Comunicato stampa 11-9-2013 Essere no tav è un reato?

11 settembre 2013 alle ore 12.39

 

Ennesima mattinata diperquisizioni e di misure cautelari per i no tav.

Le accuse, come sempre,quando a formularle è la procura sabauda, sono pesanti: tentata rapina eviolenza privata. Ma cos’è successo?

I fatti a cui si riferiscono: niente più che un diverbio dove nessuno è statosfiorato neanche lontanamente con l’ultima falange di un dito.
Ma se quel qualcuno si chiama Erica de Blasi e scrive su Repubblica ecco che simobilita la procura, confermando quella simbiosi tra giornalisti e PM checondanniamo da un po’.

Eppure per un fattotutto sommato banale la casa di un ragazzo del nostro comitato è stata messa asoqquadro per la seconda volta nel giro di un paio di settimane (non è unaintimidazione questa?) e lui insieme ad altri due ragazzi sono stati posti agliarresti domiciliari con il massimo delle restrizioni.

Tanta sproporzione frala realtà dei fatti, l’accusa che viene mossa, e le misure restrittive adottaterendono evidente come ormai la procura non intende più perseguire i singolireati, ma punire il dissenso, il pensiero difforme.
Si persegue la lotta, non il singolo reato. E questo è un fatto gravissimo!

Questa sera citroveremo alle 21 sotto casa di Giuli, ad Avigliana, per fargli sentire lanostra solidarietà e complicità, per ribadire che non ci fermeranno.

 

Spazio Sociale VisRabbia – Comitato No Tav SpintaDal Bass

Napolitano nomina Amato nuovo componente della Corte Costituzionale. Un altro Bilderberg al potere

Scritto da Redazione Infiltrato |

 Pubblicato Giovedì, 12 Settembre 2013

amato nuovo            componente corte costitusionale

Re Giorgio aveva pensato addirittura di assegnargli la presidenza del Consiglio. La sua idea però è stata subito accantonata. Ora il bilderberghino da trentottomila euro di pensione è stato accontentato con la nomina a giudice della Corte Costituzionale. Il decreto di nomina è arrivato nel pomeriggio di ieri.

 Trentotto mila euro di pensione, bilderberghino d’eccellenza, presidente del Consiglio, ministro del tesoro con Goria e dell’interno con Prodi, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. E’ così riassunto il curriculum di tutto rispetto del nuovo componente della Corte Costituzionale: Giuliano Amato.

 La firma della nomina, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, da parte del presidente Giorgio Napolitano sarebbe avvenuta ieri. La consulta è composta da quindici giudici: cinque nominati dal Colle, cinque dal Parlamento, e cinque dalla magistratura.

 Il compito di Giuliano Amato sarà quello di sostituire Franco Gallo, che dal 26 gennaio ha presieduto l’organismo e che è destinato a concludere il proprio mandato il 14 settembre. Solo ieri Gallo è stato ricevuto al Quirinale e dal presidente della Camera Laura Boldrini prima di congedarsi definitivamente. Ora il nuovo compito dei giudici costituzionalisti è l’elezione del nuovo presidente. Tra i papabili ci sono Luigi Mazzella (eletto dal centrodestra e già ministro della Funzione Pubblica del governo Berlusconi) e Gaetano Silvestri (in quota centrosinistra).

 La nomina di Giuliano Amato alla Consulta non è solo il giusto riconoscimento per una personalità di grande intelligenza, cultura ed esperienza maturata, ad altissimo livello, in tutte le occasioni in cui è stato chiamato a servire il Paese. Questa nomina del presidente della Repubblica rende onore al Paese e dimostra una volta di più che, con Giorgio Napolitano, l’Italia è in buone mani–  scrive in una nota, Giuliano Cazzola, dirigente nazionale di Scelta civica per l’Italia ed ex deputato del Pdl – Io ho avuto la fortuna di conoscere già alcuni decenni orsono Giuliano Amato e di collaborare con lui, imparando ad apprezzarne le qualità. Con il suo ingresso alla Consulta sento valorizzato un pezzo di un’Italia migliore che mi appartiene, quando a fare politica non erano i saltimbanchi, i giovani turchi, gli studenti fuori corso o quant’altro ‘passa il convento’ in questi anni difficili”.

