Il governo, gli italiani e la rana bollita

21 settembre 2013

 Di ScenariEconomici Feed

di Monica Montella e Franco Mostacci

 L’esperimento della rana bollita dimostra che se si getta una rana viva in una pentola d’acqua bollente salterà fuori, ma se si mette una rana in una pentola d’acqua fredda e poi si aumenta gradualmente la temperatura  fino ad ebollizione il povero animale finirà lesso.

Un test crudele, è vero, ma è esattamente quello che il Governo italiano  fa ai suoi cittadini.

L’esperimento è già riuscito nel 2012, quando il governo Monti dichiarò nel Documento di Economia e Finanza (Def) di aprile che il Pil sarebbe diminuito solo dell’1,2%, il rapporto indebitamento/Pil sarebbe stato dell’1,7% e il rapporto debito/Pil  del 123,4%.

Passano pochi mesi e nella nota di aggiornamento al Def di settembre del 2012 si scopre che la discesa del Pil è raddoppiata al 2,4%, il rapporto indebitamento/Pil  è peggiorato al 2,6% come il rapporto debito/Pil è cresciuto al 126,4%.

A conclusione dell’anno 2012 con la pubblicazione dei dati di consuntivo si scopre che il boccone è ancora più amaro. Confermata la caduta del Pil al 2,4%, il rapporto indebitamento/Pil ha toccato il 3% (a dir la verità lo ha superato di 653 milioni di euro) e il rapporto debito/Pil è arrivato al 127%.

Di essere stato lessato il cittadino italiano non se ne ancora reso conto. Con una pressione fiscale al 44%  e un pagamento di 86,7 miliardi di euro di interessi pagati nel 2012 per un crescente debito pubblico che come ha abbiamo già dichiarato trasferisce risorse finanziarie dalle tasche delle famiglie a quelle dei mercati farebbe agitare chiunque ne avesse coscienza.

Ma il cittadino italiano sta morendo lentamente e non lo sa, infatti nella tornata elettorale di febbraio del 2013 ha sostanzialmente confermato le stesse forze politiche.

Dopo aver illuso gli italiani  il professor Monti affermava che la crisi economica stava volgendo al termine vedendo una luce alla fine del tunnel e  che il vincolo europeo del 3% di indebitamento netto rispetto al Pil sarebbe stato rispettato. FALSO!

Mettendo Enrico Letta al posto del professor Monti l’esperimento prosegue anche nel 2013 e sta dando i suoi frutti, con la pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def si è tornati alla brusca realtà.

Ma i cittadini italiani continuano a non esserne coscienti.

Eppure era evidente fin da aprile di quest’anno, con il Def 2013, che  la finanza pubblica italiana non era nella situazione che il Governo descriveva nei suoi documenti ufficiali. Quei numeri erano stati costruiti ad arte per dare una visione meno pessimistica possibile della realtà, ben sapendo che per dire esattamente come stava l’economia del nostro paese ci sarebbe sempre stato tempo. Ma quale tempo?

Un esempio significativo di un dato allegro presente nei documenti ufficiali era il previsto aumento delle entrate contributive di 3,7 miliardi (+1,7% sul 2012) che era evidentemente una chimera in presenza di un mercato del lavoro asfittico.

Con il monitoraggio congiunturale del primo e del secondo trimestre 2013 anche coloro che continuavano a credere alle favole del Governo hanno iniziato a ricredersi.

Gli unici che continuavano a ripetere come un mantra ossessiva che non ci sarebbe stata alcuna manovra correttiva erano gli esponenti della compagine governativa, che a fine agosto, più per calcoli politici che economici, hanno cancellato l’acconto dell’Imu sulla prima casa.

L’amara realtà è che anche la Nota di aggiornamento al Def  diffusa in questi giorni contiene stime troppo ottimistiche e obiettivi irraggiungibili da qui alla fine dell’anno. Cerchiamo di scoprirlo insieme.

Dal lato della finanza pubblica le entrate tributarie devono fare i conti con il mancato gettito della rata Imu di dicembre e con la flessione dell’Iva dovuta al rallentamento dei consumi, mentre le entrate contributive sono ancora sovrastimate. Ben difficilmente si potrà poi ridurre la spesa pubblica nei prossimi tre mesi. In definitiva, senza interventi sostanziali, l’avanzo primario non raggiungerà il 2,3% e l’indebitamento netto supererà il 3,1%.

 Ma anche il quadro macroeconomico per il 2013 appare edulcorato. Il Pil nominale, che inizialmente doveva crescere di 0,5% ora si avvia a una diminuzione dello 0,6%. Quello reale, invece, è stato rivisto da -1,3% a -1,7%, un risultato ottenuto azionando il paracadute del deflatore che dall’1,8% iniziale nel documento attuale  è dato all’1,2%, con un deflatore dei consumi all’1,5%, a fronte di un’inflazione già acquisita ad agosto di 1,4%.

