A PROPOSITO DEL PD

di Paolo Cardenà- Quelli del Pd hanno la sconfitta nel sangue, nel Dna. Se si dovessero presentare all’ippodromo e scommettere su una corsa, dove a correre fosse un solo cavallo, sono sicuro che riuscirebbero ad arrivare secondi. Magari perché il fantino arriva prima del cavallo...

Nella situazione attuale, con un “centrodestra” vittima di profonde divisioni e ormai orfano della leadership di Berlusconi, il Movimento 5 Stelle che, nonostante l’impegno,la maggior parte dei presenti in parlamento, non brillano affatto in termini di capacità e proposte concrete, il PD sarebbe dovuto essere un partito al 45% del consenso elettore, o forse oltre.

Tanto più se si considera che, geneticamente, questo partito dovrebbe interpretare e difendere al meglio le ragioni di coloro che, loro stessi, considerano la catena debole della società, e interpretare al meglio le difese e le ragioni di costoro. Quindi, quale occasione migliore per far breccia tra i milioni di disoccupati, cassaintegrati, tra gli altri milioni di inoccupati che hanno rinunciato a cercare un lavoro, o tra i milioni di persone che sono costrette all’emarginazione sociale, se non alla fame?

Ma così non è.
Il Pd, non comprendendo il malcontento, né il dramma sociale che sta investendo questo paese disgraziato, non riesce ad intercettarne nemmeno il consenso in termini elettorali.

Perché, vi chiederete. La risposta è semplice da trovare: il PD non è un partito di sinistra. Sia ben chiaro: non è neanche un partito di centro e neanche un partito di destra. Il Pd è nulla di tutto questo. Il PD è caos, irrazionalità, mercantilismo, parassitismo, corporativismo, lobbismo, clientelismo. Insomma, è tutto tranne che un partito.
Per i molti amici che seguono questi pixel e verso i quali nutro sentimenti di profonda considerazione e amicizia, con il massimo rispetto nei confronti della vostre posizioni e della simpatia che nutrite verso questo partito, senza alcun dubbio e senza reticenza alcuna, posso dirvi che state spendendo le vostre capacità e la vostra buonafede a favore di un partito che non vi merita.
Che non merita la vostra considerazione, i vostri riguardi, il vostro credo politico e il vostro voto. Perchè? Per il semplice motivo che il Pd ha avuto il coraggio di vendervi. E lo ha fatto innumerevoli volte.
Solo per citare qualche esempio:
Vi ha venduto sponsorizzando la peggiore finanza italiana: la più marcia e indegna a livello planetario. A questi capitani di (s)ventura, proprio quelli del PD, hanno consentito di mettere le mani su aziende strategiche, comprate a debito con veicoli societari di discutibile trasparenza, spolpate negli asset più strategici e redditizi e poi, una volta esaurito il valore, gettate in mezzo alla strada insieme alle decine di migliaia di occupati. E i sindacati? Silenzio assoluto, poiché collusi e conniventi sia con il partito che con i poteri forti.
Vi ha veduto e continua a farlo sposando a piena mani l’ortodossia criminale di un manipolo di tecnocrati europei, che impongono all’Italia politiche di austerità proprio al fine di confinare gli squilibri determinati dalla moneta unica. E lo stanno facendo proprio sulle spalle del segmento più debole della popolazione: le piccole aziende, e gli operai.

Come? Creando più disoccupazione: in modo che, per effetto della legge della domanda e dell’offerta, i salari possano appiattirsi verso livelli più bassi, conferendo maggiore competitività a favore del sistema italia. Ma attenzione! I salari che tendono ad abbassarsi, non sono quelli dei milioni di dipendenti pubblici, ancora tutti occupati, la maggior parte dei quali enorme bacino di voti per la casta che sta imponendo queste politiche. Sono solo quelli dei lavoratori privati, cioè i vostri.

