Fukushima, gli esperti chiedono lo stato di emergenza internazionale

28 ott 2013 – SUL TERRITORIO DELLA CENTRALE NUCLEARE DI “FUKUSHIMA-1” NEL GIAPPONE PER DUE VOLTE NEL CORSO DELLA STESSA GIORNATA (18 OTTOBRE) È STATA REGISTRATA UN’IMPENNATA NEL LIVELLO DI RADIAZIONI DEI CAMPIONI DI ACQUE FREATICHE. LA CONCENTRAZIONE DI TRITIO, AD ESEMPIO, SUPERAVA VALORI AMMESSI DI OLTRE SEIMILA VOLTE.

E’ il più serio finora registrato nell’area adiacente la centrale nucleare. Tuttora il problema più acuto a “Fukushima-1” rimane la fuoruscita di acque radioattive. affermano gli esperti.
Il livello molto elevato di radiazione è già stato rilevato in alcune zone nei pressi delle cisterne per lo stoccaggio dell’acqua nella centrale nucleare di “Fukushima”. In generale sul territorio della centrale si sono ammassate centinaia di tonnellate d’acqua con diversi gradi di radioattività. Lo spazio, dove era avvenuta la fusione dell’area attiva del reattore, rimane aperto. Questa zona è raffreddata dall’acqua corrente, spiega Igor Ostrezov, esperto di fisica ed energia nucleare:
L’acqua arriva e va incanalata da qualche parte. Vi hanno messo appositamente un gran numero di contenitori. Li portano in continuazione, riempiono e ora, probabilmente, l’intero spazio è riempito di contenitori. Una grande quantità d’acqua, naturalmente, fuoriesce perché è impossibile versarla tutta nelle cisterne. Recentemente si è verificato un incidente quando gli operai hanno fatto qualcosa storto e c’è stato sversamento d’acqua in grandi quantità. Loro hanno costruito argine di ritenuta di cento metri di profondità, ma le acque freatiche passano anche più profondamente. Perciò tutto si sversa nell’oceano. Non so perché, ma i giapponesi non vogliono adottare serie misure. Il Giappone non riesce semplicemente a controllare la situazione. E dunque bisogna proclamare la situazione d’emergenza a livello internazionale.
La società operatrice Tokyo Electric Power (TEPCO) non è in grado di controllare ciò che sta accadendo nella centrale nucleare, ne è convinto Vladimir Sliviak, co-presidente del gruppo ecologico internazionale “Ecozascita” (Ecodifesa):
In sostanza la società funziona in regime di pronto intervento. Quando succede qualcosa loro cominciano a pensare sul da farsi, ossia in modo univoco non controllano la situazione. Vi può accadere qualsiasi cosa, possono sorgere pure i problemi più gravi di quelli odierni. Un balzo di radiazione – e’ dovuto, più probabilmente, a nuove fuoruscite. In diversi luoghi si ammassa sempre di più l’acqua radioattiva.
La società TEPCO intende continuare i lavori di decontaminazione del terreno per prevenire l’ulteriore impatto della radiazione sulle acque freatiche. Il problema di decontaminazione dell’acqua e del terreno, bonifica di rifiuti radioattivi la grande quantità dei quali si ammassa nelle centrali nucleari è molto complicata come in passato, fa notare Igor Ostrezov:
L’unico metodo è l’evaporazione, ma non è un metodo radicale perché lascia molte rimanenze, ossia non esistono tecnologie assolute. Esistono allo stadio sperimentale tecnologie per la decontaminazione con l’aiuto di acceleratori. Noi stiamo “spingendo” questa causa da tempo.
Gli scienziati vedono la soluzione del problema nello sviluppo della cosiddetta energia a base di torio. Ciò significa la bruciatura di qualsiasi elemento pesante con l’impiego di acceleratore. Si aspetta che le questioni del futuro dell’energia nucleare, alla pari dei problemi della mitigazione delle conseguenze nella centrale nucleare di “Fukushima” saranno discussi alla fine di ottobre alla conferenza internazionale patrocinata dall’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (CERN).