 Il debito pubblico, poi, continua a galoppare. Ma soprattutto non si capisce come farà il Governo a coprire il fabbisogno degli ultimi mesi dell’anno senza aumentarlo ulteriormente. Dal 127% rispetto al Pil del 2012, secondo la Nota di aggiornamento al Def il debito pubblico nel 2013 salirebbe al 133%, che corrisponde a 2.071,2 miliardi di euro, un tetto che a luglio è già stato ampiamente sforato. Si preannuncia, quindi, un’ulteriore impennata che si rifletterà nei prossimi anni con maggiori spese per interessi a carico delle generazioni future. Ma nel frattempo il nostro Governo sostiene che sui nostri conti pesa l’instabilità politica. Ma siamo proprio sicuri?

 Nel frattempo il portavoce Rehn, commissario Ue agli Affari economici,  in parlamento si è espresso su deficit del nostro Paese affermando «di vedere le misure che saranno prese nelle prossime settimane. Auspichiamo che le misure siano prese in modo tempestivo, siamo gia’ alla fine di settembre e per intervenire sul bilancio 2013 bisogna agire presto».

 Ma di quali misure parla?

 Forse  dell’IMU sulla prima casa e sull’aumento dell’IVA? Ma no, queste misure sono fuori luogo in questo momento storico soprattutto in presenza di due fazioni politiche che pur di conquistarsi qualche voto elettorale da qualche cittadino incosciente alle prossime elezioni continuano a nascondere la cruda realtà.

 Ad aumentare, anche per quest’anno, sarà la pressione fiscale che, salvo ulteriori manovre salirà al 44,3%, scaldando ulteriormente la temperatura della pentola dove gli italiani sono messi a lessare.

 Per non fare la fine della rana bollita, se ancora gli italiani hanno la capacità di reagire,  devono scalciare con forza per schizzare fuori da questa situazione  e non finire completamente bolliti come la povera rana.

 

Tavola 1 – Quadro macroeconomico e di finanza pubblica nel Def e nella Nota di aggiornamento al Def – Anno 2013

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Fonte: elaborazioni su dati Ministero Economia e Finanze e Istat

 da Scenari Economici

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Gli “inventa guerre”: Media e governo degli Stati Uniti d’America.

SETTEMBRE 19, 2013

mcc43

 Con Yellow Journalism, giornalismo giallo, si indica quel tipo d’ informazione che poco o nulla ha a che fare con gli eventi reali. Un giornalismo che architetta le notizie, utilizza titoli altisonanti e toni enfatici per suscitare emotività. All’inizio del ‘900, lo scopo era semplice: vendere un maggior numero di copie del quotidiano o della rivista. Con il tempo le esagerazioni dei fatti di cronaca, il sensazionalismo e l’ingegneria dello scandalo sono entrati in sinergia con gli obiettivi dei grandi registi della geopolitica. Poiché gli USA sono protagonisti della scacchiera mondiale, e loro è la più grande industria dell’informazione su carta via web e televisiva,  il Giornalismo Giallo ne è diventato il valletto, il grande manipolatore dell’opinione di massa,  la fabbrica delle fiction pro-guerra.

Le grandi guerre bugiarde  dell’America

 Prima Guerra Mondiale

 Lusitania

Gli Stati Uniti sono entrati nella prima guerra mondiale dopo il naufragio del Lusitania, il transatlantico britannico che trasportava passeggeri americani, silurato dai sottomarini tedeschi al largo delle coste irlandesi; morirono più di 1.000 dei suoi passeggeri. Quello di cui il pubblico non fu informato era una lettera della settimana precedente l’incidente, nella quale l’allora Primo Lord dell’Ammiragliato Sir Winston Churchill ordinava di attrarre verso le coste inglesi navi di paesi neutrali, specialmente Stati Uniti, perché potesse verificarsi l’occasione di un coinvolgimento nella guerra con la Germania. Né venne detto agli americani che il Lusitania trasportava munizioni e altre forniture militari. Si raccontò, invece, di un attacco inaspettato e immotivato messo in atto da un nemico folle e l’opinione pubblica si convinse della giustezza di entrare in guerra.

