Scritto da Redazione Infiltrato |
Pubblicato Giovedì, 12 Settembre 2013
Re Giorgio aveva pensato addirittura di assegnargli la presidenza del Consiglio. La sua idea però è stata subito accantonata. Ora il bilderberghino da trentottomila euro di pensione è stato accontentato con la nomina a giudice della Corte Costituzionale. Il decreto di nomina è arrivato nel pomeriggio di ieri.
Trentotto mila euro di pensione, bilderberghino d’eccellenza, presidente del Consiglio, ministro del tesoro con Goria e dell’interno con Prodi, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. E’ così riassunto il curriculum di tutto rispetto del nuovo componente della Corte Costituzionale: Giuliano Amato.
La firma della nomina, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, da parte del presidente Giorgio Napolitano sarebbe avvenuta ieri. La consulta è composta da quindici giudici: cinque nominati dal Colle, cinque dal Parlamento, e cinque dalla magistratura.
Il compito di Giuliano Amato sarà quello di sostituire Franco Gallo, che dal 26 gennaio ha presieduto l’organismo e che è destinato a concludere il proprio mandato il 14 settembre. Solo ieri Gallo è stato ricevuto al Quirinale e dal presidente della Camera Laura Boldrini prima di congedarsi definitivamente. Ora il nuovo compito dei giudici costituzionalisti è l’elezione del nuovo presidente. Tra i papabili ci sono Luigi Mazzella (eletto dal centrodestra e già ministro della Funzione Pubblica del governo Berlusconi) e Gaetano Silvestri (in quota centrosinistra).
“La nomina di Giuliano Amato alla Consulta non è solo il giusto riconoscimento per una personalità di grande intelligenza, cultura ed esperienza maturata, ad altissimo livello, in tutte le occasioni in cui è stato chiamato a servire il Paese. Questa nomina del presidente della Repubblica rende onore al Paese e dimostra una volta di più che, con Giorgio Napolitano, l’Italia è in buone mani– scrive in una nota, Giuliano Cazzola, dirigente nazionale di Scelta civica per l’Italia ed ex deputato del Pdl – Io ho avuto la fortuna di conoscere già alcuni decenni orsono Giuliano Amato e di collaborare con lui, imparando ad apprezzarne le qualità. Con il suo ingresso alla Consulta sento valorizzato un pezzo di un’Italia migliore che mi appartiene, quando a fare politica non erano i saltimbanchi, i giovani turchi, gli studenti fuori corso o quant’altro ‘passa il convento’ in questi anni difficili”.