settembre 22, 2013
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation 21.09.2013
Molteplici fonti d’intelligence a Washington, Londra, Beirut e Parigi sostengono che il capo dell’intelligence saudita, principe Bandar bin Sultan, ha pagato membri chiave della leadership del Senato e della Camera degli Stati Uniti, così come i ministri chiave del governo francese, “incentivando con il denaro” il sostegno all’attacco militare “shock and awe” statunitense e francese non solo sulle posizioni siriane, ma anche contro Hezbollah in Libano. Prima dell’accordo sul “Quadro per l’eliminazione delle armi chimiche siriane” elaborato all’ultimo momento tra il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato John Kerry, a Ginevra, Kerry aveva ordinato a tutti i diplomatici degli Stati Uniti di lasciare il Libano, in vista di un attacco degli Stati Uniti su obiettivi principalmente nel sud di Beirut e nel sud del Libano. Questa mossa ha spinto intelligence libanese ad esaminare le attività lobbistiche di Bandar a Washington e a Parigi.
Bandar è il principale responsabile dei rifornimenti di armi ai ribelli siriani dagli arsenali sequestrati in Libia dai guerriglieri salafiti islamici e dei Fratelli musulmani alle forze di Muammar Gheddafi. Tale operazione, sventata da una serie di circostanze, tra cui la diffusione di un video antimusulmano su YouTube e un’operazione segreta, fallita, condotta sotto gli auspici di un ordine presidenziale classificato, firmato da Barack Obama e implementato dal consigliere per la sicurezza, e attuale direttore nazionale della CIA, John Brennan, aveva provocato il 12 settembre 2012 l’assalto alla legazione della Central Intelligence Agency di Bengasi. L’attacco aveva provocato la morte di quattro elementi del governo degli Stati Uniti, tra cui l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Christopher Stevens. Gruppi libici rivali, fedeli all’Arabia Saudita e al Qatar rispettivamente, avevano contribuito al fallimento dell’operazione di acquisto di armi a Bengasi. I salafiti filo-sauditi erano sconvolti dal fatto che i ribelli pro-Fratellanza musulmana raccogliessero enormi quantità di denaro inviando armi libiche, tramite i voli cargo della Qatar Airways, da Bengasi alla Turchia per la successiva distribuzione ai ribelli in Siria. Veterani dell’Afghanistan del Gruppo combattente islamico libico, finanziato dai sauditi, che combatterono le forze di Gheddafi per diversi anni e che sono membri di al-Qaida, ebbero la loro vendetta sul Qatar e la CIA attaccando la sede “diplomatica” degli Stati Uniti a Bengasi. L’amministrazione Obama avviò un’operazione di occultamento, per tenere segreta la natura dell’operazione della CIA per trasferire armi dalla Libia alla Siria.
Bandar, affettuosamente conosciuto come “Bandar Bush” dai membri della famiglia Bush per via dei suoi stretti legami con gli ex-presidenti George H. W. e George W. Bush, non è estraneo alle tangenti. Gran parte del denaro che Bandar usa per comprare i membri del Congresso e dell’Assemblea nazionale francese, proviene dai 2 miliardi di dollari in fondi neri accumulati da Bandar con il pagamento di tangenti, a lui destinate dall’azienda della difesa inglese BAE Systems, nell’ambito della conclusione dell’accordo armi-per-petrolio tra i sauditi e gli inglesi, negli anni ’80. Per più di due decenni, la Banca d’Inghilterra ha trasferito circa 2 miliardi di dollari sui conti di Bandar e di altri funzionari sauditi, per ‘ammorbidirli’ sull’affare. I Tornado e gli Eurofighter Typhoon inglesi furono forniti all’Arabia Saudita, assieme agli aggiornamenti e ai missili per i Tornado. L’accordo, noto come “patto al-Yamamah”, fruttò alla BAE 43 miliardi di dollari di entrate. I 2 miliardi di dollari intascati da Bandar rappresentavano circa il cinque per cento della “tassa dell’agente” standard o dell’”elemosina”, dilaganti negli accordi commerciali con i funzionari governativi sauditi e di altri Paesi del Golfo. Membri repubblicani e democratici del Senato e della Camera, tra cui i senatori Harry Reid, John McCain, Lindsey Graham, Barbara Boxer e Robert Menendez, nonché lo speaker della Camera John Boehner, la leader della minoranza Nancy Pelosi, il presidente del Comitato sull’intelligence della Camera Mike Rogers, Peter King di New York, e il portavoce della minoranza Steny Hoyer, ed altri ancora, hanno visto le loro casse elettorali crescere sensibilmente grazie alla generosità finanziaria di Bandar, secondo le nostre diverse fonti.
