Teatro all’Italiana – Neppure Fellini avrebbe osato tanto!

La Crisi di Governo e la grandezza del teatro Made in Italy. Retroscena e performances

di Sergio Basile

Crisi di Governo

  La Grandezza del Teatro Made in Italy                                                               
Roma  – di Sergio Basile – Ma chi l’ha detto che il teatro italiano è in crisi? Beh, in effetti a giudicare da quanto sta avvenendo in queste ore nell’ex Bel Paese, possiamo tranquillamente affermare che gli attori di qualità non mancano, sia in Parlamento che a Palazzo Chigi. A quanto pare, infatti, che per finire di distruggere l’Italia – alzare l’IVA, le accise sui carburanti e via dicendo, mandando definitivamente nel pallone l’economia italiana, dopo le ultime privatizzazioni di lusso – ci volesse un altro magistrale e plateale colpo di teatro, era nell’aria da tempo. Questa “crisi di governo” – con annesse dimissioni di massa degli uomini dell’Araba Fenice “Forza Italia” – sembra tanto, dunque, un copione già scritto. Certo lascia davvero basiti il fatto che i parlamentari dell’ex PDL non si siano dimessi per protesta contro lo straripante numero dei suicidi o contro la chiusura indotta ed il fallimento di oltre 40 mila impre; o magari per protesta contro  le agenzie di rating, Equitalia, l’usurocrazia bancaria e la moneta-debito (principale motivo di questo golpe mercatista senza precedenti nella storia) ma l’abbiano fatto per difendere un uomo che fino a ieri ha contribuito a tenere assieme questo diabolico sistema, con la piena complicità della sinistra e con la strategica indifferenza “reale” dei vertici del M5S, fatta salva una parte “sana” della base “popolare” del movimento che ancora ci crede. Crede cioè, in buona fede, in un progetto finora in gran parte – diciamocela tutta – fallimentare, poichè concentrato sulla risoluzione di problemi minori e secondari. Il vero problema dell’Italia si chiama colonialismo anglo-statunitense, perdita della sovranità monetaria, signoraggio. Ma per questo finora solo chiacchiere.

 Il Gioco delle parti                                                                                                       
Ecco perchè la plateale svolta delle dimissioni di massa degli uomini di “Silvio” mi lascia davvero indifferente e aumenta in me un profondo senso di rabbia ed inquietudine. Frattanto il gran maestro e direttore d’orchestra, Napolitano, dal Colle inscena l’ennesima pantomima all’italiana, stracciandosi le vesti. “Grave ed inquietante evocare il golpe!”: è stato questo il suo perentorio e “paterno” commento. Melodrammatico, poi, il conseguente attacco degli ex (?) amiconi Brunetta e Schifani che nella giornata di ieri hanno “attaccato” lo stesso Napolitano, con una “lettera aperta”. Forse nemmeno Fellini avrebbe avuto un tale ardore nello scrivere copioni tanto fantasiosi e controversi, che per altro – a voler pensar male – sembrano essere stati concepiti più a Washington o a Wall Street che a Roma. Che dite? Ciò aspettando il 4 ottobre, cioè la data nella quale dovrà esprimersi la Giunta del Senato per la “Decadenza di Super-Silvio”.

 Ritorno alle urne o Governo di Scopo?                                                                
All’orizzonte, dunque, non è escluso il ritorno alle urne: col porcellum, sarà un altro suicidio di massa. Ma d’altra parte lo stesso Parlamento è ormai da tempo un non-luogo, o meglio l’anticamera e la segreteria (dipende dai momenti e dalle circostanze) dell’élite bancaria internazionale. L’illegalità e l’anticostituzionalità regnano incontrastate da due anni a questa parte, e l’unica agenda “in progress” resta quella dei burattinai e profeti del “Nuovo Ordine”. Intanto nelle ultime ore Schifani stesso ha ribadito come le firme per le dimissioni dei parlamentari siano state spontanee e “non pilotate”. Concetto ribadito dalla Gelmini anche ieri sera a Matrix. Spontaneamente – ad esempio – sarebbero dunque arrivate 87 dimissioni su 91 al gruppo del Senato. Cosa che avrebbe fatto “infuriare” il signor Enrico Letta, travestitosi da salvatore della Patria, e davvero a suo agio tra gli avvoltoi di Wall Street.  Il prossimo atto di questa farsa sarà dunque il voto di fiducia. “Il centrodestra ha umiliato l’Italia, serve una verifica!”. Questi gli ultimi “drammatici commenti” del disperato premier che sembra aprire anche ad ipotesi di un “governo di scopo”. E chi lo sa che non rispuntino i nomi di Prodi o Amato. Napolitano, del resto, ci ha ormai abituato a tutto.