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I Saggi riscrivono la costituzione tra piscine e resort di lusso. Spesi 20 mila euro in tre giorni

Scritto da Redazione Infiltrato     | Pubblicato Giovedì, 12 Settembre 2013
i saggi costano 20 mila euro

Il luogo di ritrovo è l’hotel a quattro stelle superior Villa Maria di Francavilla al Mare. Provvisto di tutti in confort, tra cui un centro benessere di cui i 33 saggi potranno usufruire tra la stesura di un articolo e l’altro. La spesa totale è di ventimila euro. C’è chi si vergogna ma anche chi non prova alcun imbarazzo a far parte della Casta.
 
Hotel 4 stelle superior a Francavilla al Mare: è questa la location della riunione dei 33 saggi chiamati dal Governo delle larghe intese a cambiare la Carta Costituzionale. Niente austerity quindi, nemmeno un lontano ricorso di quando, nel 2003, i 4 saggi costituzionalisti del Polo della Liberà si riunirono in un’austera baita di Lorenzago sul Cadore. Allora la riforma costituzionale fu bocciata con un referendum.

Torniamo ad oggi: come riporta Il Fatto Quotidiano “era la scorsa primavera quando Enrico Letta invitò il suo governo a fare lo spogliatoio nell’abbazia di Spineto”. Si trattava di un convento poco riscaldato che i ministri pagarono di tasca loro.

Per i costituzionalisti la musica cambia. Si ritroveranno tutti in un hotel 4 stelle superior di Francavilla al Mare. Tanto da far sentire qualcuno a disagio. Ricostruiamo però la storia insieme alla giornalista Wanda Marra.

“Sabato scorso – si legge nel suo racconto –  i saggi propriamente detti e tutto il gruppo che gira intorno alla Commissione hanno ricevuto una mail in cui si manifestavano dei dubbi sull’opportunità di una scelta del genere e si invitavano tutti a riflettere sul fatto che una sede istituzionale sarebbe stata più appropriata per la conclusione dei lavori di una struttura propriamente turistica. A scrivere è il più giovane, professore di Diritto pubblico comparato a Perugia, politicamente renziano, Francesco Clementi. Un appello caduto nel vuoto. E così il variegato gruppetto addetto alle riforme costituzionali (una cinquantina di persone tra i 33 saggi originari, al netto delle dimissioni di Urbinati e Carlassare, i 7 relatori, le segretarie e qualche addetto alla scorta) si appresta alla gita”.

Ecco cosa accadrà: come ha scritto ieri Repubblica domenica, lunedì e martedì i saggi andranno tutti al Villa Maria. Chi  è di Roma, partità alle 10 da Palazzo Chigi con il pullman del Governo. Chi invece ha la residenza altrove provvederà da solo. Il sito dell’hotel parla chiaro: piscina, spiaggia privata, due ristoranti, due bar e una terrazza. Al club delle meraviglie aggiungiamo anche un salone delle feste e un centro benessere. Composto di un’area relax, un’area estetica e una fitness. Con tutti i confort del caso dall’idromassaggio alla sauna.

Chi paga? Naturalmente Palazzo Chigi. Dal Ministero delle Riforme, addetto all’organizzazione della tre giorni, fanno sapere che il Governo ha addirittura indetto un bando di gara tra 5 strutture della zona.

Il costo complessivo è di 20mila euro, 93 euro a stanza (prezzo scontatissimo rispetto agli standard).  Il ministero giustifica questa spesa con la necessità di concludere i lavori in tre giorni e finire prima del 15 ottobre. Tutto questo però non protegge tutti i partecipanti dal fare casta.

Beniamino Caravita di Toritto (professore di Diritto Pubblico alla Sapienza di Roma ), però si lancia in una difesa convinta: “La formula del ritiro è corretta. E questa mi pare una scelta sobria”.

