Fisco, ci aspettano 3 mesi da incubo. Diluvio di tasse e adempimenti

 Grazie Italia e grazie EUROPA dei popoli, certamente non quello italiano e se Napolitano dice che l’Ue è un modello di sviluppo preparare bagagli, CI STANNO SFRATTANDO

 17 settembre 2013

 Di L’indipendenza

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di MARIETTO CERNEAZ

 Manco il passato fosse stato rose e fiori. Ora, tre mesi da incubo attendono contribuenti e imprese. Da ottobre a dicembre li aspetta un ‘diluvio’ di adempimenti fiscali, in totale 187 pratiche, al ritmo di 2 al giorno, per un valore di 100 miliardi di euro.

 Dall’Imu, all’Irpef, all’Ires, all’Iva fino alla Service Tax (un travestimento dell’IMu). E’ la Confesercenti a fare il conto, sottolineando che la mole di scartoffie in questi anni è cresciuta, dal 2011 se ne sono aggiunte altre 17, oltre agli obblighi formali. ”Le aziende muoiono di troppa burocrazia e troppe tasse oltre che di crisi”, è l’allarme lanciato dal presidente Marco Venturi, aprendo l’annuale appuntamento del Meeting Confesercenti alla ripresa autunnale.

 Per le Pmi il peso delle tasse è ‘stellare’: ”addirittura al 68,3% (in alcuni casi si arriva anche oltre l’80%), una pressione fiscale che fa dello Stato il socio di maggioranza delle imprese. E’ arrivato il momento di dire basta, non ci stiamo più – ha detto – negli ultimi 18 mesi 101.000 imprese commerciali hanno chiuso”. E la ripresa è timida, ancora lontana. Ma dal suo inizio la crisi ha ‘bruciato’ mezzo milione di piccole imprese che si somma al 1,5 milioni di lavoratori dipendenti che non hanno più lavoro. E nel 2014 ci sarà il picco disoccupazione, ogni famiglia avrà 4mila euro in meno da spendere e questo produrrà un ulteriore calo dei consumi per complessivi 60 miliardi. Uno scenario da incubo rispetto al quale la Confesercenti tira le orecchie alla politica. ”Basta galleggiare, non sono più sufficienti i compitini – ha avvertito Venturi – la crisi fa paura e la politica deve smettere di guardare se stessa, guardi invece ai problemi reali di famiglie e imprese. Chiediamo che non ci siano più aziende costrette a chiudere”.

 Quante volte abbiamo sentito imprenditori, cittadini e associazioni di categoria lamentarsi? Cosa è cambiato? Nulla, se non il fatto che la pressione fiscale aumenta, la burocrazia peggiora e l’Italia è sempre più inferno fiscale. Se vi piace così…

ECCO TUTTI I NUOVI RINCARI IN VISTA

I prossimi mesi e a partire dal nuovo anno entreranno in vigore moltissimi rincari su adempimenti e imposte che andranno a colpire i contribuenti italiani, soprattutto sul fronte dei consumi.  La colpa è delle ultime manovre attuate dal governo perlopiù mirate alla cancellazione dell’Imu sulla prima casa. Vediamo nel dettaglio cosa ci aspetta.

 AUMENTO DELL’IVA

 La data da segnare è il prossimo 1° ottobre quando rischia di scattare l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%. Il nodo restano i fondi da trovare e il governo ha allo studio un provvedimento che farebbbe slittare nuovamente l’incremento.

 Il rincaro colpirebbe, tra l’altro, abbigliamento, elettrodomestici ed elettronica di consumo, gran parte degli autoveicoli, servizi legali e professionali. Un ulteriore rinvio di qualche mese, però, si potrebbe accompagnare a una revisione – da attuare con la legge di stabilità – degli attuali “panieri” vale a dire dei beni e dei servizi a cui si applicano le aliquote agevolate (4% e 10%), che potrebbe scattare proprio dal 1° gennaio.