 La colpa è nostra                                                                                                          
Come davvero a tutto ci hanno abituato gli stessi sindacati e associazioni nazionali di categoria che gridano il proprio disappunto invocando “stabilità”, e confondendosi, in questo, proprio con i mercati ed i falchi di Wall Street che con il sole o con le nuvole sono sempre pronti a stappare le loro bottiglie di champagne alla faccia della colonia Italia. Ma la vera colpa – scusatemi  tanto – è la nostra. Che ancora continuiamo ad affollare (io no) le segreterie e le sale di aspetto dei carrozzoni politici in attesa di briciole ed elemosina, o ben asserragliati nelle varie logge e loggette americaniste e gruppi di “potere” procuriamo voti e linfa vitale a questi commedianti. Mentre davvero nessuno si straccia le vesti per lo strapotere bancario e davvero nessuno pensa che anziché devastare l’Italia con IVA, Service Tax ed altre boiate simili, basterebbe chiedere alle banche di pagare il debito pubblico che esse stesse hanno generato al 99%. Ma chi non sente la necessità di mandarli tutti al diavolo (tutti) scendendo in strada ed organizzandosi nei propri quartieri e rioni, casa per casa, davvero non può avere voce in capitolo.

Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
http://www.quieuropa.it/teatro-allitaliana-neppure-fellini-avrebbe-osato-tanto/

Lettera di una madre alla Boldrini

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chissà se la madama Boldrini è circondata da eunuchi come le antiche regine, che le preparano la cena. O ci si mette lei ai fornelli?
Ma si sa, la coerenza è incompatibile con certi soggetti

Lettera di una madre alla Boldrini
Cara Boldrini, Lei riesce a sminuire il ruolo della donna come pochi altri! Cara Presidente Boldrini, Lei ha un dono innato, che è quello di riuscire a sminuire il ruolo della donna come pochi altri. Incredibilmente si accanisce nel disperato tentativo di ergersi a paladina del sesso femminile e come in ogni tragicommedia che si rispetti ottiene il risultato opposto. Con queste Sue affermazioni è riuscita ad offendere non solo la quasi totalità delle donne, ma anche la figura della famiglia, così come gli italiani la concepiscono. Perché, Presidente, la famiglia non è composta dal Genitore 1 che serve a tavola il Genitore 2 e la rispettiva prole in una situazione di sottomissione, la famiglia come la vediamo noi è un po’ diversa.

Ha presente il piacere che può provare una madre – mi perdoni se mi permetto di utilizzare un termine così obsoleto – dopo una giornata di duro lavoro a preparare una cena per suo marito e i loro figli, servirli a tavola e trascorrere con loro probabilmente l’unico momento della giornata davvero in famiglia? Se non lo sa glielo dico io, e Le dico anche che nel vedere in una pubblicità una mamma che porta la cena a tavola non c’è nulla che sminuisca o offenda la figura della donna. Mia nonna ha dedicato la sua vita a fare questo e mi creda, non ha avuto rimpianti nemmeno per un secondo. Io lavoro, e quando cucino trascorro uno dei pochi momenti rilassanti della giornata proprio perché so che li trascorrerò con mio marito e mio figlio. Negli altri Paesi europei una pubblicità simile non sarebbe mai stata trasmessa? Non ne dubito, gli altri Paesi non sono l’Italia, non hanno la nostra cultura per il cibo e le nostre abitudini familiari. Probabilmente gli altri Paesi europei non hanno nemmeno un Presidente della Camera che crede di dover rappresentare il popolo femminile. Presidente faccia il Suo lavoro, faccia ciò che compete alla terza carica dello Stato. Il Suo è un ruolo istituzionale, non una missione umanitaria, il parlamento ha eletto un rappresentante di SEL, non Madre Teresa di Calcutta. La disparità tra uomo e donna cesserà quando si smetterà di vedere la donna come un essere indifeso da tutelare e proteggere. Solo allora ci sarà davvero un rapporto paritario. Se proprio vuole sposare una causa sposi questa. E ora mi scusi, devo andare a preparare la cena per la mia famiglia, non so se anche Lei può dire di avere la stessa fortuna.
Silvia Cirocchi Fonte: Quelsi.it

http://informare.over-blog.it/article-lettera-di-una-madre-alla-boldrini-120253712.html

Ad essere colpita seriamente è soprattutto la famiglia, con una forte tendenza alla disgregazione.

Uno studio sul censimento americano conferma il declino del benessere e del clima sociale

