Ladri, ladroni e ladruncoli

Antefatto, da un’agile Ansa di oggi:
Deputato M5S in aula ai colleghi,”Ladri”
Durante l’esame della legge su finanziamento pubblico ai partiti

10 ottobre, 11:07

(ANSA) – ROMA, 10 OTT – Seduta sospesa nell’Aula della Camera durante l’esame della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Riccardo Fraccaro del M5s ha detto ai deputati “continueremo a chiamarvi ladri”. Immediata la reazione dei deputati del Pd, molti dei quali hanno abbandonato l’Aula.

Ecco a cosa serve m5s, finalmente lo abbiamo capito! A dire pubblicamente ciò che ormai tutti danno per scontato, in ogni dove nella penisola. Ma ricordiamo a questo tal Fraccaro, che siede da qualche mese sui banchi della camera e solo oggi sembra aver “scoperto l’acqua calda” – comunicandolo a tutti – che non si va a casa dell’impiccato a parlar di corda, come dice il noto detto, o nell’emiciclo istituzionale dove risiede il ?potere legislativo” (secondo una bizzarra idea del barone de La Brède et de Montesquieu) a parlar di furti.

Il furto legalizzato è d’uopo, se dominano il neocapitalismo di rapina e la moneta unica privata, l’illegalità legalizzata è d’obbligo in un paese che ha perduto la sovranità. Ovunque nelle istituzioni – non solo ove dimora il “potere legislativo” del buon Montesquieu – i ladri son di casa. Fraccaro di m5s ci è arrivato adesso. Meglio tardi che mai, si dirà, ma allora perché se ne sta comodamente seduto su uno scranno parlamentare, in mezzo ai ladri che tanto deplora, a intascare come gli altri lo “stipendio” (o a dividersi il maltolto, come direbbero i maligni), quando dovrebbe uscire sdegnato sbattendo la porta? Misteri dell’animo umano. Sa bene, il Fraccaro, che la sua inutile presenza nell’emiciclo non farà cambiar politica al governo, non diminuirà la disoccupazione, non salverà le industrie nazionali dal ridimensionamento o dalla chiusura. Ci vuole ben altro, e soprattutto ci vogliono ben altri uomini, ispirati da ben altre idee!

La nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti dovrebbe tagliar i viveri ai ladri. Ma è solo aria fritta. Come in passato, ciò che si finge di buttare fuori dalla porta rientra regolarmente dalla finestra (e s’introduce nella “cosa pubblica” come un ladro, per restare in tema facendo contento Fraccaro). Dopo il referendum per l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti del lontano 1993 – straperso dalla cricca partitica del “potere legislativo” – i “rappresentanti del popolo”, per correre ai ripari, si sono inventati i rimborsi elettorali. Oggi affermano che basta una “riforma”, perché in caso di chiusura dei rubinetti la politica la faranno solo i ricchi (un cavallo di battaglia del trombato Bersani, per continuare a incassare le prebende), mentre, invece, è proprio in politica che ci si deve arricchire.

L’”esprit des lois”(richiamando il severo studioso Montesquieu), di questi tempi è chiaramente improntato al furto, soprattutto in un paese monetariamente e finanziariamente occupato come l’Italia. Quello che Fraccaro e i suoi colleghi parlamentari-cittadini di m5s non hanno ben compreso – e Casaleggio che lo sa bene dovrebbe finalmente spiegarglielo – è che i principali beneficiari del furto legalizzato, operato attraverso finanziarie e “spending review”, liberalizzazioni e privatizzazioni, addirittura non stanno in Italia, ma risiedono all’estero.

Come ben sappiamo, i ladri si dividono in ladroni e ladruncoli e i politici nostrani fanno parte del secondo gruppo.

Oddio! – penserà a questo punto il cittadino-deputato Fraccaro, o altro m5s – Se i capoccia dei ladri sono ben al sicuro all’estero, come faremo a fermarli? Come faremo “a mandarli tutti a casa”? E sicuramente penserà di farsi eleggere nel parlamento europeo, per gridare la stessa cosa – Ladri! – ma con più ampio respiro, a Bruxelles e Strasburgo. Ai parlamentari ladruncoli italioti, che fanno da palo, vanno le briciole del maltolto, o poco di più (e anche Fraccaro, a ben vedere, personalmente beneficia di queste briciole).

L’importante è capire che i ladri hanno avuto, almeno finora, un grande successo e hanno potuto agire indisturbati, perché hanno messo in piedi un sistema a prova di bomba (non proprio nucleare, ma quasi) e hanno ordito piani vincenti. Il sistema adottato dai ladri, i cui boss sono internazionali e non certo italiani veraci, possiamo articolarlo nei seguenti passi:

1) Tra Francoforte, Bruxelles, la city londinese e Wall Street, loschi figuri stabiliscono il piano – o meglio, il programma politico-strategico – per la rapina. Non prima, però, di aver legato mani e braccia al padrone di casa, costringendolo a siglare trattati internazionali capestro (Maastricht), ad acquistare a caro prezzo monete uniche in mano a privati (euro), ad accettare fra capo e collo stringenti vincoli di bilancio (art. 81 della costituzione nostrana). Preventivamente si è proceduto alla compra di politici (interi cartelli elettorali), giornalisti (giornali nazionali, televisioni pubbliche e private) e sindacalisti (interi sindacati) che parteciperanno, in posizione subordinata e per piccole quote dato il ruolo di palo, alla divisione del bottino.

2) Si creano le condizioni, materiali e psicologiche, affinché il piano possa funzionare a dovere e la ruberia possa andare in porto. Perciò, dagli con lo spread alle stelle, gli interessi sui btp ai massimi storici, l’affossamento del rating da parte dei complici, la speculazione finanziaria scatenata e i crolli di borsa indotti.

3) <Quando la vittima presa di mira è cotta a puntino – nel nostro caso un intero paese, l’Italia – i politici, supportati dagli altri compari presenti sul posto (giornalisti e sindacalisti, intellettuali vari e accademici) si danno da fare affinché le risorse rubate affluiscano nei forzieri giusti (quelli dei loro boss, all’estero), trattenendo per sé una piccola parte del bottino, quale compenso. I politici locali, obbedendo ai boss internazionali che li manovrano (nel ruolo del “palo”) possono così mantenere i loro piccoli privilegi, aumentare i soldi nella saccoccia e far passare le vergognose leggine sul finanziamento pubblico dei partiti.

Come si può facilmente comprendere – ma lo capirà anche il Fraccaro e con lui i cittadini-parlamentari di m5s? – la questione è molto più complicata di quel che si crede e va ben oltre una semplice legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Persino le tangenti “scoperte” all’’epoca dell’ambiguissima Mani pulite (nei primi novanta) fanno ridere, in confronto alla sottrazione di risorse collettive operata dai grandi ladri neocapitalistici, con la complicità dei “pali” politici locali.

Che cosa significa tutto questo, per concludere il discorso? Semplicemente che non sono i ladruncoli politici locali la diabolica mente criminale, i primi colpevoli della situazione drammatica in cui versa l’Italia, rapinata fino a restare in mutande, ma i loro boss internazionali, che li manovrano lasciandogli le briciole del bottino e facendogli fare da palo.

Eugenio Orso & Anatolio Anatoli
http://pauperclass.myblog.it/archive/2013/10/10/ladri-ladroni-e-ladruncoli-di-eugenio-orso-anatolio-anatoli.html
Fonte: http://pauperclass.myblog.it/
10.10.2013

Ladri, ladroni e ladruncoliultima modifica: 2013-10-13T20:04:57+02:00da davi-luciano
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