GRECIA: Dove Europa scende agli inferi. E tutti se ne fregano

Di Matteo Zola

http://www.eastjournal.net

 E’ un po’ che non si sente più parlare di Grecia. Non perché la situazione abbia smesso di essere critica ma perché la povertà ha smesso di fare notizia. Cosa dire “di nuovo” d’altronde: la gente è sempre in fila per il pane, la miseria corrode la società, la incattivisce, non mancano gli scontri violenti, gli scioperi sono ormai abituali, la frustrazione della popolazione aumenta, la politica non trova soluzioni e lo Stato si fa sempre più autoritario. Ma in fondo chi se ne frega. La Grecia, ormai, non sembra essere nemmeno più Europa. Per noi è dall’altra parte del mare ma ci interessiamo più dell’India. La nostra stampa tace, forse per farci stare tranquilli, forse per incuria e sciatteria.

 Fondamenta d’ingiustizia

 Ci sono i dati, aridi e feroci, a raccontare la tragedia: la disoccupazione è aumentata fino al 27,9% a giugno. La natalità è diminuita del 10% dal 2009. I suicidi sono raddoppiati dal 2009. La proroga ottenuta dalgoverno di Atene per raggiungere il pareggio di bilancio vale poco: già si parla di un nuovo bailout. Oltre alla politica di tagli quello che manca è una strategia per rilanciare il paese che da tre anni non arresta la propria discesa agli inferi. Anche il quotidiano greco Khatimerini si interroga: per salvare l’Europa si vuole sacrificare la Grecia? Ma l’Europa che nascerà avrà fondamenta d’ingiustizia.

 Tra cibo scaduto e malnutrizione

 Per combattere la crisi (e la malnutrizione che colpisce sempre più persone, anche bambini) si è recentemente acconsentito alla vendita di cibi scaduti nei supermercati. Sappiamo tutti che la data di scadenza anticipa, in genere, l’effettivo degrado del prodotto, ma ciò nulla toglie alla gravità di una simile scelta. Oltre a essere un’offesa alla dignità dei greci. Un popolo che ha pagato oltremisura le proprie responsabilità e che ora va salvato.

 Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief) è una confederazione di organizzazioni non governative che si occupa della lotta alla povertà e alla fame. In un recente report ha lanciato il suo allarme, già perché Oxfam adesso si trova oggi a lavorare in Grecia. Nella nostra Europa, non nella miseranda Africa o in qualche tormentato paese dell’Indocina. E il messaggio è chiaro: non solo la Grecia ma l’Europa tutta si sta trovando ad affrontare un decennio perduto (lost decade) dal quale uscirà più povera: l’aumento dei poveri oscillerà tra i 15 e i 25 milioni di persone nel 2025 (fra poco più di dieci anni, domani insomma).

 L’austerità che ci rende poveri

 Max Lawson, uno dei responsabili di Oxfam, ha dichiarato al giornale britannico The Guardian che “Oxfam è stata fondata nel 1942 a causa della carestia in Grecia. Mai avremmo pensato di doverci tornare più di settant’anni dopo trovando il paese in condizioni terribili”. E denuncia: “Le misure di austerità, che in passato hanno portato al collasso paesi dell’America latina o dell’Asia, stanno uccidendo l’Europa. I soli beneficiari di tali misure sono i ricchi, quel 10% della popolazione che sta aumentando il proprio tenore di vita”. E conclude: “Il modello europeo è sotto attacco“.

 E l’Italia sarà la prossima Grecia. Non lo dice nessun rapporto ufficiale, non lo dice il presidente di Bankitalia né il ministro delle Finanze.  Lo dice la direttrice delle poste di una piccola cittadina di provincia, 20mila abitanti.

 

 E mentre la nostra civiltà cade noi stiamo a guardare, come inebriati. La fine ha una sua voluttà. E noi europei amiamo la tragedia. Nel teatro di Epidauro mettono in scena la fine. Ma il vero dramma è che non c’è nemmeno un cane a vedere Europa che scende agli inferi.