di: Roberto Marchesi
Uno studio condotto recentemente dall’U.S Department of Commerce sui dati emersi dall’ultimo censimento americano (del 2010) confermano quanto già molti economisti avevano valutato, e cioè che la disparità nella distribuzione della ricchezza, nel paese più ricco, più potente e con la più lunga democrazia del mondo, sta aumentando invece che diminuire e che questo fenomeno si è intensificato per effetto della “Grande Recessione” che ha avuto il suo apice nell’autunno del 2008.
In paesi che non sono l’America questo cambio di direzione nella distribuzione della ricchezza, rispetto al secolo scorso, potrebbe anche essere di scarsa rilevanza, ma nell’America che ha fatto del “vanto delle opportunità per tutti” la ragione principale della propria politica sociale, questo dato potrebbe segnalare l’inizio di un declino preoccupante.
I dati più significativi che emergono dal censimento dicono infatti che, nel confronto col censimento precedente (del 2000), il numero di cittadini proprietari della propria abitazione è calato, e anche il numero di quelli obbligati a ricorrere ai sussidi statali è aumentato considerevolmente.
Su queste due voci pesa ovviamente l’effetto delle due devastanti recessioni che hanno colpito gli Usa nel decennio 2000-2010 (ma quella del 2008, anche se formalmente chiusa nel 2009, di fatto non è ancora risolta), ma ci sono altri dati che indicano invece chiaramente una tendenza che non dipende unicamente dalla recessione.
Confrontando alcuni dati del 1970 con quelli del 2010 si nota infatti che ad essere colpita seriamente è soprattutto la famiglia, con una forte tendenza alla disgregazione.
Nel periodo 2005-2011 il numero di coppie sposate, di cui uno è disoccupato, e con figli inferiori ai 18 anni viventi sotto lo stesso tetto, è cresciuto del 33%.
Essendo la coppia con figlio ancora in età scolare pesantemente colpita nella sua fonte di reddito principale, il risultato probabile è che il figlio in questi casi si trova costretto ad abbandonare anzitempo gli studi e, raggiungendo la sua autonomia finanziaria, abbandona anzitempo anche la famiglia.
Quando questo avviene non per scelta ponderata ma per costrizione imputabile a condizioni economiche avverse della famiglia il risultato che ne consegue è spesso negativo, sia sul piano familiare che sociale.
La Grande Recessione ha però formato anche un fenomeno contrario, ma comunque negativo: l’alto livello della disoccupazione, toccato soprattutto nel periodo 2009-2011, ha infatti accentuato il numero dei giovani tra i 25 e i 34 anni che continuano a vivere coi propri genitori, o ci ritornano. Nel 2012 questi giovani sono arrivati a toccare la quota del 17% (dal 13% di due anni prima).
L’effetto della recessione ha fatto salire al 9% il numero di coppie sposate cadute ad un livello di reddito al disotto della soglia di povertà e costrette a ricorrere a sussidi alimentari (food-stamps). Questa statistica, se riferita a madri singole, è quattro volte più alta.
I segnali che arrivano dai dati del censimento non sono perciò confortanti, in quanto confermano nella società trasformazioni che nell’insieme portano sia ad una decrescita della ricchezza diffusa che alla formazione al vertice di un classe benestante sempre meno permeabile alle altre classi. Pesa inoltre anche il fatto di essere una società che sta invecchiando. Sotto questo profilo, pur essendo ancora l’America distante dalle capofila società giapponese, germanica e italiana, che hanno una percentuale di “anziani” (oltre i 65 anni) superiore al 15% della popolazione, gli Stati Uniti si avvicinano tuttavia anch’essi rapidamente a questa soglia (fonte: Bloomberg).
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LETTA, FACCI IL BIS! LE SCENEGGIATE NAPOLETANE DI RE GIORGIO E DI LETTANIPOTE APRONO LA STRADA PUBBLICAMENTE A QUA NTO CONTRATTATO PRIVATAMENTE CON LA BCE DI DRAGO DRAGHI A CASA DEL FONDATORE DI “REPUBBLICA” SCALFARI,

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La cena delle beffe ( e dei cazzi acidi per gli italiani )