 Seconda Guerra Mondiale:

 PearlHarbor

Il coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale fu di nuovo in seguito a una deliberata disinformazione. Anche se l’Honolulu Advertiser aveva scritto con giorni di anticipo dell’attacco a Pearl Harbor -perché i codici navali giapponesi erano già stati decrittati – e persino Henry Stimson, del Segretariato per la guerra, aveva annotato nella sua agenda della settimana precedente l’incontro con Roosevelt su ” come manovrare i giapponesi per fargli sparare il primo colpo senza troppo danno per gli USA”, gli Americani vennero indotti a credere che l’attacco fosse del tutto imprevisto. Di recente una nota declassificata dalla segretezza ha rivelato che il Presidente Roosevelt era stato avvertito di un imminente attacco giapponese alle Hawaii tre giorni prima dell’effettivo attacco, ma i libri di storia ancora indicano Pearl Harbor come lampante esempio di un attacco a sorpresa.

 Guerra del Vietnam:

 Lyndon Johnson

Lyndon Johnson

 Nell’agosto 1964, il pubblico americano venne in formato che il Vietnam del Nord aveva attaccato i cacciatorpedinieri degli Stati Uniti nel Golfo del Tonchino “in due diverse occasioni”. Gli attacchi vennero presentati come palese esempio di “aggressione comunista “. Seguì immediatamente  la risoluzione del Congresso che autorizzava il presidente Johnson a dispiegare le truppe e attaccare il Vietnam del nord senza preventiva dichiarazione di guerra. Nel 2005 è stato pubblicato un documento interno del NSA (Agenzia per la Sicurezza) nel quale si legge che il secondo attacco in realtà non ebbe mai luogo. Pertanto: 60.000 militari americani e fino a tre milioni di vietnamiti, oltre a 500.000 cambogiani e laotiani, hanno perso la vita a causa di un incidente che non si è mai verificato.

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Nayirah al-Sabah

 Guerra del Golfo:

Nel 1991 il mondo intero si commosse per la toccante testimonianza di  ”Nurse” Nayirah (ved.video), ragazzina kuwaitiana che raccontava le atrocità commesse dalle forze irachene in Kuwait. Quello che al mondo non venne detto è che la testimonianza era stata confezionata da una società di pubbliche relazioni e Nayrah era la figlia dell’ambasciatore del Kuwait.  Con questo stratagemma da schermo televisivo s’indusse il pubblico allo sdegno furente contro il regime di Saddam Hussein.

 Sorprendentemente, il grande pubblico non impara dalle manipolazioni storiche documentate e ben pochi mettono in discussione il quadro dipinto dal telegiornale o dalla prima pagina del quotidiano preferito. Tutti sappiamo ormai della menzogna di Colin Powell che all’Onu mostrava il contenitore delle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam, molti sanno del film della finta caduta di Tripoli montato negli studi di Al Jazeera, altri ricorderanno l’eccidio di Timisoara creato disseppellendo salme per mostrarle in televisione e giustificare la condanna a morte senza processo del dittatore romeno Ceausescu e della moglie.

Nonostante tutto questo, ben pochi oggi chiedono approfondimenti  sulla Siria e l’episodio dei gas  nella città di Ghouta” . Occorre passare indenni attraverso il martellamento dei media ufficiali che  non informanosull’evidenza medica: lo stato dei cadaveri non corrisponde a una morte per asfissia da sarin  [vedere Siria: il veleno nella coda. Il Rapporto degli ispettori ONU sui gas a Ghouta e  Sirian Sarin ] , né che gli ispettori  [rapporto Onu] non hanno cercato e trovato i cadaveri che le foto e i video mostrano, che l’indagine è stata breve e tardiva, che le fonti da cui sono state raccolte le testimonianze sono di non verificata attendibilità.

 Elena Petrovna Blavatsky, un’avventuriera russa diventata un’autorità morale

per migliaia di seguaci nel campo dell’esoterismo, affermava

“Che si può fare se la gente vuole essere ingannata?”

 Già, che si può fare?

http://mcc43.wordpress.com/2013/09/19/gli-inventa-guerre-media-e-governo-degli-stati-uniti-damerica/

Shebab frappent a Nairobi

PCN-TV / ASSAUT DES ISLAMISTES SOMALIENS SHEBAB AU KENYA

 PCN-TV avec RT – ELAC Website – PCN-SPO / 2013 09 21/

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV 

https://vimeo.com/pcntv

 Video sur : https://www.facebook.com/photo.php?v=1414871875397641

 COMPRENDRE :

 Les islamistes shebab somaliens revendiquent l’attaque de Nairobi. La capitale du Kenya frappée au cœur.

Dans un Kenya déstabilisé par les manœuvres des puissances occidentales et de la CPI aux ordres (*) , qui entend poursuivre le nouveau président élu, Uhuru Kenyatta, la menace des milices islamistes des Shebab est un facteur de chaos de plus.

C’est le résultat d’un autre chaos, organisé par la politique impérialiste américaine, qui se répand chaque jour davantage en Afrique et au Proche-Orient : celui de la Somalie, état en faillite, non-état implosé et disloqué (**).