Augusto Barbera, costituzionalista dell’università di Bologna chiarisce: “Io so solo che ci vediamo domenica e lunedì. Andiamo in un albergo a 4 stelle? La cosa non mi imbarazza”.

Luciano Violante si limita a dire “chiedete a Palazzo Chigi”. Francesco Clementi, alla domanda se effettivamente avesse mandato una mail, ammette: “Sì è vero. Ho segnalato agli organizzatori i miei forti dubbi di opportunità; capisco le difficoltà di trovare una struttura, ma tuttavia in una situazione difficile del paese, anche i simboli hanno un senso. Una qualsiasi sede istituzionale (dalla scuola della magistratura, a quella Superiore della Pa a quella di polizia) sarebbe stata più appropriata”. In tutto questo i saggi scopriranno proprio in questo ritiro il testo della relazione finale, steso dalla Commissione Violante in base al loro lavoro.

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MA CHI SE LO COMPREREBBE PIU’ IL DEBITO USA SE QUESTA GUERRA CI METTE CONTRO TUTTI ?

Data: Mercoledì, 11 settembre 

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DI TYLER DURDEN

zerohedge.com

 Ieri ci siamo posti una domanda difficile quando abbiamo considerato che Cina e Russia messe insieme possiedono il 25 % di tutto il debito pubblico americano detenuto all’estero. Implicitamente questo debito (insieme alla Federal Reserve) finanzia il tenore di vita degli Stati Uniti.

La domanda difficile è : “Gli Stati Uniti possono davvero permettersi di arrabbiarsi con il resto del mondo, quando è il resto del mondo che tutti i mesi paga le sue bollette ?”

Che succederà se Cina, Russia e altre nazioni smetteranno di comprare il debito americano e chiederanno subito i soldi indietro? Se gli Stati Uniti non stanno ben attenti, il conto per l’intervento militare in Siria potrebbe diventare tremendo.

 

Dal Blog the economic collapse di Michael Snyder : Una indagine ha dimostrato che il popolo americano è determinatamente contro l’ attacco alla Siria, che la gente di tutto il mondo è a grande maggioranza contro l’ attacco alla Siria, e sembra che anche il Congresso degli Stati Uniti stia per respingerla. Ma Barack Obama non desiste. In realtà, ABC News denuncia che si sta progettando un attacco sulla Siria “significativamente più pesante” di quello che qualsiasi esperto avrebbe immaginato.

 

Se Obama insiste ad andare avanti, sarà il più grande disastro della politica estera nella storia americana moderna. In questo momento, Russia e Cina avvertono ripetutamente Obama di non attaccare la Siria. E la Russia non avverte Obama solo a parole. Secondo Bloomberg, la Russia ha inviato un bell’assortimento di navi da guerra nella regione … La Russia sta inviando altre tre navi nel Mediterraneo orientale per rafforzare la sua flotta per dimostrare al Senato USA come intende reagire alla richiesta del Presidente Barack Obama di un attacco militare contro la Siria.

 La Russia sta inviando in questa regione due cacciatorpedinieri, tra cui il Nastoichivy, la nave ammiraglia della flotta del Baltico, e l’incrociatore lancia-missili Moskva, come ha riferito a Interfax un non identificato funzionario della Marina. Mentre la scorsa settimana è arrivata nel Mediterraneo orientale una nave da ricognizione e quattro giorni prima erano già arrivati anche una nave anti-sommergibili ed un incrociatore missilistico, sempre secondo “Interfax”. La Siria ospita nel porto di Tartus l’unica struttura militare russa al di fuori dell’ex Unione Sovietica.

 Anche la Cina sta mandando segnali che assolutamente non vuole che Obama per attacchi la Siria e venerdì scorso, ha emesso un comunicato sugli eventuali effetti di un conflitto militare in Medio Oriente sulla “economia globale” …

 “L’azione militare avrebbe un impatto negativo sull’economia globale e in particolare sul prezzo del petrolio – che subirà un picco dei prezzi.”