28 SET 2013 11:33
1. LETTA, FACCI IL BIS! LE SCENEGGIATE NAPOLETANE DI RE GIORGIO E DI LETTANIPOTE APRONO LA STRADA PUBBLICAMENTE A QUANTO CONTRATTATO PRIVATAMENTE CON LA BCE DI DRAGO DRAGHI A CASA DEL FONDATORE DI “REPUBBLICA” SCALFARI, LA SCORSA SETTIMANA – 2. IL LETTA-BIS DEI SALVATORI DELL’EURO-PATRIA, NASCERÀ A METÀ DELLA PROSSIMA SETTIMANA GRAZIE ALLA STAMPELLA DEI SOLITI SENATORI “RESPONSABILI”. COMPRESI I SENATORI A VITA APPENA NOMINATI DA RE GIORGIO CON LOGICHE DI TOTALE BLINDATURA DEL GOVERNO. E COINCIDERÀ CON UN AUMENTO DELLE TASSE DA ADDEBITARE TUTTO AL BANANA – 3. SE IL BANCHIERE DRAGHI NON HA SBAGLIATO I PROPRI CALCOLI, CI ASPETTANO UN PAIO DI SETTIMANE DI TURBOLENZA POLITICA, MA I MERCATI CI RISPARMIERANNO PERCHÉ FRANCOFORTE È CON NOI ED È PRONTA AD AIUTARE IL LETTA-BIS SUL FRONTE DELLO SPREAD –
a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. ASPENIO, FACCI IL BIS!
Uno frena a stento il piantino alla commemorazione dell’ennesimo ex compagno seppellito. L’altro batte i pugni sul tavolo e verga personalmente il comunicato finale del Consiglio dei ministri.
Le sceneggiate napoletane di Re Giorgio e di Lettanipote aprono la strada pubblicamente a quanto contrattato privatamente con la Bce di Drago Draghi a casa Scalfari, la scorsa settimana. Il Letta-bis, nei propositi dei salvatori della Patria Eurocratica, nascerà a metà della prossima settimana grazie alla stampella dei soliti senatori “responsabili”. Compresi i senatori a vita appena nominati da Re Giorgio con logiche di totale blindatura del governo. E coinciderà con un aumento delle tasse da addebitare tutto al Banana.
Se il banchiere Draghi non ha sbagliato i propri calcoli, ci aspettano un paio di settimane di turbolenza politica, ma i mercati ci risparmieranno perché Francoforte è con noi ed è pronta ad aiutare il Letta-bis sul fronte dello spread.
Del resto, Aspenio Letta piace ai banchieri e ai cosiddetti “circoli internazionali” che vivono nel culto della “stabilità”. Ottenuta in che modo e a quale prezzo, sono tutti cavoli nostri. E comunque a questo ci penserà ancora una volta Re Giorgio, con il suo sapiente uso della Costituzione.
2. IL RUGGITO DEL CONIGLIO MANNARO
Per la sintesi, ottima la prima pagina della Repubblica dei commensali: “Scontro finale, governo verso la crisi. Liti e urla nel Cdm, aumenterà l’Iva. Letta: non ci sto più, chiedo la fiducia alle Camere. Giornata frenetica di colloqui, poi la drammatica resa dei conti che fa saltare la manovrina. Il presidente del Consiglio sale al Colle: inaccettabili le dimissioni di massa”.
E ovviamente, ecco subito la propaganda di partito sulla supposta che ci attende per colpa delle bizze del Cainano: “Salta la manovra anti-deficit. Da martedì carrello della spesa più caro e si riavvicina la seconda rata Imu. Il deficit resta sopra il 3%. Legge di Stabilità in alto mare” (Repubblica, p. 9).
Risponde così il Giornale di Sallustioni: “Benzina sul fuoco. La sinistra vuole barattare l’Iva con rincari del carburante: salta il decreto, la stangata è (quasi) certa. Letta e Napolitano cercano lo scontro, tra i ministri volano gli insulti. Il rebus di una nuova fiducia. Ultimatum di Forza Italia: mettete subito mano alla giustizia” (p. 1). Va secco al punto il Cetriolo Quotidiano: “Napolitano ha pronto un Letta bis. Ora l’ostaggio è Berlusconi” (p. 1).
Toni più flautati sul Corriere di don Flebuccio de Bortoli, alle prese con una crisi interna che fiacca le forze. Oggi non c’è troppa fantasia neppure fra i retroscenisti: “Napolitano, via libera alla linea dura. Sostegno pieno al premier: fiducia in Aula per il ‘chiarimento definitivo’. Letta al ritorno da New York al capo dello Stato: “Ma lo sai che Kissinger fa il tifo per te? E’ proprio cambiato il mondo” (p. 6).

Mentre sulla Stampa Feltri Mattia sottolinea il nostro declino familista: “Gianni ricevuto da Enrico. E per la prima volta zio e nipote trattano ‘alla luce del sole’. Vertice a Palazzo Chigi: l’emergenza fa cadere l’ultimo tabù. I due hanno sempre cercato di tenere al riparo la sfera privata da quella pubblica” (p. 2). Un’impresa che in effetti poteva riuscire solo in un sistema informativo corrivo come quello italiota.
3. NANO DECADENCE
Per i Ri-publicones “Berlusconi opterà per i servizi sociali ma non sa ancora se presentarsi in giunta. Lo show in diretta streaming potrebbe rivelarsi un boomerang. Sarà il penalista Franco Coppi a difendere il Cavaliere a Palazzo Madama” (p. 11).
Sul Corriere, “Il caso Quagliarello agita il partito. E Brunetta ‘separa’ governo e Parlamento. Il ministro per le Riforme guida le trattative per l’ala moderata. Nel Pdl timore di defezioni tra deputati e senatori. La preoccupazione dei ‘falchi’. Oltre al ministro per le Riforme, anche Giovanardi non ha firmato la sua lettera di dimissioni” (p. 9).

Più mirato il lavoro di Mario Ajello sul Messaggero (p. 9): “Nel Pdl 20 senatori pronti al Letta bis. A Palazzo Madama riparte la caccia ai voti per garantire l’esecutivo anche in caso di strappo. Basterebbero 14 sì. Molti di più i neoresponsabili. Le manovre del siciliano Castiglione. E si parla di un nuovo gruppo: Italia popolare” (Complimenti per la fantasia)
4. NANO RESISTANCE
Ma è ancora sul Menzognero il pezzo più divertente di giornata, con Ettore Colombo che riporta un lungo sfogone virgolettato del Banana: “Si sono mossi anche quelli delle grandi centrali finanziarie italiane e, soprattutto, estere che agiscono come vogliono sui mercati, ci fanno crollare i titoli in Borsa, fanno schizzare in alto lo spread e, d’accordo con la Merkel, mi vogliono morto anche loro proprio come mi vogliono morto Napolitano, Letta, il Pd. Pensano di spaventarmi e provano a ricattarmi: Gianni Letta è venuto a dirmelo di persona, Fedele Confalonieri ed Ennio Doris temono che, dopo di me, i giudici e non solo loro faranno a pezzi l’impero che ho costruito dal niente in sessant’anni di duro lavoro. Si sbagliano. Io non mollo”
Fonte:http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/1-letta-facci-il-bis-le-sceneggiate-napoletane-di-re-giorgio-e-di-lettanipote-63549.htm