 Les shebab somaliens liés à Al-Qaïda ont donc revendiqué ce samedi soir sur leur compte Twitter l’attaque contre un centre commercial de Nairobi qui a fait au moins 30 morts et 60 blessés (***).”Les moujahidines ont pénétré aujourd’hui vers midi dans Westgate”, le centre commercial où a eu lieu l’attaque, indique un message posté sur leur compte peu après 18H00 GMT. “Ils ont tué plus de 100 infidèles kényans et la bataille se poursuit”, affirment les islamistes. Ils justifient l’attaque comme des représailles à l’intervention de l’armée kényane depuis deux ans dans le sud de la Somalie contre le groupe islamiste, rappelant avoir “prévenu le Kenya à de nombreuses reprises”. “Ce que les Kényans voient à Westgate, c’est de la justice punitive pour les crimes punis par leurs soldats” impliqués dans le conflit somalien, car “par la terre, par les airs et par la mer, les forces kényanes ont envahi notre patrie musulmane, tuant des centaines de musulmans dans ces opérations et en déplaçant des milliers d’autres”, expliquent les shebab sur leur compte.

 ALLER PLUS LOIN …

 (*) Sur la situation au Kenya et la menace islamiste, lire :

Luc MICHEL, KENYA REPORT 2013 / LA PRESIDENTIELLE 2013 SOUS HAUTE TENSION

Sur http://www.eode.org/eode-think-tank-kenya-report-2013-la-presidentielle-2013-sous-haute-tension/

 

(**) Sur la situation en Somalie et les Milices islamistes Shebab, lire :

Luc MICHEL, FOCUS / GEOPOLITIQUE : SOMALIE 2013, NOUVELLES DU LABORATOIRE DU NOUVEL ORDRE AMERICAIN EN AFRIQUE ET AU « GRAND MOYEN-ORIENT »

Sur http://www.lucmichel.net/2013/03/19/luc-michel-focus-geopolitique-somalie-2013-nouvelles-du-laboratoire-du-nouvel-ordre-americain-en-afrique-et-au-grand-moyen-orient/

 

(***) Cfr. LUCMICHEL. NET / LES ISLAMISTES SHEBAB SOMALIENS FRAPPENT A NAIROBI !

Sur http://www.lucmichel.net/2013/09/21/lucmichel-net-les-islamistes-shebab-somaliens-frappent-a-nairobi/

 

PCN-TV & PCN-SPO / ELAC Website

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http://www.elac-committees.org/

https://www.facebook.com/elac.committees

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

 

I tedeschi sono cattivi

Gli Anti Tedeschi che Tifano i Tedeschi
22 settembre 2013Di FunnyKing

Oh come sono cattivi i tedeschi, ma anche come sono buoni e lungimiranti se votano il partito anti-euro.
Scrivo questo breve post per osservare lo strano cortocircuito italico nei riguardi del “cattivo tedesco” che ci vuole colonizzare.
Fermo restando che:

I tedeschi sono cattivi
I tedeschi ci hanno costretto ad entrare nell’euro e ci costringono a rimanerci
Se piove è colpa dei tedeschi
In Germania forse entrerà in parlamento il primo vero movimento politico e culturale europeo il cui programma politico è centrato sull’uscita della Germania dall’Euro. Cioè sull’idea che è immorale per il popolo tedesco pagare i debiti degli altri popoli europei e contemporaneamente è immorale che i tedeschi dicano agli altri paesi europei cosa devono fare a casa loro.

Vi prego dia ascoltare cosa dice l’ideologo dell’AfD, l’ex presidente della confidustria tedesca Hanf Olaf Henkel (strano che non sia un banchiere neh?), guardate quanto sono cattivi e rozzi questi tedeschi, avete mai sentito un ragionamento del genere dalla bocca di un politico italiano? :

http://www.youtube.com/watch?v=qRj_Nm-iKp4

Beh?
Alla fine ce lo stanno dicendo loro. I cattivi tedeschi.
Si tratta di scegliere se vivere facendo ciò che è necessario o morire dando la colpa ai tedeschi (o in alternativa agli americani, alle banche o a chi vi pare)

http://www.rischiocalcolato.it/2013/09/gli-anti-tedeschi-che-tifano-i-tedeschi.html

EGITTO: ARDITA GIORNALISTA LASCIA LA TRASMISSIONE OPPONENDOSI AD UN POTENTE SCEICCO CHE LE IMPONE IL VELO IN ONDA

la giornalista polemizza con il clerico che le impone di mettersi in velo per la messa in onda dicendo che quando le parla offline non lo richiede e soprattutto… rivela che il clerico ha voluto essere pagato per andare a parlare in trasmissione…mentre ordina per ragioni religiose (“davanti a Dio”) di mettersi il velo…
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=z2rL6NDoyKg

Da David Icke, www.davidicke.com:
“Ok, lei è il grande sceicco Yousuf Badri che porta in uno studio televisivo  la sua stupidità e ipocrisia piene di arroganza e col cervello alla frutta. Poi lei cerca di imporre la sua idiozia sulla presentatrice donna, Riham Said …questo si chiama GRANDE ERRORE… ce ne fossero di giornaliste cosi nel mondo Occidentale…”
http://cafedehumanite.blogspot.com/2013/09/egitto-ardita-giornalista-lascia-la.html

Il Vicecomandante dei ‘Battaglioni Zulfiqar’ trova la morte in Siria difendendo il Santuario di Zeinab!