Per loro siete stati e sarete solo merce da vendere.
E se non ci credete, basta che osserviate il servilismo con il quale i leader italiani si genuflettono al cospetto dei tecnocrati europei. Solo che, ogni volta che si chinano, dovreste pensare che il culo che sporge da dietro è quello degli italiani.
Pubblicato da Paolo Cardenà a 14:47
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HAARP – Un sistema di armamenti con effetti devastanti sul clima

Posted By Redazione On 14 ottobre 2013

Fonte: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-%2F%2FEP%2F%2FNONSGML+REPORT+A4-1999-0005+0+DOC+PDF+V0%2F%2FIT

Il 5 febbraio 1998 la sottocommissione “Sicurezza e disarmo” del Parlamento europeo tenne  un’audizione in cui si parlò anche di HAARP. Benché invitati, i rappresentanti della NATO e degli USA preferirono non partecipare. La commissione deplora che gli USA non abbiano inviato nessuno all’audizione e non abbiano approfittato dell’occasione per commentare il materiale presentato(24).
HAARP, il programma di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza (High Frequency Active Auroral Research Project) è condotto congiuntamente dall’aeronautica militare e dalla marina militare americane e dall’Istituto di geofisica dell’Università dell’Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi vengono condotti addirittura in Norvegia, probabilmente in Antartide, ma anche nell’ex Unione Sovietica(25). HAARP è un progetto di ricerca in cui, attraverso impianti basati a terra e una serie
di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera(26). L’energia così generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti artificiali.
Lo HAARP può essere impiegato per molti scopi. Manipolando le proprietà elettriche dell’atmosfera si diventa in grado di porre sotto controllo forze immani. Facendovi ricorso quale arma militare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per il nemico. Attraverso HAARP è possibile convogliare in una zona prestabilita energia milioni di volte più intensa di quella che sarebbe possibile inviare con qualsiasi altro trasmettitore tradizionale. L’energia può anche essere indirizzata verso un obiettivo mobile, per cui si potrebbe applicare anche contro i missili del nemico. Il progetto consente anche di migliorare le comunicazioni con i sommergibili e di manipolare la situazione meteorologica globale. Ma è possibile anche il contrario, cioè disturbare le comunicazioni. Manipolando la ionosfera è possibile ostacolare le comunicazioni globali facendo però arrivare a destinazione le proprie. Un’altra applicazione del sistema è quella di scandagliare a raggi X la terra per vari chilometri di profondità (con un’apposita tomografia a effetto penetrante) per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche attrezzature militari sotterranee. Radar in grado di vedere oltre l’orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza sono un’altra delle applicazioni del sistema HAARP. Ciò consente di individuare gli oggetti in arrivo da dietro la curvatura del pianeta.
A partire dagli anni ’50 gli Stati Uniti hanno effettuato esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen(27) per sondare gli effetti delle esplosioni atomiche ad un’altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Esse crearono nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra(28) Articolo 1.DOC_ITRR370370003 PE 227.710/def. – 22 – il Polo Nord. Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Il campo magnetico terrestre può essere distrutto in vaste aree impedendo le comunicazioni via radio. Secondo scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni prima che la fascia di Van Allen si stabilizzi nella sua posizione normale.

Il sistema HAARP può provocare mutamenti delle costanti meteorologiche. Esso può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica.
Un’ulteriore seria conseguenza del sistema HAARP sono i buchi ionosferici causati dalle potenti onde radio inviate. La ionosfera ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo. Si spera che i buchi giungano a riempirsi nuovamente, ma le esperienze compiute con i mutamenti dello strato di ozono puntano in direzione contraria. Ciò significa che esistono buchi non indifferenti nella fascia protettiva della ionosfera.
A causa delle sue notevoli ripercussioni sull’ambiente, HAARP è una questione che riguarda tutto il mondo e bisogna anche chiedersi se i vantaggi di sistemi del genere controbilancino effettivamente i rischi. Le conseguenze ecologiche ed etiche vanno analizzate approfonditamente prima di qualsiasi altra ricerca e sperimentazione. HAARP è un progetto quasi totalmente sconosciuto all’opinione pubblica, ed è importante aumentare la consapevolezza di quest’ultima in proposito.
HAARP è il proseguimento di cinquant’anni di ricerca spaziale intensiva di chiaro stampo militare, portata avanti anche nel quadro delle “guerre stellari” per il controllo delle fasce più alte dell’atmosfera e delle comunicazioni. Tale ricerca va considerata seriamente nociva per l’ambiente,con conseguenze incalcolabili per la vita umana. Nessuno è oggi in grado di dire con sicurezza quali possono essere le conseguenze di HAARP. La cultura della segretezza nell’ambito della ricerca
militare dev’essere combattuta. E’ necessario promuovere il diritto alla trasparenza e alla verifica democratica dei progetti di ricerca militari, come pure il controllo parlamentare.
Tutta una serie di atti normativi internazionali (“Convenzione sul divieto dell’utilizzo a scopi militari o ad altri scopi ostili delle tecniche di modificazione dell’ambiente”, “The Antarctic Treaty”, “Trattato recante principî per il comportamento degli Stati nell’esplorazione dello spazio esterno, compresi la luna e gli altri corpi celesti” e la Convenzione dell’ONU sulle leggi del mare) fanno risultare HAARP assai dubbio non soltanto dal punto di vista umano e politico, ma anche da quello giuridico. Il trattato sull’Antartide prevede che l’Antartide possa essere utilizzata unicamente a scopi  pacifici(28). Ciò potrebbe anche significare che HAARP rappresenta una violazione del diritto internazionale. Tutte le conseguenze dei nuovi sistemi di armamenti devono essere valutate da organismi internazionali indipendenti. Vanno inoltre elaborati altri accordi internazionali tesi a proteggere l’ambiente da inutili devastazioni in caso di guerra.
 http://www.stampalibera.com/?p=67305