E` – finalmente – crisi
Ugo Gaudenzi    

Toh, invece di cadere sulle… dichiarazioni di Guido Barilla alla Zanzara, il governo delle inutili intese si annullerà per le dimissioni del Pdl e l’ormai dichiarata fuoriuscita degli “azzurri” dall’esecutivo Letta. La decisione di Silvio Berlusconi di affrettare il passo del non ritorno era nelle cose: il Cavaliere che già ha – come dire – ricusato dieci membri della giunta che dovrebbe decidere la sua decadenza dal seggio del Senato, sarebbe stato folle – o suicida – ad attendere di essere impallinato, lui e il pdl, in sede di quella verifica parlamentare che il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva immaginato, assieme a Napolitano, come “risposta” all’aut-aut delle dimissioni del partito alleato di governo.
Insomma, quello che Letta ha subito dichiarato un “gesto folle” – la crisi di governo – e che i giornalisti giustizialisti avevano sbeffeggiato come bluff o al massimo come “ricatto”, si è rivelato una decisione programmata, radicale, tatticamente ben studiata.
Come sempre accaduto in vent’anni, gli avversari della sinistra liberaldemocratica di Berlusconi avevano anche questa volta preso sottogamba il Cavaliere. Immaginando addirittura – vedi l’illustre “economista della Bocconi” Fassina – per l’immediato futuro “altre maggioranze”. E con chi? Con il Movimento 5 Stelle? Che ha assolutamente sempre e anche questa sera escluso inciuci?
Checché ne dica il Quirinale dovrà prendere atto di tale impossibilità di governare il Paese e indire nuove elezioni. Un governo ponte, tecnico, è escluso: farebbe rapidamente flop. E con ogni probabilità il voto non cambierà l’impasse istituzionale strettamente dovuto allo stato di servitù della nazione ai centri di potere internazionali che hanno fatto strame dell’Italia.
Peccato quindi che non esista oggi una vera opposizione, in grado di costruire una nuova Italia. A meno che non ci si svegli subito. Ma subito, oggi, dappertutto, aggregando ogni limatura di uomini liberi. Su una scarna, semplicissima, parola d’ordine: no all’Unione europea (e all’euro, e alla Bce e al Fmi), sì alla sovranità nazionale.

28 Settembre 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22446

L’Ungheria Riconquista la Sovranità Nazionale ed Economica

di Andrea Perrone
L’Ungheria non cede il passo contro l’usura internazionale e in nome della riacquisita sovranità nazionale ed economica. Il primo ministro magiaro di centro-destra Viktor Orban ha annunciato che sono in corso trattative per cui diverse “utilities” – le compagnie che forniscono servizi – dovranno essere rinazionalizzate, ovvero torneranno finalmente sotto il controllo dello Stato e non rimarranno nelle mani di speculatori privati senza scrupoli.

Da quanto emerso negli ultimi giorni l’esecutivo alla guida dell’Ungheria è in trattative per la nazionalizzazione di sei o sette utility con l’obiettivo di abbassare i prezzi dell’energia dopo gli attacchi speculativi al fiorino magiaro e le difficoltà create al governo Orban dall’usura internazionale e dai suoi servitori delle agenzie di rating privato.

Si tratta di un tentativo deciso dal premier, che il prossimo anno dovrà affrontare le elezioni con la sua coalizione, per aumentare il controllo statale, andando contro il trend negativo di svendita e di perdita dal controllo delle compagnie statali prevalente ormai in tutto il resto d’Europa. «Non posso ancora fare rivelazioni ma siamo in colloquio continuo per riacquistare o statalizzare almeno 6-7 società molto serie che operano nel comparto delle utilities e che sono state precedentemente privatizzate», ha precisato il primo ministro magiaro. Tra i principali operatori del settore utility in Ungheria c’è anche l’Eni tramite Tigaz, oltre alle tedesche E.On e RWE e alle francesi Edf e GDF Suez.

Non può stupirci una scelta del genere presa dal premier ungherese che da mesi si batte contro lo strapotere dei Signori del danaro in patria e all’estero. Una scelta responsabile in grado di avversare le ricette economiche iperliberiste che puntano alla svendita delle compagnie di fondamentale importanza per la collettività, evitando di regalarle a chi problemi economici non ne ha (multinazionali, imprese private, banche, ecc.). Operazione pianificata già da tempo: «Sono in corso colloqui con sei o sette compagnie fornitrici di servizi di pubblica utilità precedentemente privatizzate, per un loro riacquisto da parte dello stato», aveva osservato Orban qualche giorno fa nella sua settimanale intervista alla radio di Stato, soddisfatto delle strategie perseguite dal governo e dei successi ottenuti sul piano politico-economico.

