Fuori dal carcere Paolo e Forgi

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Da: InfoAut.org

forgi_paolo_uscita_carcereFuori dal carcere Forgi e Paolo, rinchiusi da 21 giorni alle Vallette, in seguito al loro arresto mentre si recavano all’iniziativa notav prevista all’interno della settimana di campeggio universitario. Il tribunale del riesame di Torino, dopo l’udienza di ieri, ha disposto per loro i domiciliari nelle rispettive residenze senza restrizioni. I due giovani notav sono da poco usciti dal carcere di Torino e hanno poche ore di tempo per raggiungere le loro abitazioni, a San Mauro Torinese l’uno e a Bergamo l’altro.

Nella giornata di ieri, durante l’udienza del riesame, il pm aveva portato avanti l’impianto accusatorio sostenendo la micidialità dei petardi sequestrati nella macchina su cui erano Forgi e Paolo attraverso una perizia dei consulenti della Procura di Torino. I giudici hanno pertanto disposto nuove misure cautelari nei confronti dei due giovani ma hanno confermato la validità della tesi della Procura che persiste nella costruzione di figure fantomatiche, richiamando alla memoria la parola terrorismo e trovando cavilli specifici che riescano a tenere in piedi la macchina criminalizzatrice di cui Procura e affini si servono per incriminare con ogni mezzo i notav.

Sapere che Paolo e Forgi saranno a casa tra qualche ora è sicuramente una bella notizia, ma significativa è l’irriducibilità della Procura che continua a delineare i suoi lati più ignobili e persistenti nel tentativo di fermare la lotta notav.

Anche per gli atri notav sono cadute le misure cautelari applicate a luglio.

Liberi tutti/e!

Perino: “Stiamo pensando di denunciare la magistratura per stalking

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n-ALBERTO-PERINO-large570Manipolazioni, accanimenti giudiziari e mistificazioni sono ormai all’ordine del giorno contro il Movimento Notav: petardi e fuochi d’artificio diventano materiale esplodente, la resistenza popolare di una comunità in lotta contro un’opera inutile viene definita “terrorista”, persino riportare quanto pubblicato dal Cipe, se fatto da un notav, diventa motivo di deuncia da parte della magistratura.

Nell’intervista qui sotto riportata, Alberto Perino del Movimento Notav, partendo da sue alcune considerazioni fatte tramite un suo video ed “erroneamente” riportate dal sito Huffington Post, ci descrive come un clima “incattivito e gonfiato da media e giornalisti” sia diventato strumento per criminalizzare un’intera valle che da 23 anni si oppone con determinazione al Tav.


da Huff Post – Fabio Lepore – “Ma quale minaccia? Quello che ho detto è l’esatto contrario diquanto avete scritto nell’articolo di domenica“. Alberto Perino, uno dei più noti esponenti del Movimento No Tav, contattato dall’HuffPost, vuole fare chiarezza sulle posizioni espresse nel post e nel video pubblicati sul sito di Beppe Grillo. “Il mio intervento è l’espressione della preoccupazione che nutro nei confronti dell’escalation di azioni da parte della Magistratura torinese contro il Movimento No Tav. Non ho detto che avremmo fatto, ma che avremmo subito un autunno caldo, un settembre di fuoco. E tra il fare e il subire c’è una certa differenza. La situazione si è talmente incattivita che stiamo valutando, assieme al nostro team di legali, di denunciare la Magistratura per stalking. Perché di questo si tratta; non è più una situazione normale”.

Una denuncia per stalking nei confronti della Magistratura?
Nelle azioni dei magistrati nei nostri confronti non c’è più una motivazione. Riteniamo che sia un accanimento che va al di là di ogni senso giudiziario. Le faccio subito un esempio: il fatto che abbiano denunciato Mario Cavargna, il presidente di Pro Natura Piemonte, perché ha pubblicato quello che ha scritto il Cipe nella delibera di autorizzazione del cantiere della Maddalena. Il Cipe aveva scritto che c’era il rischio di frana. Bene, Mario Cavargna è stato denunciato per procurato allarme. Ma siamo impazziti? Non ha neanche scritto considerazioni sue: ha riportato dei documenti ufficiali redatti dal Cipe. E lo ha fatto come rappresentante di un’associazione ambientalista. Le associazioni ambientaliste non hanno più diritto di dire che possono esserci dei problemi? Veramente è fuori dal mondo una cosa del genere.