Suleiman Kahani, Palaestina Felix

 Fazel Sobhi            - Abu Hajer

Liwa al-Zulfiqar” é il nome di una milizia sciita che raccoglie combattenti venuti da fuori della Siria (principalmente Irakeni ma anche di altri paesi mediorientali) per aiutare i propri correligionari, da sempre leali sostenitori del Governo di Assad, finiti nel mirino dei selvaggi e sanguinari atti dei terroristi mercenari wahabiti.

Insieme ai “Battaglioni Abu Fadl al-Abbas“, composti invece di sciiti siriani, i Battaglioni Zulfiqar (che prendono il nome dalla scimitarra di Ali, famosa nel mondo sciita quanto Excalibur o Durlindana per un Europeo) si sono distinti nella difesa del santuario di Sayyida Zeinab, dove riposa la nipote di Maometto e figlia di Ali che dopo la Battaglia di Karbala maledisse l’usurpatore Yazid.

Proprio nella giornata in cui l’Esercito regolare siriano vinceva la battaglia di Shabaa e ristabiliva sicure comunicationi con il santuario sciita, Abu Hajer, il Vicecomandante dei Battaglioni Zulfiqar trovava la morte in battaglia, affrontando il nemico wahabita sul campo, anche se il suo grado e il suo grande prestigio gli avrebbero potuto facilmente (se lo avesse voluto) evitare i pericoli del combattimento.

Rendiamo onore a un grande combattente, modesto, umile e completamente devoto alla propria missione e ai suoi camerati, certi che in pochi anni la sua fama sarà pari a quelle dei martiri di Hezbollah caduti contro Israele o a quelle degli eroi iraniani periti nella Guerra Imposta contro l’Irak di Saddam Hussein.

Islamistes Shebab frappent a Nairobi

LUCMICHEL. NET / LES ISLAMISTES SHEBAB SOMALIENS FRAPPENT A NAIROBI !

 LM / En Bref /

avec ELAC & ALAC Website – PCN-SPO – AFP/ 2013 09 21/

 

Les islamistes shebab somaliens revendiquent l’attaque de Nairobi. La capitale du Kenya frappée au cœur.

Dans un Kenya déstabilisé par les manœuvres des puissances occidentales et de la CPI aux ordres (*) , qui entend poursuivre le nouveau président élu, Uhuru Kenyatta, la menace des milices islamistes des Shebab est un facteur de chaos de plus.

 

C’est le résultat d’un autre chaos, organisé par la politique impérialiste américaine, qui se répand chaque jour davantage en Afrique et au Proche-Orient : celui de la Somalie, état en faillite, non-état implosé et disloqué (**).

Le Kenya est en effet entré unilatéralement en Somalie voisine, en octobre 2011, pour y combattre les jihadistes somaliens Shebab. Elle se maintient depuis dans le sud du pays, dans le cadre d’une force africaine multinationale soutenant le gouvernement fantoche et impuissant somalien face aux islamistes.

Comme la population du nord du Kenya est généralement d’ethnie somalie, la prévisible contagion n’a pas tardé : « une campagne d’attentats attribuée aux Shebab a ensanglanté plusieurs villes du Kenya et des pogroms anti-Somalis ont eu lieu en décembre dernier dans un quartier de Nairobi où vivent principalement des Somaliens et des Kényans d’ethnie somalie. Le gouvernement kényan a alors ordonné à tous les réfugiés et demandeurs d’asile de quitter les villes kényanes pour retourner dans les camps de réfugiés ».

Six jours avant la récente élection présidentielle du 4 mars 2013, les Shebabs avaient « averti les électeurs kényans qu’ils subiraient une “longue et horrible guerre” si le prochain gouvernement de Nairobi ne retirait pas ses forces du pays voisin ». Comme le rappellait alors La Libre Belgique, « ce point ne figure dans le programme d’aucun des huit candidats à la présidence ». La campagne « s’est déroulée dans une atmosphère empoisonnée par des attaques à la bombe et à la grenade contre des bars, des églises et des représentants de l’ordre ».