E secondo Debka, la Cina ha già schierato “un certo numero di navi da guerra” in questa regione …

 Venerdì scorso fonti militari occidentali hanno riferito che un mezzo da sbarco cinese, il Jinggangshan, con un battaglione di mille marines era arrivato nel Mar Rosso ed era in rotta verso il Mediterraneo al largo della Siria. Secondo DEBKA, Pechino ha già segretamente schierato un certo numero di navi da guerra vicino alle coste siriane e se questo fosse confermato, sarebbe il più grande dispiegamento navale cinese in Medio Oriente, in tutta la sua storia.

 Se gli USA dovessero attaccare la Siria, probabilmente la Russia e la Cina non intraprenderebbero un’azione militare immediata, ma potrebbero scegliere di colpire dove farebbero veramente male.

 Secondo il Ministero del Tesoro USA, gli stranieri ora detengono circa 5,6 trilioni di dollari del debito pubblico. Nel corso degli ultimi due decenni, la quota del debito in mano straniera è cresciuta enormemente, e oggi gli USA dipendono veramente da nazioni come la Cina che possiede 1.275 trilioni (1) di dollari di debito pubblico USA ………., e come la Russia che ne possiede altri 138 trilioni.

 Quindi, che cosa accadrebbe se la Cina, la Russia e gli altri detentori stranieri del debito USA, di colpo, smettessero di comprarlo e al contrario cominciassero a svenderlo ributtandolo, tutto insieme sul mercato?

 In una parola, sarebbe un disastro.

 Il governo degli Stati Uniti quest’anno ha preso in prestito circa quattro milioni di miliardi di dollari. Almeno un milione di miliardi sono nuovo indebitamento, e circa tre milioni di miliardi di dollari sono vecchio debito pre-esistente. Se la Cina e gli altri grandi creditori stranieri smettessero di acquistare il debito USA e cominciassero a svendere quello che già detengono, farebbero prendere ai rendimenti dei titoli del Tesoro USA una impennata paurosa.

 E abbiamo già visto che i rendimenti dei titoli sono già saliti drammaticamente nelle ultime settimane, tanto che giovedì scorso il rendimento sui titoli del Tesoro USA a 10 anni, seppur per breve momento, ha superato la barriera 3 %.

 E che succederà se il rendimento sui titoli a 10 anni continuerà a salire? Ecco qualche conseguenza del rialzo dei rendimenti obbligazionari, già vista in passato…

 • Il governo federale spenderà di più per prendere denaro in prestito.

 • I governi statali e locali spenderanno di più per prendere denaro in prestito.

 • Mentre i rendimenti sui titoli salgono, il valore delle obbligazioni scende. Alla fine, l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni potrebbe finir per costare migliaia di miliardi di dollari a chi ha investito in obbligazioni.

 • L’aumento dei rendimenti obbligazionari farà schizzare i tassi dei mutui alle stelle, cosa che già sta accadendo. Questa settimana il tasso medio su un mutuo di 30 anni è arrivato al 4,57 % ………… .

 • Dei tassi di interesse più alti comportano un rallentamento dell’attività economica in un momento in cui sicuramente nessuno può permetterselo.

 • Un rallentamento dell’attività economica sarà molto negativo anche per la borsa. Quando arriverà il prossimo grande crollo della borsa (e non manca molto ), gli investitori potrebbero perdere migliaia di miliardi di dollari.

 • Naturalmente, la minaccia peggiore è la bomba a orologeria dei 441 Milioni di miliardi di dollari di interessi maturati sui derivati, che bussano alla porta. Un improvviso aumento dei tassi di interesse potrebbe, potenzialmente, far crollare perfino molte delle banche “troppo grandi per fallire” e fallirebbero con un effetto domino capace di sbatterci dentro la più grande crisi finanziaria che gli USA abbiano mai visto.

 Stiamo cominciando a farci un quadro più chiaro?

 E il 3 % è solo l’inizio. Brent Schutte, un’azienda di analisi di mercato si aspetta che “il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni arrivi, a lungo termine, al 6 – 7% , ma il 4 % per la fine dell’anno e per l’inizio del prossimo sarebbe già un buon risultato.”