Il capo del governo non ha comunicato i nomi di queste compagnie. Da quasi tre anni Orban e il suo partito Fidesz continuano a perseguire i loro obiettivi e ad inanellare una serie di successi nella lotta senza quartiere contro l’usura, la Banca centrale magiara, le banche ungheresi e internazionali, le tlc, nonché i famelici eurocrati sempre pronti a colpire chi difende la propria libertà e quella del suo popolo dalla troika dei grandi speculatori, rappresentata soprattutto dalla Bce e dalla Commissione europea, ma sostenuta in questa lotta senza quartiere da Fondo monetario e Banca mondiale, organizzazioni costituite da un ristretto numero di banchieri e tecnocrati in grado di prendere decisioni tali da rappresentare i veri nemici dei popoli sempre più sfruttati.

Dopo essere andato al governo nel 2010, con delle regolari elezioni politiche vinte grazie a un consenso popolare diffuso, il governo Orban ha già ripreso il controllo di alcune compagnie energetiche, tra le quali la controllata magiara del gigante tedesco E.On, oltre alla quota in mani estere della società petrolifera nazionale Mol e a una società idrica che era finita nelle mani della francese Suez.

Tutto questo vuole dire ritorno alla sovranità economica e nazionale nel rispetto del popolo e dello Stato, un binomio inscindibile in una società normale laddove l’economia sia davvero al servizio della politica e non il contrario, come avviene quotidianamente in tutto il mondo, tranne in America Latina dove sono riprese le nazionalizzazioni che avvengono nel nome della patria bolivariana per volere di Nicolás Maduro, successore di Hugo Chávez, oppure secondo le decisioni del governo boliviano di Evo Morales o del peronismo di sinistra argentino rappresentato egregiamente da Cristina Fernández Kirchner.

Nel resto del mondo, invece, i Signori del danaro dominano incontrastati un nugolo di indigenti, non più cittadini ma sudditi, spesso ignari volenti o nolenti della loro misera condizione e delle vere cause del disagio sociale crescente.

Persino superfluo, infine, sottolineare come una notizia di genere, come questa proveniente dall’Ungheria, abbia la capacità di delineare cosa avviene, al contrario, nel nostro Paese proprio in questo periodo.

Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle”
http://www.ilribelle.com/

http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/09/lungheria-riconquista-la-sovranita.html#more

La faccia “presentabile”, ma falsa, del colonialismo e delle aggressioni internazionali (spacciate per gue rre civili).

di Mauri E. Monti

L’ ONG in discussione è il National Endowment for Democracy (NED), direttamente affiliata al Dipartimento di Stato USA.
La gente tende a prendere alla leggera la questione delle ONG pensando che siano innocue e benemerite espressioni della società civile, protese a fornire aiuti “disinteressati” alle popolazioni colpite da guerre e/o varie calamità più o meno “naturali”… Anche se sono finanziati dagli Stati Uniti o dai loro vassalli o dai loro stati-colonia (Italia, per es.).
[…]
Esse operano sotto il marchio attraente della libertà, della democrazia e dei diritti umani ma in realtà servono principalmente l’ ordine del mondo predatore.

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A parte le famigerate Amnesty International, Human Rights Watch, Reporters Without Borders, Médecins Sans Frontières, GreenPeace e altre meno famose, sono da accomunare anche tutte le “farlocche” organizzazioni ed agenzie di emanazione ONU: tipo UNHCR, Save The Children, FAO, in generale tutto quello che è “Save qualcosa” o “Found per qualcosa”.
Fatte salve le debite eccezioni, che forse esistono, e la stima per molte brave persone che in assoluta buona fede in queste organizzazioni ci lavorano.

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Per sovraccaricare (da “monello”) il discorso aggiungo che stenderei un velo pietoso anche su Emergency, alla luce dell’ azione svolta in Libya 2011: ospedalino a Misurata mentre la NATO bombardava Tripoli, gravi sospetti su loschi traffici di armi -in mezzo alle apparecchiature medicali- a favore dei ribbelli. Questi ultimi non dimostrabili, per loro fortuna.
Voglio semplicemente dire che nelle organizzazioni non ci sono solo i prestigiosi fondatori, i lavoratori e i volontari, ma anche tanti “faccendieri e agenti”, spesso con cariche importanti, ad obbedire a ordini superiori, a catturare finanziamenti e a orientare le decisioni strategiche.

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Fuori da ogni propaganda mediatica, mitologia, leggenda, cinematografia, pubblicità, marketing, “marketting”, ecc.
Le ONG, in estrema e brutale sintesi, sono strettamente connesse col circuito della (dis)informazione mainstream… Sono tutti ingranaggi della grande “macchina”, sono tutti tasselli a comporre il “mosaico complessivo” del ©”mignott bankster-media-warmonger system integrated”®™ …

Nella speranza che a più gente possibile cada il velo (o il trancio) di salume che gli hanno messo (o si son messi da soli) davanti agli occhi…

Work in Progress: testo provvisorio, suscettibile di correzioni, integrazioni e rettifiche.

