i temi ecologici non tirano più?

Negli ultimi giorni gli animi si sono alquanto scaldati in Bretagna per l’introduzione dell’écotaxe, una nuova tassa che verrà applicata sui mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate che percorreranno le strade francesi a partire dal 1 gennaio 2014. L’idea di base è quella di tassare i proprietari dei mezzi pesanti e spingere il trasporto di beni il più lontano possibile dalle strade, a vantaggio della viabilità e delle casse delle Stato che deve occuparsi della manutenzione del manto stradale, favorendo così il trasporto ferroviario, fluviale o marittimo. La tassa verrà applicata a tutti quei mezzi, indipendentemente dalla nazionalità, che transitano su strade pubbliche francesi, non a pagamento.

Eppure i Bretoni proprio non ci stanno, e per diverse ragioni. La Bretagna è una regione in cui il settore agro-alimentare è prevalente, un settore che è già stato fortemente affossato dalla crisi economica e questa ulteriore imposta non potrebbe che peggiorare la situazione: in primo luogo perché coloro i quali ne faranno le spese saranno soprattutto i produttori stessi, sui quali i proprietari dei mezzi pesanti si rifaranno per dover mettere mano al portafogli a causa della nuova tassa; in secondo luogo, l’écotaxe penalizza considerevolmente le regioni più periferiche, come appunto la Bretagna, tant’è che i “no” più decisi arrivano proprio dal Finistère, il département più occidentale, e questo perché l’ammontare della tassa verrà calcolato sulla base dei kilometri percorsi e il conto diventerà quindi alquanto salato quando si tratterà di raggiungere grandi centri urbani come Parigi o Lione.

Una doccia fredda per agricoltori e addetti del settore e un’ingerenza che alla maggior parte dei bretoni proprio non piace. Nel corso della giornata di sabato molti manifestanti hanno risposto all’appello del “collettivo per l’impiego in Bretagna” e insieme ad altri con 250 tra camion, trattori e diversi mezzi agricoli si sono dati appuntamento a Pont-de-Buis, luogo in cui l’ultimo rilevatore per il pagamento dell’écotaxe doveva essere installato. La manifestazione ha preso una piega abbastanza violenta e le forze dell’ordine sono dovute intervenire. Bilancio: un manifestante ha perso una mano, un altro è stato gravemente ferito, così come un gendarme e un cameramen dell’emittente France 3. La lotta all’écotaxe ha risuscitato amari dissapori e i manifestanti hanno addirittura indossato dei bonnets rouges (berretti rossi) in ricordo della rivolta contadina dei bretoni nel lontano 1675, quando questi si ribellarono all’aumento delle tasse da parte di Louis XIV e a un Paese del quale si trovavano, più nolenti che volenti, a far parte. L’indipendentismo bretone e il forte senso di appartenenza a questa terra è infatti prerogativa della regione, che da sempre mal sopporta l’ingerenza di uno stato centralista del quale farebbe volentieri a meno e dal quale vorrebbe affrancarsi.

Il presidente Hollande si è trovato così con questa patata bollente tra le mani, eredità dell’era Sarkozy, manifestanti per le strade che hanno dato vita a scene di vera e propria guerriglia, sondaggi che vedono il 74% dei bretoni contrari all’introduzione della tassa, e allora che fare? Meglio temporeggiare. Ed è di qualche ora fa l’annuncio da parte del Primo Ministro Jean-Marc Ayrault della sospensione dell’écotaxe su tutto il territorio francese, per lasciare tempo al dialogo e al confronto sull’argomento.

Ma la collera bretone non si placa, tant’è che sono particolarmente dure le parole di Nadine Hourmant, delegata sindacale di Force Ouvrière, (sindacato considerato finora vicino al Partito Socialista di Hollande, NdR), che invita il primo ministro a cercare nel dizionario francese la lettera A, ossia quella di “Annullazione”. Questo è quello che si richiede, insieme a politiche concrete sul territorio bretone che possano salvare il settore agro-alimentare e l’equilibrio di un sistema economico già fortemente compromesso.

“Ça ne souffira pas”. La Bretagna ha detto no.

2 Novembre 2013

Elisa Campana

http://www.succedeoggi.it/2013/10/il-tir-de-france/

Bretagna – La nuova rivolta dei “berretti rossi”ultima modifica: 2013-11-03T22:14:48+01:00da davi-luciano
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Un pensiero su “Bretagna – La nuova rivolta dei “berretti rossi”

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