 Se sarà così, tutti soffieranno per far prendere quota al tracollo finanziario. Certo che sarebbe di grande aiuto se Obama tornasse indietro e decidesse di non attaccare la Siria. Mentre Putin ha fatto presente al vertice del G20, che tutte le grandi nazioni come India, Brasile, Sudafrica e Indonesia sono fortemente contrarie a qualsiasi azione militare degli Stati Uniti…

 Rispondendo alla domanda su quale altro paese del mondo, potrebbe, teoricamente, essere la vittima di un attacco simile a quello che vive la Siria, Putin ha detto : “Non voglio pensare a nessun paese che subisce una aggressione dall’estero, ma un’azione militare contro la Siria avrà un impatto fortemente negativo per la sicurezza internazionale in generale.”

 Si è poi detto sorpreso di vedere che sempre più partecipanti al vertice, tra cui i leader di India, Brasile, Repubblica Sudafricana e Indonesia parlassero tutti con veemenza contro una possibile operazione militare in Siria. Putin ha citato le parole del presidente sudafricano, Jacob Zuma, che ha detto che molti paesi cominciano a sentirsi sempre meno protetti per le azioni che possono prendere i paesi più forti.

 “Con quello che sta succedendo, come possiamo convincere la Corea del Nord, per esempio, a rinunciare al suo programma nucleare”, ha detto. “Possiamo chiedere di mettere subito tutto l’arsenale in cassaforte e poi, domani, abbatterli a cannonate?”

 Ha sottolineato che c’è solo un modo per mantenere la stabilità – “osservare incondizionatamente le norme del diritto internazionale.”

 Possiamo davvero permetterci che la maggior parte della comunità internazionale volti le spalle agli USA e smetta di comprare il suo debito?

 Certo che no.

 Purtroppo, Obama sembra essere bloccato dall’ offerta dei paesi arabi come Arabia Saudita e Qatar, infatti il segretario di Stato John Kerry ha anche ammesso che questi paesi sono disposti a pagare tutti i costi di una campagna militare americana per rovesciare il Presidente Bashar al Assad …

 “Alla domanda – Se ci sono paesi arabi che si offrono di sostenere i costi – la risposta è sì, profondamente si”, ha detto Kerry. “Questa offerta è sul tavolo.” E rispondendo alla domanda su quanto questi paesi siano disposti a contribuire, Kerry ha detto che hanno offerto di pagare per tutte le spese per una invasione.

 “In effetti, alcuni paesi hanno detto che se gli Stati Uniti sono pronti ad arrivare fino in fondo come hanno già fatto in altri paesi, sono pronti a pagare tutte le spese” – ha detto Kerry. “Questo dimostra la loro determinazione, anche se non ci sono documenti e nessuno ne parla, parlano seriamente e vogliono che facciamo questo lavoro.”

 Perché non se ne parla?

 Fortunatamente, nonostante l’incessante propaganda dei media mainstream, molti membri del Congresso hanno scelto di prendere posizione contro questa guerra. Ad esempio, un rappresentante degli Stati Uniti Tom Marino ha recentemente spiegato perché vota contro l’azione militare in Siria

 Il Segretario Hagel non è stato capace di dire ai legislatori, chi tra le fazioni dell’opposizione siriana meriti fiducia, anzi ha detto : “Dare fiducia non è tra i miei compiti.”

Come molti americani, credo che sia nostro dovere essere informati, per poter decidere e aver fiducia nelle scelte che facciamo, soprattutto quando queste scelte comportano l’invio di truppe e denaro all’estero. Non c’è da meravigliarsi se il Segretario Hagel non sia obbligato a dare fiducia, tanto più che ogni giorno la lista della “opposizione siriana” aumenta, e include anche jihadisti, terroristi, noti affiliati di Al Qaeda, Fratelli musulmani, nemici degli USA e nemici dei suoi alleati. Per semplificare, il Segretario della Difesa non ha saputo dirci, dopo quasi tre anni di guerra civile, chi sono i buoni in Siria o se non ci siano affatto “buoni in Siria”.