BCE = soggetto sovranazionale e extraterritoriale, sottratto ad ogni controllo e governo democratico

Posted By Redazione On 14 ottobre 2013

C’è da domandarsi se qualcosa è cambiato con l’ingresso dell’Italia in Europa. Ad un analisi approfondita, però, si scopre che non è cambiato quasi nulla. Le anomalie sono addirittura maggiori. Vediamole. I° Anomalia Il 7 febbraio 1992 Giulio Andreotti come Presidente del Consiglio assieme al Ministro degli Esteri Gianni de Michelis e il Ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore di Banca d’Italia) firmano il Trattato di Maastricht6. Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e la Banca centrale europea (BCE) sono stati istituiti dal Trattato di Maastricht. Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell’Unione europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.La BCE, proprietà delle banche centrali, le quali ne sono azioniste, è un soggetto privato con sede a Francoforte. Inoltre, ex art. 107 del Trattato di Mastricht, la BCE è esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea. Tale previsione fa si che la BCE sia una sorta di soggetto sovranazionale ed extraterritoriale.

II° Anomalia Le banche centrali nazionali sono le sole sottoscrittrici delle quote del suo capitale. Vediamo allora chi sono i soci della BCE I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE) Banca Nazionale del Belgio (2,83%) Banca centrale del Lussemburgo (0,17%) Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) Banca d’Olanda (4,43%) Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca nazionale d’Austria (2,30%) Banca della Grecia (2,16%) Banca del Portogallo (2,01%) Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%) Banca della Francia (16,52%) Banca Centrale di Svezia (2,66%) Banca Centrale d’Irlanda (1,03%) Banca d’Inghilterra (15,98%) Banca d’Italia (14,57%) Come si può notare dallo schema vi sono , tra i sottoscrittori della BCE, tre stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei paesi dell’euro. Anche in questo caso, dalle anomalie ora sottolineate si evince come, nella sostanza, l’Italia abbia ceduto la sua sovranità monetaria ad un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale sottratto ad ogni controllo. Tale situazione anomala è stata oggetto, da parte di diversi cittadini, di azioni civili e penali contro la Banca d’Italia. Alcune cause sono ancora in corso, altre si sono già concluse. In un caso, un giudice di pace di Lecce, ha dato ragione ad un cittadino, che aveva denunciato questo stato di cose, condannando la Banca d’Italia a restituirgli il c.d. “ reddito da signoraggio” (sentenza n. 2978/05 emessa a Lecce). La sentenza afferma che la Banca d’Italia (che ricordiamo è al 95% in mano a privati) si è appropriata indebitamente di una somma enorme, pari a 5 miliardi di euro solo tra gli anni 1996-2003 sotto la voce “reddito da signoraggio”. La Banca d’Italia, avverso tale sentenza, ha fatto ricorso in Cassazione. Il 21 luglio 2006 con la sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della Cassazione hanno accolto il ricorso di Banca d’Italia sostenendo che: “la pretesa del cittadino nei confronti dell’istituto di emissione esula dall’ambito della giurisdizione, sia essa quella del giudice ordinario, sia del giudice amministrativo, in quanto al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”. In sostanza la Corte di Cassazione ha detto che il problema della politica monetaria non è sindacabile dal giudice, e quindi, quand’anche da tale politica il cittadino riceva un danno, non ha tutela giurisdizionale. A questo punto allora dobbiamo porci queste domande.
1) E’ possibile che non esista un interesse protetto del cittadino a che gli atti compiuti dallo Stato assumano o non assumano un determinato contenuto?
2) E se lo Stato, nell’esplicare le proprie funzioni sovrane, viola un diritto dei cittadini arrecando un danno alla popolazione, è possibile che il cittadino non possa far nulla, neanche adire gli organi giudiziari?
Per rispondere alla domanda dobbiamo analizzare il problema alla luce dei principi posti dalla Costituzione.