http://italian.ruvr.ru
http://campagnadisobbedienzaciviledimassa.blogspot.it/search?updated-max=2013-10-22T12:27:00%2B02:00&max-results=10&start=20&by-date=false


Bce e tecnocrati minacciano l’Ungheria sovrana

27 ott 2013 – È da tempo ormai che l’Ungheria e il suo premier Viktor Orban, leader della formazione di centro-destra Fidesz, prosegue la battaglia contro i poteri forti e l’usura internazionale per dar vita a uno Stato magiaro pienamente sovrano, ma a molti questo non piace, anzi li preoccupa enormemente.
Sì, perché nel cuore d’Europa, una nazione come quella magiara che ha il coraggio di rispondere per le rime agli eurocrati e ai banchieri non è assolutamente gradita. Dopo gli attacchi al fiorino ungherese venuti dagli speculatori internazionali sui mercati, dalle banche nazionali e non, e ancora dalla Commissione europea, ora non poteva mancare quella della Banca centrale europea, addirittura nella persona del governatore Mario Draghi.

Del resto le misure economiche attuate dal governo Orban sono in controtendenza rispetto al pessimo andazzo generale dove vige il più atroce e spietato iperliberismo. E allora cosa ha fatto Draghi? Ha pensato “bene” di ammonire l’Ungheria affinché non costringa le banche magiare ed estere a convertire i prestiti in valuta estera in fiorini. In parole povere il sostegno che Orban ha voluto garantire alle famiglie con mutui a carico deve essere vanificato poiché gli unici che devono arricchirsi sono i più ricchi ovvero le banche. È simpatico vedere come un banchiere obblighi gli altri popoli al rispetto della speculazione decisa dagli istituti di credito. Insomma le famiglie ungheresi dovrebbero garantire tanti quattrini alle banche con i mutui in fiorini, rischiando così di finire sul lastrico in una fase tanto difficile dal punto di vista economico come l’attuale, laddove in tutta Europa vige l’austerità e con essa la recessione.

Ma torniamo alla Banca centrale europea e alle dichiarazioni di Draghi. La notizia riportata sopra è stata annunciata dal sito internet del quotidiano austriaco Der Standard, sottolineando che l’informazione proviene direttamente dal governatore della Banca centrale austriaca Ewald Nowotny. Per cui, stando a queste notizie trapelate attraverso Nowotny, Draghi sta facendo pressione sull’Ungheria proprio nell’ambito dello European Systemic Risk Board, l’organizzazione che prende in carico i fattori d’instabilità del sistema bancario europeo.

Un tema, quello monetario della nazione magiara, molto caro al governo e alle banche austriache che avendo molti interessi in Ungheria temono di dover rimetterci un po’ di “spiccioli” con il braccio forte in corso con Orban e il suo coraggioso esecutivo. L’Austria è particolarmente preoccupata per le ricette economiche adottate dal governo ungherese, per alleviare il carico monetario sulle esili spalle delle famiglie magiare, ha adottato delle norme per favorire la conversione dei mutui e dei prestiti in fiorini dalle valute estere in cui sono stati contratti in un momento in cui il rapporto di cambio con la moneta magiara era migliore, ovvero prima della tempesta finanziaria scatenata sui mercati da alcuni mesi a questa parte. Da quando in pratica Orban si è messo in testa di garantire la sovranità nazionale magiara da qualsiasi ingerenza dell’economia sulla politica.