 E Marino ha proprio ragione. Non ci sono “buoni” in Siria. I “ribelli” sono psicopatici, jihadisti, assassini e sarebbero ancora peggio di Assad se prendessero il potere.

 Per capire molto di più di quello che dicono i media mainstream sulla guerra in Siria, ecco un video report mozzafiato dell’inviato di guerra Ben Swann. Le immagini sono nella pagina ufficiale Facebook di uno dei “Gruppi ribelli” in Siria.

 Non serve sottolineare che la Casa Bianca stia bruciando sullo sfondo :

 Queste sono le persone che Obama vuole aiutare?

 Secondo la NBC News, i ribelli sventolano la bandiera nera di al- Qaeda, nella pagina ufficiale di Facebook di “Al-Aqsa Islamic Brigades”, una piccola fazione sunnita ribelle di combattenti armati dell’Esercito Siriano Libero, la principale organizzazione militare che raccoglie le forze di opposizione. Poi ci sono due foto con la bandiera nera di al Qaeda dietro un gruppo terroristico iracheno, che agisce liberamente in Siria.

 Supponiamo per un momento che Obama vinca in Siria e che Assad venga rovesciato.

 Si consegnerebbe la Siria direttamente a al-Qaeda.

 Appena al potere, i “ribelli ” farebbero macelleria per convertire milioni di cristiani, di ebrei e di musulmani-non-sunniti che hanno vissuto pacificamente in Siria per tanti secoli.

A chi appoggia questa guerra, vorrei fare questa domanda …

 E’ questo quello che vuoi?

 Vuoi macchiarti le mani con il sangue di milioni di cristiani, ebrei e musulmani-non-sunniti?

 Ai cristiani che appoggiano Obama in questa impresa, consiglio di leggere un estratto da una lettera scritta dalle suore cristiane di Azeir, Siria.

 Vediamo gente intorno a noi, lavoratori alla giornata, tutti come sospesi, storditi : “Hanno deciso di attaccarci”. Oggi siamo andati a Tartous … si sentiva la rabbia, l’impotenza, l’incapacità di dare una senso a tutto questo : è tutta gente che fa quello che può per lavorare e per vivere normalmente. I contadini innaffiano la terra, i genitori comprano i quaderni per la scuola che sta per cominciare, bambini inconsapevoli chiedono un giocattolo o un gelato … si vedono tanti poveri, che cercano di racimolare qualche moneta. Le strade sono piene di rifugiati “interni” siriani, venuti da ogni parte nella sola zona rimasta che, sembra, ancora relativamente vivibile …. Si vede quanto sono belle queste colline, il sorriso sui volti delle persone, lo sguardo ancora innocente di un ragazzo che sta per arruolarsi e che ci regala un paio di noccioline che ha in tasca, in segno di ” solidarietà” … .

 Adesso ricordatevi che loro hanno deciso di bombardarci domani . … Proprio così. Perché dicono che “è il momento di fare qualcosa”, così si legge dalle dichiarazioni di uomini importanti, gli stessi che domani, mentre sorseggeranno un buon tè, accenderanno la TV per vedere quanto è stato efficace il loro intervento umanitario ….

Ma c’è ancora un altro video-shock del Sen. MacCain che si confronta con una donna molto emozionata, che parla della guerra e di un cugino siriano di 18 –anni che è stato appena ucciso dai ribelli fedeli ad al-Qaeda …

 Ogni americano che accetta questa guerra aiuta al-Qaeda e sceglie di allearsi con

Se il Congresso approverà questa guerra, allora dovremmo fare quello che si legge su qualche sito e mandare in Siria chi ha votato sì alla guerra

 Non avranno nemmeno bisogno di combattere, basterà lasciarli in mezzo alle “forze ribelli” e affidarli nelle mani gentili del fronte al- Nusra. Ma naturalmente non ci andranno mai, saranno sempre i preziosi figli e figlie di altri americani ad affrontare il rischio.

 Questa guerra non porterà bene all’America, si stanno mettendo insieme le voci di tutto il paese sia conservatrici che liberali, tutte insieme contro la guerra.