 TASSA ALCOLICI

 La tassa sull’alcool aumenterà le accise su birra, prodotti intermedi e superalcolici per recuperare parte delle risorse (448 milioni) a copertura del decreto scuola. Il tutto in tre fasi: un primo rincaro scatta il 10 ottobre 2013, un altro il 1° gennaio 2014, il terzo il 1° gennaio 2015. Nel caso della “bionda”, l’imposta cresce da 2,33 a 2,66 euro per ettolitro e grado il 1° ottobre, per passare poi a 2,70 da inizio 2014. Tenendo conto dell’Iva, che a sua volta grava sull’accisa, il rialzo è del 33%.

 Non va meglio a prodotti alcolici intermedi e alcool etilico: il prelievo si allarga da 68,51 a 77,53 euro su tutte le bevande con gradazione inferiore ai 22 gradi, vino escluso, e addirittura da 800,01 a 905,51 euro per ogni ettolitro di etanolo.

 COOPERATIVE SOCIALI

 Un aumento dell’Iva dal 1° gennaio 2014 è stato già previsto dalla legge di stabilità 2013 per le cooperative sociali. Le prestazioni sociali fornite da cooperative sociali e loro consorzi, in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale, sconteranno l’Iva del 10 per cento. Aliquota ordinaria, invece, le prestazioni svolte da cooperative non sociali e non Onlus e che non abbiano le caratteristiche per rientrare nell’applicazione delle esenzioni.

 AUMENTO IVA EDITORIA

 Il decreto sugli eco-bonus, prevede l’innalzamento dal 4 al 21% dell’Iva sui “supporti integrativi” dell’editoria. Cioè l’oggettistica venduta in una confezione unica con quotidiani, periodici e libri. Il regime speciale dell’aliquota scatta il 1° gennaio 2014, e si applicherà a «nastri, i dischi, le videocassette e gli altri supporti sonori o videomagnetici ceduti, anche gratuitamente, in unica confezione, unitamente a giornali quotidiani, periodici e libri». Si salvano dal rincaro i beni venduti con i libri per la scuola e l’università, inclusi dizionari e testi fruibili dagli ipovedenti. Nel rispetto di due condizioni: per essere considerato “didattico”, il bene non può essere commercializzabile separatamente e/o avere un prezzo distinto.

 TASSA SIGARETTE ELETTRONICHE

 Il dl lavoro, prevede una imposta di consumo del 58,5% sulle sigarette elettroniche dal 1° gennaio 2014. Ne pagheranno le conseguenze tutti i “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”. Quindi, le cosiddette svapore (“prodotti contenenti nicotina”) e tutti gli accessori che le fanno funzionare: batterie, ricariche ed essenze.

 TASSE DISTRIBUTORI AUTOMATICI

 Dal primo gennaio, il caffè della macchinetta sarà più salato del solito: l’aliquota fissa sui distributori automatici di alimentari e bevande è in crescita dal 4 al 10%. Il ritocco si scaricherà, testualmente, sulle “”somministrazioni di alimenti e bevande effettuate mediante distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali, case di cura, uffici, scuole, caserme e altri edifici destinati a collettività”.

 SERVICE TAX

 Nel 2014 ci sarà il debutto della service tax, che di fatto sarà un prelievo sia sugli immobili sia sul servizio rifiuti. La vera novità è che graverà per una parte – che il Governo ha già anticipato sarà limitata – anche sugli inquilini. Quindi non peserà solo su chi possiede l’immobile ma anche su chi vive in affitto.

 IMPOSTA DI REGISTRO

 Dal 1° gennaio 2014 in tutti i casi in cui si applica l’imposta fissa e non quella proporzionale la somma da pagare passerà da 168 a 200 euro. L’intervento contenuto nel decreto scuola (Dl 104/2013) riguarda tra gli altri diversi atti societari ma anche i contratti di comodato di beni immobili, gli atti costitutivi e modificativi di Onlus e di associazioni in genere, l’accettazione e la rinuncia di eredità, la pubblicazione del testamento, la procura, le convenzioni matrimoniali, le associazioni temporanee di impresa, l’atto istitutivo del trust, le convenzioni urbanistiche, il contratto preliminare, gli atti notori, i verbali di inventario.