La sua è una preoccupazione condivisa anche da altri attivisti e simpatizzanti. Sono in molti a ripetere, con lei, “mala tempora currunt” e a chiedere che la tensione si stemperi.
C’è un clima incattivito. Se le cose fossero normali, ci sarebbe un normale gioco delle parti. Qui invece si ripetono cattiverie gratuite e atteggiamenti incredibili. Le porto un altro esempio. Tre ragazzi sono stati messi agli arresti domiciliari con l’accusa di aver aggredito una giornalista di Repubblica al termine di una manifestazione. Se si fosse qualificata subito come giornalista nessuno avrebbe avuto niente da dire. Lei invece ha cercato di farsi passare per una manifestante, ma quando i ragazzi hanno capito che non era così (non sapeva neanche distinguere me da un altro storico esponente No Tav, Guido Fissore) le hanno chiesto di vedere cosa stava scrivendo sul suo telefono, pensando fosse della Polizia. Lei comunque dice di essere stata aggredita. E la Magistratura cosa fa? Li arresta. Un provvedimento tanto duro non si prende di solito neanche quando, per un’aggressione, c’è gente che finisce all’ospedale. Non è un clima normale, insomma. Come non è normale che, nel momento in cui questi ragazzi agli arresti domiciliari hanno chiesto di poter andare al lavoro, non viene loro concesso perché potrebbero reiterare il reato. Ma come potrebbero mai reiterarlo? Siamo a un punto di follia incredibile. E tutto questo viene gonfiato dai media e dai giornali.

Ma gli incendi alle attrezzature delle imprese che lavorano al cantiere? Come giustificarli?
Abbiamo fatto due assemblee popolari e nel corso di queste riunioni pubbliche i partecipanti hanno riconosciuto e detto che il sabotaggio, se non colpisce le persone (o meglio, se non colpisce alcun essere vivente), è una pratica assolutamente legittima e non violenta. Sono 23 anni che ci opponiamo a quest’opera. Abbiamo fatto di tutto: marce, digiuni, raccolte firme. Abbiamo fatto tutto quello che di “tranquillo” si poteva fare. Nessuno ci ha dato retta, ma siamo ancora convinti che il Tav è un gigantesco spreco di denaro pubblico, a beneficio esclusivo dei partiti e della mafia. E i proponenti dell’opera non hanno mai accettato un confronto pubblico – e sottolineo pubblico – sulla sua utilità. I nostri sindaci non vengono ascoltati, la Comunità montana neanche, nell’Osservatorio possono entrare soltanto i Comuni che accettano l’opera e che al massimo discutono di compensazioni e come fare qualche miglioria, ammesso che si possa fare. La gente della valle da 23 anni dice “di qui non passerete mai”.

Avete voluto ignorarci? Avete voluto far finta che non esistiamo? Che siamo meno di una colonia? Allora, a questo punto mettiamo in campo altre tecniche di lotta. Nelle due assemblee popolari di cui parlavo, la gente all’unanimità (nessuno si è espresso in modo contrario; e l’ultima assemblea popolare era trasmessa in streaming), ha deciso che l’ultima strada che ci rimaneva era quella del sabotaggio non violento. E non, come sta cercando di dire qualcuno, un tentativo di rovesciare lo Stato oppure un tentativo eversivo nei confronti dello Stato. È un tentativo di fermare un’opera, una grande opera, assolutamente inutile, devastante per le finanze pubbliche e per il territorio. Questo è il nostro obiettivo e il nostro problema. Poi non sappiamo se in questo momento siano stati i No Tav a fare questi assalti o se è stato qualcun altro: nessuno ufficialmente ha rivendicato i sabotaggi, tanto meno il Movimento.

Il fatto però che ci siano stati degli imprenditori, che sono stati portati sul palmo di mano dai media, senza che si andassero a informare su chi erano questi imprenditori, questo lo ritengo grave. Sarebbe bastato fare qualche visura per controllare lo stato di queste imprese. Senza contare che aziende come l’Italcoge, la Geomont e la Martina sono citate nell’informativa che rappresenta l’ossatura principale dell’operazione Minotauro contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Adesso, improvvisamente, queste persone diventano degli eroi da citare come poveri imprenditori presi di mira dai No Tav? Qui stiamo veramente stravolgendo tutto.

Come proseguirà la protesta, adesso che la talpa sta iniziando a scavare il tunnel geognostico?
Non è vero. Non ha iniziato proprio niente. È ancora lì ferma, a due metri di distanza dal buco. Questa notizia è un’altra trovata propagandistica. Basta andare a vedere il cantiere. La talpa inizierà a bucare quando avrà attorno a sé tutti i giornalisti, per dare uno spettacolo mediatico tipo il raddrizzamento della Concordia. Raschierà i 50 cm che hanno creato loro all’inizio del tunnel, proprio per far vedere alla gente come lavora. E ci saranno tv, giornali, blog… Non sappiamo ancora come proseguirà la protesta. Stasera ad esempio abbiamo il coordinamento dei comitati, discuteremo la situazione che si è venuta a creare e potremmo anche prendere decisioni in merito. Anche perché non è accettabile una situazione in cui tutti ci stanno dando contro, mentendo in modo spudorato. Il tiro al piccione sui No Tav deve finire.

 da notav.info

Fuori dal carcere Paolo e Forgiultima modifica: 2013-09-21T08:43:00+02:00da davi-luciano
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