 Speriamo che Barack Obama le ascolti e che prevalga il buonsenso, altrimenti, le cose potrebbero sfuggire di mano molto rapidamente.

 Tyler Durden

Fonte: http://zerohedge.com

Link: http://www.zerohedge.com/news/2013-09-07/who-going-buy-our-

9.09.2013

 Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario

 Note :

 (1) In Italia, Francia e USA, un Trilione significa mille miliardi.


 

Delira chi propone onorificenze per i costruttori del Tav

http://www.liberazione.it/rubrica-file/Delira-chi-propone-onorificenze-per-i-costruttori-del-Tav.htm

“Siamo al delirio politico. L’intento che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte ha espresso, concordi i principali partiti di centrodestra e centrosinistra, di proporre l’assegnazione della massima onorificenza in campo regionale – il Sigillo – alle maestranze (imprenditori e operai) che operano in Valdisusa per la realizzazione del Tav ha dell’inverosimile. Per i proponenti quanti operano per la realizzazione del Tav, definita “opera storica” sono meritevoli di particolare riconoscimento come lo è stato per le brigate alpine Taurinense e Juilia di ritorno dalle missioni estere. Una volta di più l’abbiamo capito. In Valdisusa, una valle occupata militarmente, dove sono in corso lavori di devastazione del territorio per un’opera inutile che risponde soltanto ad interessi affaristici, ci sono amministratori, partiti, potentati vari che pensano di trovarsi in guerra. Da una parte la colonizzazione e la distruzione di un territorio da perseguire con la repressione, dall’altra la distribuzione di onorificenze per “esaltare i particolari rapporti di collaborazione con la Regione” che nel caso specifico sono rapporti semplicemente distruttivi. Non hanno avuto diritto di riconoscimento e onorificenza i lavoratori morti della ThyssenKrupp o i lavoratori e cittadini di Casal Monferrato morti per amianto, per fare soltanto due esempi, e tanto meno hanno diritto a un qualsiasi riconoscimento i cittadini della Valdisusa in lotta per la difesa del loro territorio. I riconoscimenti da parte di una classe politica insipiente, sempre più avulsa e staccata dalla realtà vanno soltanto a chi è schierato o al servizio silente di una parte sola, quella degli affari, delle clientele che ruotano intorno al Tav. Cari consiglieri di centrodestra e di centrosinistra ripensateci per evitare forme estreme che sono al tempo stesso di ridicolaggine e di provocazione !”

 

Ezio Locatelli, segretario Prc Torino

in data:11/09/2013

VAL DI SUSA: SIAMO ALLA SVOLTA. MA QUALE?

di Massimo Zucchetti

Il Manifesto, 12.9.2013

 Siamo da tempo abituati all’uso che il potere in Italia fa del concetto di “fatto”: una continua, lenta distorsione di qualunque verità fattuale, in modo da giustificare con una vernice di legalità ogni decisione che vada contro gli interessi della popolazione ed a favore di una delle tante piccole lobby che dal potere e dal denaro pubblico traggono il loro nutrimento da sanguisughe.

 

La lieve abile menzogna atta a raggiungere lo scopo con una procedura alla vaselina è la più grande eredità che il modo di pensare democristiano ha lasciato all’attuale classe politica.

Non è stato quindi con sorpresa che in questi anni, per quanto riguarda l’alta velocità ferroviaria Torino-Lione, abbiamo visto il gruppetto di potere che ha colonizzato questo grosso affare trovare ogni pretesto per giustificare un’opera notoriamente inutile, dannosa, mal progettata, peggio rabberciata, costosissima e “urgentemente” da effettuare da ben 24 anni: senza che finora si siano scavati null’altro che un paio di centinaia di metri di un tunnel di prova. La CMC, coop rossa di Ravenna preferita da Bersani con il gotha del PD in consiglio di amministrazione, la classe dirigente neodemocristiana del Piemonte, dalla Lega fino al PD stesso, gli ascari piazzati nelle poltrone di governo che sull’opera giocano la loro carriera politica altrimenti anonima, i boiardi di stato e loro portaborse che in giacca e cravatta fanno gli occhi buoni per spiegare come tutto – per il TAV – sia sempre andato alla perfezione, a parte questi pochi, anacronistici oppositori fuori dal tempo e dalla storia.