fonte

http://www.oltrelacoltre.com/?p=17223

Nei “Compro oro” lo specchio di un Paese in rovina

di Italo Romano

 La scorsa settimana agenti della Polizia di Stato della Divisione Amministrativa e Sociale, su disposizione del Questore della Provincia di CosenzaAlfredo Anzalone, hanno avviato una serie di controlli in alcuni esercizi commerciali, gli oramai onnipresenti “compro-oro”, della provincia ed in altre gioiellerie con licenza di compravendita di oro usato. Nel corso di uno dei controlli è stata riscontrata l’esistenza di numerosi monili ed oggetti preziosi per i quali l’esercente non ha potuto dimostrarne la provenienza commerciale. Dopo accertamenti e verifiche, si è provveduto a sottoporre a sequestro gli oggetti, per accertare l’origine della loro provenienza. Il materiale sottoposto a sequestro, tra cui bracciali, spille, ciondoli, anelli, orologi, vasellame e posateria in argento, potrà essere visionato sul sito della Questura di Cosenza. Inoltre, è stata sottoposta a sequestro anche una bilancia elettronica presente nel negozio, non conforme alla normativa vigente.

 Purtroppo i “Compro-oro”, le sale slot machine, i centri scommessa e altre attività simili, sono il segno evidente della rovina e della decadenza sociale in cui è sprofondata l’Italia, un paese fortemente corrotto, avvilito e annichilito.

 Negli ultimi anni, questo genere di attività – che galleggiano sul sottile filo che divide legalità e illegalità – si sono decuplicate, non esiste via o piazza senza il suo bel angolo di disperazione. Il giro d’affari è di circa 7-10 mld di euro ogni anno, le regole sono labili o inesistenti e dietro molte attività vi è la mano della malavita, lesta ad invadere le opportunità che il mercato globalizzato offre.  Lo confermano i dati dellaGuardia di finanza: solo nel 2013 sono stati arrestati 52 responsabili di traffico di metalli preziosi, oltre il 200% in più rispetto all’anno precedente. Difatti solo l’1% dei “compro-oro” è registrato presso l’apposito elenco di Bankitalia.

 Il denaro in circolazione scarseggia, per far fronte a ciò si “investe” il poco denaro rimanente tentando la fortuna in scommesse e slot machine, oppure si svendono le “ricchezze” familiari per poter pagare il caro vita in perenne rialzo in questi anni di crisi economica. Stanno rastrellando l’indipendenza finanziaria delle famiglie italiane, una volte famose in tutto il mondo per capacità di risparmio e di tutele del proprio futuro.

 Madrid, ho visto con i miei occhi a Puerta del Sol, in pieno centro, veri e propri P.R. dei “compro-oro” che cercano clienti strada per strada.

 La situazione sta diventando invadente e insostenibile. Nel 2013 – secondo il Rapporto Italia dell’Eurispes – un italiano su quattro si è recato presso un “compro-oro”, ovvero più del 28% della popolazione.

 Le gigantografie nelle strade e gli spot in televisione contribuiscono ad acuire il fenomeno della svendita italiana, con testimonial d’eccezione che, senza vergogna e ritegno alcuno, prestano il proprio volto per la promozione dell’anticamera del disastro socio-economico.

 In uno dei sopracitati spot, un noto attore italiano, in coppia con il figlio, sostiene di essersi sbarazzato di qualche «cianfrusaglia d’oro» per acquistare un megaschermo: «Così quando sono a casa, anziché aprire il cassetto e guardare l’oro, guardo il televisore e mi diverto di più».

 Si chiama propaganda. Si invita la gente a non pensare, a svendersi per sopravvivere, rinnegando il passato, i valori, le tradizioni, le radici culturali, ma anche il futuro, barattato con un presente di perenne alienazione.

 fonti:

 Cosenza, sequestrati oggetti in compro oro e gioillerie

 Avete presenti i “compro-oro”?

 Negli spot dei «compro oro» le speranze tradite del Paese

 L’aria che tira : Dietro al fenomeno dei Compro Oro

 Compro Oro: associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio

Scritto da: Oltrelacoltre

http://www.oltrelacoltre.com/?p=17203

AUMENTO DELL’ IVA O ACCISE? CHIAMATEMI IL TENENTE COBRA!

Abbiamo delle “grandi menti” al Tesoro a gestire la nostra economa: secondo questi “tecnici” l’alternativa all’aumento dell’Iva al 22% sarebbe un aumento delle accise sui carburanti.

In un caso o nell’altro si darebbe una mazzata catastrofica alle tasche dei cittadini.

In caso di aumento dell’Iva il costo di questa operazione graverà sulle tasche dei consumatori per un importo di circa 1 miliardo di euro per il 2013 e di 4,2 miliardi per il 2014, come stimato dalla CGIA di Mestre.

L’aumento dell’Iva porterebbe ad un aumento dell’inflazione, una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e ulteriore accelerazione del calo della domanda interna. Inoltre, non porterebbe alcun beneficio in termini di gettito fiscale, perché gli effetti negativi sulla domanda si tradurrebbero in minori introiti per lo Stato. I tecnici del Tesoro dovrebbero ricordare bene cosa successe già nel 2011 con l’incremento di un punto dell’aliquota dal 20% al 21%.

L’altra alternativa sarebbe un aumento della benzina, soluzione infelice visto che porterebbe a rincari sui prezzi dei prodotti trasportati, con ripercussioni sull’inflazione e sui consumi.