 Les shebab somaliens liés à Al-Qaïda ont donc revendiqué ce samedi soir sur leur compte Twitter l’attaque contre un centre commercial de Nairobi qui a fait au moins 30 morts et 60 blessés.”Les moujahidines ont pénétré aujourd’hui vers midi dans Westgate”, le centre commercial où a eu lieu l’attaque, indique un message posté sur leur compte peu après 18H00 GMT. “Ils ont tué plus de 100 infidèles kényans et la bataille se poursuit”, affirment les islamistes. Ils justifient l’attaque comme des représailles à l’intervention de l’armée kényane depuis deux ans dans le sud de la Somalie contre le groupe islamiste, rappelant avoir “prévenu le Kenya à de nombreuses reprises”. “Ce que les Kényans voient à Westgate, c’est de la justice punitive pour les crimes punis par leurs soldats” impliqués dans le conflit somalien, car “par la terre, par les airs et par la mer, les forces kényanes ont envahi notre patrie musulmane, tuant des centaines de musulmans dans ces opérations et en déplaçant des milliers d’autres”, expliquent les shebab sur leur compte.

Ils affirment avoir, “en de nombreuses occasions, prévenu le gouvernement kényan que le maintien de ses forces en Somalie aurait des conséquences dramatiques”. “Le message que nous envoyons au gouvernement et à la population kényane est et sera toujours le même: retirer toutes vos forces de notre pays”, ajoutent les shebab.

 Encore les résultats maudits de la politique US et un pays de plus frappé par ce terrorisme islamiste, à certains moments allié de Washington (Libye, Afghanistan 1979-92, Bosnie, Caucase, Syrie 2011-août 2013 …), à d’autres adversaire scénarisé de la pseudo « guerre contre le terrorisme » (Sahel, Somalie, Mali, Afghanistan 1995-2013, Syrie depuis quelques semaines …). Les Shebab – qui était aussi le nom des katibas islamistes du CNT de Benghazi en Mars 2011 – sont les enfants monstrueux de l’impérialisme américain. Et leur ascension le fruit obscène de la stratégie de Washington !

 Luc MICHEL

 http://www.lucmichel.net/2013/09/21/lucmichel-net-les-islamistes-shebab-somaliens-frappent-a-nairobi/

  Sur la situation au Kenya et la menace islamiste, lire :

Luc MICHEL, KENYA REPORT 2013 / LA PRESIDENTIELLE 2013 SOUS HAUTE TENSION

Sur http://www.eode.org/eode-think-tank-kenya-report-2013-la-presidentielle-2013-sous-haute-tension/

Sur la situation en Somalie et les Milices islamistes Shebab, lire :

Luc MICHEL, FOCUS / GEOPOLITIQUE : SOMALIE 2013, NOUVELLES DU LABORATOIRE DU NOUVEL ORDRE AMERICAIN EN AFRIQUE ET AU « GRAND MOYEN-ORIENT »

Sur http://www.lucmichel.net/2013/03/19/luc-michel-focus-geopolitique-somalie-2013-nouvelles-du-laboratoire-du-nouvel-ordre-americain-en-afrique-et-au-grand-moyen-orient/

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L’USO SCANDALOSO DELLE ARMI CHIMICHE DA PARTE DI WINSTON CHURCHILL

L’USO SCANDALOSO DELLE ARMI CHIMICHE DA PARTE DI WINSTON CHURCHILL
L’uso in Siria di armi chimiche ha scandalizzato il mondo. Ma è facile dimenticare che l’Inghilterra le ha usate – e che Winston Churchill fu un potente sostenitore del loro utilizzo

La segretezza era di capitale importanza. Lo stato maggiore inglese sapeva che vi sarebbe stata indignazione se si fosse saputo che il governo era intenzionato a usare la sua scorta segreta di armi chimiche. Ma Winston Churchill, all’epoca ministro della guerra, ignorò le loro remore. Come sostenitore di vecchia data della guerra chimica, era determinato a usarle contro i russi bolscevichi[2] [4]. Nell’estate del 1919, 94 anni prima del devastante attacco alla Siria, Churchill progettò e attuò un prolungato attacco chimico nel nord della Russia.
 
Gli inglesi non erano nuovi all’uso di armi chimiche. Durante la terza battaglia di Gaza del 1917, il Generale Edmund Allenby aveva lanciato 10.000 bombole di gas asfissiante sulle posizioni nemiche, con effetti limitati. Ma nei mesi finali della prima guerra mondiale, gli scienziati dei laboratori governativi di Porton, nel Wiltshire, svilupparono un’arma molto più devastante: la segretissima “M Device”, una bombola esplosiva contenente un gas altamente tossico chiamato difenilaminacloroarsina. L’uomo incaricato di metterla a punto, il Maggior Generale Charles Foulkes[3] [5], la definì “la più efficace arma chimica mai realizzata”.