 POLIZZE VITA: MENO DETRAZIONI

 Già dalla dichiarazione dei redditi 2014 ci saranno meno sconti fiscali per il bonus sulle polizze vita e infortuni. Il decreto Imu di fine agosto ha, infatti, ridotto il tetto massimo della detrazione Irpef da 1.291 euro all’anno a 630 euro per l’anno d’imposta 2013 e a 230 euro dall’anno d’imposta 2014. Che cosa significa? Il bonus fiscale (detrazione 19%) si riduce da 245 euro annui a 120 euro nella dichiarazione dei redditi (Unico o 730 da presentare l’anno prossimo) e a 44 euro per l’anno seguente.

 ADDIZIONALI IRPEF

 Sono 569 i comuni che alzeranno le addizionali Irpef comunali per garantirsi maggiori entrate. I lavoratori dipendenti cominceranno a sentire il rincaro a partire dalla busta paga di marzo. Gli autonomi e le imprese tassate a Irpef se ne accorgeranno in maniera più sostanziosa al momento dell’autoliquidazione a giugno-luglio del 2014.

 (Fonte: http://www.finanzautile.org)

 da L’indipendenza

 LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2013

 Finalmente anche i Giovani iniziano a capire che questa Italia non fa per loro (il post offre in omaggio una riflessione “sull’armata” del “torniamo alla lira”…)

.In primis

chi non avesse ancora visto questo video se lo guardi

e, se anche l’avesse già visto, se lo riguardi…

In secundis…

Durante questa Grande Crisi…i grandi assenti sono i GIOVANI.

Vi spiegavo il mio punto di vista nel post Cari GIOVANI…ma dove caxxo siete? del quale vi consiglio la rilettura.

 Analisi socio-economico-generazionali a parte….

pare che FINALMENTE anche i Giovani Italiani (particolarmente mammoni e ben pocoglobalist)

stiano iniziando a capire che questa Italia “in un vicolo cieco” non è un posto che faccia per loro…

(a meno che non siano ricchi di famiglia od abbiano strette connessioni con qualche Casta)

Dunque, come consiglio da secoli in questo blog (spesso accade che l’informazione indipendente arrivi prima…), i Giovani italiani iniziano sempre di più a CAPIRE che sono costretti ad andarsene in altri Paesi dove abbiano maggiori possibilità di valorizzarsi.

 «Il 51% dei giovani vuole lasciare l’Italia»

La maggioranza dei giovani (51 per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro.

E’quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg che evidenzia gli effetti nel 2013 del crollo del numero dei giovani al lavoro che sono passati da 6,3 a 5,3 milioni tra il 2010 e il 2013, sulla base dei dati Istat relativi al secondo trimestre.

IL 51% DEI GIOVANI VUOLE LASCIARE L’ITALIA……

. L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.

CLICCATE SUI VIDEO PUBBLICITARI

 La visione negativa del futuro è confermata dal fatto che in generale – continua la Coldiretti – il 61 per cento dei giovani italiani che pensa che in futuro la sua situazione economica sarà peggiore di quella dei propri genitori, il 17 per cento uguale e solo il 14 per cento migliore, mentre il 9 per cento non risponde.

Per la prima volta dal dopoguerra la nuova generazione sarà più povera di quella che l’ha preceduta conclude la Coldiretti nel sottolineare che «la voglia di fare meglio è stato il motore che ha fatto crescere il Paese da generazione a generazione»…..