Non era quasi più il caso di ribattere, e si attendeva che loro stessi annegassero pian piano nel cucchiaino della loro pochezza. Ma ora assistiamo ad un fenomeno nuovo: vediamo brevemente alcuni fatti ed in cosa consiste.

La Procura del capoluogo piemontese dedica assidua attenzione ai “ragazzi NOTAV”, arrestandoli e paventando il grande ritorno del terrorismo anni 70. Alla sua guida, un procuratore onusto di gloria che è impossibile anche solo criticare, avendo esteso Papa Pio IX anche a lui il dogma dell’infallibilità. Uno dei maggiori filosofi italiani, europarlamentare, esercita una sua prerogativa andando a colloquiare con alcuni detenuti: a causa di ciò viene convocato dalla Procura stessa, non certo per spaventarlo, ma per fare quattro amichevoli chiacchere in amicizia, suppongo.

Ma ecco gli ultimi, emblematici, fatti. Uno scrittore molto bravo ribadisce le sue posizioni NOTAV, e addirittura afferma che sabotare un’opera violenta e mafiosa è una violenza necessaria e giustificabile: per questo viene letteralmente linciato in pubblico, fino ad arrivare all’ovvia denuncia penale intimidatoria ed all’invito al boicottaggio dei suoi libri. Lo zenit, anzi il nadir, lo raggiunge poi il peggiore di tutti i boiardi statali del TAV, presidente di un sedicente Osservatorio dove solo gli “yes-men” sono ammessi: egli proferisce la memorabile dichiarazione: “In Valsusa il terrorismo c’è già, Caselli è troppo prudente”. Altre dichiarazioni che assimilano il NOTAV alla mafia non contano, dato che chi le ha fatte non è nulla. Ma insomma: dàlli all’untore, era in pieno atto la manovra. E puntualmente, il 9 settembre, arriva la pistola fumante: tre betoniere distrutte e altre quattro danneggiate da un incendio in una ditta in Valsusa, che lavora calcestruzzi di vario tipo e porta le sue betoniere anche al cantiere del TAV. La pista da seguire sarebbe normalmente quella delinquenziale: il primo comune del Nord a essere sciolto per mafia, nel 1995, fu Bardonecchia e le denunce sulle infiltrazioni di ‘ndragheta e mafia nei subappalti della Torino-Lione sono state avanzate più volte proprio dallo stesso movimento No Tav: l’attentato suona come uno degli avvertimenti al fronte imprenditoriale favorevole all’opera, per evitare defezioni tra le fila degli imprenditori stessi, come è recentemente avvenuto. In ogni caso, l’assicurazione rifonderà 800.000 euro, in un periodo in cui il mercato delle betoniere è fermo. Senza accuse preconcette, si potrebbe anche indagare la pista del ricorso alla riscossione assicurativa come liquidità per l’impresa.

Nulla di tutto questo. Ad incendiar le betoniere sono stati sicuramente i NOTAV. La corale degli indignados è già ampiamente partita in ogni sua componente. Lupi e pecorelle ruggiscono insieme come leoni contro il cattivissimo Erri de Luca, “responsabile morale” di questa escalation del terrore.

 

Qual è la ragione di questa canea scatenata? E’ semplice: il TAV, e la situazione di “ritorno al terrorismo” che viene agitata davanti all’opinione pubblica ha nulla a che fare con la cosa in sé: è uno strumento per attirare l’attenzione su un nuovo giocattolo per discussioni all’happy hour, o la sera davanti alla televisione. La “caccia al NOTAV” per distrarci dalla guerra, dall’insipienza del governo dinanzi alla crisi economica, dalla disoccupazione, dal crollo delle garanzie sociali, dall’imbarbarimento della nostra società per aumentare il profitto di quattro gatti. Ma democratici e antiterroristicamente legalitari, sia ben inteso.