Gli esperimenti condotti a Porton[4] [6] mostrarono che esisteva davvero una nuova, terribile, arma.  Vomito incontrollabile, emottisi immediata, stanchezza cronica erano le reazioni più comuni. Il responsabile in capo della guerra chimica, Sir Keith Price, era convinto che il suo uso avrebbe portato al rapido crollo del regime bolscevico: “Se hai raggiunto l’obbiettivo anche solo una volta con il gas non troverai più bolscevichi su questo lato della Vologda[5] [7]”. Il cabinet[6] [8] era contrario all’uso delle armi chimiche, con grande irritazione di Churchill.

Avrebbe voluto usare le “M device” anche contro le tribù ribelli dell’India settentrionale: “Sono decisamente favorevole all’uso di gas tossico contro le tribù selvagge”, dichiarò in un memorandum segreto. Criticò i suoi colleghi per la loro “impressionabilità”, dichiarando che “le obiezioni del ministero dell’India all’uso del gas contro i nativi sono irragionevoli. Il gas è un’arma più compassionevole della bombola esplosiva e costringe il nemico ad accettare una decisione con minori perdite di vite di ogni altra arma da guerra”[7] [9].

Egli terminò il suo memorandum con una nota di humor nero fuori luogo: “Per quale motivo non sarebbe leale da parte di un artigliere inglese lanciare una bombola che faccia sternutire il detto nativo?”, domandò. “È davvero troppo stupido”.

Venne spedito in Russia l’impressionante quantitativo di 50.000 “M device”: gli attacchi aerei inglesi che le impiegavano iniziarono il 27 agosto 1919, prendendo di mira il villaggio di Emtsa, 120 miglia[8] [10] a sud di Arcangelo[9] [11]. I soldati bolscevichi vennero visti fuggire in preda al panico mentre il gas verde fluiva verso di loro. Quelli che rimasero intrappolati nella nube [tossica] vomitarono sangue, e poi crollarono svenuti.
Gli attacchi continuarono per tutto settembre contro molti villaggi controllati dai bolscevichi: Chunova, Vikhtova, Pocha, Chorga, Tavoigor e Zapolki. Ma l’arma si dimostrò meno efficace di quanto Churchill avesse sperato, in parte a causa dell’umidità autunnale. Alla fine di settembre, gli attacchi vennero fatti cessare. Due settimane dopo le scorte rimanenti vennero scaricate nel Mar Bianco. Giacciono ancora oggi sul fondo del mare in 40 braccia d’acqua

Churchill: fu sempre filo-sionista. Sempre nel 1920, scrisse questo articolo in cui chiedeva agli ebrei di dissociarsi dal bolscevismo e di aderire al sionismo
 

[1] [14] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.theguardian.com/world/shortcuts/2013/sep/01/winston-churchill-shocking-use-chemical-weapons [15] . Le note a piè di pagina riprendono solo in parte i collegamenti ipertestuali originali e li integrano quando è stato ritenuto opportuno.
[2] [16]http://www.economist.com/news/briefing/21584397-how-whole-class-weaponry-came-be-seen-indecent-shadow-ypres [17]
[3] [18]http://www.kingscollections.org/servingsoldier/biographies/major-general-charles-foulkes-%281875-1969%29 [19]
[4] [20]http://www.theguardian.com/politics/2006/jul/15/uk.greenpolitics [21]
[5] [22]http://it.wikipedia.org/wiki/Vologda_(fiume) [23]
 
[6] [24] In Inghilterra è l’organo ristretto del governo composto dai principali ministri.
[7] [25] Non è chiaro dal testo se le armi chimiche in India vennero davvero utilizzate. La fonte della citazione non è riportata, e non è chiara, perché il brano in questione, riportato da altri siti (Global Research: http://www.globalresearch.ca/articles/CHU407A.html [26], Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Alleged_British_use_of_chemical_weapons_in_Mesopotamia_in_1920 [27] ) non menziona l’India Office. È però interessante notare che Wikipedia inglese riferisce che all’epoca venne effettivamente spedito dall’Inghilterra un certo quantitativo di bombole e di maschere antigas da utilizzarsi sulla frontiera indiana nordoccidentale. Sempre secondo Wikipedia, una fornitura di 16.000 bombole e di 10.000 maschere antigas venne però bloccata da Lord Sinha, il vice-ministro dell’India, contrario all’uso delle armi chimiche su quei territori. D’altra parte, per quanto riguarda invece l’uso delle armi chimiche durante la rivolta irachena del 1920, è indicativo come la medesima Wikipedia cerchi di minimizzare le affermazioni di Churchill sostenendo che il politico inglese in quell’occasione si era riferito solo all’uso di gas lacrimogeno, quando invece egli disse che “non è necessario usare solo i gas più mortiferi contro le tribù selvagge”. È chiaro, dal contesto della citazione, che il politico inglese era favorevole all’uso delle armi chimiche come “permanent method of warfare” (permanente metodo di guerra) anche se, secondo lui, per suscitare terrore a volte bastava usare un tipo di gas non letale (ma quando non bastava si dovevano usare i gas più mortiferi senza remore).
[8] [28] Poco meno di 200 chilometri.
[9] [29]http://it.wikipedia.org/wiki/Arcangelo_(citt%C3%A0) [30]
 