 Non perdere anche il mio post: Evviva l’Australia! (anche se l’Italia sarebbe alla “mitica” svolta da +0,5% di PIL vs. -10% in pochi anni…)

 Del resto i Giovani che non si fanno incantare dalle SIRENE

dei PALLISTI della Casta che presidiano le Istituzioni

o dei Maghi della soluzione miracolosa (per. es. MMT o Ritorno alla Lira…)

inziano a sperimentare sulla propria pelle certe tendenze

sia nazionali:

 ALLARME ISTAT: TRA GLI UNDER 35 IN TRE ANNI UN MILIONE DI LAVORATORI IN MENO

Roma, 15 settembre 2013 – L’Istat lancia l’allarme lavoro giovani: tra il 2010 e il 2013 è crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati da 6,3 a 5,3 milioni (-1 milione)

Dalle tabelle dell’Istat, riferite al secondo trimestre, emerge la difficoltà nella quale si trova soprattutto la fascia tra i 25 e i 34 anni per la quale si è registrato un calo di 750.000 unità.

In maggiore difficoltà la fascia di età tra i 25 e i 34 anni, ovvero chi ha terminato gli studi o anche chi si è laureato e si cominciava a lavorare, molte volte formando una famiglia…..

 sia GLOBALI….

(anche se la seguente analisi la fa troppo semplice scaricando la maggior parte delle colpe sull’austerity…mentre le cause sono molto più complesse ed articolate, come vi spiego da tempo)

 Presto l’Europa sarà povera. Scenari sul 2025

Nel 2025, l’Europa sarà un continente definitivamente povero.

La recessione e le misure di austerità imposte per sconfiggere la crisi economica porteranno i cittadini sul lastrico e, secondo le stime pubblicate oggi, in Europa almeno una persona su tre vivrà in condizioni di povertà.

Secondo le stime pubblicate oggi da Oxfam, i nuovi poveri saranno 25 milioni, portando così il totale a 146 milioni, ovvero circa un terzo dell’intera popolazione Europea. Una volta raggiunta questa degradazione sociale ed economica, stima l’organizzazione, ci vorranno almeno altri 25 anni per recuperare gli standard di vita che conoscevamo 5 anni fa……

……..Questi sono i dati sulla disoccupazione in Europa secondo la fonte della Commissione Europea e per l’Eurozona siamo al 12.1%.

Ma il peggio arriva quando si guardano ai dati sulla disoccupazione giovanile che in Europa si attesta ad una media del 24% e che peggiora andando a guardare i singoli paesi (in Italia siamo al 39.5%)…….

 Alla faccia della tanto decantata ripresina di Sakkommanis….

immaginatevi dunque cosa accadrà in Italia entro il 2025

se persino altri stati europei ben più efficienti di noi sperimenteranno queste tendenze….

vedi il mio post: Italia: Il Rischio “Atomico” dell’ABISSO GENERAZIONALE

E sono tendenze difficilissime da invertire, tanto più in questa Italia marcia ed i mano alla Casta ed agli italioti che continuano a supportarla…

 Vedete…

purtroppo NON CI SONO SOLUZIONI NE’ DI BREVE NE’ DI MEDIO PER QUESTA ITALIA (di lungo chissà…)

Questa è LA DURA REALTA’. Punto.

E bisogna avere il coraggio di guardarla in faccia e di adattarsi…

senza credere nelle BALLE ISTITUZIONALI DELLA CASTA

e nemmeno nelle PANACEE a tutti i mali…come MMT o “torna alla Lira che ti passa”…

L’Italia è sommersa da un coacervo di problemi lungamente stratificati e profondamente radicati…e non basta agire su una sola variabile, purtroppo…(anche se potrebbe dare un po’ di sollievo).

punto saliente poi continua qui:

 http://www.ilgrandebluff.info/2013/09/finalmente-anche-i-giovani-iniziano.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+LaGrandeCrisi+%28IL+GRANDE+BLUFF%29


Fisco, ci aspettano 3 mesi da incubo. Diluvio di tasse e adempimentiultima modifica: 2013-09-17T10:23:00+02:00da davi-luciano
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