Una decisione, questa, che solo in pochi hanno avuto il coraggio di compiere nella storia degli ultimi due secoli, con i risultati finali che conosciamo benissimo: attacchi premeditati sul piano economico e militare; pretesti per far scoppiare conflitti con questi Paesi che non cedono all’usura; accuse di tirannia diffuse a livello internazionale; sostegno all’opposizione interna al soldo dei nemici della madrepatria. Strategie che hanno portato alla distruzione completa della sovranità nazionale e del socialismo di popolo realizzato da governanti e uomini politici valorosi e indomiti.

http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2013/10/25/bce-e-tecnocrati-minacciano-lungheria.html


Le politiche di austerità imposte dalla Troika europea mettono in ginocchio l’Italia: record debito pubblico e fuo ri dal G8.

di Italo Romano
Alla fine i nodi vengono al pettine. Le politiche di austerità, come ampiamente preannunciato dai massimi economisti mondiali, sono state un flagello per l’assetto socio-economico italiano.
Il debito pubblico italiano continua a salire sia in termini assoluti che in punti percentuali di Pil: nel secondo trimestre 2012 era di 1.982.898 milioni di euro, pari al 125,6% del pil, nel primo trimestre di quest’anno era di 2.035.833 milioni, al 130,3%, mentre nel secondo trimestre è arrivato a 2.076.182 milioni, ovvero è stata raggiunta la cifra record di 133,3%.
E’ il secondo debito pubblico Ue più alto dopo la Grecia (169,1%) e con uno dei maggiori incrementi tra primo e secondo trimestre di quest’anno.
Almeno, stando ai dati diffusi da Eurostat.

Inoltre, l’Italia esce dal G8, il club degli otto Paesi più industrializzati ed economicamente rilevanti del mondo.
Dopo la Cina nel 2000 e il Brasile nel 2010, quest’anno spetta alla Russia il grande sorpasso. L’Italia scivola, così, al nono posto per Prodotto interno lordo (Pil), partecipe del G8 per lignaggio politico ma fuori per dimensioni del fatturato, peso economico e capacità di proiettarlo nel mondo.

La caduta rischia però di non arrestarsi. Alle tendenze attuali fra non oltre cinque anni l’Italia sarà fuori anche dai primi dieci, scavalcata da Canada e India e relegata all’undicesimo posto; quello per il quale oggi competono Spagna e Corea del Sud.

I dati del Fondo monetario mostrano che dal 1980 la Cina è cresciuta di 29 volte, l’India di 9, gli Stati Uniti di 5,8. L’Italia in questo è in linea con Francia, Germania o Gran Bretagna: negli ultimi 40 anni la sua economia si è moltiplicata circa per quattro.

Quando nel 2014 l’Italia farà un altro turno di presidenza dell’Unione europea, continuerà a partecipare al G8 con una piccola differenza, resteremo tra gli otto grandi solo per tradizione, si potrebbe dire, ma non certo dimensioni del fatturato e peso economico.

L’Europa, l’euro e l’usura mondiale stanno affondando il vecchio continente. Il capitale si rigenera e mette radici laddove la schiavitù è già formalmente legalizzata, o mai stata dichiarata tale.

Il Paese sta per essere smantellato. Saremo “usati” solo come una portaerei dagli Stati Uniti e uno scalo di transito per la manodopera a basso costo, una sorta di “via degli schiavi”, di cui necessita la dittatura del capitale mondialista.

Tutto ciò avviene mentre in Italia si parla “magicamente” di altro.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=17346


