I Fazio, i Vespa, i Crozza

attaccare i Minzolini è facile, ma gli “amici” politically correct i giusti non li contestano. Le regole son fatte per i “nemici”

”Opinion makers”, d`oro
di: u.g.
direttore@rinascita.net
Lo scandalo delle prebende per i cosiddetti “fabbricatori di opinione”, lautamente pagati dal pubblico teledipendente, è sotto gli occhi di tutti, anche se tutti – o quasi tutti – volgono lo sguardo altrove.
Che sia una vergogna lo sperpero di denaro pubblico per far vegetare i cosiddetti “rappresentanti del popolo” sui loro seggioloni (ad ogni livello: dal Quirinale alla XVIII Comunità montana), è un fatto.
Ma che i teledipendenti si applichino autonomamente larghe fette di prosciutto sugli occhi per non fare 2 + 2 e contabilizzare quanto loro costa un Fazio (un milione e ottocento euro l’anno) o quanto poteva costare un Crozza alla Rai (5 milioni in 3 anni più 450 mila euro per ogni 22 o giù di lì puntate) è lo scandalo nello scandalo.
Si tratta di denaro forzatamente estorto con il canone dalla Rai (in perenne deficit: 200 milioni circa l’ultimo dato annuale), dove a fronte di 8000 dipendenti fioriscono “collaborazioni esterne” lautamente retribuite.
Il colmo è che una gran parte dei cittadini-vittima si dichiari anche contento dell’estorsione. Il leit-motiv – sapientemente inoculato dai vari portavoce della baracca – è che, per esempio, se Vespa o Fazio rappresentano il comune sentire degli spettatori allora è giusto che siano così ben retribuiti.
Una falsità, un’ipocrisia iniettata a bella posta. E’ evidente come costoro – i Fazio, i Vespa e tutti i loro consimili – non “interpretino” affatto il cosiddetto comune sentire, ma siano i marchettari, gli “opinion makers” di regime.
E Beppe Grillo lo ha spiegato con dovizia.
 

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I Fazio, i Vespa, i Crozzaultima modifica: 2013-10-16T22:45:12+02:00da davi-luciano
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