Direi che abbiamo al Tesoro dei “grandi tecnici” dell’economia!

 Nel frattempo l’ultimo rapporto della cricca di criminali internazionali, ossia il Fondo Monetario Internazionale, ci ricorda “gentilmente” che per l’Italia nel 2013 è stimato un rapporto deficit-pil al 3,2%, sopra il 3,1% atteso dal governo; mentre il debito pubblico si attesterà questo anno al 132,3%, per salire nel 2014 al 133,1%.

Inoltre, oggi Olivier Bailly, portavoce della Commissione europea, simpatico quanto uno spruzzo di peperoncino dritto dritto nelle pupille, ci ricorda che bisogna rispettare l’obiettivo del 3% di deficit (oggi al 3,1%) imposto da Bruxelles per evitare che si debbano “mettere nuove tasse per servire il debito invece che utilizzare risorse per gli investimenti“, che tradotto per i profani vuol dire: “CARI ITALIANI, VEDETE UN PO’ COME FARE PER TAGLIARE 1,6 MILIARDI DI EURO DALLA SPESA PUBBLICA, PARI ALLO 0,1% DI DEFICIT, PERCHE’ IL NOSTRO DIKTAT VI HA IMPOSTO UN DEFICIT FINO AL 3% E NON OLTRE!” . Ciò significa dare priorità a quei nefasti regolamenti dell’Ue, sottoscritti da politici incapaci e collusi, invece di soddisfare ciò che dovrebbe venire al primo posto nella scala di priorità di un Paese: assicurare il benessere del proprio popolo, attraverso una spesa pubblica in grado di assicurare beni e servizi ai cittadini.

Di fronte a simili affermazioni da parte di un portavoce della Commissione Ue, anziché auspicare il giorno in cui tali “criminali internazionali” saranno processati dinanzi ad un “Tribunale internazonale” per crimini contro l’umanità, io sarei più propenso a chiamare direttamente il tenente Marion Cobretti del film Cobra; ipotesi del tutto personale ma che, in questo preciso momento storico, credo approverebbe la maggioranza degli italiani.

 Salvatore Tamburro

http://salvatoretamburro.blogspot.it/2013/09/la-coperta-corta-del-tesoro-aumento-iva.html#comment-form

Mario Monti: anamnesi di una testa di c…o

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Ecco questa monumentale testa di cazzo cosa diceva nei primi anni ’90. Nel 1994 per l’esattezza. Vent’anni fa. Menem aveva fatto il miracolo argentino, cosi’ come, qualche anno dopo, la Grecia era la dimostrazione della bontà dell’ euro..Secondo lui… E QUESTO IDIOTA E’ STATO FATTO SENATORE A VITA E GLI E’ STATO AFFIDATO UN GOVERNO PER UN ANNO. E HA FATTO PIU’ DANNI DELLA GRANDINE…E RICORDATEVI COSA DICEVA LA STAMPA DI LUI ! UN GENIO CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIAVA….QUESTA GRANDISSIMA TESTA DI CAZZO !! (n.b. espressione copiata dal blog “informare.over”, pur condividendo l’articolo, NON condivido però questo tipo di espressione)

L’Italia esattamente come l’Argentina di Carlos Menem: stiamo attuando le stesse identiche politiche economiche reazionarie e (neo)liberiste che hanno distrutto l’Argentina nei 10 maledetti (1989-1999) anni della presidenza di Menem, (il cui operato è stato elogiato da Monti per il “miracolo argentino” che altri non è che il miracolo per le multinazionali!) portandola alla bancarotta nel 2001, come l’Argentina, che aveva agganciato il pesos al dollaro, moneta molto più forte della sua economia, ci siamo agganciati all’euro, valuta estera troppo forte per la nostra economia, come l’Argentina invochiamo i capitali esteri che, squilibrando la bilancia dei pagamenti, ricordiamoci che la bilancia dei pagamenti è NAZIONALE, aumentano il DEBITO ESTERO facendoci diventare una COLONIA a tutti gli effetti, e come l’Argentina invochiamo la privatizzazione di buona parte delle utilities pubbliche che non produrranno altro che un disastroso aumento della disoccupazione e l’aumento dei costi delle tariffe! L’Italia presa d’assalto dalle oligarchie finanziarie e delle multinazionali che ridurranno sempre più alla fame gli italiani! QUANDO VALUTATE LETTA,  PENSATE A QUELLO CHE DICEVA LA STAMPA DI QUESTO FOTTUTO IMBECILLE !
http://informare.over-blog.it/article-mario-monti-anamnesi-di-una-testa-di-cazzo-120304855.html

Video: Letta ci spiega la la perdita della sovranità monetaria

ENRICO LETTA IN UNA INTERVISTA; CI SPIEGA TRANQUILLAMENTE COME PERDEMMO LA SOVRANITA’ MONETARIA, OVVERO COME ANDREATTA, SUO GRANDE MENTORE, E CIAMPI FOTTERONO IL POPOLO ITALIANO
http://informare.over-blog.it/article-video-letta-ci-spiega-la-la-perdita-della-sovranita-monetaria-120301482.html