[10] [31] Poco meno di 80 metri.
http://www.stampalibera.com/?p=66652

L’AIEA respinge una risoluzione mirata al nucleare d’Israele + Cisgiordania: Militari israeliani malmenano diplomatici.

La risoluzione proposta dai paesi arabi riguardante il controllo dell’arsenale nucleare d’Israele é stata respinta dall’Assemblea Generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atamica (AIEA) a Vienna.
A seguito di un vivace dibattito, il testo è stato respinto con 51 voti contrari, 43 a favore e 32 astenuti.
Israele, considerata come l’unica potenza nucleare in Medio Oriente, non ha mai ammesso di detenere l’arma atomica e non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP).
Le sue installazioni non sono soggette alle ispezioni dell’Agenzia, con l’eccezione di un piccolo sito di ricerca.

La risoluzione discussa, nel corso della riunione annuale della agenzia delle Nazioni Unite, ha espresso “La preoccupazione per le capacità nucleari israeliane e chiede a Israele di aderire al TNP (…) ”
./…
En 2009, la même
résolution avait été adoptée, puis rejetée en 2010 après d’intenses efforts diplomatiques de la part des pays occidentaux. Les pays arabes avaient décidé
les deux années suivantes de ne pas proposer le texte afin de ne pas mettre en péril les discussions concernant la création d’une zone exempte d’armes
nucléaires au Moyen-Orient. Les espoirs sur la tenue d’une conférence à ce sujet en 2012 ne se sont toutefois pas concrétisés.
L’ambassadeur du Sultanat d’Oman Badr Mohamed Zaher Al Hinai, parlant au nom des pays arabes, a estimé que le dépôt cette année de la résolution “pourrait ressusciter” les négociations sur une zone sans armes de destruction massive dans la région. Il a également accusé les pays occidentaux de faire deux poids deux mesures. Les assertions selon lesquelles d’autres Etats du Moyen-Orient envisageraient de se doter de la bombe atomique sont “une énorme distorsion des faits”, a-t-il ajouté.
Pour les pays arabes, il semble “que le seul problème devant être discuté est Israël, et non pas les grandes quantités d’armes chimiques détenues par la Syrie ou le défi que pose la volonté de l’Iran de se doter d’armes nucléaires”, a déclaré Daniel Danieli, premier conseiller de l’ambassade d’Israël à Vienne.
Le nouvel ambassadeur iranien auprès de l’AIEA Reza Najafi a pour sa part regretté qu’Israël “ignore les inquiétudes légitimes de la communauté internationale en refusant d’adhérer au TNP”.
Fonte: AFP

http://www.almanar.com.lb/french/adetails.php?eid=131900&cid=18&fromval=1&frid=18&seccatid=22&s1=1

Cisgiordania: Militari israeliani malmenano diplomatici.

Diplomatici europei malmenati da parte del Tsahal ( ndt: Forze di Difesa Israeliane ) in Cisgiordania.
IRIB- Diplomatici europei sono stati malmenati, Venerdì, in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano, che si è opposto alla distribuzione di aiuti ai Palestinesi le cui case sono state demolite questa settimana.
Un giornalista della Reuters, presente a Khirbet al Makhoul, ha visto i soldati israeliani lanciare granate stordenti ad un gruppo di diplomatici, operatori umanitari e Palestinesi.
La diplomatica francese, Marion Castaing, è stato bruscamente estratta dal camion che trasportava tende e assistenza. Il veicolo, in seguito è stato sequestrato dall’esercito israeliano.
“Mi hanno tirato fuori dal veicolo e mi ha costretta a sdraiarmi per terra nonostante la mia immunità diplomatica”, ha raccontato, coperta di polvere. “Ecco come si rispetta il Diritto Internazionale. ”

http://french.irib.ir/info/moyen-orient/item/275632-des-militaires-isra%C3%A9liens-attaquent-des-diplomates-europ%C3%A9ens
http://www.ilmondo.it/esteri/2013-09-20/m-o-incidenti-diplomatici-europei-soldati-israele_326774.shtml

VIDEO

http://it.notizie.yahoo.com/video/scontri-cisgiordania-tra-militari-israeliani-195013642.html