Bandar ha anche sollecitato il potente Israel Public Affairs Committee (AIPAC) a sostenere la legge per l’autorizzazione del Congresso all’uso della forza militare degli Stati Uniti in Siria. Tra le moine e le minacce politiche dei lobbisti dell’AIPAC e l’odore del denaro contante di Bandar, la leadership del Congresso di entrambi i partiti, democratico e repubblicano, si allineava nel sostenere l’iniziativa armata dell’amministrazione Obama. McCain è il secondo destinatario dei finanziamenti dell’AIPAC, battuto solo dal presidente della Commissione Relazioni Estere del Senato, Menendez. McCain ha anche rapporti intimi con i gruppi islamisti in Libia, Siria, Turchia, Egitto, Arabia Saudita e Qatar. In sostanza, i legami esteri di McCain rappresentano la rete degli interessi sionisti israeliani e wahabiti/salafiti sauditi attualmente in gioco in tutto il Medio Oriente. Ovunque, i governi socialisti pan-arabi e laici sono nel mirino degli Stati Uniti, dell’Arabia saudita e degli interessi israeliani, sostenuti dai provocatori delle organizzazioni non governative della “società civile”, finanziati dagli hedge fund del magnate George Soros, sempre in prima fila nel supportare raduni in favore dei ribelli islamisti.
Rispecchiando la sostanziale operazione d’influenza a Washington, dove Bandar fu ambasciatore saudita e avrebbe avuto un ruolo nel sostenere finanziariamente alcuni dei dirottatori sauditi accusati dell’11/9, le operazioni di lobby di Bandar si ampliano a Parigi, per garantire un voto parlamentare francese in supporto dell’attacco militare contro la Siria. Le somiglianze del lobbismo a Parigi con le operazioni a Washington sono più che evidenti. Come con l’AIPAC, la sua controparte di Bruxelles, il Congresso ebraico europeo (EJC), ha iniziato a fare pressioni sui membri dell’Assemblea nazionale francese, così come sui membri del Parlamento europeo, per sostenere l’attacco militare contro la Siria. Il principale sostenitore e istigatore nel parlamento francese dell’attacco contro la Siria è Jean-Marc Ayrault, il Primo ministro. Anche se la pronuncia di “Ayrault”, in arabo significa “pene”, il Primo ministro francese, insieme al presidente Francois Hollande, è diventato il principale alleato di Bandar a Parigi. La posizione di Ayrault è sostenuta dal ministro delle Finanze Pierre Moscovici, uno dei principali sostenitori d’Israele… Proprio come con l’”affare al-Yamamah,” Bandar è in grado di addolcire l’accordo sul sostegno francese ai ribelli siriani. Mentre Bandar e l’EJC ottengono il sostegno parlamentare francese ad un attacco militare alla Siria, veniva annunciato che l’Arabia Saudita aggiudicava un contratto da un miliardo di euro a tre società francesi, Thales, DCNS e MBDA, per ristrutturare cinque navi della marina saudita. Hollande deve visitare l’Arabia Saudita, in autunno, il suo secondo viaggio nel regno in un anno.
Contrario all’attacco alla Siria era il leader del partito della sinistra francese (Parti de Gauche), Jean-Luc Mélenchon. Tuttavia, come il senatore Rand Paul, repubblicano del Kentucky e candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Mélenchon, ex e futuro candidato alla presidenza, è stato perseguitato da accuse false e non provate di “anti-semitismo” dalle lobbies israeliane di entrambi i Paesi. Si tratta di una tattica ben nota delle lobby israeliane, per confondere l’opposizione con l’antisemitismo per poter lanciare guerre contro i Paesi arabi. Eppure, sono le lobby israeliane di molte nazioni che hanno sostenuto l’assistenza militare ad al-Qaida e ai suoi alleati. Alti funzionari israeliani anonimi, citati dal quotidiano israeliano Israel Hayom, avrebbero detto: “Una Siria controllata da al-Qaida sarebbe preferibile alla vittoria di Assad sui ribelli.” E’ l’indicazione più chiara che, quando si tratta di sostenere al-Qaida, Bandar e i funzionari del governo di destra israeliano sono sulla stessa barricata. L’iniziativa saudita-israeliana per strappare il sostegno del Parlamento europeo all’attacco alla Siria non è riuscita, quando Arnaud Danjean, il capo della sottocommissione sulla Sicurezza e la Difesa del Parlamento ha detto che non vi erano prove sufficienti che Bashar Assad sia dietro l’attacco chimico a Ghuta del 21 agosto. In realtà, il fallimento al Congresso degli Stati Uniti e al Parlamento europeo, con la dura opposizione all’Assemblea nazionale francese, così come alla Camera dei Comuni inglese, contro l’autorizzazione dell’uso della forza contro la Siria, è visto come la prima grande sconfitta internazionale degli sforzi lobbistici sauditi e israeliani a Washington, Bruxelles, Parigi e Londra.
La ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2013/09/22/bandar-bush-compra-i-voti-per-la-guerra-alla-siria/