MBST, la tecnologia che evita farmaci boicottata anche in Abruzzo

09 Novembre 2012 – Categoria: Notizie

L’MBST, ovvero la Tecnologia Rigenerativa a Risonanza Magnetica Nucleare, è un recente brevetto tedesco che, grazie al “principio attivo” della Risonanza Magnetica Nucleare, opportunamente modificata e depotenziata, riesce a stimolare la nuova produzione, da parte dei condrociti, di nuova cartilagine e viene quindi utilizzata per la gestione definitiva dei problemi artrosici, dell’osteoporosi, osteopenia e osteonecrosi. La macchina, sostanzialmente, riesce a magnetizzare le cellule del corpo e a farle rigenerare. I condrociti sintetizzano la cartilagine guarendo, quindi l’artrosi e gli osteoblasti rigenerano l’osso e riescono a guarire l’osteoporosi. Davanti a tale possibilità offerta dalla scienza il mondo politico, le istituzioni e i soggetti privati, interessati ad investire in ricerca e innovazione dovrebbero, quantomeno, studiare l’argomento cercando, allo stesso tempo, di fornire un percorso pratico affinché tale metodologia possa, nel più breve tempo possibile, essere utilizzata anche in Italia. Tale metodo porterebbe ai pazienti benefici enormi: un abbattimento sostanziale dell’economia di gestione di tutta l’interventistica pre/post/peri-chirurgica ortopedica quindi dei  costi delle protesi, degli interventi operatori, della riabilitazione post-chirurgica e dei farmaci antidolorifici/antinfiammatori. Insomma, in un momento storico ed economico infelice come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da “Spendig Review” in tutti i settori e in particolare quello sanitario, da tagli lineari sugli ospedali, sull’assistenza di base e alle persone diversamente abili, su un capitolo di spesa rilevantissimo come quello delle ARTROPROTESI, ciò sarebbe una manna dal cielo per le economie dello Stato. Nei paesi nei quali questa metodica é utilizzata regolarmente (in primis la Germania, con i suoi 300 centri, e poi l’Austria, l’Inghiterra, la Tuchia, lo stato di Israele, etc.), il SSN viene “integrato” da questi nuovi sistemi con benefici a ricaduta, addirittura, oltreché sui cittadini, sulla pressione fiscale “sanitaria”: è bene ricordare, infatti, che le protesi mediche, solo in apparenza non vengono pagate dal cittadino e/o dal paziente ma rientrano nel sistema fiscale compensativo e vengono pagate attraverso il sistema di tassazione diretta. L’utilizzo anche in Italia, infine, di queste nuove tecnologie, oltre a fornire migliorie sulla cura del paziente (come é possibile evidenziare con gli studi effettuati e i case-report pubblicati a livello internazionale), darebbe una sostanziale quanto benefica sforbiciata a tutti costi dei vari presìdi medici utilizzati in sanità pubblica. Perché la politica è in stand-by su questo argomento? Vuoi vedere che forse ci sono troppi interessi di mezzo e accordi con aziende farmaceutiche e di protesi che potrebbero saltare? Pare proprio di sì in quanto i vari importatori di presidi medico-chirurgici in Italia sono d’accordo nel gonfiare i prezzi in maniera notevole. Alberto Bencivenga, specialista in chirurgia generale all’ospedale di Roma e Firenze, racconta che:«una placca a T da osteosintesi per chirurgia della mano che in Svizzera, dove è prodotta, costa, al minuto, 14 franchi e 70 centesimi (quindi meno di 10 Euro) che ho, usata tempo fa qui a Roma per una rizartrodesi con una tecnica da me inaugurata e pubblicata nel 1977, ci è stata fatturata da un fornitore ben 600 Euro. Recentemente, ad una casa di cura che conosco bene, per un trapano da ossa che in Svizzera si acquista a 7.000 franchi, è stato fatto un preventivo di 40.000 (sì, quarantamila!) euro!». Bencivenga spiega anche come tutto questo si possa ripercuotere sulle tasche dei cittadini:«Sistema Sanitario Nazionale non paga le case di cura e gli ospedali a piè di pagina, ma a forfait, cioè a cifre prefissate per ciascuna patologia, è ovvio che, per rientrarci con le spese, gli amministratori sono costretti in tutti i modi a risparmiare il più possibile sugli acquisti. Questo fa sì che, anche chirurghi aggiornati e competenti, quando si tratta di impiantare, per esempio, una protesi d’anca, sono spesso costretti ad usare protesi obsolete, che, se le usassero in Germania, in Svizzera o in Kenya, li porterebbero in tribunale». Cosa fare quindi? «una semplice leggina che vietasse di vendere in Italia presidi medico-chirurgici importati dall’estero ad un prezzo superiore a quello al minuto praticato nel paese di produzione, aumentato soltanto delle documentate spese di importazione, pena 5 anni di prigione ed il rimborso al Sistema Sanitario Nazionale delle cifre illegalmente lucrate in eccesso risolverebbe immediatamente il problema». La questione appare chiara quindi: tanti interessi, tante lobby di conseguenza poca apertura al mercato e al cambiamento. In Abruzzo il dottor Danilo Tenaglia, Terapista Manuale e Posturologo, ha creato un Centro Etico di eccellenza Educativo – Riabilitativa. Il Centro dispone della sezione MBST che, attualmente, non è riconosciuta dal SSN. Pare strano ancor di più se scopriamo che il Centro è stato finanziato dalla Regione Abruzzo con 35.000 euro di fondi pubblici proprio perché ritenuto Centro d’avanguardia. Non si capisce quindi perché, dopo innumerevoli richieste di contatto con l’ente regionale, il dottor Tenaglia, ad oggi, non abbia ancora ottenuto una risposta esauriente dall’assessore competente in merito all’utilizzo, seppur in maniera sperimentale, del sistema a livello regionale.  Non sappiamo se l’utilizzo di tale metodo abbia potuto evitare la chiusura di qualche ospedale abruzzese, certo è che avremmo potuto dare, a livello regionale, un servizio di eccellenza senza continuare a sperperare denaro pubblico. Vuoi vedere che anche in questo caso le lobby abruzzesi tengono sotto scacco qualche settore politico?