Di: Solange Manfredi
Pubblicato da Imola Oggi [2]ECONOMIA [3],
 http://www.stampalibera.com/?p=67312


Rifiuti e servizi insieme sulla casa si paga la Trise

15/10/2013 – retroscena

La nuova tassa sulla casa coprirà insieme raccolta rifiuti e servizi come l’illuminazione delle strade
Spazzatura più cara: la tariffa dovrà coprire per intero i costi di raccolta
paolo russo
roma

Alla fine il ballo del mattone ha partorito la Trise, traducibile in Tassa rifiuti e servizi, che farà un sol boccone di un tris di imposte, mandando in soffitta Imu sulla prima casa, Tares sui rifiuti e la tanto annunciata service tax, che nelle aspettative almeno di un’ala del Pd avrebbe dovuto reintrodurre una progressività dell’imposta immobiliare rispetto al reddito. Una specie di “patrimonialina” della quale invece non c’è più traccia nella Trise, che come si legge nella bozza della Legge di stabilità «si articola in due componenti: la prima a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti solidi urbani (Tari); la seconda, a fronte dei costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni (Tasi)».
I due spezzoni dell’imposta si pagheranno insieme. Probabilmente in quattro rate a gennaio, aprile, settembre e dicembre, anche se nella bozza i termini di pagamento non sono ancora specificati. Ma cosa si pagherà? Partiamo dai rifiuti. Le tariffe saranno fissate dai comuni ma dovranno in ogni caso coprire totalmente il costo del servizio smaltimento rifiuti. Cosa che con l’attuale imposta non avviene. Ergo in parecchi comuni si pagherà di più. Anche se, è bene dirlo subito, nel complesso la Trise costerà circa 2,3 miliardi in meno di Imu e Tares sui rifiuti sommate insieme perché 2 miliardi sono stati coperti dal Governo. La componete rifiuti sarà dovuta anche dagli inquilini e i comuni, in base al principio «chi inquina paga» sancito da una direttiva europea, potranno anche commisurare la tariffa alle quantità e tipologie di rifiuti prodotti. Ossia far pagare di più le famiglie numerose o chi svolge attività che producono parecchi rifiuti, come la ristorazione. «Nella modulazione della tariffa – è scritto nel testo – sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche». La Tasi diventa poi mini se il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto o è interrotto per motivi sindacali. In questi casi si deve solo il 20%. Sconti sono previsti anche per case abitate da single, o da persone che ci vivono per periodi inferiori a sei mesi l’anno e per i fabbricati rurali ad uso abitativo.
La Tasi sui servizi indivisibili, cose come illuminazione e strade, sarà dovuta dai proprietari e da una quota tra il 10 e il 30% anche dagli affittuari. La decisione spetterà ai Comuni che potranno stabilire anche quale base imponibile utilizzare per far pagare l’imposta. Nelle grandi città si pagherà quasi sicuramente l’1 per mille della rendita catastale rivalutata del 65%, così come per l’Imu. Questo perché in media nei centri maggiori le rendite sono più alte. Nel piccoli comuni si pagherà probabilmente minimo un euro al metro quadro. Le amministrazioni locali potranno poi decidere se esentare completamente o meno le prime case dalla Tasi, che di fatto per le abitazioni principali sostituisce l’Imu. I comuni potranno aumentare tanto l’1 per mille che l’euro al metro, ma c’è una clausola di salvaguardia per i contribuenti, dove è previsto che il gettito Tasi e Imu non deve eccedere l’aliquota massima di quest’ultima maggiorata dell’uno per mille, ossia non deve varcare la soglia del 7 per mille quando l’imposta grava sulla prima casa e del 11,6 per mille sulle seconde. Il servizio politiche del territorio della Uil ha fatto a caldo delle simulazioni e per un appartamento signorile classificato in A2 di 80mq la quota servizi della nuova tassa comporterà un esborso di 198 euro a Roma, di 250 a Milano, 217 a Torino, 269 a Bologna, solo 88 a Palermo. Con la tariffa di un euro/mq in provincia si pagherà invece 112 euro ad Asti e 109 a Savona.
http://www.lastampa.it/2013/10/15/economia/rifiuti-e-servizi-insieme-sulla-casa-si-paga-la-trise-D7fge3Q9BlTF8nAHMP0FbP/pagina.html

Da:
http://www.mattinonline.ch/christoph-blocher-costruiamo-dei-centri-asilanti-in-africa/