Foto: Rai.it

 Fonte:http://www.eastjournal.net/grecia-dove-europa-scende-agli-inferi-e-tutti-se-ne-fregano/34116

http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/09/grecia-dove-europa-scende-agli-inferi-e.html

CON UN QUADRO DEL GENERE, VIENE UTILE LA STRATEGIA DELLA TENSIONE

Al di là di ingiustificabili atti criminali…il solito copione si rispopone ai danni del popolo ellenico
La Grecia nella morsa di tempestivi “opposti estremismi”

di: Fabrizio Fiorini
 
Si è molto parlato del nostro dopoguerra. Una nazione occupata (militarmente, politicamente, culturalmente) da quella parte di vincitori cui era stato attribuito il controllo dell’Europa occidentale.
Ma c’erano, forti e determinate, delle voci contrarie. Una gioventù, e non solo, che ardeva di passione politica, che denunciava con tutte le sue forze questo status quo o che, nella peggiore delle ipotesi, aveva già smaltito la sbornia delle promesse “democratiche”. Era una forza che cresceva quotidianamente in quanto a forza, spregiudicatezza, volontà politica.
Non poteva certamente essere tollerata. E il resto è cosa nota. La nascita della teoria degli opposti estremismi, la strategia della tensione, i morti, i feriti, le bombe, gli agguati, le sparatorie. E mentre nelle piazze si giocava alla brigata Garibaldi contro le Brigate Nere, il manovratori restavano indisturbati.
Privato (due piccioni con una fava!) dei suoi nemici naturali, poté, il potere, consolidare il proprio ordine politico sulle macerie di un ordine pubblico che creava allarme, tensione, necessità di stabilità e di sicurezza.  Gli illusi, le vittime, quelle di sempre: i militanti dell’estrema sinistra, che anziché preoccuparsi  degli occupanti a stelle e strisce e della classe politicante a loro servile continuavano a sentirsi “in montagna” coi partigiani, e quel “neofascismo” che spesso , in un paese calpestato e violentato dagli americani, vedeva il nemico solo ed esclusivamente attraverso le maglie del reticolato di confine di Gorizia.
I risultati li abbiamo sotto gli occhi. Oggi, invece, la Grecia. Una nazione alla fame, alla fame fuor di metafora. Una nazione che riempie quotidianamente le piazze con una determinazione non comune nei restanti Paesi della cosiddetta “Unione Europea”. Una piazza fortissima, che grida a piena voce contro la morte della società civile imposta dall’usura bancaria, dagli gnomi di Francoforte, da una classe politica serva, inetta e parassitaria. Una nazione, la Grecia, in cui le pulsioni ideali sono tutt’altro che sopite, dove le formazioni politiche (quantomeno dichiaratamente) antisistema riscuotono un successo crescente, capaci come sono state di non chiudersi nei “covi” e di ascoltare il popolo.
Come altrove, come sempre, anche quanto accade ad Atene deve cessare. Solo una settimana fa, le pagine dei giornali erano piene di notizie che neanche la stampa allineata poteva più celare: un paese era in rivolta, stanco di essere “suicidato” dalla disperazione. Le notizie di oggi sono diverse. Oggi gli usurai internazionali non sono più un problema: un “neonazista”, infatti, ha ucciso un uomo, un cantante riconducibile all’ambiente culturale della sinistra radicale.
Bene: forse domani stesso altri centomila Greci saranno senza pensione o senza stipendio. Forse fallirà un altro Ente pubblico, forse altri dieci uomini preferiranno la corda al collo o il lancio dal balcone all’umiliazione del non poter nutrire i propri figli. Ma non è un problema. Potranno divertirsi con la caccia al fascista. Poi con quella all’anarchico. E poi con le vendette e le contro-vendette. Vietato, però, disturbare il conducente.
Attenzione: accadrà anche da noi. Estote parati.
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GRECIA: Dove Europa scende agli inferi. E tutti se ne freganoultima modifica: 2013-09-22T15:53:59+02:00da davi-luciano
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