di Antonio del Furbo
http://www.zonedombratv.it/news/324-mbst-la-tecnologia-che-evita-farmaci-boicottata-anche-in-abruzzo


Risorse: si riprendono mentre torturano e scuoiano gattino – FOTO INGUARDABILE

è questo l’umano? A qualsiasi latitudine. La foto al link

27-10-2013
Quella che vi mostriamo è una foto scioccante, inguardabile tanta è la ferocia, la ‘allegra ferocia’ di chi ha compiuto questo gesto. Ed è proprio nella inconsapevolezza della propria brutalità che riposa la pericolosità di alcune popolazioni umane. Non sono ‘cattivi’ perché intelligenti, sono feroci perché non abbastanza consapevoli di quello che fanno: è la ‘ferocia’ dei bambini.

La foto sembra venire dal multietnico Brasile. Evidentemente non è il luogo geografico a fare l’individuo, ma la sua natura, se nemmeno dopo secoli di convivenza con gli europei, alcune popolazioni si sono civilizzate.

E ripetiamo, non è tanto l’atto in sé, per fame sarebbe comprensibile, ma l’oscena ‘gioia’, che evidenzia una natura che dobbiamo temere.

LA FOTO E’ MOLTO IN BASSO, SI AVVISA I LETTORI CHE LA VISIONE E’ AGGHIACCIANTE

http://voxnews.info/2013/10/27/agghiacciante-si-riprendono-mentre-torturano-e-scuoiano-gattino-foto-inguardabile/


Missili aria-aria che colpiscono indietro.

La Cina ha deciso di acquistare i caccia Su-35 dalla Russia perché sono in grado di lanciare missili verso l’indietro, secondo il Colonnello Wu Guohui, professore associato alla National Defense University di Pechino.
I missili russi R-73M2 e R-74ME, quello statunitense AIM-9X e quello cinese PL-10 possono tutti essere lanciati contro aerei nemici che si trovano al tergo del velivolo che li lancia, secondo il Quotidiano del Popolo. Il missile ha un “cono” sopra il motore a razzo e pinne modificate per evitare problemi di instabilità mentre vola brevemente all’indietro dopo il lancio. La nascita dei missili lanciati all’indietro ha cambiato il concetto di guerra aerea, secondo Wu. Nei normali combattimento aria-aria, un caccia deve abbattere il nemico di coda. Con missili lanciati all’indietro e il sistema retrovisore di visualizzazione montato sul casco, i piloti da caccia in futuro potranno attaccare il loro obiettivo dritto sulla parte anteriore. La Cina non ha ancora un proprio caccia in grado di lanciare missile all’indietro durante i combattimenti. I Su-35 saranno adottati dalla PLA Air Force per aiutare i piloti e l’industria aeronautica a prendere confidenza con la nuova modalità di combattimento. In futuro, la Cina potrà apportare le proprie modifiche al modello del Su-35.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com