Caivano, cavoli al veleno. Per il commissario alle bonifiche erano solo “troppo maturi”

cattura

Avete idea di cosa può crescere in Campania, nella terra martoriata dai veleni dove i casi di cancro sono in spaventoso aumento? Ebbene, ve lo dico io: dopo il “continua” trovate le analisi dei cavolfiori che compaiono nella foto. Le ha fatte eseguire un’associazione. Il campo in questione si trova a Caivano.

 Quei cavoli sono pieni di cadmio e di piombo, e ancor più avvelenato è il terreno: parlano i dati di laboratorio. Per la cronaca, il campo (con annessi cavolfiori) è stato sequestrato. Però al commissario per le bonifiche della Campania, Mario De Biase risulta che si trattasse solo di cavoli ingialliti perchè troppo maturi. La tragedia vera è che altri ortaggi, altri campi avvelenati finiti sotto sequestro a Caivano erano all’apparenza sanissimi. E dunque, finchè non si fanno analisi a tappeto, la verdura che riempie i campi della Campania ex Felix può essere ottima e sicura. Ma anche no.

 Guardate che non sto mica pensando a cosa mangio io, a cosa mangiamo noi: un cavolo al cadmio ogni tanto, mescolato a tutti quelli del supermercato, non ha mai ammazzato nessuno. Il problema esiste – eccome! – per le persone che tutti i giorni si chinano a lavorare una terra avvelenata: che tutti i giorni ne mangiano i frutti.

 La fotogallery in fondo a questo post riproduce le quattro pagine del referto stilato dallo Studio Summit sui cavoli della foto e sulla terra del campo. Le analisi sono state richieste dall’associazione culturale “Voce per tutti”, come si legge chiaramente sui fogli. Io mi sono limitata ad eliminare la parte delle pagine lasciata in bianco per favorire la leggibilità.

 Vedrete che (pagina 3 delle analisi) il campo ha un contenuto di piombo superiore di circa 25 volterispetto al limite massimo stabilito per i terreni agricoli. Il cadmio e il nichel sono più che ilquadruplo rispetto alla soglia di legge. Il cromo è circa 12 volte superiore, lo zinco è 6 volte superiore, il rame è 20 volte superiore e lo stagno è di 372 volte superiore al limite di legge.

 Le foglie dei cavolfiori (pagina 2 delle analisi) hanno un contenuto di piombo e di cadmiosuperiore, rispettivamente, di quattro e di due volte ai massimi consentiti. Contengono anche grandi quantità di molti altri metalli la cui soglia di tolleranza negli alimenti (a differenza di quanto avviene per il suolo agricolo) non è definita per legge.

 Per questo, l’ultima pagina della fotogallery è costituita da una tabella con la dose massima settimanale ritenuta ammissibile per i vari elementi ed i loro effetti acuti e cronici sull’organismo umano. L’ho tratta dal primo capitolo della tesi di laurea “Contaminazioni alimentari da metalli non ferrosi” pubblicata sul sito internet dell’Università di Trento.

 E poi, lasciate che mi tolga dalla scarpa un sasso grosso come un macigno. Mi riferiscono (non posso controllare, abito a mille chilometri di distanza) che, prima di essere seminato a cavoli, quel campo di Caivano era rimasto a lungo incolto, come se si sapesse che sottoterra c’era qualcosa.

 Perlamiseria e perdindirindina (scrivo con un linguaggio adatto alle educande, liberi voi di leggere le espressioni che ritenete più consone), quando “si sa” che c’è qualcosa sottoterra ci vuole tanto a prendere una pala, prelevare un campione e portarlo in laboratorio? Lo ha fatto in questo caso l’associazione “Voce per tutti”: ma un caso non basta. Nelle campagne delle province di Napoli e Caserta la gente muore, lo ripeto casomai non si sia capito: non muoio mica io per i cavoli di Caivano, muoiono loro. E continueranno a morire finchè aspetteranno che altri accertino se alcune verdure sono davvero avvelenate e non solo “troppo mature”.

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Caivano, cavoli al veleno. Per il commissario alle bonifiche erano solo “troppo maturi”ultima modifica: 2013-09-17T09:28:21+02:00da davi-luciano
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