Teatro all’Italiana – Neppure Fellini avrebbe osato tanto!

La Crisi di Governo e la grandezza del teatro Made in Italy. Retroscena e performances

di Sergio Basile

Crisi di Governo

  La Grandezza del Teatro Made in Italy                                                               
Roma  – di Sergio Basile – Ma chi l’ha detto che il teatro italiano è in crisi? Beh, in effetti a giudicare da quanto sta avvenendo in queste ore nell’ex Bel Paese, possiamo tranquillamente affermare che gli attori di qualità non mancano, sia in Parlamento che a Palazzo Chigi. A quanto pare, infatti, che per finire di distruggere l’Italia – alzare l’IVA, le accise sui carburanti e via dicendo, mandando definitivamente nel pallone l’economia italiana, dopo le ultime privatizzazioni di lusso – ci volesse un altro magistrale e plateale colpo di teatro, era nell’aria da tempo. Questa “crisi di governo” – con annesse dimissioni di massa degli uomini dell’Araba Fenice “Forza Italia” – sembra tanto, dunque, un copione già scritto. Certo lascia davvero basiti il fatto che i parlamentari dell’ex PDL non si siano dimessi per protesta contro lo straripante numero dei suicidi o contro la chiusura indotta ed il fallimento di oltre 40 mila impre; o magari per protesta contro  le agenzie di rating, Equitalia, l’usurocrazia bancaria e la moneta-debito (principale motivo di questo golpe mercatista senza precedenti nella storia) ma l’abbiano fatto per difendere un uomo che fino a ieri ha contribuito a tenere assieme questo diabolico sistema, con la piena complicità della sinistra e con la strategica indifferenza “reale” dei vertici del M5S, fatta salva una parte “sana” della base “popolare” del movimento che ancora ci crede. Crede cioè, in buona fede, in un progetto finora in gran parte – diciamocela tutta – fallimentare, poichè concentrato sulla risoluzione di problemi minori e secondari. Il vero problema dell’Italia si chiama colonialismo anglo-statunitense, perdita della sovranità monetaria, signoraggio. Ma per questo finora solo chiacchiere.

 Il Gioco delle parti                                                                                                       
Ecco perchè la plateale svolta delle dimissioni di massa degli uomini di “Silvio” mi lascia davvero indifferente e aumenta in me un profondo senso di rabbia ed inquietudine. Frattanto il gran maestro e direttore d’orchestra, Napolitano, dal Colle inscena l’ennesima pantomima all’italiana, stracciandosi le vesti. “Grave ed inquietante evocare il golpe!”: è stato questo il suo perentorio e “paterno” commento. Melodrammatico, poi, il conseguente attacco degli ex (?) amiconi Brunetta e Schifani che nella giornata di ieri hanno “attaccato” lo stesso Napolitano, con una “lettera aperta”. Forse nemmeno Fellini avrebbe avuto un tale ardore nello scrivere copioni tanto fantasiosi e controversi, che per altro – a voler pensar male – sembrano essere stati concepiti più a Washington o a Wall Street che a Roma. Che dite? Ciò aspettando il 4 ottobre, cioè la data nella quale dovrà esprimersi la Giunta del Senato per la “Decadenza di Super-Silvio”.

 Ritorno alle urne o Governo di Scopo?                                                                
All’orizzonte, dunque, non è escluso il ritorno alle urne: col porcellum, sarà un altro suicidio di massa. Ma d’altra parte lo stesso Parlamento è ormai da tempo un non-luogo, o meglio l’anticamera e la segreteria (dipende dai momenti e dalle circostanze) dell’élite bancaria internazionale. L’illegalità e l’anticostituzionalità regnano incontrastate da due anni a questa parte, e l’unica agenda “in progress” resta quella dei burattinai e profeti del “Nuovo Ordine”. Intanto nelle ultime ore Schifani stesso ha ribadito come le firme per le dimissioni dei parlamentari siano state spontanee e “non pilotate”. Concetto ribadito dalla Gelmini anche ieri sera a Matrix. Spontaneamente – ad esempio – sarebbero dunque arrivate 87 dimissioni su 91 al gruppo del Senato. Cosa che avrebbe fatto “infuriare” il signor Enrico Letta, travestitosi da salvatore della Patria, e davvero a suo agio tra gli avvoltoi di Wall Street.  Il prossimo atto di questa farsa sarà dunque il voto di fiducia. “Il centrodestra ha umiliato l’Italia, serve una verifica!”. Questi gli ultimi “drammatici commenti” del disperato premier che sembra aprire anche ad ipotesi di un “governo di scopo”. E chi lo sa che non rispuntino i nomi di Prodi o Amato. Napolitano, del resto, ci ha ormai abituato a tutto.

 La colpa è nostra                                                                                                          
Come davvero a tutto ci hanno abituato gli stessi sindacati e associazioni nazionali di categoria che gridano il proprio disappunto invocando “stabilità”, e confondendosi, in questo, proprio con i mercati ed i falchi di Wall Street che con il sole o con le nuvole sono sempre pronti a stappare le loro bottiglie di champagne alla faccia della colonia Italia. Ma la vera colpa – scusatemi  tanto – è la nostra. Che ancora continuiamo ad affollare (io no) le segreterie e le sale di aspetto dei carrozzoni politici in attesa di briciole ed elemosina, o ben asserragliati nelle varie logge e loggette americaniste e gruppi di “potere” procuriamo voti e linfa vitale a questi commedianti. Mentre davvero nessuno si straccia le vesti per lo strapotere bancario e davvero nessuno pensa che anziché devastare l’Italia con IVA, Service Tax ed altre boiate simili, basterebbe chiedere alle banche di pagare il debito pubblico che esse stesse hanno generato al 99%. Ma chi non sente la necessità di mandarli tutti al diavolo (tutti) scendendo in strada ed organizzandosi nei propri quartieri e rioni, casa per casa, davvero non può avere voce in capitolo.

Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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Teatro all’Italiana – Neppure Fellini avrebbe osato tanto!ultima modifica: 2013-09-29T20:54:00+02:00da davi-luciano
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