Faram, finanziamenti congelati, I dipendenti davanti ai cancelli: «Gli ordinativi ci sono, manca la liqui dità, vogliamo lavoro e salario»,crisi. faram

di Enzo Favero

GIAVERA. In 100 davanti ai cancelli con striscioni, bandiere del sindacato, volantini.
La crisi. Ieri i dipendenti della Faram, sia della fabbrica di Giavera che di quella di Spresiano, hanno presidiato fuori dai cancelli dell’azienda di Giavera, appartenente al gruppo Mio, per dimostrare contro la mancata corresponsione degli stipendi e l’assenza di un piano industriale che faccia capire quale futuro abbia la ditta di mobili per ufficio. Il sit-in è durato tutto il giorno davanti ai cancelli, oggi invece i lavoratori saranno in Provincia. Alle 11 sindacati, rsu, proprietà, sindaci di Giavera e Spresiano, presidente della Provincia Muraro, assessore alle politiche del lavoro Noal siederanno a un tavolo per cercare di trovare una soluzione alla critica situazione che si è creata. Si guarda alle decisioni delle banche, che stanno ancora valutando la richiesta di finanziamenti, perché, a quanto risulta, la crisi della Faram è una crisi di liquidità, non di ordinativi.
Gli slogan Erano arrabbiati gli operai ieri fuori dai cancelli. Arrabbiati perché da qualche mese non vedono soldi e perché è da dicembre che attendono di capire cosa accadrà alla Faram. «Lavoratori in lotta per il lavoro», recitava uno striscione appeso alla recinzione. «La crisi la devono pagare i padroni», diceva un altro. Ed erano questi i leit motiv nei discorsi degli operai in presidio fuori dei cancelli dello stabilimento di Giavera.
I soldi e la rabbia. «Gli impiegati attendono il salario da giugno, gli operai tre mensilità», spiega un lavoratore, «c’è chi avanza 3-4mila euro e ha il mutuo da pagare. Tra noi c’è chi non ha pagato l’assicurazione perché non ha nemmeno i soldi per comprarsi da mangiare». «È da dicembre che la situazione non va», aggiunge un altro, «È diventato di moda far lavorare senza pagare. Certo la crisi è stata innescata dai grandi, ma a pagarla sono i piccoli dell’indotto e soprattutto gli operai». «Nemmeno il conguaglio Irpef di luglio abbiamo visto, vogliamo sapere che fine hanno fatto le quote del fondo pensione che hanno trattenuto dalle nostre buste paga», affermano, «persino le scarpe antinfortunio abbiamo dovuto comprarci, perché l’azienda non ce le passava più».
Il silenzio dell’azienda. Da giorni gli operai entravano in fabbrica, una volta all’interno incrociavano le braccia e si rifiutavano di lavorare in mancanza di salario e di piano industriale, attendevano un segnale dalla proprietà: dal gruppo portogruarese Mio, invece nulla. «È da giovedì scorso che la proprietà non si fa sentire», spiegano, «e l’altro ieri le banche hanno fatto sapere che hanno bisogno di ulteriore tempo per valutare la richiesta di finanziamento». Così ieri, dopo giorni di presidio interno, hanno spostato la protesta all’esterno, sotto gli occhi della gente che passava per la Schiavonesca. Con tanta rabbia espressa da un volantino che iniziava così: «Basta con le menzogne e i ricatti. I lavoratori della Faram pretendono dignità, lavoro e salario». E lo dicono in 180, tanti sono i dipendenti occupati tra Giavera e Spresiano.
04 ottobre 2013
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/10/04/news/faram-finanziamenti-congelati-1.7864873

Faram, finanziamenti congelati, I dipendenti davanti ai cancelli: «Gli ordinativi ci sono, manca la liqui dità, vogliamo lavoro e salario»,crisi. faramultima modifica: 2013-10-06T13:38:16+02:00da davi-luciano
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